Elettrostimolatore

Categoria: Archivio Sport e Fitness
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Tantissime offerte sul mercato e prodotti dalle funzionalità sempre più spinte possono provocare non pochi dubbi in chi sta per acquistare un elettrostimolatore. Una guida per riuscire a scegliere quello più adatto alle proprie esigenze, riducendo la spesa senza rinunciare a sicurezza e qualità.

A cosa serve

L’elettrostimolatore è un dispositivo che viene utilizzato per donare tono ed elasticità ai muscoli attraverso la generazione di impulsi detti “a onda quadra” che andranno ad eccitare le fibre muscolari, provocandone la contrazione fisiologica.

In questo modo, si cerca di ottenere non soltanto maggiore volume, ma anche un miglioramento della resistenza del muscolo, riuscendo a bruciare contemporaneamente le riserve di grasso che sono state accumulate nel corso del tempo. In poche parole, attraverso l’elettrostimolazione si compie un esercizio fisico passivo che, di fatto, possiede tutte le caratteristiche di un’attività sportiva ma agisce molto localmente, interessando poche fasce muscolari alla volta.

Di solito, non vengono stimolati più di due muscoli nello stesso momento, ragion per cui questi apparecchi sono estremamente indicati per chi necessita di una riabilitazione finalizzata al recupero in seguito ad un incidente, o intende perfezionare i risultati già ottenuti attraverso un costante allenamento.

L’elettrostimolatore è insostituibile per chi deve effettuare trattamenti riabilitativi mirati, ma non può rappresentare che un surrogato dell’attività fisica per uno sportivo: in tal caso, si tratta esclusivamente di un’integrazione, per quanto molto valida.

Anzi, così come consigliato da molti professionisti del settore, ad una seduta con elettrostimolazione bisognerebbe sempre farne seguire una di esercizio aerobico, in modo da amplificare l’effetto drenante che consente di sciogliere il grasso accumulato.

L’elettrostimolatore funziona grazie a due elettrodi, molto simili nella forma e nella consistenza a dei cerotti, che vengono posizionati direttamente sul muscolo, la corrente a bassa tensione prodotta passa così nelle fibre muscolari, generando la tipica contrazione che tante volte vediamo rappresentata nelle pubblicità televisive di questi apparecchi.

Per usare al meglio l’elettrostimolatore è importante avere un minimo di conoscenze anatomiche, ma anche relative all’apparecchio in sé, in modo da scegliere il tipo di programma, di onde e d’impulsi che più si adatta alle proprie esigenze e ricordarsi, infine, che la manutenzione degli elettrodi è fondamentale per ottenere il massimo delle prestazioni.

Uso

L’elettrostimolatore è ricco di programmi costruiti su complessi calcoli tecnici e scientifici, per garantirne un uso in sicurezza e prestazioni soddisfacenti. Tuttavia, alcune categorie non dovrebbero comunque usare questo apparecchio, in quanto presentano delle criticità specifiche dal punto di vista fisico.

Per tutti coloro che non ricadono in tali particolari condizioni di salute, non ci sono controindicazioni all’uso, se non quelle dettate dal buonsenso. Sedute intensive di elettrostimolazione possono provocare il tradizionale indolenzimento da acido lattico post attività sportiva: purtroppo, in caso di un errato utilizzo è possibile che vengano coinvolti anche i tendini, allungando i tempi di recupero.

Vediamo, dunque, chi non dovrebbe dedicarsi ad attività di elettrostimolazione, che sia per condizioni temporanee o permanenti. Di certo, l’elettrostimolatore non è adatto a donne in stato di gravidanza; non è consigliabile per chi ha impiantato un pacemaker o per chi soffre di problemi di natura neurologica; per chi è affetto da epilessia, da disturbi cardio circolatori, da ipertensione arteriosa, da problemi muscolari gravi.

Tra le controindicazioni all’utilizzo di un elettrostimolatore vi è anche quella legata al dimagrimento. Questo genere di apparecchi non può diventare un sostituito né dell’attività sportiva né di una sana e corretta alimentazione, ma solo un aiuto in più per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Non va dimenticato che un impiego corretto passa anche attraverso la periodica pulizia degli elettrodi, o comunque una frequente sostituzione degli stessi non appena si percepisce una perdita di adesività sulla pelle. È bene iniziare sempre con i programmi dall’intensità più blanda e solo gradualmente passare a quelli più consistenti, allo stesso modo di quanto avviene con gli esercizi sportivi.

Leggere con attenzione il libretto d’istruzioni dovrebbe servire a chiarirsi le idee sul modo d’uso, ma se si dovessero avere eccessivi dolori o comunque dei seri dubbi, è bene rivolgersi al proprio medico di famiglia o ad un trainer specializzato.

Risultati

Come abbiamo spiegato in precedenza, l’elettrostimolatore è molto utile nella riabilitazione muscolare di un atleta o di chiunque abbia subito dei traumi a causa di infortuni. Nessun atleta, che sia professionista o dilettante, potrà mai pensare di sostituire l’allenamento in palestra con l’elettrostimolazione, sebbene potrà amplificare i risultati ottenibili con lo sforzo aerobico.

È importante che sia chiara questa caratteristica d’uso dell’apparecchio, poiché molto spesso la pubblicità ne reclamizza un impiego fuorviante, promettendo dei risultati eclatanti senza sforzo, il che non corrisponde esattamente a verità.

Inoltre, sebbene nella maggior parte dei casi l’elettrostimolatore sia acquistato per mere ragioni estetiche, è bene riflettere sul fatto che esso nasce per potenziare un solo specifico gruppo muscolare: su un corpo poco tonico e non allenato, potrebbe anche causare dei fastidiosi inestetismi, sviluppando in modo sproporzionato al resto un singolo muscolo.

Né è possibile usare l’elettrostimolatore in modo intensivo e continuativo su tutto il corpo: ecco perché il praticare uno sport sembra quasi essere una condizione propedeutica a dei buoni risultati.

Un altro mito da sfatare è che gli elettrostimolatori siano dei dispositivi “rilassanti”: questo è vero solo in parte, più spesso rappresentano un vero e proprio impegno, sia dal punto di vista fisico che psichico, per cui è importanti ritagliarsi del tempo da dedicare esclusivamente a questo genere di attività.

In alcuni casi, gli elettrostimolatori sono impiegati dagli atleti professionisti nel dopo gara: non esiste alcuna evidenza scientifica, tuttavia, che in questo modo si potenzino realmente le prestazioni future.

Per amplificare i risultati, non va dimenticato di usare un apposito gel da stendere dove saranno posizionati gli elettrodi: essendo un buon conduttore, fa sì che l’impulso penetri più a fondo, a differenza di quanto accade se gli elettrodi vengono posizionati su zone particolarmente ricche di bulbi piliferi, che agiscono come se fossero degli isolanti naturali.

Caratteristiche dell’elettrostimolatore

Per effettuare una scelta consapevole, vediamo quali sono le principali caratteristiche che deve possedere un elettrostimolatore di buona qualità. In primo luogo, non acquistare mai un apparecchio che non sia conforme alla normativa dell’Unione Europea relativa agli apparecchi elettromedicali.

Si possono considerare superati tutti quegli elettrostimolatori che usano correnti sinusoidali, faradiche o di Kotz: sebbene siano stati i primi ad essere messi in commercio, oggi come oggi sono superati da applicazioni più efficienti e più sicure, oltre che confortevoli per chi le usa.

Fanno parte di questo gruppo gli elettrostimolatori che usano gl’impulsi tens, quelli di ionoforesi, i cosiddetti rettangolari compensati simmetrici. Storicamente, gli elettrostimolatori erano considerati dei generatori di tensione, mentre attualmente si parla di generatori di corrente costante.

In pratica, per funzionare in modo corretto, questo apparecchio deve essere in grado di fornire una certa quantità di corrente in un determinato lasso di tempo, adattandosi dinamicamente alle caratteristiche ambientali, che in questo caso sono rappresentate dalla tipologia di pelle, dai tessuti sottocutanei presenti (grasso), dalla presenza di peli.

Oltre al tipo di impulso che viene prodotto, se ne deve assicurare il corretto bilanciamento secondo due diverse variabili: la frequenza, ovvero il numero di impulsi al secondo, misurati in Hz (che deve raggiungere almeno i 120 o i 150 Hz) e la cronassia, ovvero la larghezza di un impulso, misurato in Ton (micro secondi).

L’elettrostimolazione può essere divisa in tre categorie differenti: la stimolazione muscolare, la Tens e la ionoforesi. Nel primo caso si agisce propriamente sulla stimolazione muscolare; nel secondo, si opera sul drenaggio di adipe localizzato (anche il trattamento della cellulite rientra in questa casistica); nel terzo, infine, si può procedere con particolare successo alla distribuzione di farmaci.

Per chi desidera aumentare il volume della propria massa muscolare, gli apparecchi migliori sono a quattro canali di uscita con sei oppure otto elettrodi, mentre chi è orientato verso un risultato estetico potrà acquistarne uno a due canali con sei elettrodi. Se si decide di acquistare un apparecchio Tens, sono sufficienti anche soltanto quattro elettrodi per due uscite.

Programmi e Trattamenti

Quasi tutti gli elettrostimolatori in commercio si contraddistinguono per avere un numero elevato di programmi: questo non vuol dire, tuttavia, che tante opzioni significhino anche buona qualità. L’importante è scegliere i dispositivi più adatti allo scopo e, soprattutto, personalizzabili.

I programmi devono essere costruiti sul singolo utilizzatore in base a differenti parametri: durata, ampiezza e frequenza dell’impulso, numero di fasi, tempo di contrazione e tempo di riposo e così via. In alcuni dispositivi è implementata anche la possibilità di usare due programmi diversi contemporaneamente su due muscoli differenti.

Nonostante la grande pubblicità in tal senso, si tratta di un’opzione scarsamente efficace perché comporta una maggiore difficoltà d’uso che non è compensata da un beneficio altrettanto significativo.

Ciascun programma di “allenamento” ha una durata variabile tra i venti minuti e i tre quarti d’ora, ed è strutturato in modo da alternare fasi di contrazione a fasi di recupero e fasi di decontrazione. Nel regolare i parametri, dobbiamo sapere su cosa agisce ciascuno di essi, in modo tale che il settaggio venga effettuato in modo corretto.

Ad esempio, l’intensità della stimolazione deve essere tale da portare il muscolo sempre alla soglia di tensione massima che è in grado di sopportare; va da sé che ciò dipende da quanto il muscolo sia realmente allenato. Frequenza e larghezza d’onda sono, di solito, già impostati e dovrebbero essere modificati soltanto se si conosce la diversa risposta fisiologica da parte di fasce muscolari di natura differente, altrimenti meglio lasciare i set di valori già inseriti.

Nel manuale d’istruzione dovrebbero anche essere riportate il numero di sedute consigliate in base all’obiettivo da raggiungere e del programma prescelto. È sempre consigliabile non eccedere con l’uso ed evitare di praticare più allenamenti consecutivamente, onde affaticare troppo un singolo gruppo muscolare.

Infine, è buona norma preferire gli elettrostimolatori con elettrodi a quelli con fasce elastiche che, nonostante assicurino un buon comfort non riescono ad essere precise nei punti di stimolazione.

Come Scegliere

Prima di acquistare un elettrostimolatore sarà bene valutare correttamente una serie d’informazioni e tirare le somme di quanto detto fin’ora. Una delle prime informazioni che abbiamo dato riguardava la possibilità o meno di avere a disposizione tutti i settaggi necessari per personalizzare i parametri d’uso.

Questa è una delle caratteristiche fondamentali, che si accompagna a quelle relative l’obiettivo dell’utilizzo. In secondo luogo abbiamo parlato della differenza tra elettrodi e fasce, preferendo i primi alle seconde, per una migliore precisione nella stimolazione dei muscoli.

Vale, a questo punto, spendere due parole in più sugli elettrodi, perché nel caso di uso molto intendo dell’elettrostimolatore si consiglia di acquistare quelli con attacco a bottone, detto anche a clip. Costano meno e hanno un’usura più bassa rispetto a quelli adesivi.

Se si desidera usare l’elettrostimolatore su parti molto delicate, come viso e collo, si dovranno inserire degli elettrodi appositi che sono più piccoli e di forma rotonda. Per quanto riguarda l’alimentazione, è preferibile scegliere quelli con batteria ricaricabile e possibilmente, orientarsi sempre su marche note, come Biac, Globus, Compex, Winform, Perfex.

Quando si parla di canali d’uscita, bisogna tener presente che a ciascun canale corrisponde un elettrodo, tranne nel caso in cui si usino degli sdoppiatori per aggiungerne più d’uno sullo stesso canale.

Questa pratica è molto comune per riuscire a stimolare il muscolo da diversi punti, ma va chiarito che non deve servire per stimolare più gruppi muscolari in contemporanea. Ciò accade perché, anche se con due elettrodi, è il singolo canale a dare tutte le informazioni relative a durata, impulso, frequenza e così via, il che non potrebbe essere corretto per fasce muscolari diverse tra loro.

Un elettrostimolatore deve essere resistente ma non deve venire a contatto con l’acqua, fonti di umidità e di calore in genere. Per una corretta manutenzione, si deve riporre sempre nella scatola originale o in un apposito astuccio che lo protegga dagli urti e dalla polvere.

Publicato: 2010-07-03Da: Redazione

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