In natura esistono tantissimi tipi di bulbi, che in questi anni hanno sempre più incontrato il favore e l’interesse di molte persone che hanno scoperto di avere una vera e propria passione nei loro confronti, anche perché se si conoscono bene, se s’impara a curarli possono di anno in anno rinnovarsi e moltiplicare la loro bellezza sulle nostre terrazze e nei nostri giardini, creando aiuole e spazi di colore allegria in diversi momenti dell’anno.
Caratteristiche generali
I bulbi rappresentano diverse forme vegetali la cui forma e colore variano da specie a specie, la loro simpatica forma ricorda un pochino quelle delle cipolle, infatti, molti tipi di bulbi si presentano come piccole o grosse cipolle. Non sono però da confondere con specie simili, soprattutto per i fiori che poi sono prodotti, infatti, esiste una sostanziale differenza tra bulbi, rizomi e tuberi.
I rizomi, si presentano con una forma tipicamente allungata in senso orizzontale, hanno uno sviluppo sotterraneo ma in parte anche superficiale, ad esempio gli iris, i mughetti, sono esempi tipici di rizomi, così come anche i mangerecci topinambur (rapa tedesca), dai quali cresce il bellissimo e spettacolare fiore giallo, simile in parte a un girasole. I tuberi, ne sono un esempio, le patate, hanno un fusto che si sviluppa nel sottoterra, e rappresenta una vera e propria riserva di energia per la pianta, ad esempio gli anemoni, le tuberose e le romantiche begonie.
Esiste poi una quarta categoria rappresentata dai bulbi-tuberi, ne sono un esempio, le fresie e gli eleganti gladioli: si tratta di tuberi di dimensioni ridotte, avvolti da foglie simili per leggerezza al papiro. Al loro interno si trova la gemma, e sotto la parte radicale. I bulbilli sono i figli che è possibile staccare dalla madre e dare vita quindi a nuove “bellezze della natura”.
Fatta chiarezza sulla sostanziale differenza tra un bulbo, un tubero e un rizoma, è possibile ora comprendere come i bulbi siano a tutti gli effetti delle piante complete, giacciono sotto terra per un certo periodo, sicuri delle lo provviste naturali energetiche per poi spuntare ed emergere dalla terra, dando schiudendosi la possibilità di assistere ad uno spettacolo meraviglioso, se per prova o per sperimentare provate a tagliare a metà un bulbo, vedrete nella sezione le tuniche, le gemme, dai quali si svilupperanno poi le foglie, i fiori e gli steli, ecco la completezza di cui sopra.
Cenni storici
Difficile pensare che già in epoche remote esistesse un vero e proprio mercato e delle reali speculazioni sui bulbi? Invece è proprio così, intorno alla prima metà del XVIII secolo nei Paesi Bassi, vi era una tale richiesta di bulbi di tulipano, da produrre la “Bolla dei tulipani”, chiamata anche tulipomania, ovvero un serio investimento di immani capitali per la gestione e la vendita, altamente redditizia dei tulipani, o meglio di bulbi, spesso ancora interrati.
Il tulipano, è forse uno dei bulbi più apprezzati e ricercati, arrivò in Europa nel XVI secolo, amato e ricercato soprattutto dai facenti parte delle classi più abbienti e ricche che gareggiavano per ottenere le qualità più rare e preziose, la sua coltivazione nei Paesi Bassi ebbe inizio intorno al 1953, rappresentando una vera e propria merce ricercata e lussuosa.
Alla metà del 1600 per un bulbo di una speciale qualità si arrivava anche a spendere più di 1000 fiorini, basti pensare per fare i dovuti paragoni che uno stipendio medio all’epoca poteva aggirarsi intorno ai 150 fiorini! Tulipani come merce di scambio contro terre, animali, addirittura abitazioni. Tra i prezzi da capogiro, è documentata la vendita di un bulbo a Haarlem appartenete alla specie Semper Augutus per la “modica” cifra di 6000 fiorini.
I tulipani entrarono alla metà del 600 nelle borse valori, ma con il passare degli anni il mercato cambiò, e chi agiva facendo speculazioni con i passare del tempo, iniziò ad avere delle grosse difficoltà, per molti commercianti si arrivò alla vera e propria crisi. I contratti illegali per vendite speculative non furono più riconosciuti, anzi furono considerati come il gioco d’azzardo, dunque non validi. Come vedremo in seguito la Turchia fu a quanto pare la culla originaria dei tulipani, i quali regnavano, nei più bei giardini dei palazzi imperiali e delle ville più eleganti e ricche.
Per loro crebbe sempre più l’interesse e il fiammingo de Busbecq iniziò a occuparsene anche dal punto di vista, oltre che botanico, anche commerciale. Sempre per rimanere nella storia altri bulbi ci riportano nel passato, basti pensare ai lilium i quali appaiono già in dipinti dell’età micenea a Creta. Per gli assiri il giglio era il simbolo del fiore sacro e al contempo terapeutico, usato, infatti, sottoforma di bulbo schiacciato per curare diverse infezioni.
Il padre dei tulipani
Se tra i bulbi, i più apprezzati restano i tulipani, è impossibile non dimenticare una figura storica di rilievo, una sorta di “padre dei tulipani” si tratta di Carolus Clusius Ecluse nato nel 1526 e morto nel 1609. Medico ma con la grande passione per la botanica, infatti, fece chiarezza e distinzione tra le conoscenze meramente erboristiche da quelle botaniche descrittive, applicando quella che anche Linneo usò, cioè la “forma binaria” brevi e sintetiche descrizioni di due parole.
Perché fu il padre dei tulipani, perché si dedicò in particolar modo a essi, diventando il primo vero coltivatore di questi bulbi in Olanda, impegnandosi in un’attenta propagazione delle informazioni e del materiale anche ai suoi colleghi e agli studiosi in generale. L’origine del tulipano è da ricercarsi a quanto pare in Turchia, secondo alcuni si spingerebbe fino all’Himalaya. Clusius era Prefetto dei Giardini Botanici Imperiali di Vienna, e lì si dedicò allo studio, agli incroci, ai semi dei tulipani più belli e più pregiati, derivanti dai tanti viaggi, in terre lontane ed esotiche, ad esempio quelli di Crimea a fioritura precoce.
Anche grazie al lavoro del “padre dei tulipani” oggi si dividono in diversi gruppi, in base al momento di fioritura, alla forma e alla grandezza. Ad esempio è possibile catalogare i fiori più antichi, quelli con fioritura precoce, questi risalgono all’inizio del XIX secolo, alcune specie sono andate perse, altre invece si trovano allo stato attuale in commercio.
Su alcuni l’origine è invece dubbia, su altri come i famosi “Darwin” si sa con certezza collocare la loro nascita intorno al XIX secolo, usati per la bellezza dei fiori e per la lunghezza dei gambi, i famosi “parrot” anche detti pappagalli, sono bellissimi per i doppi colori e i petali arricciati appunto come la cresta di un pappagallo, si collocano come origine temporale intorno al XVII secolo.
Cure e terreno
Il terreno perfetto per piantare e vedere crescere in modo armonioso i bulbi, è sicuramente quello senza sassi, senza radici di altre piante, sciolto. Prima di interrare i bulbi, è consigliabile lavorare molto bene la terra, ciò permetterà di ossigenarla in maniera adeguata, tale operazione va fatta almeno una settimana prima della messa a dimora dei bulbi.
Interrare i bulbi è tutto sommato un’operazione semplice, ma va compiuta comunque nel rispetto della tipologia del bulbo, poiché ciascuno ha delle specifiche necessità legata alla profondità, alcuni vanno riposti a 15, 20 cm sottoterra, altri quasi in superficie, è quindi molto importante leggere sui cartellini le indicazioni.
Una grande nemica dei bulbi in linea generale, è sicuramente l’acqua eccessiva, quindi il terreno dovrà essere in grado di drenarla bene e non permettere alcun tipo di ristagno. A tal proposito è particolarmente indicato inserire nella composizione del terreno anche della sabbia, senza comunque una percentuale superiore al 15%, e una piccola percentuale di torba, la prima farà scivolare l’acqua in eccesso, la seconda ne tratterrà la giusta quantità.
Molto importante è anche il concime da inserire nel terreno, tra i minerali indicati devono esserci il fosforo, il potassio e l’azoto, senza mai eccedere nel rispetto della natura e delle falde acquifere sottostanti, non dimentichiamoci che se siamo i primi a inquinare saremo i primi a pagarne le conseguenze! Quando avrete piantato i vostri bulbi, non dimenticatevi di segnare con delle targhette apposite, o dei semplici bastoncini, per delimitare la zona e per segnalare esattamente il tipo di bulbi piantato.
Questo eviterà di pestarli, o eliminarli per fare posto magari, attraverso altri lavori nel giardino ad altre piante. Se abitate al nord Italia e siete quindi più soggetti a inverni particolarmente freddi o peggio gelidi, piantate i bulbi due o tre centimetri sotto il limite indicato, questo li proteggerà di più.
Consigli per acquistarli
L’autunno è il mese indicato per l’acquisto delle bulbose, tra l’inizio di settembre e la fine di ottobre, queste fioriranno in primavera o in inverno, mentre alla fine dell’inverno si possono scegliere di acquistare i bulbi che hanno la tipica fioritura estiva. Esistono poi delle eccezioni, cioè dei bulbi, che essendo tenuti in appartamento, danno origine a piante che possono fiorire praticamente tutto l’anno, come ne è un chiaro esempio l’amaryllis.
Il momento dell’acquisto è quello più delicato, è assolutamente necessario essere attenti osservatori, prima di tutto la temperatura, durante la loro conservazione che equivale al momento di assenza di attività vegetativa, non devono subire sbalzi o peggio essere esposti a sbalzi di temperatura, meglio leggermente bassa. Badate anche la prezzo, calcolando esattamente in funzione della vostra reale necessità, alcuni sono accessibilissimi e su questi è ad esempio possibile investire per coprire parecchi metri quadri o per creare grandi aiuole scenografiche, insomma tutto è legato al budget che avete deciso di predisporre e all’area che volete a loro dedicare.
Il prezzo è variabilissimo da pochi centesimi circa poco più di venti, fino a più di un euro e oltre, alcuni possono, infatti, superare i 5 euro a bulbo, ma si tratta di specie particolari e molto belle. Per qualsiasi dubbio, prima dell’acquisto è bene chiedere consigli al giardiniere o al proprietario del negozio o del vivaio presso il quale deciderete di effettuare l’acquisto.
I bulbi si possono commercializzare sfusi o all’interno di piccole reti confezionate. In entrambi i casi, ma soprattutto nel primo, visto che vi è al possibilità di sceglierli uno a uno, è bene osservare che non vi siano macchie sospette sulla superficie, ammaccature, devono essere ben turgidi e non molli o peggio troppo leggeri, la parte inferiore, quella cioè dove si sviluppano poi le radici dev’essere integra e soda.
Nessun segno di deterioramento o di attacco di funghi dev’essere presente, se all’interno vedete della segatura o della torba, o entrambe, sono un segno di attenzione da parte del venditore, perché questi due elementi permette una migliore conservazione.
Cura dei bulbi
Ci sono delle azioni di cura per mantenere e favorire una buona fioritura e no solo, per mantenere in salute il bulbo, come abbiamo già detto per evitare sgradevoli sorprese è bene non esagerare con l’acqua, nella giusta quantità rappresenta come per tutte le piante, fonte di vita, ma in eccesso diventa un vero problema. Solo appena interrati, è bene annaffiare in modo importante, per dare appunto la giusta dose di acqua al bulbo che dovrà poi svilupparsi.
In inverno i bulbi interrati non vanno bagnati, mentre con l’arrivo della primavera si riprende ad annaffiare con moderazione. Una volta che è trascorso il periodo della fioritura, è possibile, togliere i bulbi dalla terra, ma molti optano per lasciarli direttamente interrati, insomma è a vostra discrezione, a dire il vero, la natura li lascia lì dove sono anno dopo anno, ma se volete separare i bulbilli e avere per la stagione successiva dei figli nuovi da piantare, allora tale operazione sarà necessaria.
Tra quelli che normalmente si lasciano interrati e non si estraggono i narcisi, i muscari e ancora i bucaneve e gli anemoni. È raccomandabile evitare di annaffiare una volta che la fioritura è terminata e le foglie si sono ingiallite. Giacinti e tulipani, è meglio estrali dalla terra, non è detto che fioriscano anno dopo anno. I bulbi estratti vanno ripuliti delicatamente dalla terra, magari aiutandosi con una spazzolina morbida e poi lasciati ad asciugare alla luce, per almeno un giorno, vanno poi riposti in sacchetti di tessuto come cotone o iuta e messi in luogo fresco e asciutto, no umido.
Quando li fate asciugare, non lasciateli al sole ed eventualmente passate sopra uno specifico prodotto anti funghi. Non dimenticate poi di scrivere sopra al sacchettino il contenuto, poiché anche se un occhio esperto li sa riconoscere, a volte è possibile per alcuni bulbi, confonderli. Tenete presente che quelli piantati in autunno, nella terra sono in una fase di riposo vegetativo che permette al bulbo solo di sviluppare le radici, con l’arrivo della primavera e dei primi caldi ecco allora il via allo sviluppo del resto della pianta.
Dividerli e proteggerli bene, significa avere poi arrivata la stagione giusta, l’opportunità di creare delle belle aiuole e spazi colorati e vivaci grazie alla personale creatività ed estro, nel saperli avvicinare per momento di fioritura, altezza, colore e durata.
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