Parquet prefinito

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Quale tipologia di parquet scegliere?

Il pavimento in parquet ha da sempre un grande fascino e conferisce calore e bellezza all’arredamento di una casa, diventando una scelta sempre più comune.

Un tempo, il parquet era riservato a chi poteva permettersi di spendere cifre anche considerevoli ma poi, con il passare del tempo e le innovazioni tecniche, tante altre soluzioni più a buon mercato hanno cominciato a far capolino, abbassando i prezzi e rendendo il parquet molto più “popolare” e diffuso.

È chiaro che la scelta di questo particolare elemento di arredo continua a non essere facile, sia per l’estrema varietà stilistica sia per le diverse tipologie presenti sul mercato. Per effettuare una scelta più consapevole, quindi, è necessario conoscere le proposte effettuate da parte delle aziende e decidere, in questo modo, in base alle proprie esigenze.

Quattro sono le grandi famiglie di parquet vendute:

  • il parquet tradizionale in legno massello;
  • il parquet prefinito, di cui parleremo nel dettaglio in questa guida;
  • il parquet impiallacciato;
  • il parquet laminato.

Il parquet in massello è quello che si usava un tempo: si vende grezzo deve essere necessariamente levigato e lucidato, dura certamente più a lungo di tutte le altre tipologie ma è anche il più caro in commercio, anche a causa dei più complessi lavori di posa. In genere, lo si sconsiglia ha chi ha un impianto di riscaldamento a pavimento. In alcuni casi è già venduto levigato e verniciato ma, se si sceglie questo prodotto, è sconsigliato optare per tale soluzione, visto che il lavoro fatto non potrà mai essere stato eseguito in modo perfetto prima della posa.

Il parquet industriale è anch’esso un parquet di tipo tradizionale ma i listelli vengono posati in verticale, conferendo una diversa resistenza al pavimento. È usato spesso in palestre e sale da ballo, visto che resiste molto bene al calpestio.

Il parquet laminato ha uno strato superiore in plastica colorata, sono molto economici e hanno una riproduzione dei colori delle essenze di legno pressoché infinita. È molto economico, incredibilmente resistente e ne esistono delle versioni differenti, economica o di alta gamma, a seconda del tipo di uso previsto.

Caratteristiche del parquet prefinito

Il parquet prefinito sembra essere uno dei più diffusi tipi di parquet del momento, evidentemente complici una serie di caratteristiche che lo rendono adatto a diversi usi.

Il parquet prefinito si compone di uno strato di legno di alta gamma nella parte a vista, mentre la base, per così dire, è formata da un legno meno pregiato e, dunque, più economico. Nella quasi totalità dei casi è pre-levigato e anche pre-verniciato, sebbene sia possibile effettuare degli speciali trattamenti di ceratura, a seconda del proprio gusto. In genere, comunque, non si fa altro che posarlo così come viene venduto, ma a differenza di quanto abbiamo detto in precedenza riguardo al parquet tradizionale, la qualità delle rifiniture nel parquet prefinito resta comunque molto buona.

Inoltre, viene considerato un parquet molto stabile, poco soggetto a variazioni dovute all’umidità o alle temperature, grazie alla presenza di strati differenti, che possono arrivare fino ad un massimo di tre per le opzioni più costose. Esistono anche soluzioni lamellari, in cui è presente una sola sfoglia ma spessa diversa millimetri, tuttavia i multistrato sono considerati più stabili e quindi anche più pregiati. Lo spessore, in linea di massima, va dai 6 millimetri ad 1 millimetro, anche se in questo caso si dovrebbe parlare più correttamente di un’altra sotto categoria di parquet, quello impiallacciato. Lo spessore medio di un parquet prefinito è intorno ai 3 o 4 millimetri.

Il parquet prefinito è a posa flottante e non deve essere incollato come accade, invece, per i listoni in massello: questa caratteristica lo rende particolarmente adatto durante i lavori di ristrutturazione di un appartamento, dal momento che è molto più veloce la posa ma anche il successivo calpestio della superficie intera.

Molti sono le essenze di legno nobile usate per la sfoglia superiore. Ricordiamo, in partcolare,   il doussié, l’afrormosia, il wengé, il rovere, il noce, l’olivo, il teak, il faggio, il merbau, l’iroko.

I vantaggi del parquet prefinito

Il parquet prefinito presenta numerosi vantaggi. Il principale, neanche a dirlo, è la semplicità della posa che può avvenire anche sui pavimenti già esistenti. La posa, in media, avviene in un paio di giorni; la spesa è decisamente inferiore rispetto a quella da mettere in preventivo per i parquet tradizionali; il pavimento può essere calpestato fin da subito.

Qualche svantaggio è, naturalmente, presente, ma si tratta probabilmente di piccoli dettagli che non sono fondamentali nella decisione di acquisto. Infatti, in genere, il parquet prefinito dura meno di quello tradizionale ma si parla sempre di tempi molto lunghi, almeno pari a trent’anni se non di più. Un aspetto negativo molto più determinante, invece, potrebbe essere rappresentato dal minore potere isolante, anche se si può ovviare con appositi fogli inseriti prima della posa.

Il prezzo del parquet prefinito dipende molto dalla tipologia e dall’essenza scelta, ma in linea di massima oscilla tra i 35 e i 60 euro per metro quadro. A ciò, bisogna aggiungere il costo per la posa, che è compresa intorno ai 15 euro a metro quadro, quale prezzo base di partenza.

Dal punto di vista estetico, il parquet prefinito è assimilabile a quello tradizionale, visto che non è possibile distinguerli a occhio nudo. Lo spessore, in genere, del parquet in massello, causa la limatura o il taglio delle porte, mentre ciò non è indispensabile per il parquet prefinito che è disponibile anche in spessori contenuti, rendendo agevole la chiusura e l’apertura delle porte senza bisogno di alcun intervento. D’altra parte, il parquet prefinito ha anche il vantaggio di poter essere usato sui pavimenti non perfettamente piani e che presentano una maggiore umidità residua.

In definitiva, il parquet prefinito ha lo stesso tipo di fascino e la stessa resa estetica di un parquet tradizionale in legno massello, con l’aggiunta di una serie di vantaggi elencati in precedenza, vantaggi che lo rendono un prodotto spesso preferito visto il buon rapporto qualità prezzo.

Le finiture più utilizzate

I parquet prefiniti vengono realizzati in laboratorio e, pertanto, possono essere lavorati in modo molto più agevole e preciso di quanto non avviene con quelli in legno massello, levigati e verniciati solo dopo la messa in opera.

Molti sono i trattamenti attraverso i quali può passare un parquet prefinito, così da ottenere gli effetti più disparati. Ad esempio, può essere colorato con pigmenti, anche in contrasto con la naturale tinta del legno; può subire la spazzolatura della fibra per ottenere un effetto ruvido; può presentare gli angoli smussati e non tagliati a vivo; può essere oggetto di termo trattamenti per ottenere specifici colori senza usare pigmenti artificiali.

Per finire, il trattamento ultimo può essere effettuato a olio oppure con la vernice. Se possibile, consigliamo di scegliere i parquet che sono stati trattati con vernice se non si ha la pazienza di eseguire una manutenzione costante, soprattutto durante il primo anno di vita. È vero che il risultato ottenuto con una finitura a olio è molto più naturale e che non vi sono residui tossici ma, d’altro canto, non è idrorepellente soprattutto appena messo in opera e può lasciare degli sgradevoli aloni. La verniciatura conferisce una maggiore resistenza e una manutenzione più facile del prodotto. In commercio, poi, ne esiste un tipo specifico, ad effetto cera, che ha meno lucentezza rispetto alle vernici gloss o semi lucide. Le vernici industriali possono durare anche più di trent’anni, assicurando nel contempo un aspetto esteticamente sempre gradevole.

Se dopo un congruo numero di anni si volesse procedere alla rilevigatura, sarà necessario soltanto strofinare il parquet con un olio apposito protettivo, senza dover procedere in modo complesso come invece è necessario fare per il parquet tradizionale.

Va ricordato, poi, che il parquet prefinito, realizzato con tavole più larghe rispetto a quanto accade con il parquet tradizionale, tende anche a fessurarsi meno, con il duplice vantaggio di esaltare maggiormente le venature del legno, data la dimensione più ampia dei listoni.

Pulizia e manutenzione

Pulire e mantenere un parquet prefinito è incredibilmente semplice, molto più di quello che si può immaginare.

Se il parquet prefinito presenta uno spessore elevato, diciamo di almeno 14 millimetri, allora si potrà anche levigarlo un paio di volte in una ventina d’anni, ma in genere è un’operazione niente affatto necessaria, visto anche che i parquet prefiniti nascono per essere mantenuti in modo semplice ed essenziale, senza perdere le caratteristiche di bellezza che li contraddistinguono.

La pulizia ordinaria è facile. È sufficiente, infatti, usare un panno appena inumidito con acqua e un po’ di detergente. In commercio se ne trovano di specifici per i parquet, che vanno sempre usati in piccole dosi per donare un aspetto splendente alla superficie, senza lasciare aloni e senza rischiare di dover bagnare troppo il parquet stesso per il risciacquo.

Chiaramente, la manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, è molto più facile se si sceglie un parquet prefinito che sia stato verniciato e non trattato con la cera. In effetti, se la lucidatura è avvenuta con la cera, si dovrà più spesso passare la macchina apposita per far tornare splendente il parquet, anche se non si tratta di un’operazione difficile.

Il parquet, in genere, deve essere tenuto pulito il più possibile, prima di tutto mettendo degli zerbini all’ingresso e magari anche un apposito tappeto. Le particelle abrasive al di sotto delle scarpe, infatti, possono graffiare il parquet in modo irrimediabile, a meno che non servirsi della professionalità di un parquettista.

La polvere deve essere raccolta con una scopa elettrica o con un panno in morbido tessuto, mentre si consiglia di non lavare spesso la superficie, per evitare un’eccessiva umidità sul parquet stesso. Di tanto in tanto, va passato un prodotto lucidante e protettivo a base di resine.

La frequenza delle operazioni di manutenzione e pulizia dipende anche dalla zona in cui si trova il parquet. È chiaro che i pavimenti poco usati devono essere mantenuti molto meno spesso di quelli sui quali il calpestio è frequente.

Quale essenza di legno scegliere

Sebbene si possano dare dei consigli in merito alla scelta dell’essenza di legno da preferire, molto è legato al nostro gusto, all’ambiente nel quale vogliamo installare il parquet prefinito e al modo nel quale ci immaginiamo l’arredamento della stanza.

Esistono delle accortezze da avere per quanto riguarda la posa del parquet prefinito, ad esempio negli ambienti più umidi, nei quali è decisamente da preferire, ma molte sono le essenze adatte anche ai bagni e alle cucine. Tra le scelte più comuni ricordiamo il teak, il rovere, l’iroko, meno soggetti a subire modifiche a causa degli sbalzi di temperatura. Negli ambienti più piccoli, non conta troppo il disegno, perché rimane pressoché invisibile, per cui è inutile spendere molto per essenze pregiate.

L’acero è molto chiaro e potrebbe far risaltare lo sporco, pur conferendo una incredibile luminosità agli ambienti. Molto di moda sono i legni più scuri, come il wengè, ma attenzione a non scegliere soltanto in base alle tendenze del momento, visto che il pavimento resterà per molto tempo e potrebbe presto stancare se eccessivamente scuro. Quale che sia l’essenza scelta, si deve tenere a mente che il legno cambia leggermente il proprio colore con l’esposizione alla luce, generalmente scurendosi, tranne nel caso del teak che diventa più chiaro.

Con il riscaldamento a pavimento, il parquet prefinito è la soluzione più adatta, visto lo spessore non elevato e la grande stabilità e resistenza. Se si dovessero creare delle macchie a causa di mobili e tappeti poggiati sul pavimento, non bisogna preoccuparsi. In genere, le stesse, scompaiono dopo aver esposto il parquet alla luce e all’aria per un po’ di tempo.

In base al pregio, abbiamo disegni del legno chiamati “rigatino”, in cui le venature sono parallele fra loro; prima scelta, seconda scelta e “nodino”. I listelli possono essere lunghi dai 220 millimetri fino a oltre i 2 metri.

Publicato: 2011-09-16Da: Redazione

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