Storia della chitarra elettrica
La chitarra elettrica è pur sempre un’invenzione recente. Nasce circa un secolo fa con l’esigenza di amplificare il suono della chitarra, spesso sovrastato nei complessi da quello di altri strumenti. Il tutto, però, conservando le peculiarità timbriche e la struttura di una chitarra classica.
Siamo negli anni ’20, e in America come in Europa furoreggiano blues e jazz. Dopo qualche esperimento non completamente attuato è nel 1931 che Adolph Rickenbacker (ancora oggi le chitarre che portano il suo nome sono particolarmente apprezzate) crea il primo pick-up elettromagnetico, montandolo su chitarre acustiche. Solo nel 1935 entra in campo la Gibson, la prima a produrre un modello speciale, l’ES 150, che monta un pick-up unico pur presentando ancora la cassa di risonanza. La chitarra ottiene i primi successi, aprendo la strada ad un gran numero di sperimentatori.
Restava da risolvere il problema dei feedback, i fischi e i ronzii creati dalla risonanza dello strumento con il suono che veniva emesso dall’amplificatore. Il problema, affrontato e risolto dall’italiano Airoldi, è però definitivamente archiviato solo nel 1941, quando Les Paul, il creatore della Gibson, dà vita alla chitarra “The Log”, la prima con il corpo semi-solid.
Del 1946 è invece l’invenzione del ponte tremolo, creato da Paul Bigsby per un’azione innovativa sull’intonazione delle corde. Anche il 1948 è un anno importante. Nasce infatti per mano di Leo Fender la Broadcaster, prima chitarra a montare due pick-up (entrambi single coil, poi vedremo di cosa si tratta) e dotata di un corpo solid, in legno massiccio.
Le linee moderne ed il disegno della chitarra la rendono subito un classico, al punto che ancora oggi, con il nome di Telecaster, questo modello è in circolazione e riscuote un notevole successo. Cinque anni dopo tocca alla Stratocaster, la nuova solid body di casa Fender che diventerà una delle icone del mondo delle chitarre, con i suoi tre pick up, un selettore e i tre potenziometri, più la leva del tremolo ed un ponte per l’epoca molto innovativo. L’anno prima era nata quella che viene definita la rivale autentica della Fender, la Gibson Les Paul, che monta due humbucker e produce un suono molto più pastoso, cupo e profondo.
Oggi assistiamo ad un grande ritorno alla sperimentazione. Anche se i principi di funzionamento delle chitarre elettriche restano immutati, in commercio si ritrovano modelli innovativi come le chitarre MIDI, le Breath Guitar o le Synth Guitar.
Caratteristiche
La chitarra elettrica è essenzialmente una chitarra che ricorre all’utilizzo di uno speciale microfono, detto pick-up, posizionato sotto le corde per catturarne le vibrazioni trasformando il suono in impulsi elettrici. Si tratta dunque di uno strumento non più legato a forme e dimensioni della cassa acustica, come accade per le chitarre folk. In commercio troviamo anche chitarre elettrificate dette semi-acustiche.
Le chitarre elettriche possono avere un gran numero di forme e variare in dimensioni e componenti, e montano dei potenziometri per regolare intensità e timbri. Sono quindi uno strumento estremamente versatile, che consente un ottimo grado di personalizzazione del sound.
Gli elementi fondamentali di una chitarra elettrica sono:
- la paletta, sulla quale sono presenti le meccaniche che consentono di accordare lo strumento;
- il capotasto, che divide la paletta dalla tastiera;
- la tastiera e il manico, che la ospita. La tastiera è composta di diversi tasti, alcune volte segnati da segnatasti per il riconoscimento della posizione. Lo spessore del manico e le dimensioni della tastiera variano a seconda del modello. Il manico è spesso rinforzato con un’anima, detta truss rod;
- il corpo, che nelle chitarre solid body è di legno pieno, ed ha forme diverse a seconda del modello. Anche il legno utilizzato può variare;
- i pickup, i magneti che consentono al suono di essere riprodotto dagli amplificatori;
- i potenziometri ed il selettore per scegliere il pickup da utilizzare;
- il ponte, nel quale sono alloggiate le corde e che può essere di diverse tipologie;
- il battipenna, per proteggere il corpo della chitarra dalle continue pennate del plettro, evitando di graffiarla;
- le corde;
- una leva tremolo, non presente in tutte le chitarre, ma che consente di variare l’intonazione delle corde producendo effetti singolari;
- un’uscita jack, per collegare la chitarra all’amplificatore;
Oggi la chitarra elettrica si utilizza un po’ in tutti i generi musicali, ma principalmente nel jazz, nel blues, nel rock con le sue varianti, nel metal, nella fusion, nel country, nella world music e via dicendo.
Pick-up per le chitarre elettriche
Un pick-up, dicevamo, è un magnete microfonico che consente la trasformazione del suono in impulsi elettrici, in seguito riprodotti e diffusi da un amplificatore, collegato con lo strumento. Sulle chitarre elettriche possono essere montate 3 tipologie di pick-up: quelli magnetici, ottici o piezoelettrici.
Il pick-up di tipo magnetico è quello più utilizzato e funziona secondo l’effetto hall, scoperto dal fisico Edwin Hall nel 1879. Può essere di tre tipi:
- single coil, quando è composto da una singola bobina di fil di rame, quindi da un’unica fila di magneti;
- humbucker, quando formato da due avvolgimenti attorno ai magneti, disposti in due file;
- mini-humbucker, quando nonostante l’aspetto sia quello del single coil il pickup ospita due file di magneti;
Un pick-up humbucker può essere anche splittabile quando grazie ad un interruttore si può selezionare una delle due bobine. Se apriamo un pick-up magnetico vedremo degli avvolgimenti magnetici, uno per ogni corda della chitarra, ciascuno dei quali consiste in un cilindretto di metallo (polo magnetico) circondato da rame, materiale conduttore. Lo scopo dei magneti è appunto quello di creare un campo elettromagnetico con il quale interferirà la vibrazione delle corde. L’interferenza genera poi un segnale elettrico, comunicato all’uscita jack. La qualità di un pick-up magnetico è in relazione con le caratteristiche della sua bobina ed il materiale con cui sono realizzati i poli. Se il filo della bobina ha una sezione grossa, il suono risulterà più pieno. Anche il posizionamento dei magneti è indispensabile.
In commercio troviamo anche pick-up magnetici creati con un unico conduttore, progettati ad hoc per l’utilizzo di amplificatori valvolari. Il suono restituito da un pick-up può variare notevolmente a seconda delle tipologie. Mentre i single coil, tipici di chitarre come la Fender, restituiscono un suono più pulito e squillante, pieno di acuti, gli humbucker, trademark di casa Gibson, danno suoni corposi e cupi, molto più caldi.
Oltre ai pick-up magnetici troviamo in circolazione anche chitarre che montano pick-up piezoelettrici (solitamente si tratta di modelli elettroacustici) o pick-up ottici. Essendo il pick-up l’elemento chiave per la riproduzione del suono in una chitarra elettrica, consigliamo di investire anzitutto su questa componente.
Altre caratteristiche: legni, ponte e corde
Oltre ai pick-up, un altro elemento fondamentale per la resa del suono della nostra chitarra elettrica saranno i legni con cui è realizzata. Il fatto che una chitarra elettrica sia priva di cassa di risonanza non implica infatti che il legno non possa avere una certa incidenza sulla resa sonora.
Cominciamo precisando che, solitamente, una chitarra elettrica non è mai realizzata con un solo legno. Tendenzialmente si utilizzano mogano, acero, ontano e frassino, mentre per la tastiera si ricorre a legni leggeri come il palissandro o l’ebano. I migliori legni avranno una buona fibra, non presenteranno nodi e saranno opportunamente stagionati. La qualità del legno influisce sulla timbrica della chitarra poiché lo stesso tende comunque a vibrare quando percuotiamo le corde.
Un altro componente chiave della chitarra elettrica è il ponte. Non soltanto perché ad esso vanno agganciate le corde. Ma anche perché dalla sua qualità dipenderà la capacità dello strumento di reggere l’accordatura. E di suonare con un certo comfort, specialmente se amiamo tecniche come il palm muting.
Le chitarre elettriche possono montare tre tipologie di ponti:
- un ponte fisso, come quello utilizzato sulle Les Paul;
- un ponte tremolo, il classico ponte delle Fender corredato di leva per il vibrato. Questa tipologia di ponte ci permette, grazie alla leva, di variare l’intonazione delle corde, tirando e rilasciando la leva;
- un ponte mobile, come il Floyd Rose, una versione evoluta della tipologia “tremolo”, particolarmente amato dai chitarristi metal e che funziona grazie ad un particolare sistema di molle.
Una chitarra elettrica, a differenza della classica che monta corde in fibra sintetica, monterà poi 6 corde di metallo. Le prime tre corde, le più sottili, sono realizzate usando un unico filo metallico. Per le 3 corde basse, invece, è previsto l’uso di una copertura in lega metallica. Nelle chitarre elettriche, a differenza delle acustiche, l’anima, ossia la parte interna delle corde, è in bronzo, ottone o rame.
In commercio troviamo corde con diversi tiraggi, in relazione al diametro delle stesse. Le corde light saranno più facili da premere e da utilizzare per i bending, mentre con le corde heavy otterremo un suono molto deciso sui bassi e le ritmiche. Alcuni modelli Ibanez ed ESP montano sette corde.
Consigli per l’acquisto
Conosciamo dunque sommariamente le principali caratteristiche di una chitarra elettrica. Al momento dell’acquisto, tuttavia, sarà bene andare coi piedi di piombo. Per tante ragioni. Oggi anche negozi non specializzati espongono nelle loro vetrine chitarre elettriche di vari prezzi e dimensioni. Allo stesso modo, il mercato web è letteralmente saturo, e parlo soprattutto di grandi portali come eBay, di offerte relative a modelli più o meno economici di chitarre elettriche.
Come scegliere dunque? Identifichiamo anzitutto le nostre esigenze. Se siamo dei neofiti, com’è probabile sia se stiamo consultando questa guida, pensiamoci un attimo prima di investire cifre esorbitanti. Abbiamo infatti la possibilità di provare lo strumento, poiché tutti i negozi di musica consentono di farlo. Programmiamo dunque un piccolo tour. Valutato il budget a disposizione, e letto un po’ di guide e materiali sulla chitarra, entriamo nei negozi e chiediamo di provare gli strumenti disponibili al prezzo per noi accessibile. Ancor meglio se ad accompagnarci sarà un amico o un conoscente pratico della materia.
I negozianti, si sa, sono dei gran furbetti. Ed il neofita, non essendo in grado di riconoscere la qualità del sound di una chitarra, può essere facilmente raggirato. O consigliato male. Proviamo quindi più di uno strumento, meglio se in combinazione con l’amplificatore che intendiamo acquistare. Una buona chitarra, infatti, ci servirà a poco se non supportata da un buon amplificatore. Si tratta dunque di scoprire il connubio ideale, quello che meglio suona alle nostre orecchie. Anche l’estetica è importante, ma non è tutto.
Per chi comincia, puntare su modelli economici è largamente consigliabile. Le stesse case di produzione più blasonate, come la Fender e la Gibson, producono linee economiche (Squier, Epiphone) con chitarre elettriche dai prezzi molto accessibili. Senza perdere in qualità. Non dimentichiamo anche di provare la chitarra in piedi, per valutarne il peso, e di farci dare una buona custodia solida ed una muta di corde nuove, dato che le stesse con il tempo tendono a rovinarsi.
Migliori marche
La Fender Musical Instruments Corporation nasce nel 1946 grazie a Leo Fender, ed è attualmente uno dei brand più blasonati nel campo delle chitarre, dei bassi elettrici e degli amplificatori. Produce storici modelli di chitarre come la Telecaster, la Stratocaster, la Jazzmaster, la Mustang, la Jaguar e la Starcaster, oltre ai celebri piano elettrici Rhodes. La sede principale dell’azienda è in Arizona.
La Gibson Guitar Corporation, assieme alla Fender, è tra i brand più noti nel settore delle chitarre elettriche e folk. Nasce con i primi sforzi di Orville Gibson, e si consolida con il genio di Les Paul e la creazione dei primi modelli di solid body negli anni ’50. Oggi l’azienda produce grandi chitarre come la tradizionale Les Paul, la “metallara” Flying V, la Firebird, la SG (nota come “diavoletto”), la Explorer. L’azienda ha la sua sede principale a Nashville, negli Stati Uniti.
Sin dagli anni ’40 la Gretsch produce eccellenti modelli di batterie e chitarre, protagonisti per quasi un secolo della storia del rock’n’roll. Nota per gli eccellenti modelli di chitarre archtop prodotti, l’azienda divenne popolare soprattutto durante gli anni sessanta, spinta dal “Beatle” George Harrison che amava particolarmente le sonorità di queste chitarre. Il marchio Gretsch è oggi distribuito dalla Fender.
Ibanez è un brand della giapponese Hoshino Gakki Co. LTD, azienda produttrice di bassi e chitarre, e di batterie sotto marchio Tama.Nata nei primi del ‘900, è cresciuta riproducendo fedelmente i modelli di marche più blasonate, ma ha con gli anni sviluppato una propria linea, partorendo modelli originali molto amati dai chitarristi metal e jazz, e sperimentando con innovazioni come il Floyd Rose e le 7 corde, marchio di fabbrica della produzione discografica di Steve Vai.
La Rickenbacker nasce negli Stati Uniti nel 1931. Produce soprattutto chitarre e bassi elettrici. Bassi e chitarre Rickenbacker erano amatissimi dai Beatles, che contribuirono a far crescere la popolarità del marchio. Ancora oggi le chitarre Rickenbacker sono sinonimo di tradizione, di vintage e di qualità. Come conferma la scena rock attuale, popolata da numerosissimi afficionados allo strumento. La sede principale dell’azienda è in California, a Santa Ana.
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