Gruppo di continuità

Categoria: Archivio Informatica
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Come funziona

Un gruppo di continuità è un particolare dispositivo che garantisce l’alimentazione anche nel caso di un’interruzione di energia elettrica. Talvolta il gruppo di continuità è conosciuto anche con l’acronimo UPS, che sta per Uninterruptible Power Supply (o Source). La differenza fra un gruppo di continuità e un comune sistema di alimentazione di emergenza (o un generatore) è rappresentato dal fatto che l’UPS è in grado di fornire corrente in modo istantaneo (o quasi). Questa efficace “protezione” dalle interruzioni elettriche è garantita dalla presenza di una o più batterie associate ad un circuito elettronico.

La maggior parte dei gruppi di continuità è in grado di fornire energia per periodi di tempo che tipicamente vanno dai 5 ai 15 minuti; questo vale soprattutto per i modelli di minori dimensioni (circa 200 VA). Non si tratta ovviamente di molto tempo a disposizione, ma poter contare sull’energia elettrica anche per pochi minuti consente ad esempio di ripristinare la corrente, ricorrere ad un generatore oppure – nel peggiore dei casi – riuscire a salvare eventuali dati e spegnere in sicurezza il dispositivo collegato. Questo aspetto è particolarmente importante, ad esempio, per i computer.

I gruppi di continuità possono essere connessi con qualsiasi tipo di strumentazione o dispositivo elettronico. Non solo computer, dunque, ma ad esempio anche centri di elaborazione dati, equipaggiamenti per le telecomunicazioni, e tutti gli altri casi nei quali la mancanza improvvisa di corrente può causare perdita di informazioni, danni al sistema, interruzioni del servizio o, nei casi peggiori, lesioni o morte di persone (es. apparecchiature di ospedali).

Ecco perché esistono gruppi di continuità di dimensioni molto diverse fra loro: si va infatti da unità di piccolo ingombro (ad esempio per la protezione di un computer) a grossi dispositivi studiati per centri di elaborazione informatici, interi edifici o addirittura centri abitati.

I gruppi di continuità sono utili non solo quando la corrente viene a mancare, ma anche nei casi di energia elettrica erogata in modo non costante, con picchi e sbalzi di tensione.

Caratteristiche

Esistono sul mercato gruppi di continuità di diverse case produttrici, modelli e potenze, ma sostanzialmente tutti si basano su tre elementi fondamentali rappresentati da:

  • un convertitore AC/DC che permette di trasformare la tensione alternata in tensione continua;
  • una o più batterie ricaricabili che al loro interno immagazzinano l’energia elettrica proveniente dal convertitore in energia chimica;
  • un convertitore DC/AC che provvede a trasformare nuovamente la tensione continua in tensione alternata che può essere utilizzata dai comuni dispositivi elettronici.

Oltre a quello sopra elencati nei gruppi di continuità è presente anche un AVR, ovvero un elemento che serve a smorzare i picchi di tensione regolarizzando la corrente in entrata al dispositivo collegato.

La batteria, come comprensibile, rappresenta l’elemento centrale del gruppo di continuità e solitamente è al piombo. La sua potenza deve essere sufficiente ad alimentare i dispositivi connessi, e nel caso di più batterie, queste sono connesse in parallelo per consentire un migliore funzionamento del gruppo di continuità.

Principali tipologie

A seconda delle loro caratteristiche tecniche, esistono diversi gruppi di continuità.

I gruppi di continuità off-line sono i più economici e costituiscono la maggior parte dei dispositivi utilizzati a livello domestico. La corrente in ingresso passa dall’UPS ai dispositivi collegati e nel frattempo, grazie all’alimentatore, vengono mantenute in carica le batterie collegate. In seguito all’interruzione di corrente, il tempo di intervento è di pochi millisecondi (tipicamente, non più di 5 o 6). Questa tecnologia è anche definita “standby” ed è ideale per carichi di basso assorbimento come ad esempio periferiche singole.

Nei gruppi di continuità di tipo line-interactive solo parte della corrente che entra nel dispositivo viene filtrata, ma in caso di blackout i tempi di intervento sono ridottissimi, inferiori rispetto agli UPS offline. Questi dispositivi permettono di stabilizzare la tensione in uscita e, al contempo, di ricaricare la batteria. Gli UPS line-interactive sono consigliati, ad esempio, per gli utenti che incorrono spesso in oscillazioni di potenza ma solo raramente in blackout.

Gli UPS on-line sono direttamente collegati a batterie precedentemente caricate, pertanto in caso di mancanza improvvisa di corrente entrano immediatamente in funzione. Ciò avviene perché tutta la corrente in entrata viene filtrata dal gruppo di continuità e una parte di essa viene dirottata al caricamento delle batterie, mentre parte è destinata ad alimentare i dispositivi collegati. Questi gruppi di continuità garantiscono le migliori prestazioni in assoluto, ma sono anche piuttosto costosi.

Quale comprare

I gruppi di continuità non sono dispositivi ancora molto diffusi. Oltre agli utilizzi industriali, nella maggior parte dei casi l’utente medio è rappresentato da un utilizzatore di computer che desidera prevenire qualsiasi problematica dovuta all’eventuale interruzione di corrente.

Per quanto riguarda la scelta di un gruppo di continuità, la prima cosa da valutare è senz’altro la potenza. Ovviamente è necessario scegliere un modello la cui potenza sia indicata per le esigenze delle apparecchiature elettroniche collegate. La potenza è indicata con l’unità di misura VA (Volt-Ampere) che dal punto di vista quantitativo equivale al Watt. Ma come calcolare di quanta energia ha bisogno un dispositivo? Molto utile è, ad esempio, il programma eXtreme Power Supply Calculator che può essere scaricato gratuitamente nella sua versione base. Per una maggiore sicurezza, una volta individuata la potenza assorbita dal dispositivo o dai dispositivi, si consiglia di raddoppiare il valore (o anche triplicarlo, giusto per stare tranquilli) e di scegliere di conseguenza. Solitamente per un computer può bastare un gruppo di continuità da 300-400 VA, anche se in un’ottica cautelativa è consigliabile dotarsi di uno da almeno 500 o 600 VA.

I gruppi di continuità che si possono trovare a prezzi bassi, ad esempio nei negozi delle grandi catene di informatica e nei supermercati, non sono il massimo dell’affidabilità. Meglio spendere qualcosa in più e scegliere marche specializzate che possano dare la garanzia di un’efficace protezione come, ad esempio, la APC, la Daker o la Atlantis Land.

I migliori gruppi di continuità sono quelli che possono essere connessi al computer tramite una presa USB, e che pertanto vengono controllati grazie ad un apposito software. In questo modo, ad esempio, è possibile impostare il salvataggio automatico dei dati e lo spegnimento in sicurezza del computer alcuni minuti dopo l’entrata in funzione del gruppo di continuità. Così facendo, si evita lo spegnimento “traumatico” del computer da un momento all’altro e la perdita dei dati.

Collegamenti e manutenzione

Il gruppo di continuità può essere collegato direttamente al computer o ad altri dispositivi anche senza dover installare necessariamente il software di gestione. Nel caso si volesse programmare il dispositivo, è sufficiente invece installare il CD con il software contenuto nella confezione. Il collegamento dell’UPS con il computer può essere tipicamente realizzato mediante una porta USB, una connessione seriale oppure con un cavo ethernet.

A causa del continuo utilizzo, dopo qualche tempo è necessario sostituire la batteria del gruppo di continuità. Di solito è consigliabile non attendere più di tre anni per effettuare questa sostituzione: utilizzare batterie che non tengono più la carica può infatti portare a spegnimenti improvvisi molto pericolosi. Per la sostituzione della batteria è bene consultare il manuale ed eventualmente rivolgersi ad un esperto in prodotti elettronici.

Publicato: 2011-12-19Da: Redazione

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