Tappeto

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Tappeto

Morbidi, artistici, da museo, da collezione…il mondo dei tappeti è un vastissimo universo costellato di suggestioni e richiami dall’indubbio fascino. Scegliere un tappeto per la nostra casa, dunque, vorrà dire calarci pienamente in questa dimensione, per cogliere la magia di un tappeto orientale o imparare a riempire uno spazio con gusto.

Storia del tappeto

Per tanti di noi tappeto fa pandan con Oriente e con suggestioni tipicamente orientali, evocando nomadi a cavallo, dimore principesche, o racconti de “le mille e una notte”. Oggetto dai simbolismi indubbi e molteplici, il tappeto è spesso espressione della perizia tecnica e culturale dei propri creatori, e si è trasformato con il tempo in un prezioso complemento d’arredo per i nostri ambienti. Sono alcune fonti greche a fornirci le prime notizie sull’esistenza del tappeto. Eschilo, Senofonte ed Erodoto alludono tuttavia soltanto al valore commerciale dello stesso, lasciandoci dunque all’oscuro su eventuali tecniche di lavorazione e colorazione utilizzate all’epoca.

Il primo reperto di tappeto orientale, il più antico di cui attualmente disponiamo, fu ritrovato nel 1949 in Asia centrale nella valle di Pazyryk, e risale addirittura al V sec. a.c. Osservando il reperto notiamo la grande perizia nella lavorazione e nella decorazione, che probabilmente all’epoca già avevano raggiunto un livello di perfezionamento piuttosto elevato.Conservato dai ghiacci siberiani, il tappeto era, secondo alcuni studiosi, originario della Persia.Storicamente si ritiene che l’arte della costruzione dei tappeti sia appannaggio di alcune popolazioni nomadi che abitarono un vasto territorio compreso tra il Caucaso, l’Iran, la Turchia e l’India. Il tappeto si diffuse poi grazie al commercio, ed alla perizia dei mercanti arabi.

E la Persia? La testimonianza più antica di tappeto persiano attualmente conservata risale al XVI secolo, anche se miniature dei secoli precedenti attestano una conoscenza piuttosto avanzata dell’arte di tessere tappeti. Nel XVI secolo, sotto Sha Abbas, l’arte dei tappeti aveva raggiunto il suo apice in questo territorio, in particolare nella città di Isfahan.L’Europa, invece, conosce il tappeto solo nell’ XIV secolo, grazie ai commerci intrattenuti da Venezia con l’Oriente.Conosciamo adesso com’è fatto e come si realizza un tappeto, per acquisire tutte quelle informazioni necessarie alla scelta consapevole del prodotto.

Com’è fatto un tappeto

Protagonista nelle nostre case, sinonimo di eleganza, decoro e fonte di suggestioni e fascino. Il tappeto è oggetto da conoscere a fondo, per apprezzarne realmente il valore. Ecco perché cominceremo da alcune nozioni base: soprattutto per eseguire un acquisto più consapevole e che ci duri nel tempo. Un tappeto, infatti, è costruito per durare a lungo, a patto che si conosca come operare una manutenzione accurata e quali strumenti utilizzare.Ci dedicheremo, in particolare, ai tappeti artigianali o d’antiquariato, i più pregiati e ricercati, tralasciando per il momento le soluzioni contemporanee alle quali dedicheremo un paragrafo specifico.

Un tappeto è essenzialmente creato con uno o più materiali, che possono variare, ha una forma specifica ed è realizzato con particolari tecniche di lavorazione, per una funzione che può essere tra le più disparate.

Ecco dunque 4 parametri: materiale, forma, tecnica di lavorazione, funzione.

Come avviene la scelta del materiale? Storicamente, ricordiamo di far riferimento al lavoro di popolazioni nomadi. Un tappeto, dunque, sarà il prodotto di un’economia pastorale: si utilizzerà lana di pecora, cammello o capra.La scelta della lana, ad esempio, avveniva ed avviene talvolta seguendo precise valutazioni: si predilige la lana di animali giovani, mentre alcune lane prodotte da allevamenti regionali possono avere più prestigio di altre (ricordiamo la mitica lana del Khorassan). In molti tappeti possiamo notare come più lane vengano contemporaneamente utilizzate, anche per ovviare ad inconvenienti tecnici.
Per costruire un tappeto, poi, bisogna disporre di un telaio, anch’esso di dimensioni non standardizzabili.
E la funzione del tappeto? Per queste popolazioni nomadi, residenti in tende, un tappeto è un ottimo isolante per rendere più accogliente e morbido il suolo sotto ai propri piedi.
La lavorazione di un tappeto può essere effettuata in tre modi: a mano, con un telaio meccanico o a punti. In un tappeto lavorato a mano si dispongono su di un quadro i fili di trama e ordito del tessuto utilizzato, usando invece carta quadrettata per il disegno. In questo caso ad ogni quadretto vien fatto corrispondere un nodo.L’ordito, ricordiamo, sono i fili che vengono tesi dal basso verso l’alto, mentre la trama sono i fili in orizzontale.
In area islamica si utilizzano principalmente due tipologie di nodo: il nodo turco e il nodo persiano.La tessitura con telaio tradizionale comincia con la realizzazione della cimosa, striscetta di tessuto che rappresenta in qualche modo la base dell’intero tappeto. Mentre i telai tradizionali sono strumenti complessi e diffusi soltanto presso le popolazioni nomadi (dai quali vediamo scaturire tra i più splendidi esemplari di tappeto), i telai meccanici consentono una lavorazione maggiormente automatizzata.

Tappeti orientali

Per molti, non a torto, tappeto è sinonimo di Oriente. Prima di perderci in complesse disquisizioni su dove comincia l’Oriente e finisce l’Occidente, torniamo al nostro tappeto.Un tappeto orientale, con precise ascendenze etniche e suggestivi simbolismi, ben può adattarsi ad un ambiente dai colori caldi e tradizionali, e costituire un richiamo di sicuro effetto per valorizzare un’area della nostra casa. Questo oggi, nella nostra dimensione.Nelle sempre più rare popolazioni nomadi, l’annodatura del tappeto viene effettuata da donne e ragazzi su “chiamata” di un anziano, secondo un’antica tradizione orale. Se i nodi sono essenzialmente “faccenda di donne”, la pulizia del tappeto è invece riservata agli uomini.In molte culture il tappeto nasce come oggetto sacro. La sacralità è leggibile nei simbolismi coinvolti nel disegno, e nelle complesse trame in cui si fondono geometria e richiami naturalistici. Disparati i simboli che possiamo ritrovare su un tappeto: da animali come la tigre, la fenice o il drago (di chiara influenza cinese) ad uccelli come il pavone, e numerosissimi vegetali.

Riconosciamo essenzialmente tre aree di provenienza per i tappeti antichi:

Area Islamica
Nell’area islamica è la Persia il polo di produzione del tappeto, storicamente parlando.In questi tappeti si predilige solitamente il simbolismo geometrico, poichè la religione vuole che la rappresentazione del divino e della creazione non possa non essere che astratta e stilizzata. Vediamo così un abile alternarsi di stelle, quadrati, ottagoni, esagoni e losanghe. la bordatura può essere ricca di scritte.Un modello di tappeto particolarmente noto è il “tappeto da preghiera”, sul quale il fedele recita le preghiere giornaliere, e che vede rappresentato l’altare (mirhab), da rivolgere verso la Mecca.In tappeti di epoche successive alle prime produzioni islamiche notiamo l’emergere di motivi floreali e figure umane.Tra i tappeti persiani attualmente più conosciuti e venduti possiamo citare il Kashan, spesso arricchito da trama floreale, o i tappeti prodotti a Senneh, nell’attuale Kurdistan.

Area indiana
Il tappeto indiano molto deve al cosiddetto “stile Mogol”, sorto all’epoca dell’impero Mogol (l’inizio della dinastia è datato 1527). In questi tappeti notiamo l’utilizzo di marmi per le decorazioni e di motivi floreali o animali. Molto presenti le immagini della palma e dell’elefante, così come le tonalità rosse dominanti. I tappeti storici nello stile mogol conosceranno un progressivo declino, fino a sparire quasi del tutto.

Area cinese
In area cinese i più antichi tappeti sono legati alla dinastia Ming (17 secolo), e caratterizzati da numerosi disegni con evidenti allusioni alla religiosità buddhista o taoista. Spesso riservati all’imperatore, includono simbolismi esoterici come quello dello Yin / Yang.

Tappeti moderni

Tappeti non sempre significa grandi spese o salotti sofisticati. Oggi, infatti, molto vasta è anche la produzione di tappeti e tappetini industriali, prodotti in serie o con tecniche moderne ed innovative. Certo, la qualità non sarà la stessa, ma potremo arricchire la nostra casa con grandi chiazze di colore o semplicemente sfruttare, dove serve, un tappeto per il maggior comfort dei nostri piedi o un tocco ulteriore di design. Giocando con insolite forme o incastri azzardati.

In cucina o in un bagno il tappeto sarà non soltanto un utile riempitivo, ma consentirà anche di raccogliere eventuali gocce d’acqua. Parliamo in questo caso, di pratici tappetini di spugna, commercializzati in numerose tinte.Tessuti e materiali? fibre naturali, tessuti innovativi o tradizionali. Un tappeto in tessuto può essere realizzato con numerosi materiali: pelle, ecopelle, macramè, tulle, shantung, ciniglia, lana bouclée, bambù, polipropilene…Grazie alle nuove tecnologie un tappeto può essere realizzato unendo più tessuti e materiali assieme, e ricorrendo a fibre di recente invenzione. Particolarmente originali, ad esempio, i tappeti in plastica, molto pratici da pulire. D’effetto anche i tappeti in pelle, o le soluzioni economiche che vogliono evocare motivi orientali, quando non vogliamo rinunciare alla suggestione di un motivo geometrico o un damascato.

Un tappeto meno pregiato o più “tragressivo” può essere anche un’ottima soluzione per arricchire la stanza dei nostri ragazzi, o venire posizionato sotto mobili e tavolini. Sarebbe infatti un azzardo utilizzare un tappeto pregiato per una camera da letto, con il rischio di imbrattarlo o sottoponendolo ad una pressione che con il tempo potrebbe rovinarlo.Per la scelta, giochiamo con i colori e le fantasie, e ricordiamo che non sempre tutto dev’essere coordinato: anche un elemento di rottura, talvolta, può conferire nuova linfa ad uno spazio. Viceversa, uno spazio moderno, giovane, ben può legarsi anche con un prodotto dalla lunga storia. Se scelto con gusto.

Fantasie e qualità: consigli per la scelta e per l’uso di un tappeto

Cosa fa la differenza in un tappeto? Tanti fattori. Su tutti, dimensioni e forme: un tappeto, infatti, può avere dimensioni estremamente ridotte o essere notevolmente esteso e difficile da maneggiare. Alla tradizionale forma rettangolare del tappeto classico si aggiungono forme moderne come la rotonda, che riscuote ultimamente numerosi consensi.

Ogni tappeto avrà anche il proprio colore dominante: potrà trattarsi di un tappeto monocromatico o di un tappeto a più colori, arricchito da un disegno o da una trama interessante. Le fantasie potranno essere floreali, a tralci, con motivi geometrici o animali, o a texture. I tappeti di produzione industriale o europea spesso ricorrono a motivi e fantasie particolarmente originali ed innovative, mentre i disegni di paternità orientale sono spesso legati alla tradizione culturale e religiosa d’origine.Per quel che riguarda i colori, ancora, un tappeto può essere monocolore o a più colori, magari con una tinta dominante. In un tappeto tradizionale possono essere utilizzati colori vegetali o animali, talvolta estratti con antichi e segreti metodi (usando petali di fiori o succo di frutta, ad esempio). Da preferire sempre i colori naturali, specialmente se stiamo acquistando un tappeto antico.

Il materiale, dicevamo: lana, cotone, seta, o misti per i tappeti tradizionali. Di pecora cammello o agnello. La lana è un ottimo isolante, è morbida ed anche elastica, e si lavora senza difficoltà. La seta, più pregiata, richiederà qualche spesa ulteriore. Dei tessuti per i tappeti di produzione industriale abbiamo già parlato in precedenza.

Una volta scelto il nostro tappeto, dove collocarlo? Un tappeto pregiato, sottolineiamo, non sempre è adatto ad essere calpestato o esposto in terra. Se disponiamo di una parete adeguatamente grande potremmo pensare di appenderlo.Volendo invece distenderlo sul pavimento, abbiamo diverse possibilità. Tappeti meno pregiati, dai colori vivaci e dalle piacevoli fantasie possono essere utilizzati in cucina, nella zona giorno o nella zona notte, mentre in soggiorno o in salotto andranno principalmente i tappeti di miglior fattura.

Cosa rende un tappeto pregiato? Anzitutto la qualità della lana. Ci sono lane speciali, ad esempio, prodotte ingrossando la coda della pecora, in Turkestan, e la cui limitata reperibilità le rende ovviamente più ricercate.Poi, il valore di un tappeto si determina dalla quantità di nodi (si calcolano i nodi per metro quadro), quindi dalla complessità della trama. Questo consente di eseguire disegni più dettagliati e meglio definiti, e di ottenere una superficie finale del tappeto (il cosiddetto vello) più omogenea e densa.Un buon disegno è sempre il prodotto di un’annodatura rigorosamente manuale.

Acquistare, curare e lavare un tappeto

L’acquisto di un tappeto prevede un minimo di conoscenze preliminari, senza le quali risulta difficile comprendere a fondo il prodotto. Ecco perchè conoscere un buon commerciante è il miglior suggerimento che possiamo darvi.Osservate e valutate molti negozi, e partite con le idee chiare su una direzione da prendere. Il tappeto dovrà essere dotato di un certificato di garanzia che attesti la provenienza e tutta un’altra serie di caratteristiche, come la densità dei nodi o anche la datazione, se si tratta di tappeti antichi.Non fidatevi negozi improvvisati, ma per un buon investimento puntate su specializzazione e qualità.

Se l’acquisto di un tappeto richiede spesso tempi lunghi ed adeguate consultazioni, altrettanto importante è la sua cura, per mantenerlo in vita in ottime condizioni affinché ci accompagni anche per decenni, senza perdere nulla del suo fascino.Questo discorso riguarderà principalmente i tappeti antichi ed artigianali, per il quali potrà essere richiesta l’abile mano di un tappezziere.Un tappeto antico richiederà un’esposizione frequente all’aria ed una dose non elevata di umidità. Sarà bene, inoltre, non sovraccaricarlo con il peso di mobili, che potrebbero deformarlo.

Meglio una pulizia al rovescio, per non rovinare i tessuti con l’aspirapolvere o altri strumenti. Le macchie vanno ripulite subito, usando prima carta assorbente per attutire il danno, quindi del sapone. Successivamente, risciacquare. Valutare, comunque, il tipo di trattamento e lavaggio più adatto al nostro tessuto chiedendo o leggendo testi specializzati.Se volessimo pulire autonomamente il nostro tappeto, dovremmo tenere una serie di accorgimenti. Anzitutto, la tecnica utilizzata dipenderà dal materiale che ci troveremo a lavare: un tappeto moderno potrà essere più semplice da pulire, anche se non vi sconsigliamo di rivolgervi sempre ad una lavanderia ad hoc.Per quel che riguarda la pulizia dei tappeti antichi, bisognerà procedere con la pulitura a secco, utilizzando prodotti specifici. Ecco perchè è molto meglio lasciare ad altri quest’operazione, limitandoci ad utilizzare una spazzola a setole dure o una scopa di saggina. Non senza chiedere, però, poiché alcuni tappeti potrebbero stingere anche con una semplice pulitura a secco.Per deporre un tappeto, infine, ricordiamoci di arrotolarlo, e non piegarlo! Inoltre, sarà consigliabile avvolgerlo in fogli di carta, per proteggerlo dalle tarme.

Publicato: 2010-04-03Da: Redazione

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