I tipi attualmente in uso si possono suddividere in due grandi categorie, e cioè: per la distribuzione (a spaglio) uniforme sull’intera superfìcie del terreno o per la distribuzione localizzata (in profondità o in superfìcie).
I spandiconcime per la distribuzione (a spaglio) vengono suddivisi a loro volta in 2 classi: a tramoggia o centrifugo.
Spandiconcime a tramoggia: è destinato particolarmente ai concimi polverulenti e può essere di tipo trainato, portata ed anche semiportato. La portata di concime è proporzionale alla velocità di avanzamento della macchina. È costituito da una intelaiatura dotata, a seconda del tipo, di ruote, di timone o di attacchi per il collegamento al sollevatore della trattrice sulla quale è montata la tramoggia della lunghezza di 2 o 6 metri e, in corrispondenza del fondo di questa, il dispositivo distributore che può essere ad aspo o a piatti.
Distributore ad aspo: consiste in un albero dotato di palette elicoidali, e meno frequentemente di dischi obliqui, che ruota nell’interno della tramoggia sfiorandone il fondo (provvisto di numerose aperture affiancate di ampiezza regolabile) allo scopo di spingere il concime verso queste ultime e, quindi, di provocarne la caduta.
Distributore a piatti: consiste in una serie di 6 a 18 piatti orizzontali rotanti A a fondo rialzato, allineati al di sotto del fondo della tramoggia B con il bordo pressoché aderente a quest’ultimo e sporgenti parzialmente verso l’indietro, nonché da un albero C rotante sopra la parte libera dei piatti, sul quale sono calettate, in corrispondenza di ogni piatto, due stelle D a 2 o 3 spatoline ciascuna. Pertanto, durante il funzionamento, il concime che passa nei piatti attraverso aperture di cui è dotato il fondo della tramoggia, viene pareggiato da quest’ultimo a livello del bordo di ciascun piatto, mentre le spatoline delle stelle anzidette, sfiorando il fondo dei piatti lanciano il concime sul terreno. La regolazione della portata si effettua variando il regime di rotazione dei piatti e, nei modelli meno recenti, variando le luci di uscita del concime dalla tramoggia oltre che il livellamento di questo nei piatti mediante alette verticali E a posizione regolabile.
Spandiconcime centrifugo: è il più diffuso per la grande larghezza di lavoro in relazione alla sua leggerezza ed al minimo ingombro, oltre che per la possibilità di impiegarlo anche per la semina a spaglio di alcune specie di colture erbacee. Nella maggior parte dei casi, salvo i recenti modelli a grande autonomia, è di tipo portato ed è costituito essenzialmente da una tramoggia, in genere troncoconica in lamiera di acciaio e dotata di agitatore, alla cui base è sistemato il distributore a disco rotante (singolo o doppio) o a tubo oscillante azionato dalla presa di potenza della trattrice tramite rotismo in bagno di olio. Per la distribuzione dei concimi polverulenti vengono adottate delle leggere intelaiature a pareti in tela da applicare posteriormente alla macchina allo scopo di proteggere il getto dall’azione del vento.
Distributore a disco rotante: consiste in un disco ad asse verticale dotato sulla faccia superiore di 2 a 6 alette radiali quasi sempre curvate per impedire eventuali proiezioni del concime verso l’alto che ruota velocemente al di sotto della tramoggia, dalla quale, nella produzione moderna, il concime cade sul disco attraverso due luci aperte in corrispondenza della base della tramoggia stessa in posizioni eccentriche (una anteriormente e l’altra su un lato) rispetto all’asse del distributore. E ciò allo scopo di consentire lo spargimento del concime, oltre che sull’intero fronte di lavoro simmetrico con l’asse longitudinale della trattrice , su uno solo dei due lati, eliminando, di conseguenza, la necessità di ricorrere, come nei modelli a luce centrale, ad un riparo in lamiera destinato ad arrestare il concime lanciato dal disco verso la parte anteriore della macchina.
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