Come fare origami

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Storia dell’origami

L’origami ha una lunga storia, a cominciare dal termine stesso con il quale se ne identifica l’arte. In giapponese, “ori” sta per piegare, “kami” fa invece riferimento alla carta. Origami è dunque l’arte di piegare la carta, sfruttando particolari tecniche ed accorgimenti, con finalità artistiche e non solo. Le origini dell’arte dell’origami pare siano cinesi, anche se ritroviamo testimonianze notevoli anche tra gli arabi.

L’origami giapponese nasce probabilmente nel contesto della religiosità scintoista, come supporto a doni religiosi, poi divenuto autonomo per le particolari qualità estetiche che avrebbe espresso. E’ al periodo Heian (714-1185 d.c.) che si fanno risalire le prime testimonianze di origami. Allora la carta era materiale prezioso, perché spesso realizzata a mano, e le figure ottenute sovente si collocavano nei templi durante le cerimonie religiose.

Nei periodi Kamakura e Muromachi, che giungono fino al 1573 d.c., l’arte dell’origami raggiunse una notevole popolarità, diffondendosi a corte. Prese piede, ad esempio, l’usanza di creare pittoreschi biglietti per il sovrano o per le persone care.

Nel periodo Azuchi-Momoyama, come in quello Edo, l’origami si diffonde definitivamente tra il popolo, aprendosi anche all’occidente con nuovi modelli. Gli occidentali hanno, recentemente, imparato ad apprezzare con ottimi risultati questa mirabile arte, ovviamente arricchita da numerosi contributi e varianti contemporanee.

E’ dalla fine del ‘700 che conosciamo l’origami orientale, seppure le tecniche di piegature della carta siano sempre esistite anche in Europa. In Spagna, ad esempio, attorno al XVI secolo si diffuse un’arte particolare di piegare i tessuti, tuttavia non paragonabile alle evoluzioni dell’origami orientale. Figure molto note come quelle della barchetta, che tanti di noi amavano realizzare da bambini, sono opera di Friedrich Froebel, che seppe utilizzare l’origami a fini pedagogici.

Dopo la II guerra mondiale l’origami conosce una nuova affermazione, anche con il successo guadagnato dalle figure di tipo modulare.

Oggi “origami” è sulla bocca di tutti, numerosi appassionati vi si cimentano ma altrettanto numerosi sono gli innovatori ed i “virtuosi” di questa particolare arte.

Pieghe, tecniche e basi

Fare un origami vuol dire, principalmente, piegare un foglio senza ricorrere a tagli, eseguendo una successione precisa di passaggi. Esiste un numero di pieghe base, che è bene imparare perché ricorrono in differenti modelli di origami.

Chi si vuole avvicinare al mondo dell’origami può cominciare sfogliando uno dei tanti manuali in vendita nelle nostre librerie, imparando ad identificare e conoscere le basi esercitandosi con comuni fogli di carta.

Potremmo inizialmente esercitarci con le pieghe ed in seguito, dopo averle padroneggiate, cimentarci nell’esecuzione di origami complessi. Potrà essere molto utile, per chi è alle prime armi, ricorrere a un foglio dal doppio colore.

Ci sono alcune tipologie principali di pieghe:

  • piega a valle: si ottiene piegando ad esempio un foglio nella nostra direzione (che si tratti di piegarlo sulla diagonale o semplicemente in orizzontale);
  • piega a monte: richiede invece il procedimento inverso, e va eseguita piegando il lembo in direzione opposta;
  • piega a libro: consiste in una piega a valle realizzata su una porzione di foglio già sottoposta ad altre pieghe;
  • piega a fisarmonica: è costituita dalla successione di una piega a valle ed una a monte;
  • contropiega: si sviluppa su delle tracce, ossia richiede per essere effettuata che le aree in cui piegare il foglio siano individuate con precisione. Una contropiega può essere effettuata sia verso l’interno che verso l’esterno (ad esempio, partendo da un foglio quadrato con una piega a valle, la contropiega può consistere in una delle due punte del foglio che si pieghi nella direzione dell’altra, sovrapponendosi ad essa).

Per ottenere pieghe molto precise, si possono ripassare con il pollice e l’indice seguendo tutta la piega e stendendola con l’unghia. Oltre alle pieghe, numerosi origami partono dalle cosiddette forme base, attraverso le quali si raggiunge poi la figura da realizzare. Abbiamo ad esempio la cosiddetta base quadrata, che si ottiene dopo una certa successione di pieghe a valle utilizzando un foglio quadrato ed agendo lungo le sue diagonali.

Materiali

La materia prima di qualsiasi origami è la carta. Carta comune, vi chiederete? Per un principiante, o semplicemente per provare qualche forma, utilizzare una carta qualsiasi non ci farà male, permettendoci anche di compiere eventuali errori senza rimpiangere lo spreco di un foglio.

L’origami, tuttavia, contempla l’utilizzo di una grande varietà di carte diverse che, a partire dalla comune carta di fotocopie, permettono di venire incontro alle esigenze degli appassionati ma soprattutto, per chi già padroneggia l’arte, di ottenere risultati dalla notevole gradevolezza estetica.

Molto spesso la tipologia di carta da utilizzare nell’origami è legata al modello finale che si intende realizzare. Ad esempio, se si intende creare un origami di fiori è consigliato l’utilizzo della carta velina, che è molto sottile ma altrettanto resistente, attenzione va maneggiata con cura.

Per realizzare invece degli origami decorativi, come ad esempio piccole scatole, si può ricorrere a normale carta da legatoria, già decorata,  per ottenere un risultato più gradevole alla vista. Possiamo utilizzare inoltre cartoncino, magari provvedendo ad inumidirlo, carta metallizzata, carta da regalo oppure carta finta da pergamena. Alcune carte sono meno indicate, come la carta crespa, più difficile da piegare correttamente.

Nei negozi specializzati o nelle cartolibrerie è spesso in vendita, in confezioni specifiche, la carta per origami, che ci offre il vantaggio di essere già tagliata, anche se costerà qualcosa in più.

Una carta molto pregiata utilizzata storicamente per la realizzazione di origami è la carta “washi”, realizzata a mano. E’ una carta di origine giapponese solitamente decorata, che si ottiene lavorando le fibre di tre arbusti principali: una particolare qualità di gelso (il kozo) e due specie di dafnia. La lavorazione è altrettanto singolare, e prevede che gli arbusti vengano accuratamente selezionati, procedendo poi alla raccolta della rafia, alla bollitura ed a tutta una serie di operazioni che restituiranno soltanto alla fine il foglio.

La miglior carta da utilizzare per fare gli origami, tuttavia, è quella che ci fa sentire più “a nostro agio”.. ma ciò richiede anche lo sviluppo di una certa sensibilità. La parola d’ordine, comunque, è “Provare, provare, provare!”

Figure da realizzare

Gran parte delle figure, almeno le più conosciute e semplici, partono da una base quadrata o rettangolare.

La rana è uno tra gli origami più conosciuti, e di realizzazione relativamente facile. Ha una proprietà che la rende particolarmente simpatica ai più piccoli: è in grado di saltare, quando ben realizzata, se le si schiaccia il dorso. Questo la rende adatta per i piccoli giochi, come gare di salto che possono intrattenere piacevolmente i nostri bambini.

La rana si realizza a partire da un foglio di forma rettangolare. Si piega il foglio in due parti, cercando di ottenere dalle due parti due quadrati, e tagliando le parti in eccesso con delle forbici. I due quadrati poi vanno piegati sulla diagonale verso l’interno, quindi viene effettuata una nuova piega. Attraverso un gioco di continue piccole pieghe giungiamo finalmente ad ottenere il nostro modello.

Un altro origami molto conosciuto, specialmente per la facilità di realizzazione, è la cosiddetta barchetta, della quale è facilissimo reperire i diagrammi nel web, ma non solo. Tra i tanti origami realizzabili, i modelli spesso riproducono animali, piante o oggetti.

Per leggere gli schemi è necessario conoscere la simbologia base, utilizzata sui diagrammi, che sono praticamente la rappresentazione visiva, in sequenza, delle pieghe da effettuare per ottenere la figura finale:

  • linea tratteggiata = piegare il lembo superiore verso l’interno;
  • linea con trattini e punti = piegare il lembo superiore verso l’esterno;
  • freccia con la punta piena = indica in che direzione piegare;
  • freccia con punta vuota/bianca = piegare all’indietro;
  • freccia con punte su ambo le estremità = piegare e far tornare la carta alla posizione di partenza;
  • freccia con asta ad occhiello = girare dall’altro lato la carta;
  • linea continua = se la piegatura è stata già fatta;
  • cerchio vuoto = reggere tra due dita il foglio;
  • punta piena di freccia, senza asta = spingere all’interno o premere;
  • freccia con doppia asta vuota = tirare fuori;
  • freccia in cui l’asta forma diverse curve = piegare il foglio diverse volte nella direzione della freccia;

L’origami modulare

L’origami modulare è un’invenzione relativamente recente, ma dalle origini probabilmente antiche. Il primo modello di cui si fa menzione è datato 1734, ed è un cubo indicato come “forziere magico del tesoro”, che può esser aperto da ogni lato ma si sviluppa secondo un particolare gioco di incastri. L’oggetto è mostrato in una stampa dell’epoca in un libro di Hayato Ohoka.

Si dice modulare un origami che utilizza diversi fogli di carta componendoli in una sola struttura, senza utilizzare colla o particolari materiali. La tecnica usata conduce spesso alla realizzazione di modelli complessi, che possono essere bidimensionali (quindi piatti) o tridimensionali, sfruttando particolari piegature che consentono di mantenere unite le diverse parti del modello. Solitamente i modelli finali sono figure geometriche piane e solidi. Ovviamente, questo tipo di origami richiederà molto più tempo e perizia per essere realizzato.

Più che utilizzare molti fogli, per definizione l’origami modulare utilizza molti moduli. Ogni modulo sarà una sorta di origami a sé stante. Quelli piatti possono essere stelle, anelli o poligoni, i tridimensionali raggiungono invece elevati livelli di complessità, consistendo spesso in poliedri, particolarmente suggestivi nella resa finale. Gli origami modulari vengono solitamente utilizzati per ottenere figure geometriche note, come esaedri, icosaederi, ecc. I modelli più complessi riescono addirittura ad essere mobili.

Ci sono poi particolari figure realizzate con l’ausilio di colla o fili, come i cosiddetti “kusudama”, sfere di fiori di carta note anche come sfere medicinali, e tradizionalmente legati alla cultura giapponese antica, dove ad esempio erano utilizzati con gli incensi. Alcuni considerano i kusudama i precursori degli odierni origami modulari. Tuttavia si differenziano da questi ultimi proprio perché, come accennavamo, i vari moduli vengono fissati tra loro.

La tradizione cinese e quella giapponese presentano comunque differenti modelli e tipologie di origami modulare. Modelli più recenti sono nati negli Stati Uniti dagli anni ’60 in poi, grazie alla perizia di personaggi come Robert Neale che hanno reso nuovamente popolare quest’arte, portando alla nascita di nuovi e numerosi diagrammi di figure. Ritroviamo poi anche il cosiddetto “origami macro-modulare”, nel quale le strutture sono formate da sottostrutture.

Siti web per imparare l’arte dell’origami

Sul web sono presenti moltissimi siti che insegnano piegature e forme base per l’origami, illustrandone anche storia e curiosità. Eccone alcuni:

Centro Diffusione Origami
http://www.origami-cdo.it/
Il CDO è un’associazione culturale fondata nel 1978 da alcuni appassionati dell’origami, con l’intenzione di diffondere la conoscenza di questa splendida arte e poter essere punto d’incontro di tutti i suoi “praticanti”. Numerose le attività gestite dall’associazione, tra cui pubblicazioni, convegni e mostre. Il sito raccoglie anche i diagrammi di numerosi origami, che è possibile seguire sin dai primi passi, ed articoli molto interessanti.

Origami D’Auria
http://www.origamidauria.it/
Questo semplicissimo sito web è principalmente la testimonianza del lavoro di un appassionato. Pasquale d’Auria è un origamista campano, con una certa fama nell’universo -origami ed alcune pubblicazioni alle spalle; Il sito web include una raccolta fotografica di alcune sue realizzazioni, un’utile raccolta di diagrammi per disegnare origami e tabelle sulla simbologia utilizzata, consigli utili per la creazione di origami, ed altro utile materiale;

Robert J Lang Origami
http://www.langorigami.com/
L’elegante sito di Robert J Lang include un menu molto completo, che consente di spaziare tra immagini e modelli, restando affascinati dalla perizia dell’autore. Un sito molto utile se vogliamo renderci conto di quante e quali sono le possibilità dell’origami.
L’autore dichiara un’esperienza trentennale nel settore, e ci stupirà l’infinità varietà di modelli da lui realizzati, tra cui animali insoliti, figure matematiche, dinosauri, fiori, uccelli, oggetti;

Zen Home
http://www.zenhome.it/zen-origami2.asp
Zen Home è un sito dedicato alla cultura zen, in tutti i suoi aspetti. Include articoli e considerazioni sulla cultura, sulla casa, sulla storia dello zen e sulle sue “applicazioni” contemporanee. Molto interessante la sezione del sito dedicata agli origami: è possibile ritrovare un’introduzione all’arte dell’origami, un elenco completo delle basi fondamentali, ed un elenco dei modelli principali dei quali è possibile consultare i diagrammi (crisalide, iris, rana, farfalla, ecc.)

Publicato: 2010-04-03Da: Redazione

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