Incubatrice per neonati

Categoria: Archivio Bambini
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La mortalità infantile negli ultimi anni si è ridotta moltissimo nei paesi sviluppati, grazie alle scoperte mediche e tecnologiche e alle migliori condizioni igieniche. Un ruolo importante nel corretto sviluppo dei neonati, soprattutto per quelli prematuri e sottopeso, è assunto dalle incubatrici.

Cos’è e a cosa serve l’incubatrice

La sopravvivenza dei neonati sembra procedere di pari passo con la nascita della neonatologia, una disciplina medica pediatrica specializzata nella cura delle malattie neonatali. Un forte contributo alla nascita della neonatologia e, di conseguenza, alla sopravvivenza dei neonati, fu dato dal Dottor J.B. DeLee, un ostetrico che, nel 1898 circa, ideò e mise a punto nell’ospedale Lying-In di Chicago, in Illinois, la prima incubatrice per bambini prematuri.

Da quel momento sono stati fatti passi da gigante nel campo della neonatologia: le incubatrici, in particolare, sono state ulteriormente perfezionate grazie anche al supporto delle ultime scoperte tecnologiche applicate al settore medico. L’incubatrice per neonati, in sintesi, è un’apparecchiatura medica destinata a ospitare per periodi più o meno lunghi i neonati prematuri o sottopeso, in modo da consentire il loro corretto sviluppo fisico.

In particolare, i bambini che generalmente hanno bisogno dell’incubatrice sono quelli che al momento della nascita sono più piccoli rispetto all’età gestazionale (pesano meno di 2500 g) o che sono nati pre-termine, cioè prima del giusto termine del periodo gestazionale. Se nel primo caso la principale necessità del bambino è soprattutto quella di raggiungere il peso corretto, nel secondo caso la situazione è più complessa.

Il neonato prematuro, infatti, può andare incontro a diverse problematiche che, se non curate adeguatamente, possono avere gravi conseguenze sul suo naturale e corretto sviluppo fisico e, nei casi peggiori, possono condurre al decesso. L’incubatrice, quindi, è uno strumento fondamentale per il neonato prematuro e per la sua sopravvivenza.

Per quanto riguarda il periodo di permanenza del bambino in questa “speciale culla termica” esso varia da caso a caso, ma generalmente termina quando il neonato ha raggiunto il peso corretto ed è in grado, quindi, di sopravvivere nelle normali condizioni ambientali. In tal caso il neonato è sistemato all’interno di una comune culla ed è comunque nutrito e tenuto sotto controllo ancora per alcuni giorni.

Funzioni dell’incubatrice

Per consentire il corretto sviluppo del neonato, l’incubatrice è dotata di particolari sistemi che sono in grado di assicurare il giusto grado di temperatura, umidità, ossigenazione e nutrimento. La temperatura, in particolare, è uno dei fattori più importanti, perché i neonati prematuri non sono in grado di mantenerla costante a causa della scarsa quantità di tessuto adiposo e della naturale termo-dispersione dovuta principalmente al loro basso peso.

L’incubatrice, in particolare, deve essere in grado di far raggiungere gradualmente al neonato prematuro la temperatura di 37 °C. In alcuni casi, per agevolare il raggiungimento e il mantenimento della corretta temperatura si utilizzano delle ventole meccaniche.

Al fine di riprodurre il più possibile l’ambiente intrauterino, l’umidità all’interno della calotta deve essere abbastanza elevato tanto che, generalmente, si aggira intorno all’80-90%. L’elevata umidità esterna al corpo del neonato ha anche la funzione di limitare la disidratazione del bambino. Apportata principalmente grazie all’ossigeno umidificato, in alcuni casi, l’umidità è fornita anche da un vassoio contenente acqua sterile, sottoposto al calore di una resistenza.

L’ossigenazione è un altro fattore importante per la sopravvivenza dei neonati prematuri. Molti di essi, infatti, non sono in grado di respirare autonomamente e hanno, quindi, bisogno di supporti esterni. L’ossigenazione artificiale può essere attuata inserendo un tubicino all’interno della bocca del neonato fino alla trachea, oppure attraverso una cannula nasale che ha la funzione di aerare continuamente le sue vie respiratorie.

Per quanto riguarda il nutrimento, invece, nella maggior parte dei casi esso è somministrato direttamente in vena, soprattutto se l’apparato digerente del neonato non è ancora perfettamente formato.

Nel caso in cui il bambino abbia l’apparato digerente già formato ma non sia in grado di deglutire o di succhiare, è utilizzato un piccolo tubo che dalla bocca raggiunge lo stomaco del bambino. Se nel primo caso l’alimentazione avviene principalmente sottoforma di sostanze nutritive semplici, in questo secondo caso è possibile somministrare al bambino già piccole quantità di latte materno in modo da abituarlo alla normale alimentazione.

Caratteristiche dell’incubatrice

L’incubatrice neonatale è costituita da un abitacolo realizzato per lo più in plexiglass o altri materiali equivalenti che consentono, in ogni caso, il mantenimento di un’atmosfera controllata e della sterilità: l’obiettivo, quindi, è cercare di riprodurre il più possibile le condizioni intrauterine per consentire il corretto sviluppo fisico del bambino. L’abitacolo dell’incubatrice, inoltre, è dotato di alcuni oblò che consentono agli infermieri di prendersi cura del neonato e ai genitori di poter interagire con lui.

Gli oblò, in particolare, contribuiscono al mantenimento dell’atmosfera controllata e della condizione di sterilità perché evitano i pericolosi sbalzi di temperatura provocati dall’apertura del coperchio superiore dell’incubatrice e rendono quasi nulla la possibilità che il bambino contragga infezioni, grazie anche ai numerosi filtri che purificano l’aria in entrata.

L’incubatrice è collegata, poi, a diversi sistemi elettronici e dispositivi che garantiscono il controllo continuato delle condizioni fisiche del bambino, come ad esempio, il battito cardiaco, la frequenza della respirazione e il peso. Numerosi sensori presenti sia nell’abitacolo sia posti sul corpo del neonato, infatti, forniscono numerose informazioni sull’ambiente interno all’incubatrice e sul neonato stesso e consentono, quindi, di regolare i parametri dall’esterno.

Altri oggetti molto importanti sono i regolatori di flusso, utili a controllare e dosare l’erogazione dell’ossigeno. In caso di malfunzionamenti o di surriscaldamento dell’incubatrice, entrano in funzione diversi sistemi sonori d’allarme che consentono ai medici e agli infermieri di ristabilire, senza rischi per il neonato, le condizioni ambientali adeguate.

Il neonato, inoltre, è adagiato su un materassino morbido che, spesso, è inclinabile dalla parte della testa o dei piedi, secondo le esigenze. Il materassino a sua volta, può essere collocato su una bilancia, in modo da tenere sempre sotto controllo il peso del bambino. Per agevolare lo spostamento dell’incubatrice, poi, essa è collocata su un carrello che assicura un trasporto abbastanza confortevole per il neonato.

Tipologie di incubatrici

Le diverse esigenze legate alla cura dei neonati prematuri hanno determinato la realizzazione e la commercializzazione d’incubatrici sempre più attrezzate, in modo da consentire ai medici di lavorare al meglio e ai neonati prematuri di crescere subendo meno stress possibile. I neonati prematuri, infatti, hanno bisogno di controlli medici giornalieri: analisi del sangue, ecografie, esami per la vista e l’udito, possibili Tac per valutare il funzionamento cerebrale e radiografie.

Le incubatrici di ultima generazione consentono ai medici di compiere la maggior parte degli esami senza dover necessariamente spostare il neonato. In alcuni casi, però, può presentarsi la necessità di spostare il bambino, non solo da un reparto all’altro, ma anche da un ospedale all’altro. Lo spostamento, soprattutto se il bambino è prematuro e fragile, è un momento abbastanza importante: bisogna ridurre al minimo gli sbalzi di temperatura, assicurare le giuste condizioni ambientali e proteggerlo da eventuali infezioni.

Per risolvere al meglio tutte queste problematiche esistono incubatrici specifiche, adatte per situazioni particolari e in grado di ridurre al minimo i rischi. Una di queste incubatrici è quella di trasporto, utilizzata soprattutto per gli spostamenti lunghi e idonea ad essere alloggiata, quindi, nei principali mezzi di trasporto (ambulanze, navi e elicotteri). La struttura è molto robusta e solida, proprio perché deve sopportare maggiormente gli urti.

Allo stesso tempo essa è meno pesante delle incubatrici fisse in modo da agevolare l’eventuale trasporto a mano. Per garantire il mantenimento delle corrette condizioni ambientali durante lo spostamento, l’incubatrice di trasporto è generalmente dotata anche di batteria e caricabatterie.

I modelli più avanzati sono provvisti anche un sistema d’insonorizzazione che consente di limitare al minimo lo stress causato dai rumori forti. Altri tipi d’incubatrice sono quella di reparto e l’incubatrice di rianimazione e terapia intensiva, quest’ultima fornita di tutti i dispositivi che assicurano al neonato prematuro tutte le possibili cure.

Manutenzione e aziende produttrici

Il mercato delle incubatrici è destinato principalmente agli ospedali e alle cliniche mediche. Online, tuttavia, i siti internet dei maggiori produttori specializzati nel settore, sono ricchi d’informazioni utili per comprendere meglio le caratteristiche e le proprietà di queste importanti attrezzature mediche.

Tra le aziende produttrici, ad esempio, è possibile visitare il sito web della Ginevri (www.ginevri.com) sul quale sono presenti numerose informazioni sulle loro incubatrici da trasporto e da reparto, oltre ai loro numerosi altri prodotti e accessori in vendita. Si tratta, in particolare, di una delle aziende più note nel settore, perché produce incubatrici neonatali da più di quarant’anni.

Un altro interessante sito internet è www.cobams.com: abbastanza semplice nella navigazione e minimale nella grafica, presenta numerose informazioni e caratteristiche sui modelli in vendita. Anche la Cobams è una delle migliori aziende del settore, perché specializzata nella produzione di macchinari medici sin dal 1968.

Di particolare rilevanza, per avere un’idea sulla struttura delle incubatrici e sulle loro caratteristiche tecniche, è il sito www.e-tbs.it, ricco d’informazioni sui loro modelli d’incubatrici neonatali di ultima generazione. La “ITAL TBS Telematic & Biomedical Service”, questo è il nome dell’azienda, è anch’essa una delle più importanti del settore, poiché collabora con numerosi paesi europei, tra i quali Inghilterra, Francia e Germania.

Per quanto riguarda la manutenzione delle incubatrici, è utile sapere che prima della loro attivazione, ogni incubatrice e sottoposta a rigorose analisi che mirano a valutarne il corretto funzionamento. Il personale medico o infermieristico che le utilizza, comunque, è altamente specializzato: conosce perfettamente il funzionamento del macchinario. Per valutare il corretto funzionamento delle incubatrici, esse sono periodicamente sottoposte a nuovi controlli e manutenzioni.

Tali controlli, in genere, si articolano in diverse fasi: un esame visivo, volto a rilevare l’integrità strutturale dell’intero macchinario (struttura, cavi elettrici, interruttori, manopole, display, carrello, funzionamento dei segnali acustici, ecc); la valutazione del corretto funzionamento dei rilevatori di temperatura, di umidità e di ventilazione; la presenza di un’adeguata insonorizzazione.

Accettare l’incubatrice

Spesso, quando i genitori si trovano a dover affrontare un parto prematuro, non sempre sono pronti e preparati all’incubatrice. Le madri, sembrano risentire maggiormente di questa separazione “forzata”, ma indispensabile alla sopravvivenza del neonato. L’incubatrice, infatti, appare spesso come un macchinario incomprensibile, che spaventa e intimorisce i genitori.

Allarmi, fili, tubi, cerotti: non è semplice vedere il proprio piccolo all’interno dell’incubatrice, senza poterlo tenere in braccio liberamente, senza coccolarlo e senza potergli dare tutto l’affetto che vorremmo. Riuscire ad accettare l’incubatrice, tuttavia, è il passo più importante, proprio perché è lo strumento fondamentale per la sopravvivenza del proprio piccolo.

Un consiglio utile, in questo caso, è chiedere informazioni al proprio medico: ascoltare le sue indicazioni, i suoi consigli e le sue spiegazioni, è importante perché è utile a creare un clima di serenità e tranquillità. In fondo, il bambino ha bisogno anche di questo. Se il problema è la separazione, è importante rendersi conto che l’incubatrice protegge il piccolo da qualsiasi tipo di batterio esterno: è necessario che superi le sue fragilità prima possibile in modo da essere preparato ad affrontare l’ambiente esterno.

Il contatto con il bambino è comunque possibile e spesso incoraggiato dai medici stessi: parlare con lui e accarezzarlo dagli appositi oblò seguendo le indicazioni del medico, non può che giovargli. Alla fragilità fisica del bambino spesso, inoltre, corrisponde la fragilità psicologica della madre: sensi di colpa, ansia, delusione, disorientamento, inadeguatezza e confusione sono i principali stati d’animo cui le mamme vanno incontro in questi casi.

È importante, però, che trovino la forza di reagire per affrontare la situazione, in modo da poter superare lo shock emotivo provocato dalla separazione prematura dal bambino e per assicurare al piccolo tutto il sostegno di cui ha bisogno. L’incubatrice, quindi, è lo strumento più importante per la sopravvivenza del bambino prematuro: prima si riesce ad accettarla e prima si potrà finalmente tenere in braccio il proprio piccolo.

Publicato: 2010-06-05Da: Redazione

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