Radiatori elettrici

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Funzionamento

Sebbene la maggior parte delle nostre case sia dotata di un impianto di riscaldamento, è anche vero che ci sono delle circostanze, o semplicemente delle esigenze, che ci possono spingere a prendere in esame degli apparecchi aggiuntivi, studiati per rendere confortevoli e calde le stanze in cui viviamo la maggior parte del nostro tempo.

I radiatori elettrici funzionano sfruttando due principi, producendo e diffondendo calore per convenzione e per irraggiamento, sebbene quasi tutti quelli presenti sul mercato optino, poi, per uno solo dei due sistemi (almeno prevalentemente).

Ma qual è la differenza tra i due tipi di funzionamento? Si dice che il calore viene ceduto all’ambiente per convenzione quando la corrente, attraverso il passaggio per una resistenza, riscalda l’aria circostante, successivamente spinta nel resto della stanza attraverso una ventola.

La superficie così riscaldata, ma anche la resistenza, emettono inoltre delle onde elettromagnetiche, delle radiazioni a raggi infrarossi che riscaldano colpendo, pur se a distanza, un oggetto o un corpo posto sulla stessa traiettoria. Si parla, in quest’ultimo caso, di irraggiamento.

Il riscaldamento effettuato principalmente per convenzione ha, come principale svantaggio, un certo incremento della polvere in casa, favorendone la circolazione. Inoltre, tende a seccare maggiormente l’aria. L’irraggiamento, invece, è più vantaggioso dal punto di vista dei consumi, dato che è sufficiente una minore quantità di energia per riscaldare una stanza, produce aria calda che si distribuisce in modo più uniforme, evita il ridursi del tasso di umidità e la conseguente secchezza dell’aria.

Quando si valuta l’acquisto del radiatore elettrico, anche la potenza termica deve essere presa in considerazione. Per valutarla, è sufficiente leggere l’indicazione riportata in watt sulla scatola, poiché il produttore deve dichiararla per legge. Anzi, essa viene ricavata tenendo conto della norma Uni En 442 che prevede accurati test in laboratorio in situazioni d’uso standard.

Come scegliere

I radiatori elettrici non sono pensati per essere collegati all’impianto di riscaldamento pre-esistente ed avviene lo stesso per quello che riguarda i termoventilatori e i termoconvettori (appartenenti alla stessa grande famiglia): questi due ultimi modelli sono l’ideale, comunque, per le camere molto grandi, poiché sono in grado di emettere dei getti d’aria calda molto potenti, accelerando il processo di riscaldamento.

Importante, nella scelta del radiatore, anche la voce riguardante i consumi, dato che non si può dimenticare il peso che tali apparecchi hanno poi sulla nostra bolletta energetica. È importante considerare con attenzione il luogo in cui andranno piazzati, poiché non sono tutti adatti, ad esempio, ad essere installati in posti umidi, come una sala da bagno, e devono sempre essere posizionati lontano dall’acqua, per non correre il rischio di innescare cortocircuiti.

Alcuni modelli offrono la cosiddetta funzione “antigelo”: non è una caratteristica imprescindibile in un radiatore elettrico, quindi, se siete particolarmente interessati ad averla, informatevi prima che sia presente. In pratica, i radiatori con antigelo fanno sì che, una volta impostati su tale opzione, non riscaldino una camera ma impediscono che in essa si formi del ghiaccio. Sono utili soprattutto in case abitate di rado, come nel caso di baite in montagna per le vacanze.

I modelli e le tipologie di radiatori sono molto varie, ma per tutti valgono alcune considerazioni riguardanti l’uso. Bisogna considerare fin da subito che i radiatori elettrici nascono come componente aggiuntiva e di supporto ad un impianto di riscaldamento tradizionale, e non soltanto perché molto più dispendiosi di quest’ultimo.

Un’ulteriore ragione è data dalla difficoltà a mantenere accesi tali dispositivi in concomitanza con altri di uso comune, come asciugacapelli, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie. Inoltre, è bene ricordarlo, non sono adatti ad essere coperti con dei panni, per cui, se cercate una soluzione per far asciugare più rapidamente il vostro bucato, un radiatore elettrico non è quello che può fare al caso vostro, dato che per motivi di sicurezza, non deve mai essere ostruito da alcunché posto sulla superficie riscaldante.

Tipologie

I radiatori elettrici sono presenti sul mercato in tipologie diverse: vediamo rapidamente, quindi, quali sono le proposte che potrebbero fare al caso nostro. Abbiamo parlato, in precedenza, dei termoventilatori: questi apparecchi sono l’ideale per i piccoli ambienti, che vengono riscaldati molto rapidamente grazie al calore generato da una resistenza e diffuso attraverso un ventilatore sito all’interno.

La potenza non è male, arrivando ad un massimo di 2000 Watt, e hanno due grandi vantaggi. Il primo, è la possibilità di essere installati a parete; il secondo è che possono essere messi anche nel bagno, poiché esistono delle versioni apposite, con delle protezioni contro gli spruzzi d’acqua.

Un po’ più grandi dei termoventilatori sono i termoconvettori: nonostante siano dotati di una ventola apposita per accelerare il processo di distribuzione del calore, sono sempre meno efficienti dei cugini più piccoli.

I radiatori elettrici ad olio, invece, sono assimilabili ad un calorifero tradizionale, sebbene siano alimentati a corrente. Questo comporta il fatto che il riscaldamento delle stanze non avviene in modo veloce ma anche che il calore viene mantenuto per più tempo, pur una volta spento il dispositivo.

Esistono, poi, i radiatori al quarzo. Si tratta, in realtà, di apparecchi utili solo per ambienti molto piccoli, poiché il calore viene emesso attraverso dei raggi a infrarossi, che riscaldano in modo diretto chi è vicino al radiatore. Della stessa famiglia anche le piastre radianti in ghisa.

Il principale punto di forza di questi apparecchi è dato dalla elevata inerzia termica, il che vuol dire grande capacità di accumulare notevolmente il calore, trattenendolo per lunghi periodi e rilasciandolo nell’ambiente circostante molto lentamente. Basti immaginare che, dopo essere stati spenti, possono continuare a riscaldare la stanza di casa nella quale sono collocati per ulteriori due ore, con un’efficienza pari al 50% per quello che riguarda la seconda ora.

Caratteristiche

Come abbiamo visto, i radiatori elettrici sono dei validi sostituiti o integratori dell’impianto di riscaldamento: sono anche utili in case molto grandi ma non completamente abitate, nelle quali si trascorre la maggior parte del proprio tempo in una sola stanza.

È dunque piuttosto importante, a meno che non si abbiamo altre specifiche esigenze, scegliere dei modelli che siano facilmente trasportabili da una stanza all’altra: molti di essi sono provvisti di ruote proprio per facilitare questo compito e anche di vani in cui arrotolare e conservare il cavo di alimentazione.

La potenza termica più o meno elevata, ad ogni modo, non li rende adatti al riscaldamento di un’intera abitazione, soprattutto a causa dei consumi elettrici molto elevati. Tuttavia, è possibile trovare in commercio dei radiatori molto sofisticati, dotati di potenze differenti e quindi regolabili, di protezione antigelo e di una superficie per l’irraggiamento che può essere potenziata fino al 35%.

I radiatori elettrici, per la particolarità di non essere inseriti su di una parete, come avviene per i tradizionali termosifoni, ricreano il cosiddetto “effetto camino”. L’aria fredda proveniente dal basso salirà e si convoglierà verso l’alto, aumentando l’effetto nel momento in cui si incanala attraverso la struttura lamellare del radiatore.

I migliori radiatori elettrici hanno delle griglie poste anche sui lati, grazie alle quali riescono a cedere all’ambiente fino al 20% in più di aria calda. Alcuni sono anche dotati di umidificatori, realizzati grazie a dei serbatoi d’acqua posti all’interno dell’apparecchio: si consente, in questo modo, il mantenimento di un’umidità costante all’interno dell’ambiente, che altrimenti potrebbe risultare troppo secco, creando problemi respiratori e dermatologici.

I radiatori elettrici ad olio, molto diffusi all’estero e un po’ meno in Italia, devono essere dotati obbligatoriamente di un termostato di sicurezza che, secondo quello che prevedono le normative in vigore, non può essere tarato per superare gli 80° C.

Consumi

I radiatori elettrici non brillano per performance dal punto di vista dei consumi, ma esistono delle piccole accortezze con le quali è possibile risparmiare e renderne più efficiente l’uso. Prima di tutto, la temperatura impostata non deve essere né troppo calda né troppo fredda: i radiatori sono dotati di termostati attraverso i quali controllare i gradi raggiunti dal dispositivo.

È molto facile individuarla: di solito è una manopola posta lateralmente, usando la quale si blocca l’afflusso del liquido riscaldante, al raggiungimento del livello di calore desiderato. Se si è attenti alla regolazione della temperatura, i consumi possono diminuire fino a far segnare il 20% in meno. Un ulteriore elemento che serve a ridurre gli sprechi energetici è il timer, di cui sono provvisti alcuni radiatori elettrici.

Con il timer si imposta un preciso orario per accendere ma anche per spegnere il dispositivo: non si corre così il rischio di lasciarlo acceso per molte ore a causa di una dimenticanza. Per avere un’idea dei consumi di un radiatore elettrico ci basti sapere che, per un modello con sei elementi riscaldanti, si spende circa 1,2 kW/h, importo che aumenta già con dieci elementi ad oltre i 2 kW/h.

A questo va poi aggiunta la problematica relativa all’assorbimento di corrente elettrica, onde evitare, una volta collegato il dispositivo alla rete, di far saltare regolarmente l’impianto, a meno che non si voglia dover usare il dispositivo riscaldante in esclusiva.

Sempre a titolo d’esempio, un radiatore che ha un consumo di 2.500 watt non può essere attaccato in contemporanea ad ulteriori elettrodomestici, possedendo un normale contatore da 3 kW. Un consiglio utile per risparmiare sui consumi energetici riguarda la scelta di un modello dotato di due resistenze indipendenti.

In questo modo, si potrà azionare prima tutte e due le resistenze, per riscaldare velocemente l’apparecchio e l’ambiente, e poi, dopo anche solo un quarto d’ora, si potrà mantenere il calore tenendo accesa solo la resistenza meno potente. Considerate che, adottando questa piccola accortezza, si arriva ad un risparmio del 35%.

Sicurezza

La prima qualità di un radiatore, in quanto dispositivo elettrico, è la sicurezza. Vero è, anche, che esso deve garantire prestazioni efficaci ed efficienti ma senza un’adeguata dotazione per quello che riguarda la sicurezza durante il funzionamento, anche il miglior prodotto diventa poco raccomandabile.

Tuttavia, non si può valutare soltanto la sicurezza del dispositivo: anche i nostri la comportamenti e le situazioni d’uso devono essere quelle corrette. Come abbiamo già avuto modo di dire, i radiatori elettrici non vanno mai coperti né con panni bagnati né con fogli di carta o altri oggetti: il rischio è che si fonda l’apparecchio o, peggio, che si possa innescare un corto circuito o un principio d’incendio.

Come comportarsi, poi, in bagno? In linea di principio, non è vietato l’utilizzo di un radiatore elettrico in bagno, anzi sono in tanti coloro che ne acquistano uno proprio per riscaldare questo ambiente, ma la scelta del modello giusto deve essere condotta con grande attenzione.

Infatti, è noto che acqua ed elettricità non sono due termini che vanno particolarmente d’accordo: di conseguenza, solo alcuni modelli possono essere usati senza problemi in ambienti umidi. Quando si acquista un radiatore elettrico per la sala da bagno, quindi, si deve avere cura che presenti la dicitura di sicurezza relativa, la sigla IPX.

Ad essa dovrebbe anche accompagnarsi un numero che va da 1 (sicurezza sufficiente) a 4 (sicurezza ottima). Per avere una maggiore chiarezza riguardo al posizionamento in bagno, va detto che oltre i due metri e mezzo da vasca o doccia, non occorrono particolari protezioni o accorgimenti, che diventano, invece, necessari, tra i sessanta centimetri e i due metri e mezzo di cui sopra.

A meno di sessanta centimetri, invece, non si dovrebbe predisporre nessun apparecchio elettrico poiché è troppo elevato il rischio che si può correre nel caso in cui ci cadesse addosso.

Publicato: 2010-08-15Da: Redazione

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