Biomassa

Categoria: Archivio Ecologia
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La biomassa

Rientrano in questa denominazione: i residui provenienti dalle attività agricole ed industriali, gli scarti di origine biologica, la legna che si può ardere, i rifiuti di tipo urbano, e tutto ciò che si può trasformare in energia elettrica sia in maniera diretta (come la legna), che attraverso specifici trattamenti. La biomassa è una fonte di energia sulla quale l’Unione Europea ha deciso di puntare, favorendone gli investimenti, come già succede per l’eolico. Questo tipo di energia "pulita" permetterà inoltre di risparmiare un bel pò sui costi provenienti dal petrolio.

Come utilizzare le biomasse

Ci sono Paesi europei, come la Finlandia, in cui esiste un gran numero di centrali termiche che trasformano le biomasse in energia. Questi Paesi non conoscono il penoso problema delle discariche e degli inceneritori. Ci sono inoltre specie vegetali che vengono coltivate con lo specifico obiettivo di produrre biomasse, e quindi energia elettrica. Bisognerebbe quindi incentivare la coltivazione di piante anche nei luoghi desertici e abbandonati, poiché le piante hanno una duplice funzione: migliorano la qualità dell’aria e producono biomasse, dalle quali si ottiene energia pulita ed "ecologica", ossia rispettosa dell’ambiente in cui viviamo. In Italia troviamo stabilimenti di "teleriscaldamento", soprattutto nella Val Pusteria.

Ma ci sono piccole centrali anche nel Sud Italia, per esempio ad Enna. Il problema delle biomasse è che il loro sfruttamento non è continuo, in quanto ci sono elementi che si riferiscono alla loro natura particolare che lo limitano. La disponibilità di alcuni tipi di biomasse infatti è circoscritta ad alcuni periodi dell’anno, quando vengono raccolte alcune colture prettamente stagionali. La stessa cosa avviene per la legna, che in genere viene tagliata durante la stagione invernale. Un altro problema che emerge è che per produrre biomasse è necessario disporre di aree molto vaste, che non sempre è possibile reperire.

Le biomasse possono essere utilizzate direttamente, oppure sottoposte a procedimenti termochimici. Alcune di queste ultime sono: i residui della potatura di alberi da frutta e della vite, la paglia derivante da cereali, il legno (trucioli, segatura, altri derivati), scarti di procedimenti pregressi (gusci, pula, noccioli, ecc.). Ci sono poi prodotti che vengono sottoposti a combustione diretta, attraverso apposite caldaie. Questi sono: la legna e i suoi derivati, i residui di alcune fibre tessili (come la canapa e il cotone), scarti provenienti dall’industria agro-alimentare, residui di piante forestali e alberi da frutta.

Altri procedimenti sono: la pirolisi, la carbonizzazione, lo stream Explosion, la gassificazione. La conversione biochimica si attua invece attraverso funghi. Micro-organismi ed enzimi provenienti dalle biomasse. I prodotti sottoposti a questo tipo di procedimento sono: i residui zootecnici, le piante acquatiche, foglie e steli di alcune colture come la patata e le barbabietole, le biomasse raccolte in discariche controllate.

Metodi per produrre energia

Attraverso la "gassificazione" delle biomasse è possibile produrre una miscela infiammabile di metano, monossido di carbonio ed idrogeno. La biomassa viene bruciata e per metà messa a cuocere con il carbone. Il gas che si ottiene può essere utilizzato per fornire energia agli impianti elettrici, ed inoltre si può sostituire alla benzina. Se in un recipiente completamente sigillato aggiungiamo alla biomassa e al’acqua qualche batterio, questo composto di elementi ben presto fermenterà. Quale è il risultato di questo processo di fermentazione? Si tratta del metano, il combustile che tutti noi conosciamo ed utilizziamo in cucina e per riscaldarci. Altre volte ancora è possibile trasformare la biomassa in zucchero, e aggiungervi del lievito.

Il risultato di tale fermentazione sarà l’alcol, che potrà essere usato per alimentare le macchine, così come fanno già da tempo in Brasile. Si parla di "bioetanolo". E’ stato sperimentato che ci sono coltivazioni specifiche per ottenere bioetanolo, e sono il mais, il grano e la canna da zucchero. Da altre coltivazioni di tipo oleaginoso (come soia, girasole) si produce il "biodiesel". Negli Usa è possibile trovare in commercio autovetture alimentate da bioetanolo, e sembra che anche alcune case automobilistiche italiane ci stiano pensando. Solo che per il momento non vi sono ancora distributori di bioetanolo E85, come quelli di benzina.

I prodotti che derivano dalla biomassa vengono chiamati "biocarburanti". Allarmante la notizia che il pieno di bioetanolo per un SUV equivale a dare da mangiare ad un uomo per un anno! Le auto stanno annientando l’uomo, poiché per alimentarle si stanno distruggendo le foreste amazzoniche per ricavare campi di soia e canna da zucchero! E si sa che la foresta amazzonica è considerato un polmone verde per l’intera umanità! Dovremmo prendere atto di tutto ciò, e correre ai ripari prima che sia troppo tardi! In effetti il nostro Paese dovrebbe allinearsi al resto d’Europa per quanto riguarda le energie rinnovabili.

Uno sguardo al web sull’argomento

La Rete può darci una mano per conoscere (e approfondire) le fonti di energia rinnovabili, di cui oggi tanto si parla, ma che per alcuni restano ancora un "fertile terreno inesplorato". Innanzitutto vi segnaliamo il sito www.rinnovabili.it, molto interessante e facile da consultare. Raccoglie una serie di utili informazioni sull’energia eolica, solare, la biomassa, ecc. ed articoli che riguardano le energie rinnovabili ed il loro sviluppo. Per quanto concerne la biomassa in particolare, sul sito in questione è presente la spiegazione di cosa si intende per "biomassa", i procedimenti per ottenere da essa energia in vari modi utilizzabile, i biocarburanti, ecc.

Trovate inoltre i comunicati stampa estrapolati da riviste e siti specializzati, che appunto riguardano l’utilizzo di tale fonte di energia. Per esempio, è da citare l’intervento della Coldiretti durante la passata edizione dell’EIMA 2008, che si è tenuta a Bologna. L’associazione si è soffermata su un nuovo e "rivoluzionario" aspetto dell’agricoltura: la possibilità di produrre energia. In questa occasione è stata proposta al Consiglio dei Ministri la discussione di un disegno di legge per incentivare gli impianti alimentati dalla biomassa agricola.

Si tratta indubbiamente di un passo avanti molto significativo, considerando il ritardo dell’Italia in questo settore rispetto ad altri Paesi europei. Si parla di energie rinnovabili, e quindi anche di biomasse, nel portale ecologista indipendente, www.ecoage.it. Ve lo segnaliamo perché è ricco di spunti interessanti e dati recenti sulle Eco-tecnologie, sull’energia e l’ambiente, lo sviluppo sostenibile. Inoltre potete trovare validissimi consigli per risparmiare sul consumo di elettricità, acqua, benzina, automobili, riscaldamento.

Consultando il sito periodicamente, sarete sempre aggiornati sulle tematiche relative all’ambiente. Se poi volete avere idea di come è strutturata una azienda che produce questo tipo di energia "pulita" visitate il sito www.biomasseuropa.com. La sua sede è in provincia di Padova, ed è un punto di riferimento per le aziende di settore dal 2001.

Il centro di ricerca sulle biomasse

Come si sta muovendo il nostro Paese nei confronti delle biomasse, e quali sono gli enti creati "ad hoc" per studiare questo nuovo tipo di energia rinnovabile? Di sicuro un punto di riferimento italiano per lo studio della biomassa è il CRB (Centro di Ricerca sulle Biomasse), che ha sede presso l’Università di Perugia. E’ stato istituito dal Ministero dell’Ambiente. Ma quali sono in concreto le attività svolte da questo ente? Il Centro intraprende ricerche e sperimentazioni (anche in laboratorio) per rendere incisive le azioni in materia di biomassa che vengono fatte nelle varie regioni italiane; organizza attività di sensibilizzazione ed informazione circa i metodi di impiego delle biomasse e la produzione di energia.

Inoltre il Centro individua, nella sua opera continua di monitoraggio del territorio, le zone di particolare interesse sul territorio nazionale, dove è possibile incentivare l’allestimento di impianti per biomassa. Altra attività importante è la certificazione ambientale ed energetica, in modo che processi e prodotti ricevano una attestazione di qualità. Presso il Centro è stato istituito un apposito "Osservatorio Nazionale sulle Biomasse per Energia", che ha – tra gli altri compiti – quello di collegare le attività del Centro a quello delle Regioni e dei Paesi dell’Unione Europea.

Il Centro assicura un supporto per conoscere quali sono le autorizzazioni e le agevolazioni previste in materia di biomasse. Sul sito ufficiale del Centro, www.crbnet.it è possibile visionare le altre attività svolte dall’ente. Ma in particolare del sito vi segnaliamo la categoria "Leggi e normative", che trovate a sinistra della home-page.

Si tratta di un database che raccoglie le principali leggi emanate nel campo delle energie rinnovabili (ed in particolare le biomasse). Da tenere d’occhio le direttive comunitarie, che nel settore delle energie rinnovabili sono numerosissime. Altra categoria del sito da consultare spesso è quella degli "Eventi". Conferenze, workshop, ricerche sulle energie rinnovabili sono molto frequenti in tutta Italia.

I vantaggi dell’ energia derivata dalla biomassa

Le ultime previsioni ritengono che nei prossimi 50 anni l’energia elettrica che si ricava dalle biomasse potrebbe coprire circa il 40% del consumo energetico di tutto il mondo. Oggi questo tipo di energia non è più una chimera irrealizzabile, ma una realtà che sta decollando, e sulla quale molte imprese stanno investendo. Dobbiamo riflettere su alcuni dati. Innanzitutto, che le risorse del petrolio disponibili stanno scarseggiando, e la situazione si aggraverà ancora nei prossimi anni.

Questo comporterà un aumento incontrollato del prezzo del petrolio, anche per l’ingresso nel mercato dell’energia mondiale di alcuni paesi dell’Asia, come la Cina. Viceversa, i costi relativi alla produzione di energia rinnovabile scenderanno, poiché si tratta di tipologie nuove che devono ancora ricavarsi la loro fetta di mercato globale. Molte compagnie petrolifere stanno compiendo investimenti nel campo dell’energia rinnovabile, proprio perché intravedono grosse possibilità di guadagno economico. Tra i vantaggi della biomassa c’è che non fa aumentare i livelli di anidride carbonica, in quanto le piante possono riassorbirla attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana.

Inoltre la biomassa non produce grosse quantità di zolfo, e questo riduce la formazione di piogge acide. Inoltre, sfruttando le risorse agricole, incoraggia la formazione di comunità rurali e la conseguente occupazione al loro interno. La possibilità di rimboschire foreste e zone rurali è sempre possibile, quindi la biomassa è un tipo di energia che può essere continuamente prodotta. Inoltre la biomassa favorisce un discreto accumulo di energia solare, e riduce l’impiego di mezzi di trasporto pesanti.

L’impiego di questa energia favorisce e tutela l’economia rurale e locale, che può tornare ad essere valorizzata ( e non semplicemente sfruttata). Tornare alla natura, alle origini è una grossa opportunità che tutti noi dovremmo considerare. Si tratta di una scelta consapevole che ci obbliga a valutare le risorse del nostro pianeta, a pensare ai nostri figli e al mondo che vogliamo lasciare a loro.

I "contro" della biomassa

Ma quali possono essere invece gli svantaggi di questo tipo di energia rinnovabile? Possiamo riassumerli così.

  1. La biomassa è un tipo di energia nuova, che non è ancora conosciuta pienamente, sia nelle sue potenzialità che nei suoi limiti. Occorre quindi una maggiore informazione, che sia corretta e capillare, ovvero che raggiunga tutti gli strati della popolazione;
  2. ci sono ancora troppe difficoltà e lentezze burocratiche nel rilascio di autorizzazioni e concessioni governative, e questo purtroppo scoraggia non poco gli imprenditori che decidono di investire in questo tipo di energia;
  3. non c’è un effettivo collegamento tra la normativa europea e quella nazionale (che nel settore dell’energia rinnovabile è rimasta ancora indietro). Ci si auspica che questo raccordo avvenga presto, per usufruire di tutti i vantaggi previsti dall’UE per chi decide di optare per un tipo di energia rinnovabile;
  4. gli strumenti utilizzati per la ricerca sulla biomassa sono piuttosto inadeguati e non al passo con i tempi. Andrebbero quindi potenziati. Spendere soldi per incentivare la ricerca è il primo passo per assicurare una effettiva conoscenza della biomassa e dei suoi metodi di sfruttamento;
  5. non esiste un collegamento "fattivo" tra gli enti che si occupano di ricerca, la Pubblica Amministrazione e le aziende. Anche questo è un problema che va affrontato, per evitare che gli imprenditori distolgano i propri investimenti dalle energie rinnovabili;
  6. non esiste ancora al momento un piano operativo nazionale, una strategia unica a livello nazionale che raccolga insieme gli aspetti forestali, ambientali, agricoli, di trasporto e rurali. Questi elementi andrebbero invece considerati e affrontati nella loro totalità, quando si parla di "biomassa";
  7. per ottenere un’energia qualitativamente ottima è necessario disporre di macchinari tecnologicamente avanzati, e questi (tranne che in alcune realtà presenti nel Nord – Est di Italia) scarseggiano. Per questo è necessario che gli imprenditori vengano aiutati all’acquisto e al potenziamento dei macchinari, che rappresentano un punto importante per la diffusione di questo tipo di energia rinnovabile.
Publicato: 2010-04-03Da: Redazione

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