Caratteristiche dell’agricoltura biodinamica
L’agricoltura biodinamica è stata formalizzata e applicata a partire dal 1924 in numerose aziende, varie sia per grandezza che per tipo di produttività ma tutte accomunate dall’interesse per la qualità degli alimenti, per la fertilità del terreno e per un più ampio concetto legato alla sostenibilità ambientale.
Chi pratica l’agricoltura biodinamica è interessato a conoscere le diverse forze che influenzano gli organismi viventi, considerando la natura all’interno di un più ampio ciclo cosmico al quale voler aderire per poter produrre prodotti sani in modo responsabile.
Di contro, per poter aderire ai principi dell’agricoltura biodinamica è indispensabile avere un’alta professionalità, perché solo l’agricoltore con una profonda conoscenza dei mezzi a propria disposizione e con un’elevata consapevolezza del metodo può applicarlo con successo.
D’altra parte, anche un consumatore attento favorisce l’agricoltura biodinamica, visto che preferire questo genere di alimenti presuppone un contributo attivo nei confronti di chi adotta tali pratiche, facendo sì che lo stesso mercato ne premi lo sforzo produttivo.
Sostanzialmente, l’agricoltura biodinamica presuppone lo sfruttamento di un terreno in modo tale non da esaurirne la potenzialità ma facendo sì che lo stesso diventi più fertile con il passare del tempo, in modo da consegnare lo stesso alle future generazioni che potranno, così, continuarne la coltivazione.
Va sottolineato, comunque, che non esiste una modalità unica di applicare i principi della biodinamica, proprio perché è necessario contestualizzarli a seconda delle condizioni o delle circostanze nelle quali ci si verrà a trovare di volta in volta.
L’agricoltura biodinamica, pertanto, più che un meccanismo fisso è un insieme di principi guida che puntano alla qualità prima ancora che alla quantità e che vogliono essere una risposta anche ai problemi di sostenibilità ambientali della nostra tarda modernità. Conoscere l’agricoltura biodinamica aiuta ad essere consumatori consapevoli e produttori coscienziosi, così da non sfruttare indiscriminatamente i beni ambientali a nostra disposizione.
Nascita e principi dell’agricoltura biodinamica
Come abbiamo visto, l’agricoltura biodinamica si fonde su alcuni principi, da applicare in modo differente a seconda del proprio contesto di riferimento. Comunque, tali principi hanno subito una certa formalizzazione da parte di Rudolf Steiner, uno scienziato austriaco che è considerato il fondatore dell’antroposofia.
L’antroposofia intendeva rivoluzionare il modo in cui veniva interpretato il mondo e il ruolo dell’uomo in esso e, all’inizio del Novecento, è stato un movimento innovatore che avrebbe apportato numerose novità in diversi campi e settori, come quello medico, pedagogico e perfino artistico.
Steiner si occupò nello specifico dell’agricoltura verso la fine della propria vita e lo fece dietro sollecitazione di un gruppo di agricoltori che vedevano con preoccupazione crescente gli effetti causati sui terreni da parte dei metodi di coltivazione intensiva e dei concimi chimici.
Pertanto Steiner propose un nuovo approccio al problema, che vedeva al centro della speculazione scientifica, la necessità di garantire il mantenimento della fertilità del terreno e il miglioramento della qualità degli alimenti, così da garantire anche una maggiore qualità dell’alimentazione dell’uomo.
Naturalmente, non mancano i consigli pratici, anche se gli stessi non vengono considerati “definitivi” ma in continua evoluzione anche e soprattutto attraverso la pratica.
Uno di quelli che, tuttavia, si può considerare certamente alla base del metodo riguarda la realizzazione di concimi naturali a partire dalle azioni di compostaggio. Un ulteriore principio guida è quello che concerne la salute delle piante che deve essere mantenuta senza far ricorso all’uso di antiparassitari chimici. Infine, il terzo importante principio alla base dell’agricoltura biodinamica è relativo alla qualità dei prodotti che deve essere la più alta possibile.
Probabilmente, per tutti questi motivi non è stato possibile applicare la biodinamica su larga scala, sebbene la rinnovata sensibilità ambientale a cui si assiste ai giorni nostri ha reso nuovamente attuale questa modalità di coltivazione.
L’agricoltura biodinamica in pratica
L’agricoltura biodinamica potrebbe essere sintetizzata dicendo che si tratta, in sostanza, di coltivazioni effettuate senza cedere all’uso di concimi chimici e senza effettuare lo sfruttamento intensivo del terreno. In verità, si tratta comunque di un modo riduttivo di trattare l’argomento che nasconde una maggiore ricchezza e una maggiore profondità di pensiero, basandosi sull’osservazione e l’enfatizzazione degli aspetti più naturali della produzione agricola.
Per coltivare secondo i principi della biodinamica è fondamentale che il terreno sia arricchito con tutti quegli elementi nutritivi che sono necessari allo sviluppo armonioso delle piante, puntando all’autoregolazione dal basso che fa parte di tutti gli organismi viventi e che consente di creare ordine dal caos senza interventi calati dall’alto e, quindi, invasivi.
Quando si parla di fertilizzazione del terreno in modo naturale, restituendo in misura maggiore al terreno ciò che da esso si prende, si intende, in pratica, ogni tipo di intervento che possa proteggere i microorganismi presenti nel terreno, come lombrichi e vermi. Inoltre, è fondamentale che le piante possano assorbire la giusta quantità di azoto dall’atmosfera. L’azoto è presente anche nell’humus, dato che si produce durante i processi di decomposizione naturale. In presenza, però, di concimi chimici, avviene un’alterazione del ciclo naturale, aumentando in modo pressante l’azoto disponibile nell’humus, senza che tale gas riesca ad essere totalmente assorbito da parte delle specie vegetali.
L’autoregolazione del sistema e del ciclo naturale di nascita e crescita delle piante fa anche sì che le stesse possano svilupparsi in modo da essere più resistenti alle malattie, irrobustendosi e producendo una maggiore quantità di frutti. Questa capacità naturale si può rafforzare adottando degli accorgimenti specifici come, ad esempio, l’introduzione del principio di rotazione dei terreni o l’impiego di preparati biodinamici.
La stessa impresa agricola, quindi, diventa il cuore pulsante di un più complesso organismo vivente, inteso come l’insieme di tutti gli attori coinvolti nella produzione.
Principio della rotazione e preparati biodinamici
Se in alcune parti d’Europa la rotazione era diventata una pratica comune addirittura durante gli anni del Medioevo, è vero anche che in molte altre zone non si è riusciti ad adottare tale principio solo in tempi molto più recenti, databili in non più di un centinaio d’anni.
Tuttavia, con l’introduzione su vasta scala dei concimi chimici fu facile ritornare alla monocoltura, esaltando il profitto a scapito della salubrità di alimenti e terreni.
Nell’agricoltura biodinamica, non essendo previsto l’impiego di fertilizzanti chimici, è fondamentale praticare una buona rotazione delle colture. Il punto di partenza è sempre il prato, visto che il trifoglio arricchisce la terra. Comunque, il tipo di coltivazione che è possibile avvicendare dipende da svariati fattori, quali il clima locale, il terreno in sé, la quantità minima di raccolto necessaria per la sussistenza degli animali e delle persone che gravitano intorno all’azienda agricola.
Comunque, un’indicazione di massima è quella di prevedere la semina di ortaggi e tuberi e poi di quelle specie di cui si sfruttano i semi e le foglie o anche le radici.
I preparati biodinamici e l’attenzione al calendario, invece, a cui abbiamo accennato in precedenza, sono spesso salutati con una certa sufficienza anche da parte degli addetti ai lavori. Questo accade perché spesso non vengono inseriti in un contesto razionale, considerando meno importanti le influenze cosmiche rispetto a ciò che si può toccare con mano in modo tangibile.
La realtà, però, dice che rispettare il calendario delle semine è utile tanto quanto concimare le piante nel modo giusto, visto che i risultati ottenuti dagli agricoltori biodinamici sono decisamente soddisfacenti.
Per quanto riguarda i preparati biodinamici, invece, è bene ricordare che essi sono otto, ma solo due vengono spruzzati direttamente sui campi. Il primo è a base di letame, ed è strettamente legato alla crescita delle specie vegetali; il secondo è a base di polvere di quarzo, ed è fondamentale per attivare i giusti processi di assimilazione dei componenti del terreno.
Importanza del compost per la biodinamica
Usare il compost non è una novità in agricoltura. Esso viene preparato da tempi antichissimi e l’agricoltura biodinamica ha, in qualche modo, riscoperto uno degli elementi fondamentali usati dagli agricoltori del passato.
Tuttavia, il compost, nell’agricoltura biodinamica, assume una connotazione più specifica e la sua preparazione assurge a vero e proprio rituale, un po’ come avviene per l’irrigazione o per la semina che, ad esempio, seguirebbe direttamente le fasi della luna.
Alcuni detrattori del metodo vedono, in questi insieme di principi, più una sorta di fascinazione magica e delle pratiche divinatorie piuttosto che l’applicazione di tesi provate scientificamente.
Comunque sia, l’uso del compost non può che essere considerato vantaggioso per l’agricoltura, sebbene in biodinamica la sua realizzazione passi anche attraverso l’impiego di speciali elementi che vengono aggiunti al cumulo, quasi come se si stesse ottenendo una sorta di preparato omeopatico destinato al terreno.
Infatti, secondo le teorie alla base dell’agricoltura biodinamica, la diluizione delle sostanze utili è fondamentale per una corretta attivazione delle stesse. Ciò sembrerebbe, invece, in contrasto con le leggi della chimica, visto che le molecole di questi elementi sono così poco presenti da non riuscire a penetrare nel terreno. Tuttavia, non si può negare che si registrano comunque dei miglioramenti nelle colture così trattate, senza che alcun elemento esterno passi poi nei prodotti di cui si alimenta l’uomo.
Secondo quanto formalizzato da Steiner, per ottenere del compost efficace è fondamentale guardare non solo alla composizione e alla manipolazione del cumulo ma anche alla sua forma e, addirittura, alla sua posizione. Di certo, il consiglio di lasciare lo stesso a contatto con il terreno è senza dubbio valido, visto che in questo modo si attivano più facilmente i processi di decomposizione messi in moto dai microorganismi già presenti nel suolo.
Va ricordato, infine, che è fondamentale mescolare elementi bagnati con quelli asciutti e lasciare che il cumulo possa traspirare, assorbendo anche parte dell’umidità esterna.
Differenze tra agricoltura biodinamica e biologica
In principio, le conferenze tenute da Steiner non erano state divulgate al grande pubblico, anche perché si riteneva importante acquisire delle evidenze scientifiche circa il funzionamento di questo metodo. Oggi, non si può nascondere che i detrattori restano numerosi ma è altrettanto vero che sono stati raccolti una serie di dati positivi circa determinati principi facenti parte dell’insieme di pratiche dell’agricoltura biodinamica.
Rispetto all’agricoltura tradizionale, ma anche rispetto a quella biologica, l’agricoltura biodinamica presenta delle differenze che può essere interessante sottolineare.
La principale, probabilmente, è relativa all’uso di preparati biodinamici realizzati come se si trattasse di veri e propri farmaci omeopatici per il terreno o per le colture.
Così facendo, si punta ad una rifertilizzazione del suolo e ad un accrescimento dell’humus in esso presente. L’agricoltura biologica, invece, si caratterizza esclusivamente per il non impiego di fertilizzanti chimici, ma non applica dei principi specifici come la rotazione delle colture, la preparazione del compost, l’organizzazione della semina, della potatura e della raccolta in base al calendario biodinamico (molto simile a quello astrologico).
L’agricoltura biodinamica è supportata, nel nostro Paese, dalll’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, con sede a Milano, e strutturata in sottosezioni regionali.
Il marchio omonimo viene rilasciato dall’Associazione Demeter di Basilicanova che si occupa di verificare l’adesione agli standard di qualità previsti per chi si dedica a tale pratica.
Comunque, sono già numerose le aziende agricole che si dedicano alla biodinamica con successo, anche dal punto di vista commerciale. In alcuni casi, si possono anche registrare casi di produzione di carni bovine, come avviene nel caso di alcune aziende toscane.
Tutti coloro che sono interessati a questo genere di argomento possono far riferimento all’Associazione italiana, così da partecipare ai corsi e ai seminari che vengono organizzati con scadenza annuale. In alternativa, sono molte le riviste specializzate e i bollettini informativi che possono essere acquistati o ai quali è possibile abbonarsi per approfondire i concetti relativi all’agricoltura biodinamica.
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