Contabilizzazione del calore

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Riscaldamento autonomo o riscaldamento centralizzato

In passato, il riscaldamento nei condomini avveniva in modo centralizzato, non lasciando la libertà al singolo occupante di poter scegliere orari di accensione e di spegnimento, temperatura del termostato e, in definitiva, consumi mensili.

In seguito, proprio per ovviare a questa situazione, si è passati all’installazione di impianti di riscaldamento autonomi, in modo tale che ciascuno potesse effettuare liberamente le proprie scelte in fatto di riscaldamento.

Questa evoluzione tecnica si è resa possibile anche grazie ad una diffusione sempre maggiore del gas metano, portando ad un risparmio in termini di consumo e a minori liti per la ripartizione dei costi su base condominiale, come avveniva in passato.

Tuttavia, nonostante i vantaggi di possedere un impianto di riscaldamento individuale autonomo siano piuttosto evidenti, è altrettanto vero che il riscaldamento centralizzato continua a mantenere delle caratteristiche interessanti, come i minori costi di gestione e di manutenzione della caldaia, la possibilità di scegliere altri tipi di combustibile oltre al gas metano, le spese per l’installazione più contenute di quelle da dover sostenere per un impianto autonomo, la maggiore efficienza della caldaia.

D’altra parte, non sempre è stato tecnicamente possibile convertire un impianto centralizzato in impianti autonomi, nonostante la maggiore richiesta del mercato, per il quale un appartamento dotato di riscaldamento individuale ha un valore maggiore che un appartamento soggetto ad essere riscaldato tramite una centralina comune.

In effetti, a voler analizzare in modo dettagliato vantaggi e svantaggi dei due metodi, non è poi così evidente che il riscaldamento autonomo sia in assoluto da preferire a quello centralizzato, dipendendo molto da una serie di vari fattori, non da ultimi il tipo d’uso dell’immobile e la frequenza con la quale lo stesso viene abitato.

Certo è che la vecchia diatriba tra impianti di riscaldamento autonomi e impianti di riscaldamento centralizzati può essere superata da una terza strada, la contabilizzazione del calore.

Cos’è la contabilizzazione del calore

L’alternativa terza, per non dover scegliere strettamente tra gli impianti individuali autonomi e gli impianti centralizzati, si chiama sistema di contabilizzazione del calore. Con questo genere di impianto si vogliono sommare i vantaggi dell’avere un impianto centralizzato con quelli derivanti da un impianto individuale. Con la contabilizzazione del calore si riesce ad avere una gestione completamente autonoma del riscaldamento nella propria abitazione pur mantenendo alcuni dei vantaggi rappresentati da un impianto centralizzato.

Ciò è reso possibile da una caldaia unica per tutto il condominio ma ciascun proprietario può scegliere, attraverso degli speciali dispositivi installati in casa, quando e come accendere i termosifoni, impostando la temperatura desiderata pur entro i limiti di legge (che ricordiamo essere di 20 gradi con massimo altri 2 di tolleranza).

Ognuno avrà a propria disposizione un contatore personale che contabilizzerà, appunto, il calore consumato, in modo da poter verificare con esattezza la spesa relativa, senza incorrere più in discussioni per la corretta ripartizione delle spese.

I costi di questo impianto sono molto variabili e dipendono dal tipo di distribuzione che si intende realizzare oltre che dal grado di autonomia che si intende raggiungere.

Con la contabilizzazione del calore, quindi, si paga solo il proprio consumo e si ha la facoltà di decidere quando e per quanto tempo mantenere accesi i riscaldamenti, ottimizzando le risorse energetiche e non dovendo essere legati ad orari e giorni imposti uguali per tutti.

La contabilizzazione del calore aiuta nella trasformazione di un impianto centralizzato il quale, piuttosto che dover essere riveduto e “spezzettato” in tanti piccoli impianti individuali, può essere mantenuto nella sua struttura originaria pur con i necessari cambiamenti. Tipicamente, quindi, anche la spesa da dover sostenere sarà inferiore, non essendo necessario effettuare opere in muratura o realizzare nuove porzioni di tubature o cambiare il combustibile usato per la caldaia che, quando singola, non può che essere a metano.

Normative degli impianti di contabilizzazione del calore

Gli impianti di riscaldamento sono soggetti ad una specifica normativa che serve a regolarne i limiti di accensione. A seconda delle diverse zone climatiche in cui l’Italia è divisa, si devono rispettare alcuni orari e mesi per mettere in funzione l’impianto: naturalmente, sono previste più ore di riscaldamento per le zone fredde e meno per quelle miti mediterranee.

Tuttavia, queste regole si applicano agli impianti centralizzati di tipo tradizionale, ma non a quelli che prevedono la contabilizzazione del calore. Infatti, quest’ultimi non hanno limiti temporali e, se lo si desidera, si potrebbero perfino lasciare i riscaldamenti accesi per tutto il giorno. Naturalmente, a risentirne, oltre che l’ambiente, sarà la bolletta del condomino, ma non vi saranno conseguenze per tutti gli altri appartamenti, in termini di spesa.

La legge, inoltre, non prevede limitazioni anche nel caso in cui si possieda una caldaia con centralina climatica che consenta di impostare temperature diverse nel corso della giornata, e nel caso in cui si abbia installato un impianto a pavimento, il teleriscaldamento o similari.

Nel caso in cui si voglia modificare, quindi, l’impianto centralizzato rendendolo a contabilizzazione di calore, si dovrà decidere in seno all’assemblea condominiale. Nonostante ciò possa creare qualche problema, va segnalato che si tratta di una decisione che può essere presa a maggioranza dai presenti all’assemblea e anche in base alla maggioranza relativa, calcolata secondo le quote di proprietà.

Potrebbe capitare che, pur dopo la manifestazione di consenso, qualche condomino opponga un rifiuto all’installazione delle valvole nel proprio appartamento, dichiarandosi contrario alla contabilizzazione del calore. In questo caso, il problema diventa relativo al calcolo della spesa che tale occupante dovrà corrispondere. Fermo restando che un buon amministratore dovrebbe cercare di mediare tali posizioni, alcuni sostengono che l’attribuzione delle spese dovrebbe avvenire in base al consumo più elevato, che il condomino senza contabilizzazione dovrebbe comunque versare. Il consiglio, ad ogni modo, è di rivolgersi ad un professionista per verificare la normativa condominiale vigente.

Tipologie di impianti per la contabilizzazione del calore

Gli impianti di contabilizzazione del calore possono essere di diversi tipi, anche legati all’installazione preesistente o al fatto che la scelta avvenga in fase di costruzione di un nuovo immobile.

Uno dei più diffusi esempi di tipologia di impianto per la contabilizzazione del calore è quello realizzato a colonne montanti. Questo genere di installazione consiste in una specie di circuito ad anello, in cui vi è un tubo di andata e uno di ritorno lungo tutta la base dell’edificio. Dopodiché, si innalzano una serie di colonne verso l’alto che si collegano ai termosifoni di una stessa verticale, pur se disposti sui vari piani. Ogni radiatore avrà, poi, un ripartitore di calore, ovvero un dispositivo che registrerà la quantità di calore irradiata in un determinato lasso temporale. Inoltre, grazie ad uno strumento apposito, il proprietario di casa potrà impostare la temperatura desiderata e gli orari di accensione. In caso di malfunzionamenti, lo stesso display segnalerà l’errore, consentendo una riparazione rapida del guasto. Il costo dell’ impianto a colonne montanti è piuttosto contenuto, soprattutto se viene implementato in fase costruttiva.

La seconda tipologia di impianti per la contabilizzazione del calore è quella cosiddetta a zone. In questo caso, ad ogni piano o addirittura ad ogni appartamento corrisponde una parte dedicata delle tubature messe in rete, così da raggiungere un incredibile grado di diversificazione. In questo caso, la contabilizzazione avviene tramite l’installazione di un contatore in ciascuna cassetta utente, misurando la quantità di calore consumata dalla famiglia corrispondente. In genere, la lettura del consumo avviene o sul singolo contatore o risulta essere centralizzata, grazie ad una memoria che raccoglie e conserva tutti i dati relativi all’energia usata dai condomini. Se lo si desidera, la ripartizione dei costi può anche non essere affidata all’amministratore condominiale ma lasciata alla gestione di un gestore esterno o del fornitore energetico.

Consigli per far funzionare al meglio l’impianto

Anche nel caso in cui si abbia un impianto per la contabilizzazione del calore, sarà necessario pagare una quota fissa al gestore, alla stregua di quanto già avviene per l’energia elettrica. Inoltre, una parte delle spese deve essere accantonata per poter provvedere alla manutenzione dell’impianto stesso: la quota, in tal senso, dipende dall’efficienza dell’impianto di contabilizzazione, visto che può essere più o meno elevata in base a ciò, raggiungendo punte massime del 50%.

È bene, quindi, verificare sempre le condizioni d’uso di tubature e caldaia, così da correggere eventuali perdite di calore, ottimizzando la spesa. Anche la scelta del tipo di impianto dovrebbe essere fatta a valle di un’attenta valutazione che abbia preso in esame le condizioni climatiche della zona, la presenza e il numero di ponti termici, le dimensioni dell’immobile da riscaldare, facendo attenzione a che non si arrivi mai al punto di surriscaldamento durante le ore più calde.

L’impianto, quindi, deve anche essere dotato di un sistema per la regolazione termostatica ma non, come avveniva in passato, sull’acqua in uscita dalla caldaia in comune, quanto sui singoli radiatori. Così facendo si può mantenere costante la temperatura ambientale mentre con il vecchio sistema, i piani alti venivano penalizzati rispetto a quelli bassi, allo stesso modo di quanto avveniva con le diverse facciate dell’edificio e con l’esposizione a Nord piuttosto che a Sud di una specifica stanza.

In questo modo, però, gli appartamenti più caldi vengono ancora più riscaldati, dato che per rendere confortevoli quelli freddi non resta altro da fare che aumentare ancora i gradi del termostato. Ecco perché, per risparmiare e per rendere più efficiente la ripartizione energetiche, che si abbia un impianto autonomo, centralizzato o a contabilizzazione di calore, è bene installare delle valvole in grado di regolare la temperatura anche durante il giorno, diminuendola nelle ore notturne.

Come avvengono i conteggi e le ripartizioni tra i condomini

Entriamo più nel dettaglio del modo in cui avvengono i conteggi e le ripartizioni tra i condomini dopo che è stato installato un impianto per la contabilizzazione del calore, in modo da avere un quadro generale del suo funzionamento. In genere, i conteggi avvengono al termine della stagione, diciamo dopo che l’impianto avrà smesso di funzionare.

A quel punto, o tramite autolettura, o a carico della società che gestisce i conteggi, si dovranno comunicare i dati relativi al proprio consumo. Se la lettura avviene tramite un dipendente della società di gestione, lo stesso si recherà presso gli appartamenti nei giorni prestabiliti e verificherà ogni singolo contatore applicato sul radiatore, per verificare la lettura ma anche che non vi siano stati malfunzionamenti o tentativi di manomissione del dispositivo.

I consumi potranno essere elaborati per ciascun termosifone, creando una scheda dettagliata per ogni appartamento. Oltre alla somma derivante da questa lettura, dovranno essere aggiunti i costi del combustibile, la quota fissa e quella relativa ad eventuali servizi accessori sottoscritti.

La quota fissa ha anche un’interessante funzione livellatrice, visto che agisce come un correttivo dei consumi, al netto di alcuni parametri come il posizionamento dell’appartamento, l’uso a scopo abitativo o commerciale, la presenza di persone con gravi bisogni specifici e così via.

Chi lo desiderasse, potrebbe aggiungere alla dotazione minima dell’impianto di contabilizzazione calore anche una centralina senza fili che possa agire sulle valvole crono termostatiche, uno speciale tipo di valvola termostatica che lascia ampia possibilità di programmazione, dal momento che consente di scegliere ora e giorni in cui ciascun termosifone deve funzionare.

Infine, se si dispone di un ripartitore a lettura diretta, i dati relativi al consumo verranno inviati ad una speciale centralina di raccolta che sarà poi letta dal letturista incaricato oppure è possibile anche inviare i dati direttamente al computer dell’operatore, senza ulteriori centraline.

Publicato: 2011-08-23Da: Redazione

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