Origini
Non è semplice rintracciare con precisione le origini del lavoro a maglia con i ferri soprattutto a causa della difficoltà di distinguere questo tipo di lavorazione da quella al telaio. Le prime notizie certe sulla lavorazione a maglia con i ferri, in particolare, risalgono al II e al III secolo d.C.
Alcuni reperti, però, sembrano testimoniare che lavorare maglia ai ferri sia stata un’attività diffusasi ben prima di questo periodo: ne è dimostrazione una statua antica, risalente al IV secolo a.C., conservata nel Museo del Partenone, ad Atene, la Kore 670. La statua, infatti, indossa un indumento molto simile ai nostri maglioni tanto che i punti riprodotti dallo scultore assomigliano molto alla lavorazione con il punto a coste.
Il primo reperto vero e proprio di indumento lavorato a maglia risale, però, al periodo cristiano ed è stato rinvenuto in Siria, nelle rovine di Dura-Europas. È possibile, comunque, che la lavorazione a maglia con i ferri si sia diffusa ben prima e che di queste prime lavorazioni non ci siano tracce oggi sia a causa dell’usura del tempo, sia per il fatto che un indumento realizzato con la lavorazione a maglia ha la caratteristica di poter essere sfilato per riutilizzare la lana.
La maggior parte dei reperti antichi sulla lavorazione a maglia con i ferri sono stati rinvenuti in Medio Oriente e ciò avvalora l’ipotesi che questa tecnica sia nata proprio in queste terre.
Nonostante siano stati ritrovati reperti anche in Perù risalenti più o meno allo stesso periodo, è stata sicuramente la tradizione mediorientale antica a permetterne la diffusione nel resto d’Europa, soprattutto grazie all’opera dei mercanti che si spostavano da un luogo all’altro con le loro carovane.
All’inizio i filati più utilizzati e diffusi erano la lana e il cotone; man mano che dall’Oriente iniziò a essere importata la seta, però, essa divenne la materia prima per la lavorazione a maglia con i ferri degli abiti destinati ai nobili e ai regnanti d’Europa.
Strumenti di base
Gli strumenti essenziali di base per lavorare maglia ai ferri sono, appunto, i ferri e il filato (i tipi di filato saranno approfonditi in seguito). Per quanto riguarda i ferri, se ne trovano in commercio di diverse tipologie, materiali (alluminio, plastica, legno e acciaio), colori e dimensioni e la scelta dell’uno rispetto all’altro dipende dal gusto personale.
Ogni ferro è contrassegnato da un numero che indica la dimensione del diametro: spesso se ne acquistano due paia di diametro diverso di mezzo punto l’uno dall’altro (per esempio, 3 e 3,5).
I ferri contrassegnati dal numero 2 sono i più sottili; quelli utilizzati per confezionare abiti e maglioni sono quelli di grandezza media, 5 e 6. La numerazione dei ferri, inoltre, varia da paese a paese: in internet, comunque, nei siti web dedicati alla lavorazione a maglia con i ferri, si trovano facilmente tabelle con le misure corrispondenti.
I ferri per lavorare la maglia si distinguono in tre tipologie:
- circolari: si utilizzano per confezionare le forme tubolari o per realizzare gli abiti di grandi dimensioni, come gli scialli, o a più pezzi; i ferri circolari, inoltre, non rendono necessarie le cuciture;
- a una sola punta: sono utilizzati per realizzare pezzi singoli (il davanti e il dietro di un maglione, per esempio, i colli, le tasche, ecc) e sono caratterizzati dall’avere una sorta di pomello all’estremità opposta rispetto alla punta, utile per non far scivolare via il filato;
- con due punte: si usano per realizzare abiti o accessori in tessuto rotondi (guanti, cappelli, calze, ecc) e non rendono necessarie le cuciture.
I ferri per lavorare maglia ai ferri si acquistano generalmente in merceria, dove si trovano anche i filati più pregiati. Per iniziare, comunque, dal punto di vista dei filati, è possibile trovarli anche nei mercatini di paese e di quartiere: nelle bancarelle dedicate, si trovano anche i gomitoli di lana a 1 € che, per iniziare, sono ottimi.
Accessori
Oltre agli strumenti di base (filato e ferri) per lavorare maglia ai ferri, quando ci si appresta a realizzare abiti o tessuti a maglia è meglio avere sempre a portata di mano alcuni accessori d’uso comune e facilmente reperibili in casa o in merceria.
In particolare, possono essere utili: delle forbici; degli aghi adatti alla lana (quelli di metallo o in plastica con l’occhiello grande, adatti ai filati più grandi e dotati di punta arrotondata); un uncinetto della dimensione adeguata al filato per le rifiniture; un metro per sarto.
Insieme a questi accessori utili, ce ne sono anche diversi facoltativi che comunque possono fornire un aiuto in più soprattutto quando si è principianti. Tra di essi, in particolare, si possono acquistare:
- proteggi-punte: piccoli tappi in gomma che si inseriscono sulla punta dei ferri quando non sono utilizzati per evitare di far uscire il filato;
- contagiri: oggetto generalmente di piccole dimensioni ma forme diverse, utile per tenere a mente il numero dei giri appena lavorati;
- ferri aggiuntivi: ferri di varie forme e di dimensioni minori, utili per realizzare intrecci particolari;
- spille da balia: sono utili per evitare che maglie aperte lasciate in sospeso si sfilino soprattutto quando si realizzano occhielli, tasche o colli di maglie e maglioni;
- porta gomitoli: cestini in vimini o grembiuli in stoffa utili a conservare i gomitoli di filato durante la lavorazione, in modo da mantenere pulito il lavoro;
- graffette: piccole clip utili per indicare i punti chiave nel corso della lavorazione a maglia o per evidenziarne lo sviluppo in verticale; una funzione simile è svolta anche dagli anelli marcapunti che, a differenza dei precedenti, si inseriscono direttamente sui ferri.
Oltre a questi accessori tecnici, inoltre, quando ci si appresta a lavorare maglia ai ferri è sempre meglio avere a portata di mano carta e penna per eventuali appunti.
Filati
Oltre ai ferri e agli accessori, lavorare maglia ai ferri richiede la scelta dei filati adatti al tipo di abito che s’intende ottenere. Oggi esistono in commercio diversi tipi di filato adatti per la lavorazione a maglia. Essi, in particolare, possono essere di origine naturale, realizzati con fibre animali o vegetali; o di origine chimica, realizzati, cioè, con fibre sintetiche e artificiali.
Tra le fibre d’origine vegetale, invece, le principali sono: il cotone, il lino, la juta, l’agave, la canapa, il bambù, il cocco, ecc. I primi filati a essere utilizzati, in particolare, furono realizzati proprio a base di fibre vegetali: il lino, prima di tutto, ricavato dalla macerazione della pianta del lino, coltivata in Egitto sin dal V secolo a.C. Il cotone, invece, ha fatto la sua comparsa in Sicilia intorno al IX secolo e da qui si è diffuso, poi, in tutta Europa.
Le fibre animali, invece, si svilupparono dopo quelle vegetali grazie all’opera dei Babilonesi e degli Assiri. Furono questi due popoli, infatti, a capire come lavorare la lana, che divenne presto un materiale utilizzato in tutta Europa.
L’Italia, in particolare, fu una delle nazioni principali che intorno all’anno Mille di distinsero nella commercializzazione della lana e, nel corso del Medio Evo, il settore tessile permise lo sviluppo economico della Gran Bretagna. Successivamente, la lavorazione della lana ha assunto sempre di più un carattere internazionale, diffondendosi anche negli altri Paesi europei.
Nei secoli, poi, la lana di pecora è stata affiancata dalle altre fibre animali come: la seta, la lana di alpaca (un ruminante allevato generalmente sulle Ande peruviane), la lana di cammello, l’angora (la lana pregiata realizzata con il pelo dell’omonimo coniglio), il quivut del bue muschiato e la lana di bufalo.
Le fibre chimiche, invece, possono derivare dalla lavorazione di fibre naturali o animali oppure da fibre sintetiche. Delle prime fanno parte, in particolare, quelle a base di rayon, soia, di fibra di latte, di bucce di banana (poco utilizzate in Italia) o a base di alcuni tipi di alghe.
Le fibre sintetiche più utilizzate per realizzare filati per lavorare maglia ai ferri, invece, sono: il nylon, l’acrilico, la poliammide e il poliestere.
Punti di base
Nella lavorazione a maglia con i ferri esistono alcuni punti di base facili da realizzare che, una volta imparati, costituiscono la base per punti più complessi e articolati. I punti di base, comunque, possono già essere utilizzati per realizzare maglioni o capi d’abbigliamento per adulti e bambini.
I due punti principali sono il dritto e il rovescio: il primo si realizza facendo passare il ferro di destra sul primo punto in alto del ferro di sinistra; il punto a rovescio, invece, si ottiene al contrario.
Tra i punti più semplici da eseguire per lavorare maglia ai ferri c’è il punto riso (o grana di riso) che comporta la realizzazione di un tessuto formato da piccoli granelli di lana simili al riso.
Questo punto si ottiene alternando sui ferri un punto dritto e uno a rovescio fino alla fine del giro: se sul primo ferro si inizia con il punto dritto, sul secondo ferro il primo punto dovrà essere quello a rovescio.
Un altro punto di base molto semplice da realizzare è il punto legaccio, che si ottiene lavorando su entrambi i ferri i punti a maglia dritta. Ne emerge un tessuto molto ordinato e carino, adatto per sciarpe, maglioni o per qualsiasi altro tipo di abito che lo richieda.
Particolarmente semplice da realizzare è anche il punto costa, che si realizza su un numero di maglie che siano multiple di due, lavorando su ogni ferro una maglia dritta e una a rovescio, senza alternare i punti all’inizio di ogni giro.
Tra i punti di base per lavorare maglia ai ferri, rientra anche il punto maglia rasata che si realizza alternando la maglia dritta a quella a rovescio su ogni giro, con l’accortezza di realizzare il primo ferro a maglia dritta.
Dai punti di base, poi, derivano alcuni altri punti chiamati proprio “punti derivati”. Essi in particolare, sono tre:
- allungato: mentre si lavorano il punto dritto e il punto a rovescio, il filo intorno al ferro si avvolge due o più volte, invece che una sola;
- intrecciato: la prima maglia viene lasciata in sospeso, inclinata avanti o dietro, e si riprende dopo aver lavorato la seconda;
- ritorto: consiste nel prendere da dietro con il ferro di sinistra la maglia realizzata dritta o a rovescio.
Consigli utili
Per lavorare maglia ai ferri bisogna avere prima di tutto pazienza, passione per questo tipo di hobby e tempo libero da potervi dedicare.
Sebbene lavorare maglia ai ferri è stato ritenuto per molti anni un’attività tipica delle nonne o delle zie più anziane, essa oggi si sta diffondendo nuovamente tra le generazioni femminili che scelgono di dar sfogo alla loro creatività realizzando capi d’abbigliamento personalizzati.
Una buona abitudine da tenere sempre presente è quella di acquistare il filato in base all’abito che s’intende realizzare, preferendo fibre di buona qualità. Non sempre, inoltre, la lana si trova a gomitolo; quando si trova a matassa, infatti, è importante dipanarla con l’aiuto di un arcolaio oppure all’antica, utilizzando gli schienali di un paio di sedie posti l’uno contro l’altro.
Se si utilizzano, poi, i ferri a punta singola e se non ci si vuole affaticare, è importante sedersi su una sedia dotata di uno schienale rigido e priva di braccioli. Se, nonostante ciò, ci si affatica, si possono scegliere i ferri circolari, che possono essere utilizzati comodamente in qualsiasi posizione, anche da sdraiati.
Un buon consiglio per non incorrere il dolori alla schiena e al collo quando di lavora maglia con i ferri, comunque, è quello di fare delle pause ogni tanto (ricordandosi, però, di interrompere il lavoro solo dopo aver completato interamente un ferro, per non rischiare di avere poi giri irregolari), in modo da sgranchirsi un po’, riposare la vista e massaggiarsi le mani.
Per non sforzare gli occhi, inoltre, è sempre meglio lavorare maglia ai ferri in un luogo ben illuminato e, se necessario, indossare degli occhiali da vista.
Carta e penna a disposizione possono essere utili per appuntare i punti specifici o i cambi di giro, gli aumenti o le diminuzioni, in modo da avere sempre chiaro il disegno da realizzare.
Per controllare l’andamento dei lavori, inoltre, può essere utile misurare di tanto in tanto il capo che si sta realizzando. Per far ciò è utile appoggiarlo su un piano orizzontale e misurarlo con una riga rigida, senza tirarlo.
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