Camini

Categoria: Archivio Casa
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A cosa serve

I camini erano uno strumento necessario, nei secoli passati, per riscaldare le abitazioni. Spesso, soprattutto nelle case di chi era ricco e potente, era facile che se ne trovasse uno in ogni stanza.

Certo, il camino arrivò in Italia solo verso il 1200, almeno nella forma in cui più o meno lo conosciamo oggi: fu un’invenzione importata dai paesi nordici che, molto più di quelli a clima mediterraneo, dovevano fare i conti con rigide temperature.

In precedenza, infatti, i focolari si trovavano al centro di una stanza, ben lontani dalle pareti, in modo che il calore si diffondesse uniformemente ma anche che si minimizzassero i rischi di incendio, evento frequente in case costruite con legno e paglia.

I camini moderni possono essere realizzati secondo stili molto diversi tra di loro, inoltre, possono rispondere a esigenze differenti, essere alimentati a legna come a gas, fungere da vere e proprie caldaie.

Grande è poi la suggestione e il fascino che offre un camino: non soltanto, infatti, riscalda ma riesce anche a creare un’atmosfera morbida e avvolgente che invoglia al relax, alla lettura, allo stare insieme.

A seconda delle proprie necessità, un caminetto può rappresentare un elemento di arredo e di riscaldamento complementare oppure può essere la principale fonte di generazione del calore in casa. Inoltre, un caminetto potrebbe anche sostituirsi alla stufa, dato che le differenze sono principalmente nelle dimensioni e non più nella resa termica.

Il punto di forza del camino è sicuramente nel suo utilizzare combustibile di poco costo e di basso impatto ambientale: due motivi che possono essere alla base di una scelta consapevole e moderna. Inoltre, alcuni modelli specifici possono addirittura trovare posto in cucina, dove alimentano i fornelli: un modo interessante per ottimizzare il calore prodotto.

Attenzione però: se non la casa nella quale si abita non presenta già un caminetto, non è detto che abbia sempre la predisposizione per installarne uno: rivolgersi ad un esperto, in caso di dubbio, è sempre una buona scelta.

Tipologie

I camini sono disponibili in diverse tipologie e non solo per quanto riguarda il design e l’estetica delle sue componenti. Per quello che riguarda il tipo di installazione, abbiamo 4 diverse tipologie di camini. Iniziamo con la prima, la cosiddetta “a focolare aperto”.

Si tratta di quei caminetti che vengono tradizionalmente incassati nel muro, o anche quelli prefabbricati ma il cui funzionamento e la cui immagine appare molto simile ai primi: in entrambi i casi, vantaggi e svantaggi sono i medesimi, come il grado di dispersione termica molto elevato.

Per quanto riguarda i camini prefabbricati, è utile sapere che si tratta di kit già pronti al montaggio: di conseguenza, non è necessario che si rompano muri e pavimenti per metterli in posa. Bisogna ricordare, comunque, di predisporre una presa d’aria che sia almeno di due volte superiore a quanta ne servirebbe a focolare spento.

È anche possibile scegliere dei modelli che siano costruiti con materiali termoisolanti e camere stagne. Da un punto di vista estetico, lasciano molta fantasia con i rivestimenti adottabili.

La seconda tipologia di camino è quello definito “monoblocco”. Si tratta di un modello ce ha molto in comune con una stufa a legna, a cominciare dall’estetica. Facili da installare, stanno conoscendo una grande diffusione dato che possono essere degli insospettabili elementi d’arredo, soprattutto in stanze piuttosto grandi.

Sono chiusi da una porta in vetro e funzionano solo quando è chiusa. Hanno una resa eccellente, molto superiore ai più tradizionali di cui sopra. Hanno, inoltre, il pregio di essere molto semplice da pulire e da caricare con la legna. Il terzo tipo di camino strizza l’occhio a quello che era presente, un tempo, nelle cucine, ma ne è la riproposizione attuale e tecnologica.

Oltre a riscaldare l’ambiente, può essere usato per le piastre in vetroceramica, alle quali viene collegato per generare l’energia che fa cuocere gli alimenti. L’ultima tipologia di caminetto è il cosiddetto termocamino, dalle caratteristiche particolari: infatti, funziona similmente ad una caldaia e produce anche acqua calda per uso sanitario.

Funzionamento

Come intuitivamente sappiamo, il camino funziona grazie alla combustione della legna, evento che avviene in quella parte della struttura propriamente definita focolare. L’interno del focolare è costruito con materiale refrattario, ad esempio la maiolica oppure la terracotta, che hanno sempre la caratteristica fondamentale di resistere alle temperature elevate.

Basti pensare che si possono raggiungere facilmente i 1200 gradi al momento della combustione! Il focolare è racchiuso dalle travi orizzontali e verticali chiamate architrave e piedritti.
Nella parte inferiore viene posto un cassettino che serve a semplificare la raccolta della cenere. Le griglie che vengono situate sul focolare servono, invece, a rendere più facile l’aerazione e quindi la combustione stessa della legna.

All’interno vi è una cappa che, prima ancora della canna fumaria, serve a convogliare i fumi prodotti e poi ad espellerli all’esterno, attraverso il comignolo. I comignoli devono avere una sezione doppia rispetto a quella della canna fumaria.

A seconda della tipologia di camino, vi sono anche diversi modi per facilitare le operazioni di espulsione dei fumi. Di solito si tende ad inclinare in avanti la parete interna, quella che è di sfondo, cosicché i fumi vengano spinti verso l’alto e il calore si irradi nell’ambiente circostante.

Il focolare all’interno del muro, una delle più classiche installazioni per il caminetto, è del tutto incassato: in questo modo a vista restano solo la bocca del focolare stesso e i rivestimenti esterni, mentre la cappa è nascosta dalla colonna in cui si colloca anche la canna fumaria.

Una buona canna fumaria è fondamentale per il funzionamento di un camino: grazie al suo tiraggio ci si assicura comfort e fumi ben dispersi all’esterno. Perché lavori correttamente deve possedere un tiraggio compreso almeno tra i 10 e i 20 Pascal: ma molto raramente si riesce ad averlo superiore a questo range. Non deve mai possedere strozzature, ostruzioni, pareti rugose e quant’altro o si impedirà ai fumi di risalire correttamente.

Dove posizionare il camino

Sebbene i camini possano essere personalizzati a piacimento non sono esattamente qualcosa di simile a un qualunque altro pezzo di arredamento. Ciò significa che per installarli in un appartamento si devono rispettare dei requisiti oggettivi e altri legati al buon senso: tuttavia, qualora mancassero i primi, ad esempio se non fosse possibile creare una canna fumaria, si dovrebbe rinunciare all’impianto.

Ad ogni modo, una volta che questo tipo di controllo è stato effettuato, si può essere abbastanza tranquilli circa gli ingombri. Infatti, per un camino a cornice è sufficiente uno spazio di circa un metro. I kit non prevedono neanche l’opera muraria, ma un semplice allaccio alla colonna fumaria.

Chi crede che vi sia una posizione ideale per installare il camino, tuttavia, sbaglia. In effetti, tutto dipende da dove si trova la colonna fumaria, poiché ad essa deve essere necessariamente collegato il tutto. Per le dimensioni del camino, invece, giocano un ruolo importante gli ambienti nei quali si procederà con l’installazione.

Dunque, si deve effettuare qualche semplice calcolo per ricavare la cubatura del locale e posizionarvi, in questo modo, un camino dalla portata adeguata. Una regola dice che il rapporto ideale fra tutte le componenti del camino è quella soddisfatta dal seguente rapporto 6:5:4, per larghezza, altezza e profondità della bocca del focolare.

Inoltre, una considerazione ulteriore dovrebbe essere fatta circa la forma della stanza. Se è lunga e stretta, non si dovrebbe posizionare il camino sulla parete più corta perché, così facendo, si rende molto difficile l’irradiamento del calore fin sulla parete opposta.

La stanza che meglio si presta ad accogliere il caminetto è senza dubbio il soggiorno, ma anche la cucina può essere una buona scelta. In un piccolo appartamento o in un monolocale, si dovrebbe preferire l’angolo destinato alla conversazione: va da sé che se il camino lo trovate già installato dovreste pensare di completarlo con gli arredi adatti, come divani e poltrone.

Combustibile

La legna che viene usata nei camini appartiene al tipo delle fonti rinnovabili. Si identificano, in questo modo le fonti che, impiegate nella produzione di energia, non si esauriscono ma possono essere ricavate nuovamente da altre materie prime. La legna è, naturalmente, fra questi, dato che si ricava da piantagioni apposite o comunque coltivabili.

Oltre alla legna, comunque, possono essere utilizzati anche altri combustibili come i tronchetti pressati e il pellet, ormai diventato molto famoso per la sua semplicità d’utilizzo. Comunque, è la legna che resta il combustibile più usato nei camini e anche quello tradizionalmente adoperato nelle stufe. Non tutta, però, rende allo stesso modo.

L’essenza di faggio è molto diffusa e molto semplice da trovare ed è anche quella che possiede il maggior potere calorifico. Bisogna essere solo molto attenti a che non si bagni, perché marcisce con grande velocità.

Il legno di quercia ha anch’esso una resa eccellente ma impiega molto tempo a bruciare. Ottimi anche carpine e frassino ma difficili da acquistare. Anche gli alberi da frutta sono molto buoni ma non si vendono come legna da ardere, in quanto sono usati per realizzare mobili.

Tuttavia, se si dovesse possedere qualche esemplare malato, si potrà usare nel caminetto di casa senza timore. La betulla, infine, è un legno che brucia molto rapidamente ma non va bene come “base” e deve essere impiegata o per attizzare o per ravvivare la fiamma.

I tronchetti pressati sono, invece, ottenuti dagli scarti della lavorazione del legno e si compongono di piccoli pressi compressi insieme in modo da ridurne al minimo l’umidità. Molto usati per l’accensione dei camini, un po’ meno per mantenere viva la fiamma a lungo.

Il pellet è anch’esso un materiale di risulta ed è considerato il più ecologico fra tutti. È soprattutto per le omonime stufe che sono predisposte per questo tipo di alimentazione.

Manutenzione

Il camino va pulito e controllato ogni anno, dopo il periodo invernale. Infatti, il suo destino è quello di essere usato soltanto per una determinata stagione, rimanendo in completa inattività per il rimanente tempo.

La manutenzione deve essere, quindi, particolarmente accurata e, soprattutto, sarà bene che la revisione più accurata venga eseguita proprio durante i mesi di inattività. Per quanto riguarda il focolare, è di sicuro un’attività che si può svolgere da soli, ma non bisogna improvvisarsi.

È bene prendere alcune precauzioni prima di passare all’opera, ad esempio proteggendo in modo adeguato gli occhi e la bocca che la cenere accumulata può irritare facilmente. La cenere dovrebbe essere leggermente inumidita prima di essere raccolta, in modo da non disperdersi nell’aria.

Meglio ancora se si usa l’aspiracenere che un apparecchio apposito, diverso dall’aspirapolvere. L’aspiracenere fa sì che il materiale sia canalizzato all’interno di una camera di decantazione, senza che si provochino guasti al motore.

Se si usano scopetta e scopino, procedere dall’alto della griglia e poi dirigersi verso il cassettino basso: in ogni caso, una volta che la maggior parte della cenere è stata raccolta, si deve spazzolare bene le zone annerite e lavare poi il tutto.

Una volta effettuate queste operazioni, si deve controllare lo stato della parete refrattaria e aggiustare gli eventuali punti danneggiati. Se la parete è in mattoni refrattari e vi fossero delle crepe, si potrà passare del mastice refrattario nelle fessure.

Anche le travi di legno e gli altri pezzi del camino vanno puliti con un prodotto apposito, un decerante, mentre la fuliggine più ostinata verrà via con la lana d’acciaio che prima avrete imbevuto con dello specifico detergente per il legno.

Se ce ne fosse bisogno, si può anche passare un prodotto schiarente o uno per nutrire il legno. La canna fumaria, infine, deve essere controllata da un tecnico che avrà cura di eliminare i residui di fuliggine che potrebbero impedire il corretto tiraggio.

Publicato: 2010-09-19Da: Redazione

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