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Nascita delle perle
Le perle sono differenti da tutte le altre pietre preziose, per uno svariato numero di ragioni. Innanzitutto, esse non devono essere lavorate o tagliate, dato che sono già naturalmente pronte per essere usate in gioielleria. Quindi, non è mai stato necessario provvedere ad affinare le tecniche di taglio, come avviene invece nel caso delle pietre preziose. Nel caso delle perle, l’uomo piuttosto si è ingegnato per riuscire a riprodurle attraverso la coltivazione dei molluschi e non lasciare al mero caso la loro creazione.
Le perle, infatti, sono il prodotto biologico di un mollusco, sottoposto ad una condizione di per sé anomala. Una perla naturale si forma in modo del tutto casuale, a causa della penetrazione, all’interno del mollusco, di un corpo estraneo, sia esso un parassita, un frammento del guscio, un granello di sabbia o un apposito nucleo predisposto dall’uomo per indurre il fenomeno della perlagione. L’animale, nel momento stesso in cui viene penetrato da questo corpo estraneo, ha una reazione che porterà poi allo sviluppo della perla: crea carbonato di calcio e conchiolina che, disposti per strati concentrici, danno origine al prezioso prodotto.
Ad oggi, è molto difficile trovare sul mercato orecchini di perle che non siano coltivate, visto che le perle naturali si tramandano e si custodiscono gelosamente di generazione in generazione. Le perle coltivate, comunque, non presentano differenze con quelle naturali. L’unica, consiste nella produzione non casuale del prodotto, dato che è l’uomo ad indurre la perlagione nell’animale.
Spesso, anzi, le perle coltivate vengono considerate ancora più belle di quelle naturali, visto che il nucleo introdotto è di una certa qualità e stimola un migliore processo di perlagione, amplificando anche la bellezza dell’oriente (l’iridiscenza della perla). Anche le perle coltivate, tuttavia, sono un prodotto raro: su mille ottenute, solo dieci sono davvero adatte ad essere usate in gioielleria per la creazione di orecchini. Una rarità che spiega il perché del loro costo così elevato.
Modelli
Gli orecchini di perle sono disponibili in svariate tipologie e modelli, per venire incontro ai gusti, alle tendenze e alle diverse occasioni d’uso. Naturalmente, sul prezzo finale, inciderà la qualità della perla, la quantità di oro presente e la sua lavorazione, la presenza o meno di ulteriori pietre preziose.
Iniziamo con gli orecchini di perle pendenti, realizzati sia con perle bianche, nere o colorate di bigiotteria. In questo caso, è possibile acquistare orecchini di perle di buona qualità anche con meno di 50 euro, a patto di amare le combinazioni anche estrose ottenute con perle bianche, di fiume, color crema o perle colorate.
Le perle bianche sono, comunque, le preferite per la lucentezza e per quell’inconfondibile allure chic: tuttavia, le ragazze più giovani preferiscono declinazioni più moderne di queste, anche magari accompagnate all’argento piuttosto che all’oro. Recentemente, per donare un’aria di novità alle perle, è stato introdotto anche l’acciaio tra i metalli sui quali vengono montate.
Le perle colvitvate Akoya sono tra le più utilizzate in gioielleria: provenienti dal mare del Giappone, sono di ottima qualità e possono essere presenti in colorazioni che vanno dal bianco al rosa allo champagne. Gli orecchini realizzati con questa tipologia sono spesso abbastanza cari, costando almeno intorno ai 100 euro, e sono spesso montati su oro, anche 14 carati. Le top di gamma sono considerate le Akoya nere, ma l’eccellenza è rappresentata dalle perle Australiane, grandi circa 10-11 millimetri di diametro. Molto meno costosi sono gli orecchini che mescolano perle di fiume e cristalli Swarovsky, o anche pietre dure semi preziose, come l’onice nera. Un modello classico è l’orecchino di perla a bottone, spesso abbinato ad un importante girocollo o quello di sapore vintage con chiusura detta “a monachina” o “a monachella”, in molti casi sovrastata da un piccolo brillante.
Carini e soprattutto a basso costo invece, sono gli orecchini perle di fiume e cristalli, a meno di 50 euro. Ad esempio, si possono trovare orecchini con perle di fiume e cristalli Swarovsky con pietra Onice nera, abbinati a perla bianca di acqua dolce anche in argento, oppure con perle bianche e perle di Giada colore verde da abbinare con oro o argento, o ancora, orecchini perle di fiume bianche con Agata rossa. Il prezzo varia a seconda della tipologia di perla ma anche dal fatto che l’orecchino possa essere di stile bigiotteria, oppure sia montato su argento o oro a seconda dei carati dell’oro, o ancora, che sia impreziosito da diamanti naturali.
Per scegliere in modo consapevole è bene dare uno sguardo alle principali tipologie di perle che è possibile trovare in commercio, orientandosi in questo complesso ma affascinante mondo.
Perle d’imitazione
Proprio il costo elevato e la difficoltà legata all’ottenimento di una perla pregiata hanno spinto, nel tempo, alla creazione di perle d’imitazione. Naturalmente, in questi casi, niente si ha a che vedere con la bellezza e il pregio di quelle naturali o comunque coltivate, ma non è raro trovare estimatori anche di questo genere. Le più diffuse imitazioni sono: le perle di Majorca, Parigi, Venezia, Vasca, Roma, Boemia e le perle Rose di Turchia.
Vediamone insieme le caratteristiche:
- le perle Majorca sono conosciute anche come perle Malloca o perle Orquidea. Sono delle sfere in vetro opalescente o in porcellana o, addirittura, in plastica, che vengono poi rivestite di essenze d’Oriente e immerse in bagni chimici composti con acetato di cellulosa e nitrato di cellulosa per ottenerne l’indurimento. Nonostante si tratti di perle d’imitazione sono di buona qualità e possono essere perfino confuse con quelle coltivate, viste le caratteristiche di iridescenza e felpatura possedute;
- le perle Parigi o perle Francesi sono delle sfere in vetro soffiato, rivestite di essenza d’Oriente e poi riempite con la cera. Si tratta di una creazione nata nel 1600 ma ancora oggi piuttosto diffusa, più nel resto d’Europa, comunque, che in Italia;
- le perle Venezia sono delle sfere di vetro soffiato al quale vengono aggiunte, in fase di lavorazione, delle sostanze madreperlacee. Successivamente, anche in questo caso, si procede al riempimento delle sfere con della cera. I principali artigiani sono, naturalmente, i maestri vetrai veneziani, che realizzano le migliori creazioni per qualità e bellezza;
- le perle Vasca, o Sumo, o Takara, o Sheba, sono delle sfere in madreperla, poi coperte da pellicole in nylon, per esaltarne l’iridiscenza e infine immerse in bagni di vernice per il fissaggio. Sono molto economiche e molto diffuse in tutto il mondo;
- le perle Roma sono delle sferette in alabastro immerse in bagni che servono a donare iridescenza, mentre le perle Boemia sono ottenute dalla lavorazione di piccole protuberanze madreperlacee.
- Le perle Rose di Turchia, infine, sono delle curiose sfere ottenute da un impasto di petali di rosa lucidato con olio di rosa stesso.
Perle coltivate
Tra le perle coltivate, le più note e usate sono sicuramente le perle Akoya, prodotte per la prima volta in Giappone e, per più di un secolo, uniche tra quelle coltivate. Il diametro di queste perle va dai 2 ai 9 millimetri, con punte massime di 10 per quelle di particolare pregio e rarità. Sono ottenute dall’introduzione di appositi nuclei all’interno delle ostriche Akoya, che si trova in abbondanza nel mare temperato del Paese orientale. Il colore naturale di queste è il crema o il giallo-verde ma con opportuni trattamenti è possibile ottenere il bianco, lo champagne, l’argento e il rosa. Anche le forme possono essere mutevoli, sebbene le più comuni siano quelle sferiche. In alcuni casi, è possibile ottenere perle gemelle, visto che non è raro che si introducano due o più nuclei all’interno della stessa conchiglia. Oltre il 90% delle perle coltivate presenti sul mercato appartengono a questa varietà.
Le perle Australiane, invece, sono considerate perle nobili, con uno strato di madreperla molto spesso e molto omogeneo e con un diametro che va dai 9 ai 17 millimetri. Possono essere bianche o nere e presentano un colore eccellente, tanto che vengono usate al naturale, senza subire alcun tipo di trattamento. Le perle nere appartenenti a questa tipologia sono coltivate nella zona del Pacifico meridionale, dunque non è raro sentirsi riferire alle australiane anche con il termine perle “dei mari del Sud”. Sono molto più rare sul mercato e presentano dei prezzi decisamente più elevati della qualità Akoya.
Le perle di acqua dolce sono coltivate sfruttando dei molluschi che vivono non in acqua salata ma in laghi o fiumi. Una caratteristica importante riguarda la maggiore quantità prodotta, dato che l’ostrica può produrre molte perle contemporaneamente. Ecco perché, a parità di qualità, i costi delle perle di fiume sono inferiori a quelli delle Akoya. Le forme, così come i colori, sono le più disparate: a chicco di riso, sferiche, a rondelle.
Le perle Tahitiane, infine, sono presenti nei colori del grigio, del nero, del rosso, del verde, del blu e del marrone e in numerose forme, ma sono solo una piccola parte della produzione mondiale, alla stregua di quanto accade con quelle Australiane.
Riconoscere una perla vera
Non è raro, a questo punto, chiedersi come fare a riconoscere una perla vera, naturale o coltivata che sia, da una artificiale. Naturalmente, va sempre detto che le perle dovrebbero presentare un certificato di garanzia e di autenticità ma non tutti rispettano questa buona norma.
Per prima cosa, bisogna dire che le perle vere possono essere facilmente riconosciute da un esperto grazie all’uso di una strumentazione adeguata. Con una semplice fotografia a raggi X, infatti, è possibile vedere il piccolo nucleo al centro dal quale è stata originata la perla naturale. Più è piccolo il nucleo introdotto rispetto alla perla ottenuta, più la stessa è di elevata qualità. Com’è ovvio, le perle sintetiche non presenteranno alcun nucleo centrale, dato che sono ottenute per procedimenti completamente differenti e non a partire dall’ostrica produttrice.
Empiricamente, per riconoscere una perla vera dovrebbe essere sufficiente sentirne la consistenza al tatto. Se è ruvida, e non liscia e perfetta, allora sarà certamente coltivata, altrimenti sarà sintetica senza ombra di dubbio. Perfino mordicchiare una perla è un buon trucco: anche in questo caso, è la ruvidezza la sensazione dalla quale dovrete farvi guidare per identificare la sua originalità.
Le perle sono dei gioielli molto delicati, che richiedono una cura molto particolare. Ad esempio, non si dovrebbero mai indossare con del profumo – consiglio particolarmente valido nel caso di orecchini e di collane – perché le sostanze chimiche possono alterarne la lucentezza. Allo stesso modo, andrebbero pulite con un panno morbido dopo l’uso.
Gli orecchini di perle sono tra gli accessori più usati anche per la loro discrezione: per questo motivo, infine, li consigliano senza riserve ad una giovane sposa che voglia darsi un’aria radiosa, romantica e incredibilmente chic. È possibile anche acquistare orecchini di perle in abbinamento con diamanti, un accessorio perfetto per il giorno del vostro sì.
Quanto costano
Moltissimi sono i marchi che creano gioielli, nella fattispecie orecchini di perle, da quelli più famosi ed esclusivi a quelli più comuni e giovanili. Tra quest’ultimi, possiamo includere il brand Boccadamo, che con un costo di poco inferiore ai 50 euro, propone orecchini con perline a goccia, acciaio o argento. Anche il marchio Brosway gioielli, ha in catalogo orecchini da donna realizzati in acciaio e perle, come il modello “Trilly”, a meno di 50 euro anche in questo caso. Nell’acquistare perle più preziose, ricordate sempre di chiedere il certificato di autenticità delle stesse, per mettervi al riparo da eventuali tentativi di truffa.
Un ottimo marchio, per affidabilità e qualità del prodotto è Iki perle, made in Italy per splendidi orecchini di ogni foggia. Anche Swarovsky propone creazioni con perle e cristalli, alcune molto originali ma forse non adatte a chi preferisce un orecchino più classico. Con Morellato i prezzi salgono un po’, ma le lavorazioni contemplano perle, acciaio, cristalli, oro giallo e bianco. Si parte da un minimo di 120 euro per degli orecchini pendenti con perle coltivate bianche e si sale a 150 per modelli con perle grigie e zirconi con taglio brillante. I più classici, invece, con perle Akoya nere di grande pregio, possono arrivare anche a 500 euro.
Comete presenta per circa 900 – 1000 euro orecchini con perle nere Tahiti, ma per più o meno 600 euro è possibile acquistare un paio di pendenti Unoaerre, con perle e diamanti. Non mancano, poi, le creazioni artigianali dei maestri orafi italiani: non sarà difficile trovare orecchini di buona fattura e design originale pur senza la presenza di marchi noti.
Il top è rappresentato, infine, da marchi come Damiani e dalla scelta di perle Australiane, magari insieme a diamanti di taglio brillante. Orecchini del genere possono costare anche 5000 euro: di sicuro, non una spesa per tutti!
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