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Categoria: Archivio Bellezza
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I capelli nella storia dell’uomo

Fin da tempi remoti l’ uomo ha attribuito significati particolari ai capelli, associandoli spesso alla sfera sessuale dell’ individuo. Per la nostra cultura il capello corto viene associato al maschio, mentre quello lungo alla femmina ed’ è cosi che definiamo un parametro sessuale ben preciso. Nel momento in cui sopraggiunge la calvizia ci si sente frustrati e privati di un qualcosa che serve ad affermare la nostra sessualità ed il nostro ruolo sociale: un uomo si sentirò privato della mascolinità ed una donna della femminilità.

Ma nella storia ai capelli sono state attribuite anche leggende, mode, significati religiosi e persino bellici: pensiamo per esempio all’ usanza di “fare lo scalpo” praticata principalmente dagli indiani d’ America come ulteriore affermazione della loro superiorità sul nemico, o ancora alle streghe che venivano rasate prima di essere condotte sul patibolo, perchè si pensava che nei loro capelli risiedesse gran parte della loro malvagità.

Gli antichi Egizi invece, attribuivano ai capelli un significato magico ed usavano seppellirli dopo averli tagliati, per sottrarli a riti malvagi, o alle popolazioni dell’ oceano pacifico, dove la crescita dei capelli segnava il passaggio all’ età adulta, tanto che un maschio non veniva considerato sessualmente maturo doveva portare i capelli rasati o comunque coperti da una calotta che ne rallentava la crescita. Arrivando al nostro secolo abbiamo visto che portare i capelli in un determinato modo ha significato appartenere ad uno specifico movimento politico, come per esempio per i “cepelloni” degli anni 70, o il punk degli anni 80, con le creste dalle punte vertiginose, fino alle teste rasate degli anni 90.

Oggigiorno probabilmente non esiste una moda che permetterà di catalogare gli anni che stiamo vivendo ma basta guardare gli innumerevoli messaggi pubblicitari sulle tinture, shampoo, balsami, per capire che diamo tutt’ oggi una grande importanza alla nostra capigliatura: le donne spendono cifre vertiginose per farsi applicare le “extension” e gli uomini, fin da giovani, si preoccupano di avere tagli alla moda. In realtà la chioma non ha un utilità per la nostra sopravvivenza, potremmo vivere benissimo anche senza e probabilmente, l’ uomo del futuro considererà i capelli obsoleti e poco igenici e preferirà radersi.

Tipi di calvizie

Il tipo di calvizia più diffusa è l’ Alopecia androgenetica o seborroica che colpisce l’ 80% degli uomini ed il 50% delle donne. Gli elementi che contribuiscono all’ insorgere di questa forma di calvizia sono due: gli androgeni, che stimolano la produzione di sebo andando a “strozzare” il bulbo e la predisposizione genetica che determina la velocità con cui il fenomeno si sviluppa. Inoltre un altro elemento importante è la salute del nostro organismo, il livello di stress e ansia. Alcune zone del cuoio capelluto hanno follicoli più influenzabili dalla nostra salute e proprio in queste zone si noterà il diradamento dei capelli.

E’ possibile individuare altri 3 tipologie di calvizia: Alopecia areata, Defluvium telogenico e Alopecia cicatriziale. L’ Alopecia areata colpisce in giovane età (dai 5 ai 40 anni) sia donne che uomini. E’ causata molto spesso da stati di ansia e depressione o da problemi legati alla tiroide. I capelli cadono facilmente e a chiazze; hanno la radice più sottile rispetto alla punta e spesso si avverte prurito al cuoi capelluto.
Defluvium telogenico: i capelli appaiono unti, opachi e sottili; non’ è considerata una vera e propria malattia ma viene messa in relazione ad eventi traumatici come stress fisico e psicologico.

In fine l’ Alopecia cicatriziale che interessa una sola zona del cuoi capelluto, può essere più o meno ampia, dove la pelle risulta particolarmente sottile e priva di follicoli piliferi. Ne esistono diverse forme come per esempio la tricotillomania, un tic nervoso che induce a strapparsi i capelli. Può anche presentarsi in seguito ad interventi chirurgici sul cuoio capelluto ed eventi di natura traumatica come ustioni, tagli o ferite.

Malattie della pelle dovute ad infezioni micotiche possono anch’ esse causare alopecie cicatriziali, con arrossamenti e la “rottura” del capello. E’ necessario in questo caso rivolgersi ad un dermatologo, e dopo un’ adeguata cura si dovrebbe tornare ad una condizione di normalità.

Differenze tra calvizia maschile e calvizia femminile

La calvizia maschile interessa il 60% degli uomini sotto i 30 anni ed il 70% dopo i 30. I fattori principali che concorrono al diradamento sono tre: ormonali, genetici e temporali. I follicoli piliferi sono infatti sensibili al testosterone che tende ad aumentare la produzione di sebo attaccando il capello e strozzando i bulbi piliferi. Questo processo ha inizio subito dopo la pubertà, quando nel maschio cominciano a comparire barba e peli sul corpo, ed ha una lenta evoluzione considerata naturale. In certi soggetti però entra in gioco un secondo fattore: quello genetico, che accelera il fenomeno in modo anomalo ma conforme alla storia familiare.

Oggigiorno si studia la correlazione tra testosterone ed epitestosterone che indicherebbe la predisposizione alla calvizia, così che in futuro si possa prevedere l’iter della calvizia analizzando ciocche di capelli. Possiamo così dividere la calvizia maschile in due principali categorie: quella ad evoluzione lenta, che non evolve mai in forme gravi e si sviluppa tra i 27 e i 35 anni, e quella ad evoluzione rapida che ha inizio verso i 18 anni aggravandosi nei successivi 5 e si evolve completamente a 28 /30 anni.

La calvizia femminile è più rara in quanto gli estrogeni contrastano l’ azione degli androgeni sui bulbi. Tuttavia, i frequenti trattamenti estetici come tinture, decolorazioni e pettinature forzate tendono ad indebolire il capello e possono contribuire fortemente sulla caduta. Il rischio di calvizia è accentuato in due periodi della vita di una donna: la gravidanza e la menopausa, dove vi è un naturale disequilibrio nel metabolismo e un calo della produzione di estrogeni.

Solitamente la zona colpita dalla calvizia femminile appare generalizzata e diffusa in una area, lasciando una linea di attaccatura sulla parte frontale. Per ridurre la possibilità dell’ insorgere della calvizia possiamo evitare i trattamenti che indeboliscono la cuticola, proteggere i nostri capelli da agenti atmosferici traumatici come per esempio l’ esposizione prolungata al sole che tende a seccarli, l’ acqua salata, il vento; evitare di spazzolarli con violenza specialmente da bagnati ed utilizzare prodotti ricchi di sostanze nutritive come balsami e creme.

Cure mediche e cure naturali anticalvizie

Anche per quanto riguarda i “rimedi”, l’ uomo si è dato da fare fin dall’ antichità: la storia ci informa che Giulio Cesare usava “riportarsi” i capelli verso la fronte per nascondere la sua calvizia; ai tempi di Commodo venivano usate miscele di mirra e laudano. Plinio insegnava a strofinarsi il capo glabro con soda e applicare infusi di vino e zafferano.

Successivamente gli ingredienti per contrastare la calvizia compresero anche l’ utilizzo di ginepro, felce, linosa e persino saliva di cavallo! Coloro i quali non riuscivano a contrastare la caduta dei capelli si consolavano leggendo gli “elogi alla calvizia” che esortavano ad abbandonare i clichè della bellezza.

Oggi, per nostra fortuna, abbiamo a disposizione avanzate tecnologie e conoscenze mediche importanti che ci permettono di affrontare il problema con risultati decisamente più apprezzabili! La medicina è in continuo sviluppo e si stanno ricercando nuovi farmaci capaci di contrastare il problema. Poco efficaci si sono comunque rivelati i farmaci che tendevano a diminuire la produzione di sebo e quelli a base di ormoni che causavano problemi di libido.

L’ attenzione dunque è concentrata su nuovi farmaci che riducono l ‘ azione del testosterone, ma ne viene comunque sconsigliato l’ utilizzo prima dei 35 anni, a favore di prodotti naturali come per esempio integratori alimentari e prodotti per uso locale a base di minoxidil. Il minoxidil è infatti uno dei prodotti che può essere usato localmente, anche se si è rivelato meno efficace di quello che si sperava. Esso tende a sviluppare la fase anagen del capello, ovvero la fase di crescita.

Possiamo utilizzare shampoo delicati e specifici, che limitano la produzione di sebo e contribuiscono a correggere i piccoli disturbi del nostro cuoio capelluto, oppure il progesterone naturale, un ormone che inibisce il follicoli del capello all’ utilizzo del testosterone, dal cui derivano anche, ed altrettanto efficaci, il cirpoterone e il solfato di estrone. E’ importante sapere che una dieta dimagrante sbagliata ed aggressiva può comportare un calo di vitamine e un successivo insorgere di anomalie nel capello.

Allo stesso modo è determinante un calo di sali minerali e di proteine, dove, in carenza di aminoacidi come la cistina, cisteina e glicina è stato riscontrato una calo della crescita pari al 27% e un atrofia del bulbo riscontrabile nel diametro Per quanto riguarda la donna, se la causa è uno scompenso ormonale, si somministra la pillola anticoncezionale abbinata ad un prodotto con applicazione locale contenente lo stesso androgeno.

Cure chirurgiche, fisiche e future anticalvizie

L’autotrapianto:
Consiste nel trapiantare unità follicolari e si pratica solo ed esclusivamente dopo un attenta analisi del soggetto. Il recente metodo Choi permette di innestare le unità senza praticare tagli, riducendo cosi al minimo il trauma chirurgico. Bisogna però tenere presente che la risorsa di bulbi da prelevare per il trapianto non ‘è infinita e che questo procedimento non arresta la caduta, ma interviene in modo da “riempire” la parti già colpite da calvizia. Attualmente si stanno compiendo studi per risolvere questo problema e in futuro sarà forse possibile clonare i follicoli potendo cosi effettuare trapianti anche su soggetti completamente calvi grazie al numero illimitato di unità follicolari che si avranno a disposizione, anche se attualmente le nostre conoscenze in campo medico non ci permettono di ottenere tali risultati.

Laserterapia:
Deriva dall’ inglese”amplification light” è consiste in un fascio di luce invisibile che possiede un’ azione benefica per il cuoi capelluto, stimolando la micro-circolazione del sangue e permettendo una miglior ossigenazione del bulbo. Questo trattamento è associabile all’ utilizzo di prodotti “locali” e a micromassaggi elettronici. La laserterapia è particolarmente apprezzata in quanto si riesce a “colpire” con estrema precisione le parti da trattare, comporta un livello minimo di “invasione”, spesso non necessita di anestesia locale in quanto praticamente indolore e non comporta sanguinamento.

L’ endermologie:
sono micro-massaggi praticati al cuoi capelluto che ne migliorano lo stato di salute. Si effettua solitamente una seduta a settimana per un minimo di tre mesi. Tra i rimedi in fase di studio vi è la terapia enzimatica, che prevede l’ utilizzo di una proteina in grado di riattivare la crescita dei capelli attraverso la stimolazione delle cellule staminali del bulbo, e l’ infiltrazione di plasma autologo, secondo la quale, infiltrando il plasma del paziente nel cuoi capelluto, si stimolerà la crescita del capello.

Consigli per avere capelli forti e sani

E’ necessario curare e proteggere i capelli come ogni parte del nostro corpo: siamo abituati ad andare dal medico per un controllo generale e dovremmo prestare altrettanta attenzione per prevenire l’ indebolimento della nostra cute e prevenire così una possibile calvizia. Il Lavaggio: bisogna prima di tutto fare distinzione tra capelli secchi e capelli grassi. I capelli secchi tendono a diventare opachi e fragili ed’ è importante mantenere il cuoi capelluto idratato con prodotti delicati, lavandoli al massimo due volte a settimana, per evitare di rimuovere lo schermo lipidico naturale che protegge la fibra del nostro capello.

Per quanto riguarda i capelli grassi invece, che tendono ad essere unti e appesantiti, è necessario lavarli anche tutti i giorni, con prodotti che puliscano bene la pelle, in modo da permettere la penetrazione dei principi attivi che devono arrivare al follicolo pilifero. Consultare un dermatologo può aiutare a scegliere il prodotto giusto. Lo shampoo: esistono shampi antiforfora che contengono catrami e sali di zinco ed hanno un’ azione lenitiva, e shampi anti-seborroici che combattono l’ untuosità dei capelli riducendo la produzione di sebo.

Se poi vogliamo dare ai nostri capelli lucentezza e volume possiamo associare allo shampoo l’ utilizzo di balsami, creme e lozioni da frizionare sui capelli. Ne esistono di diversi tipi: antiforfora, anti-sebo e anti-caduta: quest’ ultimi in genere a base di vitamine e prodotti vegetali. Se vogliamo poi “mascherare” le zone colpite da calvizia possiamo ricorrere ai cosiddetti “hair concealers”.

Questi prodotti contengono micro-fibre che, sotto forma di polveri, vengono sparse sui capelli ai quali si legato per trazione elettrostatica. Sono presenti sul mercato in diverse tonalità e possono essere rimosse con un semplice lavaggio. Ricordiamo infine i semi di lino, spesso utilizzati nella composizione di “impacchi”, che ristrutturano e riparano il capello ed hanno un’ azione anti-crespo.

Publicato: 2010-04-03Da: Redazione

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