Caratteristiche
Le piante rampicanti si possono usare sia per creare zone specifiche di verde a copertura di pareti, muri, recinzioni; offrendo con la loro “naturalezza” un tocco green a parte delle nostre abitazioni, risolvendo spesso l’inconveniente estetico di una parte di un terrazzo o di un balcone, magari “non bella da vedere” perché con intonaco non fresco o qualche piccola crepa da coprire.
Ecco che optare per una bella pianta rampicante può essere l’idea giusta, economica e adatta soprattutto per chi ama fare giardinaggio e dedicarsi a queste nostre amiche silenziose. Si arrampicano sinuose su pareti, vecchi muri, cancelli, inebriano spesso con profumi delicati o intensi, regalati da fiori semplici o più ricercati e originali, dai colori decisi, i quali attirano golose api e curiosi insetti.
Si possono piantare direttamente in terra, oppure in capienti vasi, l’importante è che abbiamo terreno abbastanza che garantisca loro uno sviluppo armonioso ed equilibrato, pena una crescita stentata e non d’effetto.
Si tratta di piante tipicamente arbustive o erbacee, la peculiarità è quella di avere dei rami troppo leggeri per trovare da soli la forza di auto sostenersi, ecco perché necessitano assolutamente di sostegni di vario genere, dal muro, alla cancellata fino al gazebo. Ne esistono di vari tipi, da quelli tipici con i peduncoli, capaci da soli di attaccarsi ai sostegni a noi offerti, grazie a un naturale meccanismo di fissaggio.
Gli avviluppatori, che come anticipa e spiega bene la parola sono in grado di “avvilupparsi” ai sostegni donati, alle quali avvolgono come spire i loro esili ma tenaci rami, in ultimo le piante di tipo sarmentoso, con la necessità assoluta di essere legati da noi ai sostegni.
Le piante rampicanti si usano per belle e spesso scenografiche siepi di tipo perimetrale, oppure per creare delle pareti divisorie, splendide e fresche pergole che permettono di riposarsi o consumare un fresco pasto estivo. Tra i tanti rampicanti vedremo i principali con le loro caratteristiche, il terreno, l’esposizione, l’irrigazione ecc.
Passiflora
Si tratta di una pianta rampicante, dalla crescita abbastanza rapida, è abbastanza semplice da coltivare; idonea sia per essere piantata in terra sia in vaso, anche se come precedentemente detto, in terra piena la crescita è sicuramente favorita e agevolata. Se optate per un vaso, l’importante è che sia capiente di almeno 50 cm di diametro.
È una pianta abbastanza resistente, ma durante l’inverno specie se rigido e quindi molto freddo, è bene posizionarla in una zona riparata. In estate predilige le zone soleggiate, va annaffiata abbondantemente, la concimazione deve essere compiuta con concime liquido.
I fiori ci deliziano nel loro aspetto elegante e delicato in estate, la particolarità di questi fiori detti anche “fiori della passione”, poiché ci si riferisce alla passione di Gesù, infatti il fiore ha tre steli che evocano i chiodi e una corona come quella di spine! Esistono più di 400 specie di passiflora, l’altezza media raggiunge circa i 6 metri, ed è originaria del Nord America, Asia e Australia.
È una pianta dal fusto molto ramificato, la peculiarità dei fiori è che sono ermafroditi, di tipo ascellare e solitari. I frutti sono in genere rappresentati da bacche allungate o ovoidali, il cui colore è variabile dal giallo, al viola, al blu, al verde fino al nero, molto dipende dalla specie di appartenenza.
Tra le specie più resistenti anche alle più rigide temperature vi è la Passiflora Caerulea, il suo paese di origine è il Sudamerica, ha lunghe e vigorose ramificazioni, i petali son bianco rosati, fiorisce da giugno a settembre. La passiflora era già usata anticamente dal popolo azteco per le sue proprietà rilassanti sottoforma d’infusi e tisane, le sue proprietà son quindi sedative, ansiolitiche; ottima cura per l’insonnia.
Addirittura durante la prima guerra mondiale era impiegata per curare “l’angoscia da guerra”. Le foglie hanno un alto contenuto di flavonoidi e proprietà antispasmodiche, anti ansia e anti tachicardia. Attenzione, se si hanno piccoli animali o bambini, ai frutti, che se ingeriti inavvertitamente crudi possono causare vomito, nausea, e se ingeriti in quantità rilevanti, possono causare effetti allucinogeni.
Il terreno deve essere sempre fresco e morbido, la posizione da scegliere è quella riparata dai venti, buona luminosità ed esposizione, vanno rinvasate in primavera, e l’innaffiatura non deve mia essere scarsa, ma al contempo non vi deve mai essere il ristagno idrico.
Bougainville
Fa parte della famiglia delle Nyctaginaceae, arriva dalle calde zone tropicali dell’America Meridionale. L’origine del nome è legata a un navigatore (Louis Antoine de Bougainville), che la scoprì grazie a un suo viaggio.
Pianta perfetta per esterno, soprattutto nelle zone calde e con temperature non troppo fredde, in quest’ultimo caso se il clima è rigido soffrirà all’esterno e dovrà assolutamente essere riposta in luogo riparato. La coltivazione può avvenire in terra piena, oppure in vaso o vasca da terra. Il suo sviluppo prevede l’utilizzo di graticci o comunque di sostegni.
Va posta in pieno sole, e l’annaffiatura deve essere frequente, a tal proposito è bene organizzare un sistema d’irrigazione adeguato in caso di assenza prolungata, ad esempio durante le vacanze estive, periodo in cui la fioritura è più frequente e la pianta ha proprio bisogno di molta più acqua e di fertilizzante che dovrà essere somministrato una volta alla settimana o ogni due settimane al massimo.
L’annaffiatura invece, va ridotta quando inizia a sfiorire. Il rinvaso è consigliato in primavera tra marzo e aprile. I fiori possono avere moltissime tonalità e grandezze, e appaiono sulla pianta da giugno fino all’arrivo dell’autunno. La Bougainville si moltiplica per talea; il metodo è sempre quello di asportare in estate, una talea legnosa di almeno 10 cm, poi piantarla in una composta a base di sabbia, in un vaso di circa 5-6 cm di diametro.
Permettere quindi alla radicazione, che avverrà in un tempo variabile dai venti ai venticinque giorni, preferite un luogo con una temperatura di almeno 20-25°C. Va potata in febbraio, diminuendo la lunghezza dei rami di circa un terzo della lunghezza attuale. Tutti i rametti deboli vanno eliminati, poiché comportano una perdita di energia della pianta.
Tra le tante specie, una molta bella è la Bougainvillae Glabra, poiché oltre all’estetica apprezzabile è anche facile da coltivare in vaso e non solo necessariamente in terra piena. I fiori appaiono già in piante anche molto giovani, raggiunge al massimo circa 2,5 metri, ha foglie ovali, e i fiori sono a pannocchia dal tipico colore rosso fino al viola. La fioritura va da settembre fino a tutta la fine dell’autunno.
Vite canadese o americana
La vite canadese, il cui nome botanico è Parthenucissus quinquefolia, ha un’origine che la porta dall’America del Nord, è particolarmente decorativa. In autunno raggiunge l’apice della bellezza, poiché le sue bellissime foglie si colorano di colori caldi ed è davvero molto decorativa, varia dal marrone fino al rosso forte. Perfetta quindi per tappezzare pareti di confine tra un balcone e l’altro, giardini, gazebo, muri ecc.
Ha una crescita particolarmente veloce, la foglia è caduca e i rami sono lunghissimi e sottili. Può raggiungere un’altezza di 10 metri e superarla! Sono piante abbastanza resistenti, si possono interrare in terra piena o in ampi vasi, l’importante è mettere del letame per concimare in maniera adeguata in primavera.
Annaffiare in estate in modo adeguato, ma tenere il terreno sempre drenato, teme inverni troppo rigidi, l’esposizione è perfetta in posizione semi ombreggiata; da tenere presente che se esposta al sole diretto in autunno darà una più bella colorazione grazie a foglie di colore più acceso.
La moltiplicazione è possibile effettuarla per propaggine, dunque quella tecnica che ricorda un pochino il cordone ombelicale, poiché si sotterra un ramo ancora attaccato alla pianta madre, da questa infatti il ramo riceverà nutrimento, fino a quando poi verrà tagliato e sarà autonomo. La sua crescita richiede dei graticci oppure direttamente una parete o muro, alla quale da sola si attaccherà.
Da tenere presente a livello di manutenzione è che questa pianta in inverno perde completamente tutte le foglie dunque su un balcone, avrete poi da considerare l’aspetto “pulizia”! A livello di trattamenti antiparassitari, è consigliabile effettuare un trattamento di tipo preventivo, meglio se fatto in primavera, con un insetticida ad ampio spettro.
Non fatelo se accanto esistono altre piante fiorite. Gli eventuali funghi che possono attaccare la pianta si sviluppano in particolari condizioni di molta umidità, occhio quindi alle annaffiature eccessive. Il substrato dovrà essere sempre molto ben drenato.
Edera
Tra i rampicanti, l’edera è una delle piante più resistenti in assoluto. Molto decorativa, ricchissima di verde fogliame, copre perfettamente anche i muri più brutti! Molto tenace, non ha bisogno, come invece altre piante di sostegni di alcun tipo, l’edera Helix è in questo perfetta proprio per le peculiarità sopra citate.
Di edera ne esistono più di 100 specie diverse, ma quella sopra citata è una di quelle più indicate come pianta rampicante, anche perché può coprire enormi superfici e raggiungere altezze oltre i 30 metri. I fiori dell’edera sono un ghiotto richiamo per diversi insetti, poiché quando fuoriescono, ovvero da settembre a ottobre, vi sono ben poche altre piante in fiore.
Le bacche, che derivano da questi, sono velenose per noi umani, ma molto apprezzate dagli uccelli. Anche questo rampicante come molti altri, non sopporta il ristagno dell’acqua ecco quindi la necessità di drenare bene attraverso la scelta di un terreno morbido.
Attenzione all’aria secca se si tiene ad esempio a casa, sarà allora il caso oltre alle annaffiature di nebulizzare almeno una volta la settimana, direttamente sulle foglie (l’acqua in ogni caso non va mai data fredda, ma ciò è da estendere per tutte le piante in generale, sempre a temperatura ambiente).
La moltiplicazione avviene per talea, un ramo lungo almeno 10 cm è già sufficiente, per lo scopo, basterà lasciarlo in acqua attender quindi la sua naturale radicazione e poi metterlo in un terriccio ben umido. Può anche avvenire, comunque per seme sempre in primavera, come periodo meglio indicato.
Per ciò che concerne l’esposizione non ama il sole diretto, meglio quindi un luogo ombreggiato o semi-ombreggiato. A livello di parassiti, sono tra le piante più resistenti, certo non sono però immuni, infatti, tra gli attacchi che possono subire, riscontriamo; la cocciniglia, gli acari ecc., l’acqua in eccesso come già anticipato prima, può essere causa del marciume a livello radicale.
Glicine
Il glicine è una pianta molto resistente, basti pensare che riesce a “sopravvivere” benissimo nelle nostre città, creando bellissime e romantiche cornici con i suoi fiori delicati e profumati, lungo ponti, sopraelevate, vecchie mura di nobili ville, pareti scrostate ma arricchite con questi rami contorti e sinuosi.
Si può piantare tra ottobre e marzo, in terra piena, in questo modo si facilità il suo sviluppo armonioso. L’importante è che non sia troppo calcareo, ma ben drenato. Questa necessità è diffusa e uguale a molte piante rampicanti. Differentemente dalla sopra descritta edera, il glicine ama moltissimo il sole, quindi un’esposizione di questo tipo è perfetta e ideale.
Prima che inizi, il suo vero sviluppo ci vorrà all’incirca un anno dal trapianto da vaso alla terra. I rigidi inverni difficilmente lo faranno tremare, è una pianta molto vigorosa, anzi per certi versi è bene tenere in considerazione che può espandersi e diventare “invadente” soprattutto con una forza concentrata nelle sue radici, capaci anche di rompere e spezzare l’asfalto urbano!
Il fusto e i rami, solo nella loro prima fase di crescita hanno bisogno di essere sostenuti da un tutore, poi crescono in modo autonomo, attenzione a non farli crescere tra le cancellate o in mezzo alle reti potrebbero danneggiarle seriamente.
Se si decide di tenerlo in vaso è bene potare i rami, poiché è una pianta che necessita per un buon sviluppo di molta terra, per frenare e contenere tale crescita è assolutamente necessario accorciare la parte aerea. La concimazione va effettuata con fertilizzanti poveri di azoto. Il glicine, il cui nome botanico è Wisteria, da Wistar il famoso antropologo, arrivò in Europa dagli sati Uniti intorno al 1700.
Nel linguaggio dei fiori il glicine rappresenta l’amicizia, infatti, gli imperatori cinesi si narra, che in tempo di guerra quando si avvicinavano a territori stranieri si facessero anticipare da alcuni soldati i quali portavano in vista delle piante di glicine in segno di pace e di amicizia. Dunque regalare un glicine significa rendere nota la propria disponibilità e amicizia.
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