Reperire ed acquistare mobili antichi
Senza dubbio, il luogo per eccellenza dove si possono reperire mobili antichi è rappresentato da cantine e soffitte, di famiglia o di propri conoscenti. Cassettoni “della nonna”, vecchi armadi, comodini, specchiere e molte altre tipologie di mobili rappresentano infatti per molti un patrimonio affettivo dal quale è difficile staccarsi, anche se essi non vengono più utilizzati. Pertanto, un modo semplice (ed economico) per trovare un mobile da restaurare è chiedere a parenti o amici se da qualche parte ne è conservato qualcuno.
Una valida alternativa è quella di visitare i mercatini dell’usato, nei quali è spesso possibile trovare mobili antichi in buono stato ed a prezzi interessanti. In alcune città, periodicamente, si organizzano inoltre mostre o mercati di oggettistica ed antiquariato, ed anche questi rappresentano un’occasione interessante per cercare fra molti mobili quello più adatto alle proprie esigenze. Anche questa opzione sostanzialmente permette di portarsi a casa mobili in stato non sempre eccellente, ma a prezzi comunque vantaggiosi.
Per chi ha dimestichezza con la rete, una scelta vastissima è offerta da numerosi siti specializzati nel commercio di mobili da restaurare, per non parlare delle inserzioni di privati su siti generalisti come ad esempio eBay. Chi è alla ricerca di un particolare mobile può scegliere di pubblicare un’inserzione su internet, e sperare di essere contattato da un venditore (privato o negozio) che possieda proprio quel tipo di mobile. Inserzioni interessanti si possono trovare e pubblicare anche sui quotidiani locali oppure sui numerosi settimanali di annunci economici gratuiti distribuiti nei centri urbani.
Pulizia e sverniciatura del mobile
La pulizia è un’operazione indispensabile per i mobili antichi rimasti magari per decenni in una soffitta polverosa o in qualche seminterrato. Questo intervento preliminare del restauro deve essere eseguito con grande cautela dal momento che qualsiasi errore può essere irreversibile.
Per la sverniciatura si utilizzano appositi prodotti, i cosiddetti “sverniciatori”, che consentono di rimuovere la vernice dal legno e che si possono acquistare presso i punti vendita di bricolage e fai da te, oltre che nei negozi specializzati in restauro mobili.
Questi prodotti contengono solventi volatili, quindi – se la stagione lo consente e se ne ha la possibilità – è bene eseguire questa operazione all’aperto, preferibilmente al riparo di una tettoia. In alternativa si può anche eseguire la sverniciatura del mobile da restaurare all’interno, tenendo però ben aperte le finestre in modo da evitare di respirare i vapori. Non bisogna mai lavorare esposti al vento, alle correnti d’aria o alla luce diretta del sole, che potrebbero compromettere l’efficacia d’azione dello sverniciatore. Prima di iniziare con il restauro del mobile si consiglia di indossare sempre una mascherina sul viso e, soprattutto, dei guanti di gomma; per evitare di sporcare per terra, è sempre consigliabile collocare il mobile da restaurare su un telo di plastica.
Il prodotto va distribuito uniformemente sul mobile, per uno spessore di qualche millimetro, facendo attenzione a non toccare maniglie o altri elementi non in legno che potrebbero essere corrosi. Ogni sverniciatore è caratterizzato da uno specifico tempo d’azione: una volta applicato, il prodotto va lasciato agire. Dopo qualche tempo sulla superficie del mobile antico si noterà la comparsa di bolle dovute al distacco della vernice. Trascorso il tempo necessario si può saggiare la consistenza della vernice con una spatola; se toglierla risulta difficile, si può stendere un altro strato di sverniciatore.
La vernice può essere rimossa dalle superfici piane con una semplice spatola, mentre per incavi, intarsi e rilievi è preferibile impiegare una paglietta di acciaio (come quelle che si usano in cucina) oppure appositi spazzolini con setole metalliche o sintetiche. Se in alcuni punti nascosti la rimozione dovesse risultare ostica, si può stendere un’ulteriore mano di sverniciatore.
Una volta asportata la vernice dall’intera superficie del mobile è necessario eliminare i residui di sverniciatore dal legno, secondo le modalità riportate in etichetta. Gli sverniciatori classici possono essere rimossi con dell’acquaragia, mentre quelli al gel solitamente si eliminano con acqua calda e appositi prodotti detergenti.
Trattamento antitarlo
Il problema dei tarli è piuttosto comune nei mobili d’epoca. I tarli sono piccoli insetti le cui larve si nutrono delle fibre del legno, scavando al suo interno tortuose gallerie; a maturità essi fuoriescono attraverso piccoli, inconfondibili buchi. È importante in questo caso osservare le caratteristiche dei fori nel mobile: se essi presentano bordi perfettamente circolari, dalla forma regolare e dal colore chiaro, significa che l’attività dei tarli è recente o addirittura in corso; fori dai bordi irregolari e di colore scuro sono invece più vecchi. In quest’ultimo caso non vi è più attività biologica all’interno del legno ed è quindi possibile passare alle operazioni successive di ripristino delle superfici utilizzando dello stucco a cera solido per livellare la superficie del legno. Il colore dello stucco va scelto quanto più possibile vicino a quello del legno.
Se si sospetta invece la presenza attiva di tarli, è indispensabile eseguire un trattamento antitarlo periodico, almeno due volte all’anno. Le stagioni più indicate sono la primavera e l’autunno, dal momento che proprio in questi periodi le larve tendono ad essere maggiormente attive. Il trattamento si esegue stendendo sulle parti non verniciate del mobile un apposito veleno, che viene nel tempo assorbito dalle fibre distribuendosi anche nelle zone più interne.
In alternativa, se il mobile è di piccole dimensioni o può essere smontato, le parti da trattare possono essere collocate all’interno di contenitori a chiusura stagna. In questi contenitori, delle specie di “camere a gas” in miniatura, devono essere collocate bacinelle riempite di una particolare tipologia di prodotto antitarlo volatile. In questo modo, i gas liberati saturano rapidamente l’atmosfera uccidendo i tarli. Si consiglia di lasciar agire il prodotto per qualche giorno, per poi lasciare il mobile esposto all’aria sino a che l’odore non scompare del tutto.
Consolidamento del legno
Può accadere che un mobile d’epoca si trovi in uno stato di deterioramento strutturale a causa dei tarli o, più semplicemente, del trascorrere del tempo. In questi casi è possibile restaurare il mobile in questione utilizzando appositi prodotti, in grado di ovviare alla sua spugnosità e debolezza. Solitamente questi prodotti consolidanti sono a base di resine acriliche che, penetrando in profondità nel legno, ne permeano le fibre; gradualmente il prodotto si asciuga indurendosi e rinforzando dall’interno la struttura del mobile.
I prodotti consolidanti solitamente sono commercializzati sotto forma di liquidi che vanno spennellati sulla superficie del mobile antico, oppure direttamente siringati per interventi più localizzati. Per mobili di piccoli dimensioni, o parti di essi, si possono anche impiegare prodotti consolidanti da utilizzare per immersione. È importante non utilizzare mai quantità eccessive di prodotto, dal momento che indurendosi ed espandendosi esso potrebbe addirittura fratturare la struttura del legno.
In commercio si possono trovare consolidanti sia di origine naturale che sintetici. Fra i consolidanti naturali troviamo la cosiddetta “colla animale” a base di collagene, che si presenta sotto forma di gelatina. In particolare esiste una colla animale “forte”, che solitamente deriva dal collagene di suini e bovini, e la colla “di coniglio”. Questi prodotti presentano una tossicità nulla, ma devono essere utilizzati con perizia.
Fra i prodotti naturali vi è anche la cera d’api, utilizzata per interventi di consolidamento a caldo. Tipicamente, la cera d’api viene impiegata sia per immersione (in veri e propri “bagno” di cera) che per interventi localizzati, utilizzando siringhe per iniettarla negli interstizi del mobile. Anche questo prodotto è totalmente atossico, anche se il fatto di essere utilizzata con solventi organici (es. trielina e trementina) richiede una certa precauzione nel suo impiego.
Fra i consolidanti sintetici troviamo ad esempio il Paraloid B72, una resina acrilica flessibile e stabile nel tempo, e l’acetato di polivinile, una resina vinilica con un’elevata capacità di penetrazione ma che col tempo tende tuttavia a diventare molto rigida.
Pomiciatura e lucidatura
Il passo finale del processo di restaurazione del mobile è dato dalla lucidatura, che permette di ridare al mobile d’epoca il suo antico splendore e di proteggerlo nel tempo. Si può scegliere ad esempio fra una lucidatura a cera oppure a gommalacca; la prima solitamente viene utilizzata per mobili rustici, mentre alla seconda si ricorre in prevalenza per mobili di un certo pregio.
Al fine di otturare i pori del legno, prima della lucidatura è necessario stendere sulla superficie del mobile della pomice, frizionandola bene con un tampone imbevuto di gommalacca. I movimenti devono essere circolari e finalizzati a far penetrare bene la pomice all’interno dei pori; indurendosi, la ceralacca andrà a chiuderli del tutto. Se necessario, l’operazione può essere ripetuta sino a quando la superficie del mobile non sarà perfettamente liscia ed omogenea. Il tutto va poi lasciato asciugare per almeno 24 ore.
Trascorso questo tempo, si può procedere con la lucidatura. La ceralacca può essere applicata con un pennello, anche se si consiglia di utilizzare uno stoppino o un tampone che, fra l’altro, sono idonei anche a stendere la cera. In alcuni casi, come ad esempio nei mobili a pori aperti, vengono utilizzati entrambi gli strumenti: prima si stende la gommalacca con un pennello, per poi eseguire le operazioni di rifinitura con un tampone o uno stoppino. Per ottenere risultati soddisfacenti, solitamente bisogna stendere almeno quattro o cinque mani successive; fra un passaggio e l’altro si consiglia di attendere un paio di giorni in modo tale da lasciar asciugare perfettamente il prodotto sul mobile restaurato.
Potrebbe interessarti
Carte carburante per le aziende
Le carte carburante stanno diventando uno strumento essenziale per le aziende che vogliono gestire le spese di carburante in modo efficiente. Questo articolo approfondisce le diverse offerte di carte carburante delle aziende leader, evidenziando le soluzioni più economiche. Esamina inoltre la disponibilità geografica e i vantaggi regionali forniti da questi operatori, offrendo alle aziende spunti per fare la scelta migliore.
Carte Carburante per Privati: le Migliori Offerte e Abbonamenti
Le carte carburante, un tempo prerogativa delle aziende, hanno guadagnato popolarità tra gli utenti privati in cerca di praticità e risparmio. Questo articolo approfondisce la miriade di opzioni di carte carburante disponibili per i privati, confrontando le offerte e sottolineando le tendenze geografiche e le migliori offerte locali. Con approfondimenti di esperti del settore e aneddoti storici, ti guidiamo nella scelta della carta carburante giusta senza sorprese.
Noleggio furgoni: opzioni a breve, lungo termine e giornaliere
Il mondo del noleggio di furgoni è vasto e sfaccettato, e offre soluzioni sia per le aziende che per i privati. Questo articolo approfondisce le complessità delle opzioni di noleggio di furgoni, inclusi i noleggi a breve termine, a lungo termine e giornalieri, evidenziando i documenti necessari e i potenziali ostacoli. Confrontiamo anche le offerte di mercato per garantire un'esperienza di noleggio sicura e conveniente, con particolare attenzione alle variazioni geografiche e ai fornitori locali.
L'ascesa delle asciugatrici intelligenti: collegare la lavanderia a Internet
Le asciugatrici connesse a Internet stanno rivoluzionando la routine del bucato, offrendo controllo ed efficienza senza precedenti, sollevando al contempo interrogativi sulla privacy e sulla sostenibilità. Questo articolo approfondisce le caratteristiche, i vantaggi e i potenziali svantaggi di questi elettrodomestici ad alta tecnologia.