Un disturbo che colpisce molti
A nessuno piace dormire accanto a qualcuno che passa la notte a russare, ma possiamo essere certi che questo fastidioso disturbo non è un toccasana neanche per l’inconsapevole protagonista, che prova un minore piacere nel dormire e non riesce a riposare come vorrebbe.
In molti casi, tuttavia, il russare è spesso sottovalutato dal punto di vista della salute e viene percepito più come un problema familiare e personale che come un disturbo da confidare al proprio medico. Le dimensioni del fenomeno sono, tuttavia, imponenti. Si stima, infatti, che circa il 30% della popolazione adulta è colpita da russamento notturno, ma anche il 5% dei più piccoli soffre di questo problema.
Trascurare questo disturbo, tuttavia, può portare ad una vera e propria patologia, o addirittura può far si che si verifichino dei danni seri al proprio organismo, a causa delle apnee notturne a cui si è soggetti. Le apnee notturne durano, in genere, pochi secondi, ma nei casi gravi si può perfino arrivare a qualche minuto. In questo caso, lo sforzo che deve sostenere il cuore per poter pompare il sangue è maggiore, dal momento che minore sarà l’ossigeno incamerato dall’organismo.
Purtroppo, quasi nessuno di coloro i quali soffrono di apnee notturne è realmente consapevole del tipo di problema che deve affrontare ogni notte. La maggiore parte delle persone viene svegliata dal proprio partner e solo in qualche caso si sveglia di notte, accorgendosi del tipo di problema che ha. È molto più comune, dopo essersi svegliati, ritornare a dormire in modo profondo, non mantenendo alcuna consapevolezza dell’episodio accaduto.
L’identikit del soggetto più colpito porta ad individuare negli uomini di più di 40 anni e obesi il tipo “ideale” per il russamento notturno.
Inoltre, sono considerati a rischio anche coloro i quali presentano una deviazione del setto nasale, oppure hanno le tonsille ingrossate, una lingua molto grossa oppure una mandibola piccole e arretrata. Ancora, sono considerati fattori di rischio la presenza di adipe sul collo e sul mento o dietro la faringe oppure la riduzione di mobilità e forza muscolare nei tessuti del palato molle.
Perché si russa
Il russamento inizia durante le fasi più profonde del sonno. È in questo momento, infatti, che tutti i muscoli si rilassano notevolmente e, rilassandosi, perdono anche parte del loro normale tono, fenomeno che si accentua in presenza di depositi adiposi. Ad essere interessati sono, principalmente la lingua e il palato molle, che include l’ugola e il velo palatino. È la lingua che, cadendo indietro, fa vibrare l’ugola al passaggio dell’aria, producendo quel rumore sordo caratteristico del russare.
Questa, ovviamente, è una mera spiegazione fisiologica, perché i fattori che interessano il russamento sono numerosi e, molto spesso, solo uno specialista potrà individuare quell’insieme di cause che generano questo disturbo. In condizioni normali, la respirazione avviene per via nasale, e durante il sonno non si dovrebbe interrompere questo tipo di abitudine naturale. Quando si respira con la bocca, quindi, si segnala una condizione patologica che impedisce l’espletamento naturale della respirazione nasale. Nel respirare con il naso, a differenza di quanto avviene con la bocca, non si effettua alcun tipo di passaggio orale con l’aria, così non si producono neanche quei rumori molesti effetto della problematica respiratoria.
Bisogna sottolineare che il russamento non è necessariamente un problema grave ma sempre comporta una forte sensazione di disagio e un inquinamento acustico notevolmente fastidioso per chi dorme con il soggetto interessato dal disturbo.
Tuttavia, non vi è una causa effetto diretta tra il rumore e la gravità del problema, ragion per cui il consulto di uno specialista sarà indispensabile per ottenere le indicazioni più valide alla soluzione definitiva del russamento notturno.
Più la roncopatia è pesante, maggiore è la probabilità, infine, che si creino dei momenti di vera e propria apnea notturna, con tutte le eventuali conseguenze del caso. Spesso, proprio le difficoltà respiratorie sono la causa di un evidente spossamento diurno, dovuto ad un sonno non propriamente ristoratore.
Consigli per smettere di russare
Nonostante, in genere, sia sempre consigliabile recarsi da un medico specialista per individuare le cause del russamento notturno, in casi lievi si potrebbe provare ad adottare uno stile di vita più consono alla risoluzione, o almeno all’attenuazione, del problema.
Per prima cosa, si dovrebbe umidificare in modo costante la stanza da letto, evitando che l’aria si secchi eccessivamente. Per questo motivo, esistono degli appositi umidificatori da sistemare al di sopra dei termosifoni, soprattutto se si lasciano accesi durante tutta la notte. In questo modo, si dovrebbe evitare di aprire la bocca a causa dell’eccessiva secchezza delle fauci.
Se si è in sovrappeso bisognerebbe cercare di dimagrire. Il grasso non è un buon compagno di vita e produce numerosi effetti collaterali, tra i quali anche una maggiore predisposizione alla roncopatia.
Si dovrebbe, poi, evitare di assumere alcolici, in quanto favoriscono il sonno pesante e anche il russamento. Una cena leggera consumata qualche ora prima di andare a letto è senza dubbio utile a conciliare il sonno, senza che vi siano affaticamenti a carico dell’apparato digerente e, quindi, dell’organismo intero.
Tra i cibi che favoriscono maggiormente la roncopatia vi sono i farinacei e i grassi, che andrebbero limitati anche in quanto molto calorici. Potrebbe sembrare strano, ma neppure le tisane sono indicate per chi russa. Infatti, soprattutto camomilla e preparati a base di erbe aiutano il rilassamento muscolare, inducendo una eccessiva atonicità a livello del palato molle, il che in soggetti predisposti provoca l’insorgenza della patologia. Allo stesso modo e per lo stesso motivo, vanno evitati i sedativi, anche quelli di origine naturale.
Tra le posizioni mantenute durante il sonno vanno preferite quelle su di un fianco, mentre va evitata la posizione supina. Potrebbe essere utile anche dormire con un paio di cuscini, così da tenere sollevata la testa, pur senza tradire la propria conformazione anatomica.
Rimedi scientifici
Se i rimedi empirici e quelli della nonna non dovessero essere sufficienti per smettere di russare, allora si dovrà andare da uno specialista per una visita approfondita. Non ci stancheremo di dirlo: un medico va consultato sempre, e il prima possibile, se il disturbo non è davvero sporadico e di lievissima entità. Un otorinolaringoiatra potrà fare al caso vostro, meglio se opera in un centro in cui si studiano proprio i disturbi del sonno.
In queste strutture, infatti, si potranno eseguire delle misurazioni del sonno, in modo che gli specialisti possano verificare le posizioni assunte durante il riposo notturno, misurando al contempo la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, i rumori emessi.
Purtroppo, sono pochi coloro che decidono di recarsi dal medico perché russano: la maggior parte decide di andare dal dottore solo quando sopraggiungono altri disturbi. Invece, si dovrebbe capire che il russare, di per sé, è una patologia che va curata, oltre a poter essere la spia di qualche disturbo più grave.
A seconda delle cause, si procederà poi all’individuazione di una cura che, in casi estremi, potrebbe arrivare alla chirurgia. Prima di soluzioni così estreme, tuttavia, si può provare adoperando qualche ritrovato recente, come i cerottini nasali o gli spray per la gola. I cerotti nasali possono essere usati sia dagli adulti che dai bambini. Questi cerotti sono pensati non soltanto per chi russa abitualmente ma anche per chi ha difficoltà a respirare a causa dei sintomi del raffreddore. Poiché migliorano la respirazione dovrebbero avere degli effetti positivi anche in caso di roncopatie lievi, avendo in più come vantaggio il fatto di non assumere delle medicine.
I cerotti nasali hanno, al proprio interno delle alette che servono a mettere in trazione le pareti nasali, allargando così le narici, in modo da rendere più facile la respirazione. Lo spray, invece, serve a meglio lubrificare i tessuti, evitando che si generino rumori dovuti alle vibrazioni prodotte al passaggio dell’aria.
Rimedi chirurgici
In presenza di più specifici disturbi e di un pronunciamento del medico, potrebbe essere opportuno ricorrere alla chirurgia. Questa soluzione, certamente più invasiva di altri rimedi, non deve preoccupare il paziente, dal momento che le tecniche si sono decisamente fatte più avanzate e la percentuale di riuscita è notevole, a fronte di un rischio davvero minimo o, meglio, quasi inesistente.
Nei casi seri, infatti, il russare è solo la spia di una ben più grave condizione patologica che porta ad una vera a propria situazione di stress per tutto l’organismo, che tende a sviluppare o ad amplificare problemi pressori, cardiaci, metabolici e così via.
Prima di tutto, se la roncopatia si associa ad un elevato sovrappeso sarà richiesto da parte del medico di iniziare una dieta, volta alla perdita di adipe che potrebbe rappresentare una delle cause del russamento notturno.
Per determinare l’approccio corretto si ricorre ad un insieme di analisi diagnostiche. La rinoscopia serve a visionare le strutture interne del naso; la fibroscopia è indicata per la diagnosi di eventuali polipi nasali; gli esami polisongrafici esplicitano le caratteristiche del sonno nel paziente.
Con la chirurgia si opera al fine di recuperare una corretta respirazione, agendo eventualmente sul palato o, comunque, sui tessuti che dovessero presentare dei significativi rilassamenti.
In altre circostanze, addirittura, si sceglie di effettuare una liposuzione del collo e perfino del viso, oppure un intervento di rinosettoplastica, con il quale raddrizzare un’eventuale deviazione del setto nasale.
Negli ultimi anni si sono affermate anche delle tecniche laser usate per rimuovere i turbinati che si fossero sviluppati eccessivamente. I turbinati sono delle strutture ossee rivestite di mucosa presenti nel setto nasale. Il loro ruolo è migliorare gli scambi gassosi con l’esterno, umidificando e riscaldando l’aria in ingresso.
Prima di affrontare un intervento chirurgico, comunque, sarà bene chiedere diversi pareri e affidarsi ad un’equipe esperta, che abbia già trattato pazienti affetti da questi disturbi, così da avere le migliori chance di risolvere definitivamente il fastidio che può essere recidivante in determinate circostanze.
Laser o interventi tradizionali
Per avere un’idea più chiara di quelli che sono gli interventi che vengono eseguiti in caso di roncopatia, effettuiamo una rapida carrellata sia di quelli previsti tradizionalmente sia di quelli più innovativi realizzati mediante l’uso del laser. Ad ogni modo, come specificato in precedenza, alla chirurgia si ricorre sempre nel caso in cui tutte le altre strade tentate fino a quel momento non abbiano dato risultati positivi.
L’operazione più semplice e considerata di routine è l’uvulopalatofaringoplastica. Con questo intervento si riducono il palato molle e l’ugola, anche se non sempre si tratta di una soluzione effettiva visto che non è possibile procedere ad un’eliminazione totale di queste strutture.
Meno usuali ma efficaci sono gli interventi a carico della lingua o dell’epiglottide che possono scivolare verso il basso e causare una parziale occlusione della gola. Un’operazione estetica ma anche curativa è quella che sposta in avanti la mandibola. In genere, si tratta di una soluzione definitiva ma è piuttosto complessa da effettuare e non è priva di rischi, per cui si preferisce riservare tale pratica ai casi più difficili e gravi.
Come abbiamo già accennato, anche le operazioni al naso possono essere una soluzione alle roncopatie, ma solo in casi molto lievi. I turbinati vengono rimossi, invece, soltanto quando tutti gli altri rimedi non hanno sortito effetto. Questo semplicemente perché tali strutture potrebbero ingrossarsi nuovamente anche con una semplice allergia, vanificando l’operazione chirurgica effettuata.
Ad oggi, comunque, si inizia ad usare con successo il laser per le uvulofaringopalatoplastiche. L’impiego del laser fa sì che non sia più necessario il ricovero in ospedale, dal momento che l’operazione può svolgersi in anestesia locale e in day hospital. Dopo appena trenta minuti, si avrà una perfetta esecuzione dell’intervento, senza che il pazienta soffra di alcun dolore.
L’indice di successo è superiore al 70%, ma in molti casi la riduzione del disturbo è tale da consigliare ugualmente il ricorso a tale pratica.
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