Tiralatte

Categoria: Archivio Bambini
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A cosa serve

Il tiralatte, noto in ambito medico anche con il termine “mastosuttore”, è un particolare strumento sanitario utile a estrarre artificialmente il latte dal seno materno. Non tutte le neomamme lo utilizzano anche perché non tutte ne hanno bisogno: acquistarlo prima della nascita del bambino, quindi, potrebbe essere un inutile dispendio di denaro.

Esistono, infatti, diverse tipologie di tiralatte e ognuna risponde a particolari necessità: al momento dell’acquisto, quindi, è meglio valutare le proprie esigenze in modo da scegliere il più adatto.

I motivi principali per i quali si ricorre al suo utilizzo sono principalmente tre:

  • quando per diversi motivi (lavoro o motivi di salute) la madre non può garantire al piccolo la regolare poppata al seno: il piccolo deve essere nutrito con regolarità ogni 2 o 3 ore e quando ciò non può essere garantito, il tiralatte può essere un ottimo strumento per garantire una corretta alimentazione del piccolo anche in assenza della mamma;
  • per aumentare o mantenere costante la produzione del latte materno: se il bambino, per esempio, nasce pretermine e ha difficoltà ad attaccarsi al seno, stimolare le mammelle con un tiralatte potrebbe essere utile non solo a nutrire il piccolo in modo migliore (i vantaggi del latte materno rispetto a quello artificiale sono ben noti) ma anche ad aumentare e mantenere costante la produzione del latte perché la mancata stimolazione del seno comporta la riduzione della produzione lattea;
  • drenaggio del seno: il tiralatte, in tal caso, può essere utile in alternativa alla spremitura manuale del seno quando il piccolo fa paure lunghe tra una poppata e l’altra e si avverte il seno gonfio e dolorante.

Il tiralatte, quindi, può essere un valido alleato in particolari situazioni. L’importante, poi, è utilizzarlo nel modo corretto e imparare a conservare al meglio il latte materno per poter offrire al piccolo un alimento sano e nutriente.

Tipologie

In base alle diverse esigenze delle neomamme, sono state realizzate diverse tipologie di tiralatte in modo da meglio adattarsi ai bisogni di ciascuna. Ogni tipologia è adatta a particolari necessità e sconsigliata per altre: è importante, quindi, prestare molta attenzione nella fase di acquisto in modo da poterlo sfruttare al massimo ed evitare inutile dispendio di denaro.

Le principali tipologie di tiralatte, quindi, sono:

  • manuale: è adatto principalmente alle neomamme che intendono utilizzarlo in modo saltuario, per il drenaggio del seno o in seguito a momentanee assenze. Questo tipo ha generalmente un costo relativamente basso, è semplice da utilizzare e facilmente trasportabile perché ha piccole dimensioni e non necessita di elettricità per essere utilizzato. Il principale svantaggio nell’uso di questo tiralatte è legato alla manualità: un uso eccessivamente prolungato potrebbe stancare la neomamma;
  • elettrico a pompaggio singolo: rispetto alla precedente tipologia, ha un costo leggermente superiore. Può funzionare a elettricità o a batteria e non comporta un’eccessiva manualità. Molti tiralatte elettrici sono multifunzione, nel senso che oltre a tirare il latte, ne stimolano la produzione massaggiando il seno. I principali svantaggi sono legati soprattutto al rumore. Questo tipo è adatto principalmente alle mamme che devono utilizzarlo per lunghi periodi di tempo (le mamme che lavorano per esempio);
  • elettrico a pompaggio doppio: funziona a elettricità come il precedente ma ha la particolarità in più di poter tirare contemporaneamente il latte da entrambe le mammelle. I tempi del tiraggio, quindi, si riducono molto anche se aumenta il prezzo e l’ingombro. Si adatta meglio alle neomamme con gemelli che intendono utilizzare il tiralatte per lunghi periodi di tempo.

I prezzi sono molto variabili: dipendono dalla marca scelta, dalla tipologie e dalle funzioni. I modelli manuali, per esempio, hanno un costo medio di circa 25 € con variazioni notevoli se si scelgono tiralatte manuali di marca. Quelli elettrici, invece, costano generalmente dai 90 € in su.

Utilizzo

L’uso del tiralatte non è complicato anche se all’inizio può sembrarlo a causa della manualità che comporta. Successivamente, però, ci si abitua e s’impara a utilizzarlo in modo semplice e privo di stress. L’importante, comunque, è ricordare che la produzione del latte materno è collegata all’attività ormonale: l’ossitocina, l’ormone del benessere, stimola la sua produzione mentre lo stress, la tensione e le preoccupazioni producono ormoni che tendono a diminuire o a interrompere la produzione di latte.

Il tiralatte, ovviamente, non produce le stesse sensazioni positive derivanti dall’allattamento naturale al seno ed è importante, quindi, cercare di mantenere la calma anche se i risultati all’inizio non sono dei migliori. Prima di utilizzarlo è importante che esso sia adeguatamente pulito e sterilizzato. Bisogna aver cura, inoltre, di lavare adeguatamente le mani e il seno con acqua calda e appositi detergenti. Per preparare il seno, inoltre, potrebbe essere utile effettuare una serie di impacchi caldi per favorire la produzione del latte.

  • uso del tiralatte manuale: dopo aver pulito il seno e le mani, occorre appoggiare la mammella al supporto in silicone e spremere il latte. In alcuni modelli il latte spremuto passa direttamente nel biberon compatibile, in modo da poter essere successivamente somministrato al piccolo; altri, invece, sono privi del biberon compatibile e il latte fuoriuscito è conservato all’interno di appositi contenitori;
  • uso del tiralatte elettrico: dopo aver effettuato le manovre igieniche, è sufficiente appoggiare il seno alla coppa e scegliere la giusta velocità (all’inizio una velocità bassa che va aumentata progressivamente man mano che il flusso aumenta). Anche in questo caso il latte spremuto può essere conservato all’interno del biberon compatibile o in contenitori specifici.

È assolutamente normale, in ogni caso, che all’inizio il latte non defluisca e in tale situazione bisogna comunque mantenere la calma e evitare di aumentare la pressione sul seno, una manovra sbagliata che ha soltanto l’effetto di provocare dolore.

Conservazione del latte materno

Terminate le operazioni di tiraggio del latte materno, se esso non può essere somministrato rapidamente al piccolo è importante conservarlo nel migliore dei modi. Nei tiralatte con biberon compatibile, il latte può essere conservato nello stesso biberon fino al momento della somministrazione, altrimenti è importante scegliere un contenitore sterile con il tappo.

Molte mamme utilizzano appositi sacchetti per la conservazione del latte, ma la loro efficacia è minore rispetto a un contenitore rigido chiuso. Se si pensa di utilizzare il latte tirato entro le successive 48 ore, è sufficiente porre il contenitore scelto in frigorifero e, per evitare sprechi, è opportuno riempire il contenitore con la giusta quantità di latte che il piccolo riesce a bere.

Può anche essere congelato in modo che possa essere utilizzato in seguito, in caso di necessità improvvisa: in tal caso bisogna ricordarsi di non riempire eccessivamente il contenitore in modo da consentire la dilatazione del liquido. Se si decide di congelare il latte materno, inoltre, bisogna consumarlo nel più breve tempo possibile perché esso si deteriora dopo 3 mesi: è opportuno quindi segnare sul contenitore la data del congelamento.

Per evitare deterioramenti, poi, è opportuno non lasciarlo a temperatura ambiente ed evitare assolutamente successivi congelamenti dello stesso latte: microbi e batteri potrebbero facilmente far deteriorare il latte causando problemi di salute al piccolo.

Per scongelare il latte esistono metodi rapidi e metodi lenti. I primi consistono nel rapido riscaldamento del contenitore a bagnomaria (la temperatura dell’acqua non deve superare i 37 gradi) o ponendolo in acqua tiepida. In questo caso, è importante che il tappo del contenitore non sia rimosso.

Il forno a microonde è sconsigliato per lo scongelamento del latte: le microonde possono danneggiare le sostanze nutritive contenute nel latte e, in più, c’è il rischio di ustionarsi maneggiando il contenitore. Il metodo lento più diffuso per lo scongelamento del latte è la conservazione in frigorifero: in tal caso i tempi di scongelamento non devono superare le 24 ore.

Sterilizzazione

Prima di utilizzare il tiralatte è opportuno che esso sia adeguatamente pulito e sterilizzato. Occorre, quindi, smontarlo in ogni parte e procedere alla sua pulitura con acqua calda e sapone liquido (va benissimo quello per lavare i piatti).

Per eliminare meglio le tracce di latte si possono utilizzare gli appositi scovolini per contenitori cavi, in modo da eliminare ogni possibile fonte di proliferazione batterica. I tiralatte che lo prevedono possono essere anche lavati in lavastoviglie. Esistono principalmente tre metodi di sterilizzazione:

  • sterilizzazione (disinfezione) a freddo: una volta smontato e lavato, si lascia il tiralatte immerso in una soluzione di acqua fredda e disinfettante. I disinfettanti utilizzabili per la sterilizzazione a freddo si acquistano in farmacia. Per quanto riguarda i tempi, bisogna seguire le indicazioni riportate sulle loro confezioni;
  • sterilizzazione a caldo: si possono utilizzare gli appositi sterilizzatori o il vecchio (e sempre utile) metodo della nonna. In particolare, dopo aver pulito le singole parti del tiralatte, esse devono essere inserite in una capiente pentola piena d’acqua: il livello dell’acqua deve essere sufficiente a coprire interamente gli oggetti. Si porta l’acqua a ebollizione e si lascia il prodotto immerso al suo interno per almeno 15-20 minuti. Dopodiché si spegne il gas e, facendo molta attenzione, si estraggono tutte le componenti: prima dell’uso bisogna lasciarle raffreddare su un panno pulito e asciutto;
  • sterilizzazione a vapore: può essere effettuata soltanto inserendo le parti del tiralatte, adeguatamente pulite, all’interno degli sterilizzatori a vapore.

La scelta di un metodo rispetto all’altro dipende soprattutto dal materiale con il quale è realizzato il tiralatte: per non rischiare di rovinarlo irrimediabilmente, quindi, è meglio seguire le indicazioni contenute nel foglietto delle istruzioni. Dopo le operazioni di disinfezione, inoltre, bisogna assicurarsi di avere le mani pulite in modo da non contaminare per sbaglio il tiralatte appena sterilizzato.

Dove acquistare

Prima di acquistare un tiralatte è meglio attendere la nascita del bambino perché, come su detto, non occorre a tutte le mamme. In caso di necessità, comunque, prima di acquistarlo valutate bene l’uso che dovrete farne in modo da scegliere la tipologia di tiralatte più adatta ed eventualmente risparmiare denaro, evitando di acquistare prodotti molto costosi che utilizzerete poco.

Alcune neomamme, soprattutto quelle che lo utilizzano saltuariamente, preferiscono affittarlo: sono molte le farmacie e le parafarmacie che dietro un corrispettivo mensile affittano i propri tiralatte elettrici. Tale scelta, comunque, è a vostra completa discrezione ma, se decidete di affittarlo o acquistarlo di seconda mano, prima di utilizzarlo assicuratevi che sia ben pulito e procedete alla sterilizzazione. Se volete evitare qualsiasi tipo di rischio per la salute del piccolo, però, allora è meglio acquistarne uno nuovo.

I tiralatte, in particolare, si possono acquistare nelle farmacie, nelle parafarmacie, nei negozi specializzati in articoli per la prima infanzia, nei grandi ipermercati e persino online. I prezzi sono molto variabili e dipendono non solo dalla tipologia e dalle sue funzioni, ma anche dalla marca. Chicco, Avent, Giordani, Medela: queste sono le marche più costose. In tal caso, però, bisogna comunque tenere in considerazione che le marche meno note non sono sempre sinonimo di scarsa qualità: si possono trovare, infatti, ottimi tiralatte a prezzi non eccessivamente alti.

Per valutare i vari modelli e le tipologie, internet è la risorsa migliore: potete sfogliare le pagine delle case produttrici con tutta calma, valutando il tiralatte che meglio si adatta alle vostre esigenze relativamente all’uso e al costo. Spesso, inoltre, nei negozi online si può usufruire di sconti particolari (in tal caso assicuratevi che il prodotto sia nuovo e correttamente confezionato), ma bisogna tenere in considerazione anche le spese e i tempi di spedizione.

Publicato: 2010-11-06Da: Redazione

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