Come viene stabilito il prezzo della benzina
Il prezzo di vendita dei carburanti viene determinato attraverso calcoli complessi che tengono conto diverse voci fra le quali, paradossalmente, il costo stesso della benzina o del gasolio non rappresenta quella principale.
In Italia, infatti, più della metà del prezzo di vendita è rappresentato da tasse, accise e IVA: ciò significa che se un litro di gasolio costa 1.50 euro, circa 80 centesimi sono versati direttamente allo Stato. In alcune regioni italiane, inoltre, una specifica legge stabilisce l’autonomia delle regioni stesse in termini di tasse applicabili sui carburanti. Ciò significa che regioni come Liguria, Marche, Molise e Campania sono autorizzate ad applicare tassazioni autonome sui carburanti in vendita allo scopo, ad esempio, di risanare buchi di bilancio.
Complessivamente la tassazione sul GPL è la più contenuta (pari a “solo” il 39%); molto maggiori sono quelle sul gasolio, al 53% circa, e sulla benzina verde per la quale la percentuale è addirittura del 60%.
Il carburante, inteso come prodotto in sé, ha un suo prezzo che è influenzato direttamente dall’andamento delle quotazioni del greggio sui mercati internazionali. Instabilità geopolitiche, contrazione della produzione e precise scelte strategiche da parte dei Paesi produttori fanno sì che, da un giorno all’altro, i prezzi alla pompa possano schizzare verso l’alto con conseguenze non indifferenti per i consumatori, che vedono così ridursi il proprio potere d’acquisto.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento vertiginoso dei prezzi dei carburanti, pertanto sempre più persone hanno iniziato a cercare alternative per risparmiare. Oltre a rappresentare un vantaggio per le proprie tasche, diminuire il consumo dei carburanti significa anche inquinare meno ed essere più sostenibili nei confronti dell’ambiente.
La scelta del distributore
Negli ultimi anni si è assistito alla nascita, accanto alle grandi compagnie petrolifere internazionali, di distributori di benzina indipendenti. Questi distributori vengono spesso definiti come “pompe bianche” proprio perché non appartengono al business delle grandi compagnie petrolifere. Essi acquistano il carburante alle condizioni di mercato di volta in volta più vantaggiose e dal migliore offerente, garantendo perciò prezzi alla pompa più contenuti. Esattamente come accade al supermercato con i prodotti di marchi poco conosciuti, che costano meno di quelli che si fanno molta pubblicità, anche i carburanti distribuiti dalle pompe bianche sono venduti ad un prezzo più contenuto proprio perché questi distributori non devono sostenere alcuna spesa pubblicitaria.
Nel mercato dei distributori di carburante indipendenti si sono recentemente affacciate anche le catene della grande distribuzione organizzata come ad esempio Auchan, Carrefour e Conad che attualmente gestiscono, in tutta Italia, circa una settantina di pompe di benzina.
In termini economici, il risparmio offerto dalle pompe bianche è solitamente pari a 4-6 centesimi al litro, talvolta anche superiore. Può forse apparire poca cosa, ma rifornirsi sempre presso queste pompe piuttosto che nelle stazioni di servizio di marchi noti può far risparmiare centinaia di euro all’anno.
Il problema di queste pompe è la loro distribuzione sul territorio, ancora ben lontana dall’essere capillare; le associazioni di consumatori sono però particolarmente attive nel segnalare al cittadino la presenza di questi distributori. Un esempio è rappresentato dal Codacons, che tiene in costante aggiornamento il suo elenco dei distributori indipendenti di carburante.
Fai da te e carte carburante
Molte pompe di benzina applicano una riduzione dei prezzi nel caso il rifornimento avvenga durante gli orari di chiusura, ad esempio di notte o nei weekend. In alternativa, durante gli orari di apertura c’è spesso la possibilità di scegliere se fare rifornimento al servito o al fai da te: in quest’ultimo caso il prezzo del carburante è inferiore.
Molte persone sono poco propense a scendere, impugnare la pistola e fare rifornimento; non si può certo negare che sia decisamente più comodo rimanere in macchina e aspettare che sia un benzinaio ad occuparsene. Nonostante tutto, però, vale sicuramente la pena fare rifornimento da soli, dal momento che questa scelta può comportare il risparmio anche di 4 o 5 centesimi al litro, se non di più. Se si teme di sporcarsi le mani di carburante maneggiando la pistola, sono nella maggior parte dei casi a disposizione dei clienti dei guanti usa e getta; per qualsiasi evenienza, se ne possono tenere alcuni di scorta in macchina.
Un’altra opportunità per risparmiare sui costo della benzina è rappresentata dalle carte carburante, che solitamente nella loro versione base sono rilasciate a titolo gratuito. Con queste carte è talvolta possibile usufruire di sconti riservati ai clienti e partecipare a raccolte punti che, fra i premi a disposizione, offrono anche sconti su futuri acquisti di carburante oppure dei buoni omaggio. Questa opportunità può rappresentare un metodo intelligente per risparmiare, anche se molti automobilisti, piuttosto che legarsi ad una singola compagnia petrolifera, prediligono fare rifornimento di volta in volta presso i distributori che applicano i prezzi migliori.
Stile di guida adeguato
Per risparmiare sul costo della benzina, molto si può fare adottando uno stile di guida adeguato. Da evitare è, in primis, la guida sportiva fatta di brusche accelerazioni, giri alti ed elevate velocità di crociera. Questo non comporta, naturalmente, di dover viaggiare a 50 chilometri orari: si può risparmiare benzina semplicemente adottando uno stile di guida sobrio e moderato.
È bene tenere a mente che il modo migliore per risparmiare benzina è viaggiare intorno ai due terzi della massima velocità consentita dalla propria autovettura: se non si supera questo limite, si può arrivare a risparmiare anche il 30% rispetto ai consumi delle velocità di punta. Man mano ci si avvicina alle velocità massime, il consumo di carburante aumenta drammaticamente; ad esempio, passando da 120 a 130 chilometri all’ora si utilizza ben il 10% di carburante in più.
Da evitare sono anche le accelerazioni brusche e le cosiddette “tirate”: portare l’automobile ad oltre 4000 giri al minuto significa consumare inutilmente del carburante. Le marce dovrebbero essere cambiate intorno ai 3000 giri circa; appena possibile, inoltre, si consiglia di passare a quella successiva dal momento che le marce più basse sono quelle che consumano di più.
Molte delle automobili di nuova generazione sono dotate del cosiddetto sistema “Start and Stop” che, in caso di fermata, spegne il motore per poi riavviarlo automaticamente non appena si tocca l’acceleratore: ciò consente di evitare il consumo di carburante durante le soste forzate. In mancanza di tale dispositivo, è sempre bene spegnere il motore quando ci si ferma per oltre 20 secondi.
Manutenzione della vettura
Uno dei fattori che maggiormente incide sul consumo di benzina è rappresentato dall’impianto di climatizzazione: è impossibile non ravvisare, infatti, la decelerazione che subisce l’autovettura non appena esso viene acceso. Si stima che solitamente i consumi possano aumentare sino al 10-20%, pertanto all’aria condizionata bisognerebbe ricorrere con una certa moderazione, tenendo conto anche del fatto che una differenza di temperature eccessiva può provocare problemi alla salute. Se è davvero indispensabile accendere il climatizzatore, è bene impostare il ricircolo dell’aria all’interno dell’abitacolo in modo da non costringere l’impianto a raffreddare l’aria calda esterna.
Tutti gli elementi che influiscono negativamente sull’aerodinamicità dell’autovettura vanno ad incidere sui consumi di carburante. Portapacchi e portasci fanno consumare di più, quindi vanno tenuti montati solo in caso di effettivo bisogno. Se possibile, inoltre, è bene stivare i carichi ingombranti all’interno dell’automobile e non sul tetto. Per le medesime questioni di aerodinamica, anche i finestrini abbassati e il tettuccio completamente aperto sono deleteri per i consumi, in particolar modo se si viaggia ad alta velocità. Per questo, soprattutto nei tragitti extraurbani, è bene limitare l’abbassamento dei finestrini a una spanna e non di più. Lo stesso vale per i tettucci, da tenere aperti solo il minimo indispensabile.
Pneumatici
Per risparmiare sulla benzina è indispensabile controllare periodicamente la pressione delle gomme, almeno ogni due settimane. Una pressione insufficiente, infatti, può determinare l’impennata dei consumi di carburante, anche sino al 15% in più del normale. Oltre a questo, nelle gomme sgonfie il battistrada viene consumato in modo disomogeneo, e questo significa doverle cambiare con maggior frequenza. Il controllo della pressione è inoltre indispensabile prima di percorrere lunghi tragitti in macchina, come ad esempio per andare in vacanza, non solo per questioni di risparmio ma anche di sicurezza.
In commercio si possono trovare pneumatici di tipo “fuel saver“, appositamente progettati per consumare meno carburante in percentuali che solitamente si aggirano intorno al 2-3% nei percorsi urbani, e al 4-5% in quelli extraurbani. Questi particolari pneumatici hanno un costo solitamente superiore rispetto a quelli normali, ma considerando il risparmio nel tempo si tratta comunque di un acquisto economicamente vantaggioso.
Per garantire un consumo omogeneo degli pneumatici, ogni 15 mila chilometri è bene farne controllare la convergenza: quando essa è bilanciata, anche i consumi risultano ottimali. Oltre a ciò bisogna controllare periodicamente i filtri e l’olio del motore, sostituendoli se necessario: anche in questo modo si può risparmiare sul consumo di benzina.
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