Come scegliere il termoventilatore

Categoria: Archivio Elettrodomestici
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A cosa serve

Il termoventilatore è un ventilatore termico, simile nella sua struttura interna a un comune ventilatore che, però, mette in circolazione aria calda. Ideale per scaldare il bagno. Nei paragrafi successivi sarà spiegato il suo funzionamento e saranno fornite tutte le informazioni relative al suo uso quotidiano e ai consigli di manutenzione.

Il termoventilatore, oggi, è un elettrodomestico molto diffuso conosciuto anche con il nome di “stufetta” o “stufa ad aria”. Non bisogna confonderlo, però, con il termoconvettore, un altro elettrodomestico molto utilizzato adatto, però, a riscaldare gli ambienti in inverno e a raffreddarli in estate (riesce a emettere sia aria calda che fredda).

Invece, un termoventilatore è in grado di emettere soltanto aria calda e, pertanto, il suo uso si concentra soprattutto nei mesi invernali. Particolarmente utile anche in autunno quando, nelle giornate particolarmente fredde, non si può ancora accendere il termosifone, soprattutto per riscaldare il bagno.

In commercio ne esistono diversi tipi e modelli, realizzati in modo da adattarsi al meglio alle esigenze dei clienti; nonostante la grande variabilità di modelli in commercio, tuttavia, il loro funzionamento è pressoché uguale.

Infatti, funziona a elettricità ed è particolarmente indicato per riscaldare velocemente ambienti piccoli, come il bagno. Il prezzo di acquisto del termoventilatore è abbastanza competitivo (varia dai 25€ ai 60€) anche se, acquistandone uno di marca, esso tende a crescere un po’.

L’elevato consumo di energia elettrica che comporta il suo utilizzo, tuttavia, non lo rende adatto per essere scelto come metodo di riscaldamento unico e continuo: è indicato soprattutto per riscaldare momentaneamente gli ambienti in modo da potervi svolgere attività specifiche.

Ecco perché, nella maggior parte dei casi, questo elettrodomestico è utilizzato principalmente in bagno: acceso poco prima delle quotidiane pratiche di igiene personale, riscalda l’ambiente al punto giusto per rendere confortevole la permanenza in bagno.

Caratteristiche

Generalmente il termoventilatore è un elettrodomestico abbastanza leggero (i modelli più piccoli pesano circa 2 kg), anche se con dimensioni variabili. Realizzato principalmente in plastica, può essere facilmente trasportato da una stanza all’altra e collocato senza sforzi dove più occorre. Inoltre esso occupa poco spazio quando necessita di essere riposto.

Nella sua parte esterna, può avere una forma più o meno compatta, in base al modello e alla tipologia scelto, con la parte anteriore ricoperta di una griglia in plastica che consente la fuoriuscita dell’aria calda. La parte posteriore, invece, è formata da una griglia, sempre in plastica ma di dimensioni inferiori, che ha lo scopo di aspirare l’aria esterna.

Il funzionamento di un termoventilatore è abbastanza semplice: una resistenza elettrica posta al suo interno inizia a riscaldarsi producendo calore, in seguito si attiva la ventola che ha la funzione di spingere all’esterno questo calore in modo da poter scaldare l’ambiente esterno. La ventola è molto simile a quella di un comune ventilatore, l’unica differenza sta nelle sue dimensioni molto più piccole.

I vantaggi sono numerosi: l’economicità, il rapido riscaldamento della stanza all’interno della quale è posto, la trasportabilità, ecc. Essi, però, contrastano con alcuni svantaggi: la presenza della ventola, infatti, determina una certa rumorosità dell’apparecchio (generalmente però è facilmente sopportabile); dopo un uso prolungato, s’incorre nel rischio di surriscaldamento dell’elettrodomestico; nonostante la sua economicità, i consumi di elettricità derivanti dal suo uso sono abbastanza elevati; c’è il rischio di blackout elettrico nel caso in cui si usi il termoventilatore contemporaneamente ad altri elettrodomestici con potere riscaldante (ferro da stiro, forno elettrico, asciugacapelli, forno a microonde, lavastoviglie, lavatrice, ecc).

Modelli

Come già accennato nel primo paragrafo, esistono diverse tipologie di termoventilatore, in modo da adattarsi al meglio alle esigenze dei clienti. La classificazione più importante riguarda il loro supporto e, da questo punto di vista, si dividono in:

  • a parete: hanno una struttura molto simile a quella dei comuni condizionatori anche se sono di dimensioni e peso molto inferiori. Sono realizzati per lo più in plastica e sono dotati di telecomando per l’accensione, lo spegnimento e la regolazione della temperatura a distanza. Si fissano alla parete generalmente attraverso adeguati supporti non visibili a occhio nudo (viti, chiodi, ecc);
  • da appoggio: hanno una struttura più compatta rispetto ai precedenti e sono pensati per essere appoggiati su mensole, ripiani o sul pavimento. Anche in questo caso i modelli più sofisticati sono dotati di caratteristiche in più, come la possibilità di impostare un timer e la funzione di autospegnimento/autoaccensione automatico non appena la temperatura dell’ambiente raggiunge il limite prestabilito o scende al di sotto della soglia minima impostata.

Se utilizzerete il termoventilatore per riscaldare il bagno, allora dovrete optare per un particolare modello dotato di maggiori sistemi di sicurezza. Ciò è dovuto soprattutto al fatto che il bagno è un ambiente molto umido e di dimensioni inferiori rispetto alle altre stanze della casa.

Il sistema di sicurezza di un termoventilatore da bagno è ideato proprio per ridurre o escludere il rischio di folgorazioni, dovuto al contatto delle parti elettriche dell’apparecchio con l’acqua o con le mani bagnate.

Un punto di riferimento importante da questo punto di vista, è anche la normativa europea che regola la vendita dei modelli per il bagno: essa, infatti, regola l’uso dell’elettrodomestico in base alla dimensione stessa del bagno in modo da ridurre al minimo il rischio di folgorazioni.

Funzioni

Oltre alle caratteristiche e ai sistemi di sicurezza già citati nel paragrafo precedente, per essere sicuro un termoventilatore deve essere dotato di alcuni sistemi di sicurezza di base.

Per assicurare una certa impermeabilità all’elettrodomestico e per non incidere molto sul suo peso, la maggior parte dei termoventilatori viene realizzato in plastica, un materiale però che alle alte temperature tende a deformarsi e in ultimo a fondere.

Per essere sicuri, quindi, devono essere necessariamente dotati di un sistema di spegnimento automatico che entra in funzione non solo quando l’ambiente esterno ha raggiunto la temperatura indicata, ma anche quando l’apparecchio è stato utilizzato per troppe ore di seguito e si rischia il surriscaldamento.

Tale dispositivo di sicurezza, chiamato generalmente dispositivo anti-surriscaldamento, determina lo spegnimento automatico del termoventilatore ed il suo riavvio quando la plastica esterna si è raffreddata e non rappresenta più un rischio per l’utente.

L’uso prolungato dell’elettrodomestico ad alte temperature, infatti, potrebbe provocare il surriscaldamento e la successiva fusione delle parti in plastica, compromettendo il funzionamento, con relativo rischio di incendio e folgorazione.

Un’altra caratteristica importante che la maggior parte dei termoventilatori hanno è la possibilità di regolare la potenza della ventola: agendo sui diversi pulsanti, infatti, l’utente può ottenere un’erogazione variabile del calore, consentendo un riscaldamento più o meno rapido dell’ambiente circostante.

Tra le altre caratteristiche, poi, c’è la possibilità di impostare automaticamente l’accensione e lo spegnimento dell’apparecchio, facendo in modo che esso si attivi quando il timer raggiunge l’orario stabilito: tale dispositivo è molto utile quando si lavora e si vuole trovare il bagno o una singola stanza calda al proprio rientro (per evitare surriscaldamenti è sufficiente impostare l’accensione del termoventilatore circa 10 minuti prima il vostro rientro a casa).

Ogni modello, poi, è dotato di caratteristiche specifiche, diverse da una marca e l’altra, che lo arricchiscono con funzioni aggiuntive la cui utilità deve essere considerata in base alle proprie necessità.

Manutenzione

Al fine di consentire il suo corretto funzionamento evitando rischi e guasti improvvisi, è importante occuparsi della manutenzione periodica del proprio termoventilatore, provvedendo alla pulizia della ventola e della griglia di aspirazione.

In tal caso è importante assicurarsi che l’apparecchio abbia la spina disinserita durante le operazioni di pulizia e bisogna evitare di utilizzare panni umidi o bagnati: è sufficiente, infatti, pulirlo con un panno asciutto ed eliminare la polvere che si accumula sulla ventola con un aspirapolvere.

Per pulire al meglio il termoventilatore e per fare in modo che sia funzionale e sicuro, comunque, è altamente consigliato visionare le indicazioni presenti sul libretto d’istruzioni che lo accompagna e seguire i suggerimenti del costruttore.

Un altro controllo consigliato, poi, è quello relativo al cavo di alimentazione: è importante controllare saltuariamente che esso sia integro e uniforme. Se non lo fosse, bisogna provvedere alla sua sostituzione.

I termoventilatori che necessitano di maggiore attenzione e manutenzione sono quelli a parete proprio perché spesso sono posizionati in alto e la polvere che si ferma sulle sue superfici non sempre è visibile.

Nel caso in cui l’elettrodomestico dovesse cadervi di mano, subire degli urti o se vi rendeste conto che esso, mentre è avviato, produce cattivo odore o rumore eccessivo, è consigliabile portarlo in assistenza e farlo controllare da un tecnico esperto: potrebbe aver subito danneggiamenti nelle parti interne che, a lungo andare, potrebbero renderlo meno sicuro e dar vita a malfunzionamenti.

Un suggerimento utile, che consente di risparmiare energia riscaldando rapidamente e uniformemente l’ambiente circostante, è quello di posizionare l’apparecchio in basso: l’aria calda, infatti, tende a salire e soltanto ponendo il dispositivo sul pavimento o su una mensola bassa si potrà godere di un ambiente caldo e confortevole.

Publicato: 2010-12-17Da: Redazione

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