Che cos’è
Il sistema pensionistico in Italia è stato oggetto di un gran numero di riforme, anche se altre dovranno seguire, vista la difficile crisi economica nella quale ci si trova a dover combattere negli ultimi tempi. Una grande riforma è già stata effettuata all’inizio degli anni ’90. Si è trattato di cambiamenti resisi necessari a causa dell’aumento della vita media e da un primo rallentamento nella crescita economica.
Infatti, la durata maggiore della vita media comporta un aggravio, per le casse dello Stato, dal momento che dovrà essere maggiore il periodo durante il quale saranno pagate le pensioni da parte dello Stato stesso. La crescita economica stentata non aiuta ad arricchire le casse dello Stato, motivo per cui una prima riforma si è mostrata decisamente necessaria per mantenere la sostenibilità del sistema di welfare acquisito.
Nello specifico, le ultime novità hanno riguardato l’innalzamento dell’età richiesta per andare in pensione così come l’aumento dell’anzianità contributiva minima. Inoltre, l’importo percepito come pensione sarà collegato all’ammontare dei contributi versati nel corso del proprio lavoro e non soltanto alle ultime retribuzioni ottenute; alla crescita del PIL; alla speranza stessa di vita. La rivalutazione della pensione sarà soggetta esclusivamente alla base dell’inflazione, piuttosto che all’incremento retributivo, la quale in effetti è più elevata dell’inflazione. In questo modo, tuttavia, è chiaro che le pensioni saranno meno elevate, anzi saranno man mano più basse. Ecco perché la pensione integrativa diventa importante in questo sistema, al fine di garantirsi un ingresso tale, una volta giunti alla pensione, che possa non inficiare il tenore di vita fino a quel momento mantenuto.
Per poter prendere visione delle regole normative che sono alla base dell’attuale sistema pensionistico in Italia bisogna far riferimento al Decreto Legislativo 252 del 2005. Ad ogni modo, si consiglia comunque di seguire gli sviluppi più recenti in materia, così da poter verificare gli eventuali cambiamenti di cui tanto si discute negli ultimi tempi.
A cosa serve
Purtroppo, è difficile pensare che la pensione statale possa riuscire a garantire un tenore di vita adeguato, per questo motivo la pensione integrativa potrebbe essere una soluzione, anche se non bisogna credere che questo tipo di prodotto possa risolvere in modo facile ogni tipo di problema relativo alla pensione.
In alcuni casi, infatti, la pensione integrativa è sì un valido aiuto ma non può illusoriamente essere esente da rischi o da ulteriori problematiche finanziarie. Tuttavia, scegliere una pensione integrativa è uno dei principali modi con cui ci si può assicurare una discreta rendita nel futuro, a patto di effettuare una scelta oculata al momento della sottoscrizione.
Il principio base della pensione integrativa è relativo all’accantonamento di una parte dei propri risparmi durante la normale vita lavorativa, in modo tale da creare un fondo alternativo che si andrà a sommare a quello con il quale si percepirà la pensione statale erogata da enti come Inps o Inpdap.
Lo Stato italiano, conscio dell’importanza che assume la scelta di stipulare una pensione integrativa, offre delle detrazioni fiscali e delle agevolazioni che non sono riservate ad altre forme di investimento e di risparmio. Ad esempio, tali agevolazioni possono essere percepite anche nel caso in cui si effettuino dei versamenti a favore dei propri familiari a carico.
È importante, tuttavia, che la sottoscrizione di una pensione integrativa sia effettuata tempestivamente rispetto all’inizio della propria carriera lavorativa, sebbene debba seguire una valutazione attenta della propria condizione, sia patrimoniale che personale e contrattuale.
In generale, anche se ogni caso specifico può essere oggetto di una valutazione più precisa e specifica, non si consiglia mai la sottoscrizione di una pensione integrativa se si è lavoratori piuttosto prossimi alla pensione, visto che le modifiche apportate al sistema dovrebbero solo in parte toccare la rendita statale obbligatoria che verrà poi percepita una volta ritiratisi dal lavoro.
Forme di pensione integrativa
La pensione integrativa può essere gestita in vario modo, a seconda della tipologia di prodotto scelto. In effetti, ne esistono vari sul mercato ed è importante comprendere le differenze che caratterizzano ogni diverso tipo, in modo da poter effettuare la scelta più adeguata alle proprie esigenze, anche e soprattutto future.
Le diverse forme nelle quali si articola la pensione integrativa sono: i fondi pensione negoziali, i fondi pensione aperti, i piani individuali pensionistici (PIP), fondi pensione preesistenti.
I fondi pensione negoziali, detti anche fondi pensione chiusi, sono istituiti secondo degli specifici accordi presi da parte delle istituzioni sindacali e di quelle imprenditoriali. L’adesione ai fondi pensione negoziali può avvenire solo se si rientra in specifiche categorie di settore, come per esempio metalmeccanici o chimici, e così via. I fondi sono alimentati sia con contributi versati dal datore di lavoro, sia da quelli del lavoratore stesso e da parte del suo TFR, il trattamento di fine rapporto. Anche in questo caso, l’adesione al fondo pensione viene incoraggiato grazie ad agevolazioni fiscali, fino a raggiungere una deducibilità massima di 5.164,57€ all’anno.
I fondi pensione aperti, invece, sono istituiti da parte di compagnie assicurative, da istituti di credito e finanziarie. In generale, possiamo dire che i fondi pensione chiusi sono per lo più pensati per i lavoratori dipendenti, mentre i fondi pensione aperti nascono in risposta alle esigenze dei lavoratori autonomi.
I piani individuali pensionistici sono delle ulteriori forme pensionistiche complementari che sono state pensate da parte delle compagnie assicurative. Il piano individuale pensionistico è, in effetti, una sorta di assicurazione sulla vita, ma con fini prettamente previdenziali. In generale, ciascuna polizza assicurativa è regolata dalle proprie condizioni contrattuali, sebbene vi siano delle direttive generali della Covip alle quali bisogna sottostare.
Infine, i fondi pensionistici preesistenti erano quelli già istituiti in precedenza, prima che venisse emanato il Decreto Legislativo 124 del 1993.
Come aderire
Per aderire alle pensioni integrative bisogna rispettare determinate caratteristiche personali e contrattuali, almeno se si intende sottoscrivere un fondo pensione chiuso.
Tuttavia, aderirvi o meno è una scelta personale e condotta su base volontaria. Le forme pensionistiche complementari, nella loro totalità, si rivolgono a tutte le categorie di lavoratori. Esistono, infatti, delle alternative specifiche per i lavoratori dipendenti come per quelli autonomi o per i liberi professionisti, senza dimenticare chi lavora possedendo delle tipologie di contratto alternative, ad esempio a progetto. Inoltre, come abbiamo visto, esistono soluzioni per i familiari fiscalmente a carico in cui già un membro della famiglia abbia sottoscritto una pensione integrativa.
In genere, per sottoscrivere una pensione integrativa le procedure sono piuttosto semplici, una volta che si è deciso per uno specifico prodotto. Ad esempio, se si è lavoratori dipendenti, esistono delle possibilità di sottoscrizioni collettive, pensate per coloro i quali hanno un contratto di lavoro che consente di poter usufruire di questa possibilità. Il fondo di riferimento sarà quello previsto per la categoria specifica oppure per l’area territoriale in cui si opera.
Individuali, invece, sono sempre le adesioni per un fondo pensione aperto o per un piano pensionistico di tipo privato-assicurativo. Questa è una possibilità che, ovviamente, mantengono anche i dipendenti per i quali esistono fondi pensione negoziali.
Se ci si iscrive collettivamente ad un fondo, a versare i contributi sarà il datore di lavoro, in base al contributo previsto da contratto. I versamenti possono essere aumentati, riuscendo così ad ottenere una pensione integrativa più alta al termine della propria carriera.
In determinati casi, anche i lavoratori autonomi possiedono dei fondi pensione di riferimento ai quali si può, volendo, scegliere di aderire. Anche in questa circostanza, sono previste adesioni collettive. Resta sempre valida, comunque, la preferenza per un PIP o per un fondo con adesione individuale, anche se le condizioni per gli ordini professionali potrebbero risultare più vantaggiose.
Documenti da leggere prima dell’adesione
Prima di aderire ad un fondo pensione o ad un’altra qualsiasi forma di pensione integrativa bisogna raccogliere tutte le informazioni per effettuare una scelta consapevole e non andare incontro a brutte sorprese.
Tra i documenti consegnati, si deve aver cura di verificare che vi sia la Nota Informativa, all’interno della quale saranno spiegate tutte le caratteristiche principali della forma pensionistica complementare scelta. È in questo documento che si avranno a disposizione, nero su bianco, le informazioni relative alle modalità di contribuzione, ai costi, ai rendimenti attesi e a quelli registrati negli ultimi anni, oltre alle ulteriori proposte di investimento.
Nella Nota Informativa sarà riportata, poi, la scheda sintetica, nella quale saranno riassunti i concetti principali della forma pensionistica integrativa in esame, così da poter avere uno strumento semplice e snello per la comparazione dei prodotti.
Sarà presentato, poi, il progetto esemplificativo standardizzato. Esso serve a costruire una stima della pensione complementare che si potrà ottenere una volta giunti al pensionamento. Questa stima viene realizzata in base ai contributi versati, ai rendimenti attesi per il fondo d’investimento e alla durata della propria partecipazione allo stesso.
Nel caso in cui si abbia scelto un fondo pensione chiuso oppure uno preesistente si riceverà anche uno Statuto dello stesso. Nel caso di un fondo pensione aperto, invece, si potrà leggere il relativo regolamento, mentre per i piani individuali pensionistici di stampo assicurativo – finanziario si otterrà dalla compagnia di assicurazione un foglio contenenti le condizioni generali per l’adesione informata al prodotto. Non bisogna sottovalutare l’importanza di questi documenti che, anzi, prima della sottoscrizione andrebbero letti con grande calma e attenzione.
Per questo motivo, si consiglia di scaricare tali fogli informativi dai siti web in cui, spesso, vengono pubblicati, così da prendere il tempo necessario per uno studio puntuale delle condizioni in essi contenute e per un confronto tra i diversi tipi di prodotto.
Piani di investimento
Le pensioni integrative prevedono numerose scelte di investimento possibili. In genere, le stesse vengono indicate, in linguaggio tecnico, anche come comparti, sebbene sia più usuale sentire parlare di linee di investimento. Qual è la vera differenza esistente tra questi strumenti finanziari? In effetti, si tratta di inserire gli stessi all’interno delle categorie finanziarie di riferimento e, nello specifico, potremo parlare di fondi azionari, fondi bilanciati, fondi garantiti e fondi obbligazionari.
Nel caso dei fondi azionari, significherà che l’investimento effettuato sarà sostanzialmente in azioni mentre, ad esempio, per quelli bilanciati si tratterà di fondi che investono in azioni e in obbligazioni in modo equivalente. I fondi obbligazionari contempleranno soprattutto investimenti in obbligazioni, mentre gli investimenti garantiti offrono sempre la garanzia di un rendimento minimo o, comunque, della restituzione del capitale che si è versato nel corso del tempo nel caso in cui si dovessero verificare degli avvenimenti specifici.
La tipologia di investimento è importante e deve essere oggetto di attenzione al momento della sottoscrizione, anzi, ancor prima, al momento della scelta. Infatti, la categoria di investimento è legata in modo diretto al rischio che si correrà nel versare il proprio denaro e anche al rendimento atteso.
In genere, quanto più elevata è la propensione al rischio tanto maggiore sarà anche il rendimento possibile, tuttavia si tratta pur sempre del capitale accumulato per la propria pensione quindi, in previsione di un periodo in cui l’andamento dei mercati fosse nero, si dovrebbe con attenzione evitare determinati rischi, a meno che non si abbia la certezza di poter assorbire finanziariamente il colpo, in caso di imprevisti.
La scelta, infatti, deve essere fatta sulla base della propensione personale al rischio, oltre che tenendo sempre in giusta considerazione la propria età. Infatti, se si è ancora lontani dalla pensione anche una scelta ad alto rischio può avere tutto il tempo per essere compensata, mentre se manca poco al pensionamento è meglio puntare su una risorsa più sicura, dal momento che i margini di manovra si restringerebbero.
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