Tatuaggio

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Origini del tatuaggio

Troviamo tracce di tatuaggi nell’antica civiltà egizia e romana. Qui, in particolare, quando il Cristianesimo diventò religione di Stato, fu vietata l’usanza di tatuare il corpo dall’imperatore Costantino. Se poi ci spostiamo in Oceania, troviamo numerosi popoli che avevano l’abitudine di fare tatuaggi sul corpo, cui essi attribuivano precisi significati. Il popolo dei Maori era conosciuto per le sue creazioni bellissime sul corpo.

Ancora oggi in Nuova Zelanda e Polinesia ci sono popolazioni che attribuiscono ai tatuaggi profondi significati simbolici, come un tempo. In Polinesia il tatuaggio era considerato un segno per distinguersi all’interno della società, ed infatti era praticato dalle classi sociali più elevate (danzatori, rematori, sacerdoti, capi guerrieri). Inoltre aveva un significato di iniziazione alla vita adulta, essendo praticato ai bambini intorno ai 12 anni. Il tatuaggio era utilizzato ai fini di attrarre a sé le donne, visto che queste preferivano l’uomo che ne fosse interamente ricoperto.

Ed inoltre il tatuaggio era il segno dell’aspirazione umana a diventare dio. Nei popoli della Polinesia era designato un sacerdote tatuatore che si occupava di questa operazione. Egli incideva disegni sulla pelle del corpo e del viso con punte di osso molto sottili. Sulle ferite veniva applicata polvere di carbone di legna, oppure pigmenti vegetali. In questo modo i disegni venivano colorati, ed inoltre diventavano indelebili. L’operazione era lunga e dolorosa, ma a quanto pare i guerrieri vi si sottoponevano senza battere ciglio.

Il termine “tatù”nella lingua polinesiana significa “foracchiare”, ed è da questa parola che proviene il nostro “tatuaggio”. Invece la popolazione dei Maori in Nuova Zelanda chiamava “Moko” il tatuaggio fatto sul viso, e “Whakairo” quelli che venivano incisi sul resto del corpo. Le donne Maori si tatuavano solo intorno alle labbra, sul mento e sulle gambe. Gli uomini invece si ricoprivano interamente di tatuaggi. Se si voleva offendere qualcuno gli si diceva: “Papatea”, che significa “viso liscio”.

Il tatuaggio in Europa: da ieri ad oggi

In Europa le condanne contro la pratica del tatuaggio (che derivavano dall’epoca romana), proseguirono fino al XV° secolo. Poi il tatuaggio tornò in uso, quando cominciarono le esplorazioni geografiche, che proseguirono fino al XVIII° secolo. L’incontro con civiltà primitive e fino ad allora sconosciute all’uomo europeo creò il mito del “buon selvaggio”, e la conseguente scoperta degli stili di vita, abitudini e tradizioni di questi popoli aprì nuovi scenari.

In questa visione “esotica” che si diffuse in Europa anche il tatuaggio diventa un’espressione di “body art”. Nel ‘900 si assiste ad un brusco “ritorno al passato”. Il tatuaggio venne considerato appannaggio dei ceti più bassi della società, ed anche di chi viveva ai margini di questa. L’usanza di tatuarsi il corpo era infatti diffusa tra i soldati, carcerati, malavitosi, marinai e gente poco affidabile. Negli anni ’60 il tatuaggio diventa espressione della voglia di stupire e trasgredire, tipiche di questo periodo movimentato.

Nei successivi anni ’70 e ’80 i “bikers” e i “punk” ricorrono al tatuaggio per affermare la loro netta contrapposizione ad un determinato “sistema”. Dagli anni ’90 in poi il “tatoo”(così lo chiamano gli americani) è diventato un fenomeno di costume, che si lega ad una scelta personale di abbellire il proprio corpo. Ovviamente nel corso del tempo sono cambiate anche le tecniche del tatuaggio. Oggi ci sono anche riviste specializzate che gli appassionati del settore possono consultare per scoprire le nuove tendenze.

Esistono centri appositi che danno una certa garanzia di sicurezza ed igiene: non dimentichiamo che si tratta di un’operazione delicata che deve svolgersi nel modo più corretto possibile. Inoltre se il tatuatore è esperto saprà di sicuro guidarci nella scelta migliore. Ricordatevi che ci sono alcune zone del corpo particolarmente sensibili, e che sceglierete una di queste per il tatuaggio sentirete di sicuro più dolore! Ma questo dipenderà anche dalla vostra personale percezione del dolore.

Tecniche

Nel tempo le tecniche di tatuaggio sono cambiate e si sono evolute, passando da quelle di “cucitura” e “puntura”, alle tecniche più asettiche ed indolori dei giorni nostri. Il tatuaggio attraverso la “cucitura” si otteneva facendo scorrere un filo intriso di sostanza colorante sotto l’epidermide, in modo da seguire le linee del disegno che si era in precedenza tracciato. Il tatuaggio “per puntura” si otteneva, invece, tracciando prima il disegno sulla pelle (utilizzando stampi incisi o pennelli), e poi praticando piccole punture vicine tra loro con un ago imbevuto di sostanza colorante, in modo da applicare il colore preferito.

Oggi si utilizzano principalmente tre metodi: 1) quello giapponese; 2) quello samoano; 3) quello americano. La prima tecnica risulta abbastanza dolorosa. Gli aghi vengono infilati nella pelle in senso obliquo ed in maniera piuttosto lenta. Anche la tecnica samoana è alquanto dolorosa, perché l’inchiostro viene introdotto sotto la pelle con bastoncino piuttosto pungente. La tecnica americana è quella che adopera la macchina elettrica ad aghi. Questa macchinetta ha la forma di una pistola con tre o cinque aghi alle estremità, che si muovono grazie all’azione di bobine elettromagnetiche.

La sensazione di dolore in questo caso è molto attutita, anzi quasi assente. Si avvertirà solo una sensazione di pizzicore sulla parte sottoposta a trattamento. Proprio la mancanza di dolore segna la differenza tra la cultura occidentale e quella dei Paesi dell’Asia e dell’Africa. Qui l’esperienza del dolore, unita alla perdita del sangue, costituisce un modo per avvicinarsi a Dio e superare la paura della morte. Esiste anche la tecnica tailandese, che però non è molto diffusa. Viene praticata appoggiando sull’epidermide un tubo di ottone che all’estremità presenta un’asta molto appuntita. Attraverso questa si procede alla perforazione.

Se invece preferite un tatuaggio che non sia definitivo, potete utilizzare l’hennè, che è una tintura naturale (viene usata anche per dare colore e riflessi ai capelli). Molti popoli dell’India e dell’Africa utilizzano questo estratto naturale per i tatuaggi. Si applica con un pennello e usando specifici dosatori. Il risultato? Il tatuaggio avrà un colore meno brillante (di solito rossiccio), sarà meno resistente, e scomparirà del tutto nel giro di un mesetto.

Sicurezza e igiene

Se avete deciso di fare un tatuaggio, o di rimuoverne uno, mi raccomando! Affidatevi ad operatori esperti, e che non si improvvisino tali. Meglio rivolgersi presso centri specializzati, perché se non vengono rispettate le opportune regole di sicurezza ed igiene, si rischiano infezioni anche gravi. Nel nostro Paese, proprio per disciplinare questo tipo di attività, nel 1998 è intervenuto il Ministero della Sanità con l’emanazione di due circolari, nelle quali si rende obbligatoria l’autorizzazione ad effettuare tatuaggi e piercing da parte della Asl più vicina al luogo dell’attività.

La Asl è tenuta ad effettuare rigorosi controlli sugli standards igienici stabiliti nelle circolari. Ma vediamo quali sono questi standards cui si deve attenere chi vuole aprire uno studio di “body art”. Innanzitutto, va posta l’attenzione sull’ambiente scelto per effettuare questa attività, che deve essere idoneo. La sala in cui si pratica il tatuaggio deve essere separata da quella in cui i clienti sostano per aspettare il proprio turno. Se possibile, deve esserci anche un’altra stanza diversa dal laboratorio, in cui vengono lavati, puliti accuratamente e sterilizzati gli strumenti.

Le pareti delle stanze dovranno avere rivestimenti lavabili e impermeabili; è obbligatorio per gli operatori indossare camici e guanti monouso; i colori che si utilizzano per i tatuaggi devono essere atossici. Prima di procedere al tatuaggio, l’operatore dovrà valutare l’integrità della parte che sarà tatuata. Inoltre avviserà il cliente dell’ipotetico rischio di contrarre infezioni o allergie. Ma come si diventa tatuatori? Sempre la circolare del 1998 di cui abbiamo parlato, stabilisce che chi vuole praticare questa attività dovrà frequentare un apposito corso di formazione professionale (organizzato dalle Asl), che rilascerà un “patentino di idoneità”.

Le stesse prescrizioni valgono gli operatori che applicano il “piercing”. Se siete sensibili alle allergie, attenti ai tatuaggi all’hennè. Si è scoperto che l’additivo contenuto nei kit in commercio è dannoso alla pelle. Una direttiva europea è intervenuta a vietarne l’uso per colorare la pelle, le ciglia e le sopracciglia.

Qualche consiglio

Secondo alcuni dati statistici, più di 20 milioni di persone nel mondo possiede almeno un tatuaggio. Ovviamente il numero è destinato sempre più a crescere. Però il 28% di chi ha effettuato un tatuaggio nell’anno precedente ci ripensa, è insoddisfatto e vuole rimuoverlo. Come fare per rimuovere un tatuaggio sena rischiare antiestetiche cicatrici e senza dolore? A rischio cicatrici tutte le tecniche di abrasione: da quella con cristalli salini a quella con la fresa.

Anche la rimozione chimica con l’uso di alcuni acidi non è immune dal rischio di provocare cicatrici sulla pelle. Molto più opportuno ricorrere al laser, che in genere dà ottimi risultati, ed inoltre non provoca dolore a chi si sottopone all’intervento. Uno dei migliori laser in circolazione si chiama “Multilight” della ESC, che è particolarmente apprezzato dai dermatologi per la sua flessibilità. Il trattamento consisterà in più sedute se il tatuaggio è colorato, in quanto il colore penetra e si distribuisce nei vari strati dell’epidermide in maniera diversa.

Altro consiglio: dopo aver effettuato il tatuaggio coprite la parte per almeno tre giorni, evitando che batta il sole o che penetri il sudore. La parte tatuata va preservata anche da eventuali colpi diretti, che possono comportare la fuoriuscita del colore. Prima di praticare un tatuaggio, accertatevi di non avere alcuna allergia della pelle in corso. Volete saperne di più sulle tecniche di tatuaggio, e consultare un catalogo di disegni se lo dovete scegliere? Visitate il sito www.tatuatori.it , un punto di riferimento per chi lavora nel settore e per tutti gli appassionati.

Volevo anche segnalarvi due libri sul tatuaggio, adatti per chi vuole approfondire tutto ciò che concerne questa meravigliosa pratica di “body art”. Il primo si intitola “Tribal tatoo. Il corpo tribale. Tatuaggi tribali tradizionali, antichi e moderni” degli autori Igor Warneck e Bjorn Ulbrich- Edizioni “Il punto di incontro”- 2005- Euro 15,90. L’altro si intitola “L’arte del tatuaggio”- di Terisa Green e Greg James- Edizioni ECO, anno 2005. Prezzo: Euro 9,50. Buona lettura!

Link utili

Esplorando la Rete, ci siamo imbattuti in una serie di siti (per la verità, quasi tutti utili e completi), che trattano di tatuaggi. Partiamo con www.artedelcorpo.com , un sito completo e ben fatto dove si possono trovare disegni, immagini di tutti i tipi, se si sta cercando quello giusto per il proprio tatuaggio. Inoltre il sito raccoglie gli eventi che riguardano il mondo dei tatuaggi in Italia, ma non solo.

Ad esempio, ad Agosto si terrà la manifestazione “Salento Tatoo Expo 2008” presso l’Hotel Village EuroItalia. Alla convention possono partecipare tutti i tatuatori professionisti, che però siano dotati di diploma. Per maggiori informazioni, potete visitare il sito salentotattooexpo.com . Per chi opera già in questo campo (o per chi aspira a farlo) è utile prendere contatti con l’Associazione Tatuatori (già A.R.T.), che ha la sede principale a Roma.

Il sito di riferimento è www.associazionetatuatori.it .Il sito www.tatuaggi.it è una vera e propria “vetrina” virtuale. Chiunque può inviare una foto che ritragga il proprio tatuaggio, e guardare quelle degli altri. Inoltre si può partecipare alla chat, entrando in contatto con i professionisti del settore, che operano anche all’estero. E’ possibile inserire i riferimenti del proprio studio, con l’indirizzo e il numero telefonico per essere contattati. C’è anche una sezione dedicata al “piercing”.

Un consiglio finale: scegliete con cura (anche avvalendovi di questi siti) il disegno che diventerà il vostro tatuaggio. Non sceglietelo in maniera frettolosa e superficiale, ma sentitelo subito parte di voi, più vicino possibile al vostro modo di essere e alla vostra personalità. Non scegliete un immagine in base alla moda o a quello che avete visto agli altri. Personalizzate la vostra scelta, visto che sarà un segno indelebile che vi accompagnerà per sempre. Ci sono molte immagini piccole e discrete, adatte anche alle persone meno eccentriche. Insomma, il tatuaggio è davvero per tutti e per tutte le età!

Publicato: 2010-04-03Da: Redazione

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