Scelta del parquet
La prima scelta da effettuare è tra parquet tradizionale o prefinito, in stretta relazione con il tipo di posa che si ritiene di voler seguire. Il primo generalmente si trova grezzo, in legno massello non ancora levigato e spesso, questo permette di rilevigarlo e riverniciarlo più volte nel tempo. Difficile stabilirne il prezzo medio, in quanto varia a seconda delle essenze, dello spessore e delle dimensioni delle doghe. Conta anche il disegno: quello a venatura regolare (rigatino) è più pregiato, ci sono poi le prime e le seconde scelte, e le tavole con venatura irregolare, compresa le presenza di nodi (nodino).
Mentre, il prefinito è costituito da un supporto in legno povero e da uno strato di legno nobile di 3-5 mm, già levigato e verniciato, con incastri che ne facilitano la posa, che risulta più veloce ed il pavimento è immediatamente calpestarle (se galleggiante), ma accetta meno levigature, è meno isolante e lo strato di legno povero è facilmente attaccabile da muffe ed insetti. All’acquisto costa di più rispetto ad uno di tipo tradizionale, soprattutto perché lamatura e verniciatura sono già eseguite durante il processo produttivo.
Il parquet è un pavimento a mosaico ed è possibile seguire diverse geometrie di posa: regolare in linea o in diagonale, sfalsata in linea o in diagonale, a spina di pesce lineare o diagonale. All’acquisto bisogna sempre considerare un’abbondanza del 5-10% per fronteggiare lo scarto possibile a seconda della geometria del locale ed il materiale va lasciato almeno 72 ore nel locale da rivestire per adattarsi al clima: il legno è vivo, si muove e va posato dopo che si è steso. Anche in seguito sono possibili dilatazioni: per questo è bene lasciare 7-8 mm di distanza dalle pareti, spazio che l’applicazione del battiscopa nasconde senza lasciare traccia.
La posa va eseguita con temperature non superiori a 20°C, iniziando dalla parete più dritta; nella posa lineare bisogna tener conto della presenza delle finestre e disporre le liste perpendicolari alla fonte luminosa, rendendo meno visibili le giunzioni. Il parquet tradizionale, dopo la posa, necessita di levigatura, sigillatura dei pori e finitura di superficie con cera o vernice; con alcuni legni, specialmente con il teak, è consigliabile un’oliatura che ne esalta la naturalità.
Tipologie di posa
Negli ambienti scarsamente illuminati è meglio orientarsi su tonalità chiare, ma prima ancora è importante considerare in quale locale va posato il parquet. Bagno e cucina sono luoghi notoriamente umidi, i legni più idonei allo scopo sono quelli esotici (teak, iroko, dossi); specialmente in cucina può essere utile un legno più duro, ad esempio il padouk, vanno evitate le specie europee che sono caratterizzate da una durezza decisamente inferiore.
Per evitare sorprese, bisogna sapere che il legno tende generalmente a scurirsi con l’esposizione alla luce, ma il teak si comporta esattamente al contrario. Le stesse essenze menzionate in precedenza si sposano bene con i riscaldamenti a pavimento, situazione inadatta, ad esempio, per un parquet in rovere; come regola, sia nella zona giorno che nella zona notte andrebbero mantenuti la stessa essenza e lo stesso tipo di posa.
L’utilizzo della posa flottante permette di riutilizzare i listelli eventualmente in altri ambienti, in quanto sono svincolati dal supporto. Si incastrano con una combinazione maschio-femmina, ma i listoni vanno comunque isolati dalla base del pavimento con un tappetino spesso circa 2 mm, con un telo di nylon o con polietilene a cellule chiuse; lo scopo è quello di limitare la risalita di umidità ed attenuare i rumori da calpestio. Il montaggio del parquet flottante è decisamente rapido e questo tipo di posa può essere applicato solo per parquet prefiniti; inoltre, non occorre attendere i tempi di asciugatura della colla ed il pavimento è subito calpestabile.
Un’altra soluzione di installazione del parquet è la posa incollata. È indicata soprattutto per parquet in massello o per prefiniti da 10 mm; sul pavimento viene stesa una colla specifica utilizzando una manara dentata, procedendo a settori non superiori a 2 metri quadrati. La colla può essere mono o bi componente, poliuretanica o vinilica a seconda del supporto e del legno da incollare. Questo tipo di posa è da preferire, ad esempio, per una collocazione in bagno: si evita il pericolo che una discreta quantità d’acqua rovesciata accidentalmente possa infiltrarsi attraverso il battiscopa.
Mentre, la posa inchiodata si utilizza solo per doghe in massello spesse almeno 18 mm, che necessitano, in questo caso, di un’intelaiatura sottostante di legno, che aumenta notevolmente lo spessore complessivo.
Dove si posa il parquet
In caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni complete, il parquet viene applicato su un sottofondo fatto ex-novo, il massetto. La stesura del massetto deve essere perfettamente piana e compatta per fornire un corretto supporto a qualsiasi tipo di pavimento. Di solito il tempo di maturazione del massetto è 7-10 giorni circa.
Nel caso in cui nell’abitazione è già presente una pavimentazione e si volesse evitare di smantellarla, sia per evitare disagi di polvere che per i materiali da smaltire, si può posare il parquet sul vecchio pavimento. Per questo genere di applicazione si può ricorrere alla posa incollante o flottante.
Se si tratta di una nuova costruzione in cui è stato installato il riscaldamento a pavimento, occorre, prima di posare il parquet, eseguire una gettata di massetto che ricopra i pannelli dei tubi dell’acqua calda in maniera tale da preparare la superficie su cui posare il pavimento.
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