Impianto di irrigazione

Impianto di irrigazione per giardino
Categoria: Archivio Giardinaggio
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Progettazione

Per progettare un buon impianto di irrigazione bisognerebbe procedere prima della messa a dimora delle specie arboree e dunque prima della realizzazione concreta del proprio giardino.

Di solito, quindi, si sceglie di iniziare con un progetto in scala delle aree verdi che si intenderà irrigare, tenendo conto della disposizione delle piante e degli arbusti oltre che delle prese d’acqua, in modo da poter rendere il tutto il più efficiente e ottimizzato possibile.

Se il giardino è particolarmente ampio non possono che essere disposti diversi punti a cui collegare le tubature dell’acqua, altrimenti con tubi eccessivamente lunghi si ridurrà la pressione dell’acqua stessa.

Anche raccogliere informazioni e dati attendibili circa la portata e la pressione dell’acqua risulta essere molto importante. Per un approccio fai da te si può procedere nel seguente modo. Si inserisce un secchio al di sotto di un rubinetto e si cronometra in quanto tempo esso si riempie.

Naturalmente, dobbiamo conoscere la capienza del secchio. Un esempio ci aiuterà a chiarire quanto illustrato. Se siamo in possesso di un secchio di 15 litri che si riempie in 30 secondi significherà che la portata corrispondente sarà di 1800l/h.

Misurare la pressione potrebbe essere leggermente più complesso, ma con un manometro applicato ad una presa, sarà sufficiente aprire il rubinetto al massimo e l’apparecchio leggerà le atmosfere corrispondenti.

Attenzione a questo dato: se dovesse essere troppo basso, diciamo al di sotto delle due atmosfere, si dovrà procedere prima all’installazione di una pompa ausiliaria. Realizzare un impianto di irrigazione da soli non è, ovviamente, impossibile ma richiede grande dimestichezza con i lavori fai da te e una buona dose di pazienza.

Se possibile, sarebbe comunque una soluzione migliore quella di rivolgersi ad uno specialista, almeno per la realizzazione del progetto su carta e per ottenere dei consigli pratici che aiutino a non sbagliare.

A chi rivolgersi

Se si è decisi per la realizzazione dell’impianto di irrigazione da parte di un esperto, una soluzione che è certamente consigliabile a meno che non si disponga di fondi decisamente inadeguati (con mille euro, con il fai da te, si riesce a portare a termine l’impresa), non mancheranno i professionisti a cui rivolgersi.

Tra i tecnici che risultano essere i più preparati in materia vi sono senza alcun dubbio i vivaisti e coloro i quali lavorano in centri di giardinaggio; gli idraulici, a dispetto di quello che si potrebbe immaginare, non sono i più qualificati, poiché non conoscono il tipo di irrigazione di cui necessitano le varie specie arboree.

Facciate attenzione a che il tecnico chiamato operi in modo scrupoloso: deve prendere nota degli elementi che sono presenti nell’area, segnare tutte le prese, sia quelle dell’acqua sia quelle elettriche, non trascurare l’orientamento del giardino.

Spetterà a lui, in questo caso, stabilire pressione e portata dell’acqua e, ovviamente, predisporre un preventivo dettagliato. Sarebbe molto utile prendere informazioni circa la possibilità di assistenza una volta installato l’impianto e non accettare garanzie inferiori ad un anno.

Chiedete anche circa i tempi di installazione: mediamente, non si dovrebbe superare la settima di lavoro. È bene sapere che la manodopera di un tecnico specializzato ha una significativa incidenza sui costi finali, dunque se ci si vuole sperimentare con la realizzazione fai da te dell’impianto sarà bene mettersi alla prova su tratti non molto ampi.

Per superfici importanti, un professionista diventa assolutamente indispensabile. Se state valutando di mettere in posa un impianto di irrigazione, tenete anche conto del periodo.

Ad esempio, è con la fine dell’estate che dovrebbe essere messo a dimora il prato, che troverà nell’umidità autunnale le condizioni più favorevoli per una crescita corretta: meglio, quindi, far installare prima l’impianto del prato: la scelta dei tempi è fondamentale per non compromettere la salute delle piante.

Impianti automatici

Con un impianto di irrigazione automatico si può stare tranquilli: le piante saranno annaffiate anche durante le assenze più o meno prolungate. La siccità non lascerà più le classiche zolle gialle da risistemare e le piante seccate: al rientro dalle ferie il giardino sarà splendido come alla partenza.

Un impianto di irrigazione automatico può essere dotato di una utile centralina che riesce a percepire l’aumento di umidità legato alla pioggia evitando di far partire l’irrigazione in caso vi sia già quella “naturale”.

È bene posizionare questa centralina in un punto riparato, non raggiungibile dalle intemperie, per non correre il rischio di rendere poco attendibili le rilevazioni. Trovare queste centraline non è affatto difficile: basta rivolgersi ai punti vendita della grande distribuzione o nei centri di giardinaggio o anche nei vivai.

Il costo per la sua installazione si aggira intorno ai 1500 euro, ma è una spesa che vale la pena di sostenere, visto il risparmio di acqua che è in grado di garantire e la tranquillità che ci consente di avere.

Un impianto di irrigazione automatico, comunque, funziona in modo abbastanza semplice. Spetta alla centralina distribuire i comandi (degli impulsi elettrici) che faranno aprire l’elettrovalvola la quale, a propria volta, farà sì che l’acqua venga inviata ai tubi e poi agli irrigatori, in sequenza. Il meccanismo è analogo per i sistemi di irrigazione a tubo gocciolante, utilizzato per la sub-irrigazione.

A seconda, quindi, della tipologia di distribuzione dell’acqua, si avranno due diversi sistemi messi in rete: uno è formato da tubi rigidi ad alta densità, che porteranno l’acqua da una parte ad un’altra; un altro è costruito con tubi di spessore maggiore sui quali si provvederà all’installazione dei gocciolatoi localizzati. I tubi vanno sempre installati su un fondo pulito, libero da sassi e scavato a forma di V, profondo almeno una decina di centimetri.

Impianti a pioggia

I più comuni impianti di irrigazione usati sono quello a pioggia. Si tratta di una tipologia preferita nel caso in cui si debba irrigare un prato, dal momento che ricrea esattamente lo stesso tipo di bagnatura che creerebbe la pioggia naturale.

In questo modo, l’acqua giunge nebulizzata sul terreno così che non provoca danni alle piante più piccole e più fragili, senza contare il vantaggio di riuscire a lavare la superficie delle foglie, eliminando insetti, larve e alcuni parassiti. Il terreno, inoltre, può essere penetrato poco per volta, e l’assorbimento dell’acqua risulta essere ottimale.

Naturalmente, anche in questo caso si deve procedere all’interramento dei tubi: i più adatti sono i cosiddetti pop up a scomparsa: solo nel momento stesso in cui si dà il via all’irrigazione risalgono in superficie, grazie alla pressione stessa dell’acqua. In fase di riposo, la testina si trova, invece, a filo a filo del terreno.

Il sistema garantisce, quindi, la totale sicurezza per chi cammina in giardino, che non correrà il rischio di inciampare nei fili, salvaguarderà l’estetica e non creerà problemi nel momento in cui si procederà a tosare il prato. Gli irrigatori pop up più usati sono quelli a turbina con gettata regolare oppure quelli disponibili nella versione oscillante.

Il vantaggio legato a questo genere di irrigazione è soprattutto quello legato alla sua grande versatilità, poiché ben si adatta a tutti i tipi di terreno, sia esso scosceso o pianeggiante. I costi di istallazione non sono proibitivi e le zone da irrigare sono sempre raggiungibili in modo semplice.

Lo svantaggio principale è dato da un’eventuale presenza di vento, poiché nel caso sia significativo o comunque costante, non permette all’acqua di essere distribuita in modo uniforme. Ulteriore svantaggio, poi, è quello legato ad una scarsa efficienza del sistema, poiché una buona parte dell’acqua viene dispersa con l’evaporazione.

Irrigare le piante su un balcone o terrazzo

Uno dei problemi che affligge moltissime persone è la possibilità di irrigare le piante che si possiedono magari su un piccolo terrazzo o sul balcone, soprattutto durante l’estate e soprattutto nel momento in cui non si è a casa ma fuori per le ferie.

Naturalmente, un impianto di irrigazione come quelli sopra descritti appare sovradimensionato al problema in esame: bisogna, quindi, ricorrere a metodi più casalinghi e fai da te per evitare che, al ritorno, si trovi tutto giallo e secco.

Per prima cosa, sarà meglio posizionare tutti i vasi nella parte del balcone o della terrazza meno esposta ai raggi diretti del sole. Se non si può, cercare di evitare quanto meno la zona a mezzogiorno: l’acqua evaporerà meno facilmente e le piante soffriranno meno anche il caldo intenso.

Ad averne la possibilità, un’ottima soluzione sarebbe quella di installare un mini impianto di irrigazione collegato al rubinetto (qualora presente in esterno): il migliore tipo sarebbe quello a goccia, naturalmente delle dimensioni adatte al particolare scopo.

L’inserimento di un semplice timer farà sì che l’irrigazione parta in automatico anche durante le vostre assenze, garantendo l’acqua necessaria ad ogni vaso. E se non si dovesse disporre di acqua corrente? In questo caso si hanno ancora un paio di opzioni a disposizione.

In primo luogo, se i vasi sono pochi e non ospitano specie molto grandi, basta mettere nel terreno una bottiglia colma d’acqua chiusa con un tappo di sughero, che farà sì che il terreno si bagni poco per volta e in modo costante.

Un’altra opzione consiste in quelle apposite gelatine vendute nei negozi specializzati: sono imbevute di acqua che rilasciano gradatamente una volta a contatto con il terreno, sebbene si tratti sempre di interventi che non possono garantire la sopravvivenza della pianta se non per un numero limitato di giorni.

Posizionamento degli irrigatori

Gli irrigatori possono essere disposti in tre modalità differenti: in linea, a triangolo e a quadrato. La scelta e la preferenza per uno piuttosto che per un altro dipende tutta dalla forma del terreno: non è raro che si debbano usare tutte e tre le tipologie in un mix particolare per una conformazione specifica.

La distanza tra gli irrigatori, comunque, a parte delle piccole deroghe, dovrebbe sempre essere costante: per questo motivo è molto importante aver creato una planimetria del giardino in scala, sulla quale operare il posizionamento prima virtuale e solo dopo procedere con quello reale.

Con un compasso si dovrebbero tracciare, a questo punto, dei cerchi che servono ad indicare le aree effettivamente irrigate: quando saranno coperte tutte le zone, si potrà considerare efficiente il progetto proposto.

Importante è anche che l’irrigazione avvenga in modo omogeneo e che la superficie bagnata sia molto prossima a quella che si desidera effettivamente irrigare. Questa misura varia in base alla vicinanza o meno dall’ugello dell’irrigatore. Una buona uniformità dell’irrigazione è data anche dalla sovrapposizione delle aree coperte dei getti, che deve attestarsi almeno al 50%.

Il giardino va poi diviso in zone: la quantità d’acqua è, ovviamente, funzione delle specie piantate. Ciascuna elettrovalvola, quindi, deve essere indipendente e se ne dovrà avere una per zona. Anche calcolare l’impatto del vento è importante: in tal caso, i cerchi di cui sopra diventano degli ovali, ma significa anche che la distribuzione non sarà uniforme come in precedenza.

Per effettuare il collaudo, invece, basta aprire il rubinetto centrale, spurgare le tubature e procedere con l’attivazione delle elettrovalvole. È importante che il collaudo sia fatto su tutto l’impianto e non solo su una parte di esso: l’ultima delle attività da compiere è la programmazione della centralina di comando, che dovrebbe essere testata secondo diverse modalità e tempi.

Publicato: 2010-05-24Da: Redazione

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