Il reiki
Introdotto da Mikao Usui, il reiki è una pratica spirituale utilizzata per il riequilibrio energetico. Il termine stesso allude all’unione tra il Ki, l’energia Vitale dell’individuo, e il Rei, energia Universale. Oggi il reiki ha messo solide radici in occidente, entrando in palestre e centri specializzati e riplasmandosi in moderne varianti.
Come funziona il reiki
L’ideogramma giapponese per reiki è l’unione di Rei e Ki, l’energia universale e l’energia vitale, a simboleggiare una connessione universale tra noi e il mondo circostante.La pratica del reiki prevede qualcosa di molto simile all’imposizione delle mani. La posizione, utilizzata dopo opportuna iniziazione, consente di canalizzare energie dall’alto potere terapeutico nel contatto con oggetti ed esseri viventi.
Il Ki, o qi, in giapponese, è un’energia contenuta all’interno del corpo umano secondo la filosofia taoista e il neoconfucianesimo. Il termine si incontra in filosofia, medicina tradizionale e nelle arti marziali, ma lo troviamo anche nella poetica, nella pittura e nella geomanzia. Il Ki corrisponderebbe al pneuma greco o al rû:ăћ ebraico, ovvero il soffio vitale, la forza vitale, l’essenza individuale.
Il praticante di reiki non emana nulla, non è un pranoterapeuta, semplicemente fa da ponte, da canale, al passaggio di un’energia. L’energia vitale universale cui accede il reiki avrebbe un grande potere curativo, essendo di per sé stessa intelligente.Tutt’oggi il reiki è utilizzato a scopi terapeutici essendo in grado, a detta di insegnanti ed allievi, di alleviare numerosi malesseri intervenendo con efficacia nel trattamento di squilibri energetici.La visione della malattia nella filosofia reiki, infatti, è diversa dal paradigma occidentale. Nel reiki, come in molte filosofie orientali, la malattia è espressione di uno squilibrio energetico dell’organismo, ed intervenire sul piano sottile può contribuire a placare anche una manifestazione fisica.
Si sostiene però che lo stesso Usui andasse oltre, definendo Reiki un vero e proprio sistema di crescita spirituale, un percorso che conduce ad acquisire maggiore consapevolezza di sé e del mondo in cui si è radicati. Alcuni studiosi, non a torto, hanno definito reiki una quasi-religione poiché, in alcune sue evoluzioni contemporanee e molto spesso occidentali, attorno alla pratica si genera un sistema con una propria etica e principi definiti da seguire.
La storia del reiki e del suo fondatore
La storia del reiki è meno antica di quanto si possa immaginare, ma non manca d’esser circondata di un’aura di misticismo e poesia. La stessa vicenda del padre fondatore è avvolta dal mistero e proposta in più versioni.Il padre del reiki, Mikao Usui, nasce in Giappone nel 1865 nel villaggio di Yago. Per studio Usui si recò in Cina ed in molti paesi occidentali, e fu studente zelante e di buona condotta.
Dopo un ritiro di 21 giorni sul Monte Kurama si dice raggiunse l’illuminazione, traguardo sperato per ogni buddista, e sviluppò un metodo per l’evoluzione spirituale che chiamò "Reiki". Nel 1922 aprì a Tokyo la Usui Reiki Ryoho Gakkai, una scuola dove insegnò il proprio metodo cominciando ad incontrare numerosi consensi.Nel 1923 Usui usò reiki per alleviare le sofferenze delle numerose vittime di un devastante terremoto, e negli anni successivi costruì una nuova scuola a Nakano.Il 9 marzo del 1926, a soli 62, fu colpito da un attacco durante un soggiorno a Fukujama, e morì. Nel corso della sua vita si dice formò 16 maestri di reiki.
Usui, secondo alcuni studiosi, fu un uomo d’affari che ricevette l’illuminazione dopo un ritiro conseguente ad un disastro economico personale. Molti seguaci del reiki tendono però a poetizzare la sua vicenda, arricchendola di innumerevoli episodi dal sapore agiografico.La tomba di Usui è in un tempio zen a Tokyo, e porta incisa in breve la storia della propria vita. Successore di Usui fu il dottor Cijiro Hayashi, che sviluppò ulteriormente il reiki lasciando la Usui Reiki Ryoko Gakkai e dando vita a Tokyo ad una propria associazione. Con questo sistema il reiki verrà codificato in una serie di tecniche più semplici e orientate sulla terapeuticità fisica.
Un’allieva di Hayashi, Hawayo Takata, porterà il reiki negli Stati Uniti, introducendo anche le attuali convenzioni per il livello di reiki master.Takata addestrò personalmente 22 master, per poi morire nel 1979. Da questo momento in poi vediamo il reiki ramificarsi su diverse strade, come l’ARA (American Reiki Association) o la Reiki Alliance.Con gli anni, inoltre, il reiki ha incontrato ed inglobato diverse teorie e tecniche di matrice new age ed esoterica sino a diventare, per alcuni studiosi, un quasi-culto. Anche se probabilmente vuol’essere tutt’altro.
I livelli nel reiki
L’esperienza del reiki può essere fatta da chiunque. Un trattamento di reiki non ha controindicazioni, ma le condizioni per divenire praticante sono subordinate all’acquisizione di un adeguato livello di pratica.Usui iniziò i suoi allievi, secondo la tradizione, in tre gradi: shoden (primo grado), okuden (ovvero "insegnamento interiore") e shinpiden (che sta per "insegnamento esoterico"). Alcuni sostengono vi siano ulteriori tre gradi, ancor più esoterici.
Il primo approccio con il reiki avviene durante un incontro di 2-3 giorni, svolto nella forma di seminario, durante il quale si insegna all’aspirante allievo come trattare se stesso e gli altri riarmonizzando la propria esistenza. E’ questo il primo livello, adatto a tutti, durante il quale si apprende un numero definito di posizioni utili per la canalizzazione (che ricordiamolo, avviene spontaneamente) dell’energia vitale. La successione delle posizioni seguirà un ordine preciso, consentendoci al contempo di concentrarci sui messaggi inviati dal nostro-altrui corpo e sulla sensazione delle nostre mani.
Il secondo livello, conosciuto come Chuden, ci consentirà di utilizzare nuovi ed efficaci strumenti nella nostra pratica. Condizione preliminare per accedere al secondo livello è una buona dimestichezza con il primo, ottenuta grazie alla pratica costante su di sé o sugli altri.E’ in questo livello che si apprende l’utilizzo dei simboli, attivati durante l’iniziazione e utilizzabili a distanza, oltre il tempo, lo spazio e la fisicità.
Il terzo livello, o livello master, è accessibile soltanto a chi ha esperienza sufficiente nei primi due, e consente un lavoro sulle energie ancor più raffinato, grazie a tecniche avanzate come la scansione del corpo. E’ un livello in cui si entra in contatto con dimensioni spirituali ancor più elevate, a detta degli istruttori.Tutti i livelli reiki hanno un costo, seguendo il principio in base al quale livelli e trattamenti, essendo strumenti preziosi, vanno valutati con un giusto prezzo.Così, per il primo livello, troveremo prezzi attorno ai 2-300 euro, per il secondo fino ai 600 euro, per il terzo ed ultimo livello tra i 3.000 e i 10.000 euro. Sarà facile, inoltre, incontrare master e seminari di approfondimento, tutti ovviamente con un costo specifico.
I trattamenti reiki
Entriamo dunque nello specifico. Come funziona un trattamento di reiki? Come viene eseguito? Chi può sottoporvisi? Dobbiamo fidarci sempre di chi ha acquisito un primo livello?E’ possibile praticare un trattamento di reiki soltanto dopo aver ricevuto l’iniziazione al primo livello, mentre tutti possono riceverne, senza distinzioni d’età e sesso.Nel trattamento il canale, così si chiama colui che opera, pone le mani sul corpo di un’altra persona (o di se stesso), sino ad avvertire chiaramente il passaggio di energia (che si manifesta come vibrazione o calore sotto le mani). I palmi sono rivolti verso il corpo e non poggiano su di esso, semplicemente lo sfiorano.Con l’esperienza il praticante diventa sempre più abile nel riconoscere queste correnti sottili, che indicano l’attivazione dell’energia vitale.Durante il trattamento, poi, presteremo particolare attenzione alle reazioni che il corpo dell’altra persona (o il nostro, in caso di autotrattamento) avrà al passaggio delle mani: avvertendo un calore forte sapremo che quella parte che stiamo trattando ha un certo bisogno d’energia, mentre al freddo corrispondono blocchi energetici. Potremmo verificare come sia ampia la gamma di reazioni possibili: da formicolii a risucchi, sino a sensazioni molto più sottili. Quando incontriamo un punto sensibile, durante il trattamento è bene insistere sulla parte interessata.
Un trattamento eseguito da un primo livello reiki si articola in una serie di posizioni standard da tenere per 5 minuti circa a posizione, ma il tutto può essere personalizzato anche in funzione della nostra sensibilità. La sequenza standard ci aiuta ma è bene ricordare che la rigidità non è necessaria.Cosa cura il trattamento? Un trattamento reiki non è una seduta miracolosa, ma un momento di raccoglimento e ritorno a sé, da accogliere con la giusta disposizione d’animo. Non speriamo dunque di curarci miracolosamente facendo svanire i nostri malanni, piuttosto rilassiamoci imparando ad ascoltare e ascoltarci. Ciascun problema, secondo la filosofia reiki, altro non è che la manifestazione di un blocco energetico che ha creato squilibrio nell’organismo. Non sorprendiamoci dunque, se sottoporci ad un trattamento completo ci provocherà febbre, malesseri vari, diarrea o nausea: l’organismo, infatti, espelle le proprie tossine in questa modalità "poco delicata".
Esistono anche trattamenti veloci, da praticare in casi di emergenza, e trattamenti base. Ricordiamo che un trattamento reiki non è sostitutivo della normale prassi medica. Semmai, la integra. Gli insegnanti consigliano anche di trattare animali, piante ed oggetti, incluse le medicine.
Reiki e chakra
In occidente il reiki ha oramai trovato una definitiva sistemazione. Si contano soltanto in Europa ed America migliaia di insegnanti, e numerose sono anche le associazioni o le libere interpretazioni di questo metodo. Che spesso strizzano un occhio al cosiddetto "universo new age" o al vasto ambito delle discipline alternative per il benessere psicofisico.
Molte scuole di reiki tendono a collegare gli insegnamenti di Usui con la dottrina dei chakras o cakra, termine sanscrito che significa "ruota" ed indica una serie di centri energetici spirituali che sarebbero presenti sul piano sottile nel nostro corpo.La fisiologia dei chakras nasce con la filosofia induista e non ha una direzione univoca, ramificandosi in complesse trattazioni a seconda del sistema religioso di riferimento (buddismo, jainsimo e via di seguito).Generalmente si identificano 7 chakra principali, la cui posizione corrisponderebbe a quella delle ghiandole endocrine, collocati lungo le nadi o canali attraverso cui scorre il prana, l’energia vitale.I 7 chakra sono muladara, situato al livello delle pelvi, svadhisthana, localizzato attorno al plesso solare, manipura chakra, nella regione dell’ombelico, anhata chakra, situato nei pressi del petto, visuddha chakra, cui corrisponde la gola, ajna chakra, localizzato in corrispondenza della fronte, e sahasrara chakra, collegato invece ad una dimensione realizzativa.
Il reiki che lavora con i chakra concentra la propria attenzione sui blocchi e gli squilibri dei chakra stessi, stimolando la risoluzione di problematiche fisiche e psichiche. Trattamenti reiki speciali in tal senso opererebbero sulla riarmonizzazione dei chakras per ristabilire un flusso energetico sano.
Si sostiene che Usui fissò i 5 principi di vita del Reiki:
Per oggi non ti preoccupare.
Per oggi non ti arrabbiare.
Onora i genitori, i Maestri e gli anziani.
Guadagnati da vivere onestamente.
Rispetta tutti gli esseri viventi.
Sono asserzioni semplici ed universali, da accogliere al di là della propria fede religiosa e da considerare con attenzione.
Associazioni ed enti che si occupano di corsi reiki
Forniamo qui un elenco di siti web di associazioni ed enti che si occupano di insegnare e diffondere la pratica del reiki. L’invito è preciso: chiedere, informarsi e, volendo, anche diffidare. Valutiamo il percorso da scegliere in base al buonsenso, cercando di ascoltare noi stessi e le nostre sensazioni rispetto alla qualità di una persona e di un contesto. Informarsi non costa nulla. Chiediamo un consiglio, perché no, anche a Google, spulciando tra i tanti risultati che ci restituisce alla voce "reiki".
Il Centro studi discipline bionaturali "La città della luce" ha sede a Ripe, in provincia di Ancona, nelle Marche. Propone l’insegnamento e la diffusione di numerose discipline bionaturali tra cui il reiki attraverso corsi, ed è ente riconosciuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Aderisce inoltre alla rete italiana dei villaggi ecologici, proponendosi come un grande laboratorio d’espressione globale aperto ad una visione olistica dell’essere umano.
L’associazione Italiana reiki ha sede in via Teocrito 50 a Milano. Si propone di divulgare il metodo tradizionale reiki giapponese per mezzo di gruppi di lavoro, manifestazioni, conferenze ed eventi di altro genere. Offre un servizio di trattamenti gratuiti per persone bisognose e si occupa di sperimentazione del metodo presso aziende sanitarie e ospedaliere. Offre inoltre seminari e corsi reiki per i tre livelli più un percorso destinato agli insegnanti.
Il komyo reiki nasce ad opera del suo fondatore, Hyakuten Inamoto, desideroso di riportare il reiki alle origini ed ai metodi utilizzati da Mikao Usui. L’associazione è gestita da Chiara Grandi, allieva del rev. Inamoto e prima insegnante italiana del metodo, illustrato nel dettaglio sul sito web.
Il centro reiki "tra i rami" ha sede a Genova, in via Andrea del Sarto. Si occupa di trasmettere il reiki attraverso seminari e corsi reiki e curare con trattamenti veloci e di base. L’associazione divulga inoltre contenuti di taglio antroposofico, mentre il calendario completo degli eventi è esposto nel dettaglio sul sito web.
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