Penne stilografiche

Categoria: Archivio Collezionismo
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Storia

Nel secolo X si trovano le notizie più antiche sulla penna provvista di serbatoio. Nel lontano Egitto, precisamente nell’anno 953, il sultano volle una penna che non sporcasse le dita e la tonaca, e gli donarono una penna che conteneva un piccolo serbatoio pieno di inchiostro collegato al pennino per dei fattori gravitazionali e capillari. Probabilmente, però ci furono altri tentativi di invenzione della penna stilografica persino precedenti a queste citazioni.

Il geniale Leonardo Da Vinci fece degli schizzi che rappresentavano una penna provvista di serbatoio con inchiostro; questi disegni furono la base per la creazione di penne moderne. Studiando la calligrafia dello stesso Leonardo, si scopre uno stile continuativo e regolare, improbabile da avere se avesse usato il pennino, quindi intingendo ripetutamente l’inchiostro. Quindi, si può concludere in maniera tutt’altro che illogica che l’artista abbia inventato la penna che aveva ideato nei disegni, e che poi l’avesse usata per continuare i suoi lavori.

Il tedesco Daniel Schwenter documentò di una particolare penna costituita da due piume d’oca, che avevano una funzione combinata: la prima conteneva l’inchiostro come un serbatoio, e la seconda lo utilizzava di conseguenza. Il liquido rimaneva in aderenza con la penna tramite del sughero, e si trasferiva nel puntale del pennino passando per un piccolo buco. Questo genere di penne si produssero nel secolo XVII ma, sfortunatamente, non ne rimase nemmeno un singolo esempio.

Solo nel secolo XIX la ricerca di una penna con affidabilità elevate insorse lenta e in maniera significativa; questo è dovuto ad una poca conoscenza del meccanismo di pressione dell’aria utilizzato nel rendere funzionale la penna, e di come i componenti degli inchiostri siano molto corrosivi, con tassi elevati di sedimenti.

Fino a tutto questo secolo continuarono le ricerche verso la “penna infinita”, ma nonostante tutto, la data ufficiale della nascita della penna stilografica come noi la conosciamo è da attribuire all’anno 1883, quando Lewis Edson Waterman, inventore dell’alimentazione a multicanali, iniziò a sviluppare il primo prototipo affidabile della penna. Anche se ai tempi c’erano già diversi tipi di stilografiche, Waterman ebbe comunque un ruolo molto importante nella sua nascita.

Caratteristiche

Formate da un pennino e una piccola canna contenente inchiostro, le penne stilografiche prendono vita grazie a un sistema che va a gestire capillarità e gravità del liquido contenuto.

Ci sono molteplici modi per ricaricare questa particolare penna: dalla semplice cartuccia, al contagocce, ed altre tipologie di riemissione dell’inchiostro. Le più recenti sono provviste di cartucce usa e getta, oppure di un piccolo meccanismo a pistone collegato a un serbatoio rimovibile.

Per fare funzionare le penne stilografiche, il procedimento è collegato a degli equilibri bilanciati di forze che permettono, con una pressione delicata del pennino sopra il foglio, di fare raggiungere il liquido al proprio documento.

Interessante, e per niente scontato, è il sapere come possono essere impugnate le penne stilografiche per un utilizzo realmente comodo e ottimale. La sua realizzazione fa si che la penna stilografica non possa essere usata lasciando la punta in maniera verticale, bensì mantenendola adagiata sul foglio, permettendo che il punto inferiore del pennino vada a strisciare su esso.

Data la naturalezza della posizione della mano – difatti non si fa altro movimento che mettere la stilografica nello spazio fra il pollice e l’indice – , esplica un grande punto in suo favore se paragonata alle classiche penne a sfera, mantenute rigorosamente, e a lungo andare scomodamente, in maniera verticale.

In aggiunta questa raffinata penna non deve essere sorretta, ma semplicemente accompagnata per piccoli spostamenti, usando la punta del dito medio come un altro confortevole appoggio. Dato che il peso semplice della penna è già abbastanza per fare avanzare la scrittura, la stilografica non ha alcuna esigenza di pressione per farla funzionare.

Quando invece si ha l’esigenza di variare la dimensione del tratto, per personalizzare ulteriormente la propria calligrafia, la pressione su di essa contribuisce ad allargare – in corrispondenza di quanto lo si voglia accentuare e di quanto sia flessibile – la punta del pennino.

Le caratteristiche precedentemente elencate fanno sì che la scrittura con questa tipologia di penna sia molto più confortevole e di facile utilizzo rispetto ad altre penne, permettendo di scrivere più a lungo senza stancarsi.

Difatti, anche nell’era della modernità dove stiamo vivendo, e nonostante tutte le tecnologie inventate per creare il massimo confort ed eleganza nello scrivere, le penne stilografiche rimangono le penne per eccellenza per gli scrittori e gli appassionati, che la reputano il miglior strumento di scrittura manuale e dallo stile inconfondibile.

Modelli

Le prime modalità di ricarica erano a contagocce: il fermo fra il pennino e l’alimentatore poteva essere tolto per effettuare la ricarica; oppure le cosiddette penne rientranti, che utilizzavano un meccanismo elicoidale per retrocedere dentro la stilografica. All’inizio del 1900, venne messa in commercio la prima penna con la tecnologia di caricamento automatico.

Il procedimento per fare funzionare questo tipo di penna fu chiamato “crescent filler”: consisteva in un piccolo sacchetto di gomma schiacciato da una piccola barra di metallo, dove agiva in maniera diretta spingendo un piccolo pulsante a forma di mezzaluna convesso al corpo della penna; lo stesso meccanismo veniva bloccato da un piccolo anello di ebanite che non consentiva la compressione involontaria.

Se lo si vede in maniera meccanica il meccanismo è tutt’altro che complesso, ma secondo alcuni il piccolo “bottone” che permette il tutto di funzionare pecca di estetica, ma dato che protegge la stilografica da eventuali cadute, viene considerato, nonostante tutto, un meccanismo utile.

Questa tipologia di meccanismo rimane sul mercato per vent’anni, fino a che Walter Sheaffer mise in vendita la prima penna stilografica con in dotazione un sistema a levetta laterale, dove la pressione sul gommino accade agendo, difatti, grazie a questa piccola leva, più piacevole esteticamente e più facile da utilizzare del “crescent filler”. Questo tipo di penna stilografica ebbe un grosso successo, e tante aziende fecero i salti mortali per copiarne la meccanica.

Un altro tipo di meccanismo usato per le penne stilografiche e che ebbe riscontri positivi fu il “button filler”, messo appunto tuttora dalla ditta “Marlen”. Il nome sta a significare “caricamento a pulsante di fondo”: in breve, la compressione è permessa grazie a un pulsante che fa leva sulla piccola barra di metallo. Questa metodologia è più complessa e meno pratica del crescent filler perché richiedeva in aggiunta un certo impegno per farla funzionare.

Nonostante tutto, ottenne un successo piuttosto rilevante e fu utilizzato soprattutto nel modello “Parker Duofold”. Agli albori del 1930 finalmente, la ditta Pelikan realizzò la rivoluzionaria penna stilografica con caricamento a stantuffo, che da sola ormai è rimasta a contrastare la comune cartuccia di plastica.

Accessori

La penna stilografica può divenire più funzionale ed efficace in aggiunta ad una conoscenza, seppur minima, del suo funzionamento. Questo fa sì che per ogni eventuale guasto o per mantenere in buono stato la penna stessa, il proprietario possa localizzare danni dal principio senza trascurare eventuali malfunzionamenti.

Il maggior numero di penne stilografiche d’oggi sono molto precise, confortevoli all’uso e di forma fine, oltretutto molto affidabili. Sono formate principalmente da cinque parti:

  • l’ involucro, composto solitamente dalla guaina, dal cappuccio dove risiede il fermaglio e dall’impugnatura;
  • il serbatoio, che può essere di due varianti, sostituibile o permanente, o una meno impegnativa cartuccia usa e getta;
  • il sistema di troppopieno, il quale può far parte dell’alimentatore o può essere diviso, serve se la penna viene sottoposta a sbalzi di temperatura o in caso di pressione, limitandone la perdita d’inchiostro;
  • il sistema di erogazione, il quale, attraverso piccolissimi canali, fa scorrere l’inchiostro fino al pennino;
  • dal pennino, che funge da trasferimento dell’inchiostro dalla penna al foglio.

A seconda del tipo di pennino, vanno a cambiare le caratteristiche stesse della penna. Questo strumento è piuttosto delicato, e necessita di una seppur minima manutenzione: quindi pulire talvolta la penna in acqua fredda, facendola poi lucidare per mezzo di uno spray siliconato su un panno di pelle di camoscio. E’ sconsigliato pulirla con alcool o acqua calda o bollente perché potrebbe andare ad intaccare le interiora della penna stilografica.

Se quest’ultima viene ricaricata per mezzo di un calamaio, l’inchiostro non deve esser più vecchio di un anno. Anche se le cartucce sono molto comode, un converter dà meno preoccupazioni: difatti, si può utilizzare per sciacquare la stilografica con acqua fredda, e non ha costi eccessivi. Se si sa che la penna rimarrà senza essere usata per molto tempo, è consigliato svuotarla dell’inchiostro e pulirla in acqua fredda.

Migliori marche

Ci sono molte qualità di stilografiche, e dai prezzi più disparati. Queste sono le più rinomate case produttive di questo gioiello tascabile:

Aurora (produce penne stilografiche in edizioni limitate, ad esempio la Diamone, unica stilo in circolazione da 30 carati con pennino in oro; azienda artigianale italiana nata nel 1919);

Montblanc da quasi un secolo, è un’azienda che si è specializzata nella fattura di strumenti per scrivere di grande stile e complessità, impreziosendone le stilo con diamanti, oro, metalli bianchi e platino; ad esempio la Meisterstuck 149, un capolavoro artigianale che dal 1924 è una delle penne stilografiche più quotate, è lavorata totalmente a mano, con intarsi di platino e il pennino completamente d’oro;

Parker, forse un nome fra i più storici parlando di penne stilografiche, fondata in America verso il 1900; nel 1907 già vantava la produzione dei primi modelli d’oro e di argento. Oggi la ditta mette in commercio penne stilo in tutto il globo, dalle nuove uscite della collezione “performance” e “contemporary”, fino allo stile classico dei due modelli che compongono la “special edition”;

Pelikan, celebre agenzia made in Germany che produce penne e strumenti per scrivere, ha anche un ramo specializzato in stilo costruite con materiali di eccelsa fattura e qualità, curate fin nei minimi particolari e rese ancor più preziose dalla lavorazione prettamente artigianale; per rendere l’idea, il pennino da solo richiede una serie di più di 30 operazioni di altissima precisione. La novità più esclusiva della Pelikan è sicuramente la stilo “PURA”, composta da caricamento a cartuccia in alluminio lucido o opaco; particolare interesse anche per la linea bambini strutturata in plastica, aventi 3 prodotti d’innovazione che vanno a correggere fin dalla più tenera età, i comuni difetti di scrittura)

Visconti. Di origine fiorentina, costruisce stilo dal 1988, con una varietà incredibile di tipologie di penna, dall’argento alla resina d’avorio, fino all’oro della collezione “Alchemy”;

Waterman Azienda del continente americano, fabbrica stilo eleganti e dal tratto sottile. Ha svariate tipologie di prezzo, e i modelli sono molteplici: dalla collezione provvista di pennino in oro fino alla “Edson”, che permette di avere in ogni momento il flusso più corretto di inchiostro.

Dove acquistare

E’ molto importante sapere dove e come rivolgersi a rivenditori affidabili e di grande esperienza e competenza per l’acquisto di una penna stilografica. Queste sono le aziende principali che permettono l’acquisto di penne stilografiche di grande stile.

Possono essere acquistate comodamente tramite ordine on-line, o direttamente nei rivenditori specializzati. Ci sono moltissime altre aziende celebri nella produzione di stilografiche, qui di seguito vengono citate le più importanti:

  • Aurora con punti vendita in tutte le regioni d’Italia;
  • Montblanc con rivenditori presenti a S. Margherita di Pula, Napoli, Salerno, Roma, Firenze, Bologna, Genova, Torino, Milano, Bergamo, Verona e Venezia.
  • Parker Pen con rivenditori presenti in tutta Italia;
  • Pelikan ha punti vendita presenti in tutta la penisola:
  • Visconti ha sede a Firenze, in Via dell’Osservatorio 120. Ha uno showroom in Via della Vigna Nuova, sempre a Firenze. Ha rivenditori in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sardegna;
  • Waterman ha rivenditori in tutta Italia.
  • Marlen Pens ha rivenditori in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Campania, Lazio, Puglia, Liguria, Umbria, Abruzzo, Calabria e Sicilia;
  • Columbus ha rivenditori in tutte le regioni italiane, esclusa la Sardegna;
  • Nakaya. Il modo più pratico è ordinarle online direttamente dal sito internet e seguire le istruzioni, dato che la ditta è giapponese, o cercarle direttamente in oreficerie e negozi abilitati alla vendita di penne stilografiche;
  • Faber Castell con punti vendita a Milano, Alcamo, Gela, Caltanissetta, Como, Cremona, Lecco Pavia, Palermo, Agrigento, Varese, Saronno, Torino, Bolzano, Napoli, Salerno, Venezia, Treviso, Vicenza, Pordenone, Roma, Bologna, Castelfranco Emilia, Sassuolo, Reggio Emilia, Livorno, Anzola Emilia, S.Lazzaro di Savena, Ferrara, Carpi, Collecchio, Parma e Forlì;
  • Montegrappa ha punti vendita in tutta l’Italia.
  • Pilot ha il quartier generale italiano situato a Bologna, più precisamente a Casalecchio di Reno.
Publicato: 2010-04-03Da: Redazione

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