Cos’è l’acne?
Quando si parla di acne, ci si riferisce espressamente a una particolare condizione di malattia della pelle, che attraverso l’utilizzo di un linguaggio meno tecnico e medico prende il nome più generico di brufoli, pustole o foruncoli, i quali si possono manifestare con intensità ed estensione diversa in relazione a tanti fattori personali.
In linea generale si tratta comunque di un’infiammazione dei follicoli piliferi e della ghiandola sebacea sottostante ciascuno. Tale forma infiammatoria causa delle pustole o papule di grandezza e intensità diversa, che nel loro insieme originano l’acne vulgaris. Di questo problema, in ambito dermatologico, si legge già dai testi dell’antica Grecia, e quindi è possibile dire che indipendentemente dal contesto storico e sociale è sempre esistita.
Ma dal punto di vista medico è possibile affermare che tale problematica, per lo più collocata a livello giovanile, si sta intensificando sia nella nostra società sia, anche, nelle società meno occidentalizzate, con un’incidenza molto alta nell’età intorno ai 16 fino ai 19-20 anni. Anche se a volte capita di vedere persone con età uguale o superiore ai trenta anni esserne ancora colpiti.
Dell’intero corpo, le parti più frequentemente colpite sono sicuramente in primis, il viso, e poi a seguire il dorso, le spalle e il torace. Le cause possono essere sia genetiche, e in tale caso sono predisponenti, sia etniche, ma non sarebbe corretto dire che l’acne è una malattia ereditaria.
Ne esistono di due tipi:
- acne giovanile infiammata: le ghiandole sebacee hanno una forte produzione di sebo il quale si concentra nei comedoni ed entra in contatto con diversi batteri.
- acne giovanile non infiammata: è simile alla situazione sopra descritta, ma manca la presenza dei batteri e quindi non c’è infiammazione.
In conformità a tale differenza sarà necessario comunque consultarsi con un medico specialista, cioè un dermatologo e attivare il più corretto approccio terapeutico per contrastare il problema, prima che magari si radicalizzi.
Cause e rischio di sviluppo
L’acne può essere causata da vari fattori, soprattutto collegate a particolari momenti ormonali quali ad esempio, il ciclo mestruale, la pubertà, adolescenza, la gravidanza, la menopausa.
Quindi, da quanto detto, è facile intendere che al di là della giovinezza, molto spesso sono le donne, in diversi momenti della vita a poter soffrire di tale problematica, appunto legata a rivoluzione ormonali anche molto intense, che gradualmente portano a cambiamenti delle ghiandole, del follicolo con conseguente ostruzione e sviluppo poi del comedone.
Tra i fattori di rischio, molto importanti e determinati possiamo ricordare:
- Età: durante la pubertà e l’adolescenza si ha un vero e proprio aumento degli androgeni, ormoni tipici di questo periodo
- Il clima: nei periodi invernali si manifesta maggiormente rispetto ai periodi caldi, forse ciò è anche legato ai raggi ultravioletti che solitamente hanno un effetto curativo.
- Alcuni studi, e in questo caso non ci sarebbe molta concordanza, il fumo potrebbe rappresentare un fattore negativo.
- Iperinsulinsiomo: questo sarebbe un altro potenziale fattore, ma a tal riguardo sono ancora molti gli studi.
A livello anatomico abbiamo sinora spesso citato il comedone, come forma dell’acne, vediamo di cosa si tratta esattamente. Il comedone si forma nel momento in cui il follicolo si dilata e, al suo interno, si concentrano i grassi, oltre alla melanina, a peli e batteri ecc. ne esistono di vari tipi, come ad esempio le più conosciute “pustole” nelle quali sono presenti batteri neutrofili, o i “noduli”, quando si rompe una cisti, “comedoni aperti”; all’interno dei quali è concentrato il sebo, ma anche batteri vari e acari.
Il comedone aperto è anche volgarmente chiamato “punto nero” poiché il sebo prima citato a contatto con l’aria vede un’ossidazione della componente grassa ed ecco quindi il conseguente imbrunimento. Invece nel “comedone chiuso” tale fenomeno non avviene visibilmente. Di tutte queste rappresentazioni dermatologiche la più grave in assoluta è la forma cistica, la quale può evolvere in un esito di tipo fibrotico.
Sintomi
L’acne può quindi avere varie caratteristiche a livello istologico e conseguentemente anche a livello sintomatologico. Volendo costruire una tabella che renda più chiaro quanto detto, è possibile indicare i seguenti elementi.
L’acne può avere tre gradi di gravità:
- Lieve: i comedoni sono meno di venti, le lesioni riportanti infiammazione meno di quindici.
- Moderata: i comedoni sono in numero dai venti ai 100 e le lesioni con infiammazione possono giungere a cinquanta.
- Grave: i comedoni sono in numero superiore a 100 e le lesioni con infiammazione superano le cinquanta.
Chi soffre o ha sofferto di acne, può non avere dolore, soprattutto nelle forme lievi, ma nelle altre forme, proprio in relazione alla quantità di lesioni e comedoni, il dolore può presentarsi anche in relazione alla localizzazione e all’intensità dell’infiammazione, se è ad esempio molto profonda oppure se è ampia.
Per dare un’idea ancora più dettagliata vediamo le principali forme di acne e il livello di dolore che possono provocare nel soggetto colpito.
- acne endogena (acne conglobata): si localizza sul dorso e sul torace, può essere fonte di dolore se è profonda come infiammazione.
- acne fulminans o acuta febbrile: è un’altra forma di acne endogena, caratterizzata da noduli che si ulcerano, localizzata a livello di tronco ma non di viso. Sintomi ben chiari e nitidi.
- acne di Maiorca (acne esogena), si può evidenziare soprattutto nei mesi caldi, meno in quelli freddi, la causa è da ricercarsi nell’esposizione ai raggi UVA sia solari sia delle lampade. Appaiono delle piccole papule, sulle spalle, sul petto, sulle braccia. Colpisce soprattutto chi ha la carnagione molto delicata e chiara. E’ possibile prevenirla con test di fotosensibilità ed è curabile con tetracicline.
- acne cosmetica: anche questa è di origine esogena, infatti, è legata all’uso specifico di particolari cosmetici.
- pseudo acne: è simile alla classica acne, ma senza comedoni.
- acne iatrogena: deriva dall’uso di certi farmaci tra i quali corticosteroidi, antidepressivi, vitamina B12 e barbiturici.
Diagnosi e terapia
La diagnosi va compiuta a seguito di un esame obiettivo, ovvero una visita medica in cui il dermatologo osserva attentamente la parte o le parti interessate, inoltre a tale visita va inclusa anche una curata anamnesi sullo stato generale di salute, l’uso eventuale di farmaci ecc compiuta direttamente sul paziente.
In virtù di tutto ciò il medico deciderà poi la terapia migliore, che sarà “costruita” appunto sul paziente per curare specificatamente il problema nel miglior modo possibile.
In base al tipo di acne, alla gravità, all’ampiezza della zona colpita, alla presenza o meno di particolari farmaci assunti dal paziente, età, sesso e altri fattori, si procederà con la terapia. Tra i rimedi più semplici e naturali, che in alcuni casi possono essere efficaci ricordiamo il sapone allo zolfo, l’argilla sottoforma di impacchi, alcune erbe, ecc.
In presenza di una forma lieve, si decide diversamente di somministrare alcuni farmaci tra cui, i più comuni, il benzoilperossido oppure la tretinoina, per un ciclo di almeno un mese e mezzo. Terapie più lunghe sono invece consigliabili, in caso di forme più moderate, in cui si opta per antibiotici per un ciclo di 3 mesi, tra i farmaci più impiegati ecco: tetracilina e minocilina, sempre sotto controllo medico e con un attenzione particolare alle eventuali risposte associate.
Nelle forme più gravi, si opta per l’isotretinoina, la quale però può avere degli effetti collaterali abbastanza forti. In effetti, alcuni farmaci devono essere usati con molta attenzione e cautela poiché possono causare degli effetti collaterali abbastanza forti ed evidenti, come ad esempio:
- Clindamicina: può causare diarrea, non è da usare in caso di presenza di malattie intestinali.
- Tretinoina: aumenta la sensibilità nei confronti della luce, non è da usare in gravidanza.
- Adapalene: può causare bruciore, eritema, è quindi necessario creare una corretta protezione dal sole.
- Acido glicolico: può causare prurito e irritazione.
- Tetraciclina e Doxiciclina: entrambe possono causare sensibilità nei confronti del sole, ecco perché è il caso di attuare un’adeguata protezione.
Peeling chimici
Il peeling è un trattamento particolare che è indirizzato direttamente sulla pelle, conosciuta già anticamente, fin dai tempi degli antichi egizi, i quali miscelavano oli minerali vari, Sali e polvere di alabastro per rendere la pelle più morbida e levigata. Le donne egizie usavano fare dei bagni nel latte inacidito per sfruttarne la meglio le proprietà esfolianti. I romani usavano polvere di calcaree e zolfo uniti all’acqua per creare una pasta esfoliante.
Tutti antichi esempi di peeling chimici! Il primo dermatologo a studiare e applicare il peeling chimico fu Unna nel 1882, il quale si occupò specificatamente dell’uso del fenolo, dell’acido salicilico e dell’acido tricloroacetico, per cancellare i “resti” delle cicatrici da polvere da sparo riportate dalla guerra.
In questo momento il peeling chimico serve, esattamente come un tempo, per cancellate inestetismi ad esempio causati dall’acne, ma non solo si estende a livello dermatologico anche per le rughe, le cicatrici superficiali da piccoli interventi ecc. Il peeling può essere più o meno superficiale, nel caso dell’acne, dipende dalla gravità con la quale tale infiammazione ha colpito il soggetto.
E’ quindi, un vero e proprio trattamento medico, non è da pensare come solo un “ritocchino” estetico, poiché ha lo scopo du curare una certa parte o zona del corpo, a tale riguardo sono da fare diverse valutazioni prima di attuarlo, ad esempio il fototipo del paziente, se ha subito altri trattamenti cc. Nel peeling si usano diverse sostanze, come ad esempio acido azelaico, gli alfa-idrossiacidi (AHA), acido glicolico, ecc.
Il numero delle sedute per il peeling chimico è variabile da soggetto a soggetto e dall’estensione dell’area, dal tipo di cute, dal tempo di applicazione. Si tratta di un intervento doloroso ma in modo contenuto, causa un edema e un arrossamento che poi tendono in modo graduale a sparire. Ovviamente si formeranno anche delle crosticine a testimoniare l’azione svolta. Si tratta di un trattamento nato tanti anni fa, migliorati nel tempo e tutt’oggi molto usato.
Consigli pratici
L’acne abbiamo visto può avere varie cause, sia endogene sia esogene, non è corretto però pensare come purtroppo fanno in molti che alcuni cibi possano scatenare la nascita e lo sviluppo di brufoli e pustole varie, o per meglio dire, esistono delle correlazioni spesso di tipo allergico, in cui a seguito di un particolare cibo si abbia una sorta di sfogo sulla pelle, ma non sarebbe proprio corretto parlare di vera e propria cane.
Sicuramente è però giusto dire che una corretta alimentazione è comunque consigliabile per tutti, e soprattutto ai più giovani, che spesso seguono ritmi di vita e compiono scelte alimentari non del tutto corretti. Tra gli alimenti da limitare: dolci, biscotti, piatti troppo elaborati, fritti, condimenti abbondanti, salumi vari.
È da considerare che in taluni soggetti certi cibi, sembrano in qualche modo favorire il quadro sintomatologico acneico, a questo punto osservando con attenzione la dieta, sarà più semplice tenere sotto controllo determinati alimenti, magari elimindandoli o sospendendoli temporaneamente dalla dieta.
L’igiene personale è molto importante, poiché abbiamo visto come i batteri siano coinvolti in tale discorso, ecco allora che lavarsi accuratamente, viso, torace, schiena e le parti dove comunque possono svilupparsi i brufoli, è cosa consigliabile e logica.
Sarebbe bene farsi consigliare direttamente dal dermatologo o dal proprio medico relativamente, ai prodotti più indicati, come ad esempio saponi e detergenti, piuttosto che gel o schiume per la detersione. Alcuni optano per prodotti naturali, mentre altri per prodotti chimici, in entrambi i casi è sempre bene confrontarsi con uno specialista e non affidarsi al fai da te.
Il Sole può rappresentare un buon alleato in questa lotta, ma è sempre bene non esagerare e porre attenzione soprattutto se si stanno utilizzando particolari farmaci e che a seguito dell’esposizione possono creare e innescare particolari reazioni.
Evitare di usare prodotti che possono facilmente ostruire i pori, come ad esempio particolari trucchi o creme, così com’è bene non schiacciare o premere i punti neri o le pustole, poiché si potrebbe creare una lesione alla pelle.
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