Quando sostituire i pneumatici
Un nuovo treno di pneumatici per la propria autovettura è, per molti, un acquisto piuttosto oneroso dal punto di vista economico, ma indispensabile ai fini della sicurezza e che non può essere rimandato troppo.
I pneumatici devono essere sostituiti quando la profondità del loro battistrada residuo è particolarmente ridotta. A causa dell’attrito con l’asfalto, infatti, tutti i pneumatici subiscono col passare del tempo l’usura del battistrada. Secondo il Codice della Strada, il limite massimo al quale si possono ridurre le profondità delle scanalature nel battistrada è di 1.6 millimetri. È bene però tener presente che non è raccomandabile arrivare sino a questo limite estremo, dal momento che l’aderenza al fondo stradale (soprattutto se bagnato) si riduce notevolmente già a partire da uno spessore inferiore ai 3 millimetri. Al di sotto di questo limite, infatti, si può verificare sempre più consistentemente il fenomeno dell’aquaplaning, ovvero il “galleggiamento” delle gomme sulla superficie dell’acqua presente sul manto stradale che causa la perdita di aderenza delle ruote.
Sono soprattutto le ruote più larghe a risentire dell’aquaplaning, dal momento che il peso dell’autovettura si distribuisce su una superficie più ampia. Per questo, la sostituzione dei pneumatici deve essere eseguita non appena l’usura del battistrada inizia ad essere di una certa entità (2 millimetri per le ruote normali, 3 per quelle più larghe).
Come accorgersi dell’usura del battistrada? Nella parte centrale dei pneumatici sono presenti diversi indicatori di usura, situati in corrispondenza del fondo delle sculture o degli incavi longitudinali. Si tratta di sei elementi in risalto che sporgono dal fondo di 1.6 millimetri: se questi indicatori emergono dalla superficie del battistrada, significa che è stato raggiunto il limite massimo e le gomme devono essere sostituite. La legge afferma che anche se solo uno degli indicatori di usura emerge, il pneumatico deve essere cambiato.
Altri casi nei quali è necessaria la sostituzione
Oltre all’usura, esistono altre situazioni nelle quali è preferibile, o addirittura obbligatorio, sostituire i pneumatici.
Un caso tipico è rappresentato da un pneumatico che ha subito una foratura, e che in seguito mostra segni di deformazione o di deterioramento: si tratta di uno pneumatico non più sicuro, che quindi deve essere sostituito. La sostituzione è indispensabile anche nel caso di tagli, deformazioni, rigonfiamenti o lesioni evidenti a livello del battistrada o della spalla del pneumatico.
Potrebbe sembrare un’affermazione strana, ma anche i pneumatici “invecchiano”. Questo invecchiamento è causato da una serie di processi chimici e fisici che, con il passare del tempo, causano il deterioramento della struttura dello pneumatico e ne riducono prestazioni e sicurezza. Attualmente gli pneumatici non ancora utilizzati di età inferiore ai 10 anni possono considerarsi “nuovi”; ovviamente questo tempo si riduce nel caso di gomme già montate. A tal proposito si consiglia di non tenere montate le stesse gomme, anche se relativamente poco usurate, per più di 6-8 anni.
I pneumatici vanno inoltre sostituiti se le loro caratteristiche non sono conformi a quanto indicato dal costruttore dell’autoveicolo.
Sostituire solo uno o due pneumatici
In alcuni casi può accadere che vi sia la necessità di sostituire solo uno o due dei pneumatici dell’autovettura.
Qualora fosse necessario provvedere alla sostituzione di un solo pneumatico, ad esempio a causa di una foratura o di un incidente, bisogna sceglierne uno analogo a quello già montato sul medesimo asse. Attenzione, però, al grado di usura di questa coppia di pneumatici: il Codice della Strada stabilisce infatti che “la differenza tra la profondità delle scanalature principali di due pneumatici montati su uno stesso asse non deve superare 5 millimetri.”.
Se si ha la necessità di sostituire solo due pneumatici su quattro, la coppia di nuovi pneumatici deve essere sempre montata sull’asse posteriore. Questo è dovuto ad un motivo di sicurezza che, in particolare, riguarda l’aderenza. Il conducente ha infatti poca possibilità di controllare l’aderenza delle ruote posteriori, mentre al contrario è in grado di gestire quelle anteriori tramite il volante. Per questo, le gomme nuove (che presentano una maggiore aderenza) vanno montate sull’asse posteriore in modo tale da equilibrare l’aderenza dei due assi. È importante che queste gomme nuove presentino le medesime caratteristiche di quelle già montate sull’autovettura. Qualora fosse stato necessario sostituire solo due pneumatici a causa della loro usura, è bene cercare di capire i motivi di una simile disomogeneità nei consumi. Questo diverso grado di usura potrebbe essere dovuto, ad esempio, a difetti nella geometria che vanno indagati e risolti.
Il Codice della Strada e le indicazioni relative
I pneumatici nuovi devono obbligatoriamente rispettare le prescrizioni riportate dalla carta di circolazione dell’autoveicolo. In particolare, il Codice della Strada impone che sul medesimo asse debbano essere montati pneumatici della stessa marca, dimensione, struttura (radiali o diagonali) categoria di utilizzo (ad esempio da strada, da fuoristrada, invernali…), codice di velocità (es. T, V, H, W…) e capacità di carico. Inoltre è fatto espresso divieto di montare, sia sugli autoveicoli che sui rimorchi, pneumatici che presentino una capacità di carico o una categoria di velocità inferiori alle capacità massime indicate dal costruttore del veicolo.
È sempre opportuno, in ogni caso, montare quattro gomme uguali in modo tale da poter contare su pneumatici omogenei fra loro; talvolta, insieme agli pneumatici, è necessario sostituire anche la gomma di scorta.
Se in seguito a controlli da parte delle autorità competenti risultasse qualche infrazione al Codice della Strada, si rischiano multe piuttosto salate: per questo, è bene controllare con regolarità il grado di usura dei pneumatici.
La scelta dei pneumatici
Sui pneumatici sono presenti tutte le informazioni relative alle loro caratteristiche, sotto forma di sigle composte da lettere e numeri. Ecco come si “decifrano” queste indicazioni nel caso di uno pneumatico che riporta ad esempio la sigla “195/55 R 15 83 V“.
- 195: rappresenta una misura della larghezza nominale (altresì detta “larghezza di sezione”) dello pneumatico;
- 55: si tratta di una percentuale (serie) che esprime il rapporto fra l’altezza del fianco (ovvero il lato) del pneumatico e la sua larghezza;
- R: sta ad indicare che il pneumatico ha una struttura di tipo “Radiale”;
- 15: è la misura (in pollici) del diametro interno del cerchione;
- 91: rappresenta l’indice di carico del pneumatico, che fornisce un’indicazione sul carico massimo che, alla massima pressione consentita, lo pneumatico è in grado di sopportare. Questo indice viene stabilito dal costruttore del veicolo ed è riportato sulla carta di circolazione;
- H: rappresenta il codice di velocità, ovvero la massima velocità consentita per quel tipo di pneumatico.
Sul pneumatico sono inoltre presenti il marchio del costruttore e la sua denominazione commerciale, oltre agli estremi che attestano l’avvenuta omologazione in conformità agli specifici regolamenti e direttive in vigore.
Ecco quali possono essere i codici di velocità che si possono trovare sugli pneumatici:
- P: 150 km/h
- Q: 160 km/h
- R: 170 km/h
- S: 180 km/h
- T: 190 km/h
- U: 200 km/h
- H: 210 km/h
- V: 240 km/h
- W: 270 km/h
- Y: 300 km/h
- ZR: >240 km/h
È possibile montare pneumatici che presentino indici di carico e/o velocità superiori a quelle riportate sul libretto, ma mai inferiori.
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