Con il termine tastiera musicale si intende un apparecchio elettronico composto da una serie di tasti che permette di suonare moltissimi suoni musicali, dalla musica classica alla psichedelica.
Caratteristiche
Oltre alla tastiera più comunemente nota, questa apparecchiatura è presente anche in altri strumenti: per esempio nel clavicembalo, nell’organo, nella fisarmonica e nel pianoforte. Considerando poi che i più moderni sintetizzatori e che oramai anche i disk jockey ne hanno un modello, si capisce quanto sia ampia la loro diffusione.
La tipologia più diffusa consta di ottave e di tasti: il loro numero è variabile, per quanto riguarda le ottave, i modelli più moderni possono arrivare sino a sette, mentre per i tasti vanno da sessantuno a ottantotto, anche se modelli più piccoli possono andare dai 25 ai 49, anche se si tratta di casi più specifici e ridotti.
Come già detto, numerosi sono i modi con cui questi tasti possono essere premuti, si va dalle più comuni mani, passando per i gomiti (è il caso degli organi antichi), fino ai pugni nel caso dei carillon. Si possono utilizzare anche i piedi, questa volta per premere i pedali, nel caso dei pianoforti e degli organi.
Le tastiere più propriamente dette e più moderne, presentano numerosi tasti che permettono di riprodurre tantissimi suoni e strumenti diversi: inserendo codici particolari è infatti possibile riprodurre anche la chitarra o il pianoforte, ma anche suoni più particolari e divertenti come sirene e telefoni che suonano all’impazzata.
Per quanto riguarda la forma si va dai più normali e comuni rettangoli di grandezza variabile a seconda del numero dei tasti, fino a tipologie particolari che fanno della tastiera uno strumento molto simile alla chitarra: questa trovata, che può sembrare di per sé inutile e banale, può esser pratico invece ai musicisti nei concerti.
Soprattutto per gli artisti più frizzanti e che amano muoversi sul palco, avere la possibilità di portarsi sempre dietro il proprio strumento rappresenta senz’altro una conquista. Nei prossimi paragrafi si affronteranno tipi di tastiera più specifici.
Storia
Considerando gli ultimi anni, la tastiera ha avuto un grande successo in moltissimi generi: reggae, blues, jazz, rock e tanti altri generi hanno subito la sua influenza. Se poi si tiene conto dell’antenato della tastiera, il pianoforte, questa influenza si riscontra anche nella musica classica.
Già alla fine degli anni 60 gruppi come Deep Purple, Doors e Pink Floyd cominciarono a fare un grande uso di questo strumento. Se nel caso dei Deep Purple, noto gruppo hard rock, ciò può sembrare alquanto strano, gli altri due gruppi, trascinati da Ray Manzarek e da Richard Wright, fecero della musica psichedelica uno dei generi di maggior successo dell’epoca.
Il decennio successivo fu caratterizzato da un altro genere, il rock progressivo che, specie in Inghilterra ebbe notevole successo: Genesis, King Crimson ed Emerson Lake & Palmer fecero da padroni. Tony Banks, Robert Fripp e Keith Emerson trascinarono i loro gruppi.
Non si dimentichino anche tastieristi progressivi italiani, come Gianni Leone (Balletto di bronzo), Vittorio Nocenzi (Banco del Mutuo Soccorso), o Flavio Premoli (Premiata Forneria Marconi).
È interessante notare che spesso molti gruppi, sia moderni che passati, non abbiano un tastierista ufficiale ma che invece ricorrano a musicisti di supporto o, più frequentemente, ci sono casi di polistrumentalismo.
Ad esempio i Led Zeppelin mancavano di un tastierista ufficiale, ma la tastiera, laddove era necessaria, veniva suonata dal bassista John Paul Jones o ancora, i Queen non avevano un tastierista ufficiale ma il chitarrista Brian May suonava anche questo strumento quando fosse stato richiesto. Anche negli anni più recenti la tastiera è stato uno strumento di successo.
Oltre alle vecchie glorie ormai consolidate, si ricordino soprattutto due nomi: Justin Hawkins e Brandon Flowers. Il primo, sebbene fosse principalmente voce e chitarrista, ha avuto notevole successo con i Darkness, gruppo hard’n’heavy inglese, il secondo scala le classifiche di mezzo mondo con la sua band, i Killers.
Clavinet
Un particolare tipo di tastiera è denominato clavinet. Con un suono molto simile a una chitarra elettrica, ha avuto molta diffusione nella musica funk, rock, jazz diventando fondamentale nel reggae. È definito strumento clavicordo per via della forma simile a un clavicembalo.
Quando viene premuto uno dei tasti, il tacchetto di gomma con cui termina tocca la corda causando sia la vibrazione che l’intonazione, dal momento che ne interrompe la lunghezza totale. Per convertire la vibrazione in suono intervengono dei pick-up.
Un difetto riscontrabile soprattutto nei modelli più vecchi è l’usura del tacchetto di gomma (tangenti) che possono diventare appiccicosi e non dare più allo strumento un suono pulito.
Per evitare il problema conviene cambiare queste tangenti ogni tanto, anche se un metodo passato voleva che si mettesse smalto per le unghie, ma con la rinascita sia economica che di interesse si sono sviluppate le alternative sovra citate. I modelli di questo strumento sono numerosi e caratterizzati solitamente da due pick-up.
Con il modello E7 si raggiunse il top: si uscì dal clavinet adatto a un uso domestico e solo per musica folclorista diventando un caposaldo del rock anche per esibizioni dal vivo. Se ci servono aiuti con questo strumento, uno delle maggiori case produttrici, la Hohner, mette a disposizione sul proprio sito Clavinet.com pezzi di ricambio e info a riguardo.
Questo strumento ha avuto ampia diffusione nella musica moderna: si pensi ad esempio a Stevie Wonder e alla sua Superstition, o ai Led Zeppelin e alla loro Trampled Under Foot, oppure ancora ai Van der Graaf Generator e alla loro Godbluff, o agli Emerson, Lake & Palmer e alla loro Tank. Cambiando genere si può citare Bob Marley con Concrete Jungle. Anche negli ultimi ci sono stati casi, come ad esempio i Gorillaz con Dirty Harry, o i Red Hot Chili Peppers con Warlocks.
Mellotron
Il mellotron è un tipo di tastiera che ebbe ampia diffusione tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70. Tra i maggiori interpreti si ricordano i Beatles, i Genesis, gli Yes, i Pink Floyd, King Crimson, e Jethro Tull.
All’inizio poco conosciuto, venne ideato come uno strumento da salotto e la sua costituzione non permetteva grandi spostamenti. Viene considerato il padre dei campionatori dal momento che il suono viene trasmesso da un nastro magnetico.
La durata del suono era limitata a otto secondi che terminati bloccavano il suono: per ricrearlo bisogna premere nuovamente il tasto. In questo breve periodo di tempo una molla riavvolgeva il nastro riportandolo a start.
Le prime edizioni permettevano la riproduzione di un solo suono, ma poi fu ideato un sistema “a cartucce” che permetteva la smontatura del blocco dei nastri e la sostituzione con uno diverso. Con il passare del tempo su uno stesso modello potevano essere installati quattro nastri diversi che potevano essere cambiati per via manuale attraverso una manovella.
Questa possibilità di cambio fa sì che qualora un pezzo si rompa possa essere cambiato con facilità. Si raccomanda molta attenzione e cura con questo strumento giacché i suoi pezzi sono molto fragili e la sostituzione di uno di essi porta alla calibratura di tutto lo strumento. Anche in Italia il mellotron ebbe la sua diffusione con La Premiata Forneria Marconi e con il Banco del Mutuo Soccorso, band simbolo del rock progressivo italiano.
In questi ultimi anni è avvenuta una rivalutazione di questo strumento, anche se sembrava destinato all’oblio a causa dei sintetizzatori, della sua fragilità e del suo peso. I gruppi a riportarlo sulla scena sono stati essenzialmente Muse, Oasis, U2, Linkin Park e Red Hot Chili Peppers. A testimoniare questa riscoperta bisogna dire anche che è stato messo in commercio un nuovo modello, il Mk-VI.
L’acquisto
Al momento dell’acquisto della tastiera, badiamo soprattutto all’uso che ne dovremo fare: uso scolastico, personale o professionale richiedono diversi mezzi. A questa differenza di finalità, corrispondono prezzi diversi: si va da 45 euro per modelli più semplici, fino a 4400 per i più complessi.
Si ricorda però che con il prezzo varia anche la qualità del modello che scegliamo. Il difetto più visibile a riguardo è l’impossibilità di suonare gli accordi con le tastiere più semplici. Oltretutto con i più semplici è possibile riprodurre meno suoni e, il più delle volte, registrare ciò che si suona.
Comunque sia, partendo dai meno onerosi, bisogna dire che hanno trentadue tasti un po’ piccoli e misure ridotte, si rivela quindi buona per gli studenti che a scuola si apprestano a suonare uno strumento.
Le dimensioni ridotte dei tasti fanno sì che col passare del tempo e quindi con la conseguente crescita del bambino, lo studente abbia problemi a premerli. Passando a modelli poco più costosi, si ha la possibilità di inserire delle cuffie così da non disturbare vicini, o di inserire il microfono e, ovviamente, aumentano anche le ottave a disposizione, portando anche all’aumento del peso e delle misure dello strumento.
Passando a prezzi medi (intorno ai 100 euro) vi è la possibilità di registrare midi e di collegare il proprio strumento al PC e la presenza dello schermo a cristalli liquidi. I modelli superiori ai 500 euro permettono il collegamento alla televisione e hanno i pedali: da ciò si evince che non sono trasportabili e che, anzi, sono molto simili a dei pianoforti senza coda.
L’ultima differenza può essere quella del suono dal momento che i più convenienti hanno suoni più sfuocati e meno precisi, mentre i più costosi hanno suoni polifonici, di una qualità quindi molto superiore ai tipi precedentemente elencati.
Accessori
Considerata la diffusione della tastiera musicale, numerosi sono gli accessori disponibili. Anzitutto, considerando le tastiere portatili, si rivela fondamentale l’acquisto del poggia tastiera: si tratta di attrezzo, di solito in tinta con la tastiera, che permette di portare lo strumento dove si desidera.
Certo, a supplire a questo accessorio può bastare un semplice tavolo ma, se siamo musicisti abbastanza conosciuti, non sempre sul palco potremo avere a diposizione un tavolo, a differenza di un uso più domestico o amatoriale.
Ovviamente questo problema non sussiste se la nostra tastiera possiede già di per sé una base, anche se sarà impossibile o comunque molto difficile trasportarla. Se portiamo spesso con noi la tastiera è molto importante avere una custodia, così da rendere molto più facile il trasporto senza provocare danni all’apparecchio.
Prima del suo acquisto (meglio se effettuato nello stesso momento della tastiera) consideriamo la grandezza dello strumento e l’eventuale presenza di tasche per portare altri oggetti come trasformatori o spartiti.
Se la nostra tastiera è piccola, possiamo anche portarlo manualmente o nella stessa scatola in cui era contenuto il nostro strumento anche se si raccomanda la maggior attenzione possibile. Un altro accessorio importante è il trasformatore: senza di esso infatti non è possibile utilizzare la tastiera.
Allegato all’acquisto della tastiera, è necessario per i tipi di tastiera più grandi , mentre per i più piccoli si utilizzano più spesso le pile, anche ricaricabili. Conviene quindi, onde evitare di restare praticamente senza strumento, portare sempre con sé o il trasformatore o le pile ricaricabili.
Qualora il nostro trasformatore si dovesse danneggiare in modo irreparabile, al momento dell’acquisto facciamo attenzione al voltaggio, in modo tale da non arrecare danni alla tastiera. Altri accessori possono essere considerati il leggio per tenere gli spartiti e gli spartiti stessi che specie nei primi periodi ci consentono di prendere familiarità con lo strumento.
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