L’aborto spontaneo nel primo trimestre
Secondo una definizione medica di uso comune, l’aborto spontaneo consiste nell’espulsione dell’embrione o del feto entro le prime 20 – 22 settimane di gestazione. Una piccola precisazione: per “embrione” si intende un organismo ancora poco differenziato (generalmente entro l’ottava settimana di vita), mentre viene definito “feto” un essere vivente che presenta una morfologia ben definita.
Questa interruzione di gravidanza spontanea si manifesta come un atto involontario, ovvero totalmente indipendente dalla volontà della madre. Qualora invece si trattasse di una interruzione volontaria della gravidanza, ci si riferisce ad un quadro clinico diverso che, nel nostro Paese, è regolamentato dalla Legge n. 194 del 1978. Una gravidanza che invece giunge al termine prima della trentasettesima settimana di gestazione invece è classificata coma una “nascita prematura”.
L’aborto spontaneo, nonostante sia ritenuto dai più un evento tutto sommato sporadico, in realtà si manifesta più comunemente di quanto si creda. Le stime mediche riferiscono che solo una percentuale piuttosto bassa dei concepimenti, stimata intorno al 30 – 50%, riescono a superare il primo trimestre di gravidanza. Nella maggior parte dei casi la donna non si accorge nemmeno di essere incinta quando avviene un aborto spontaneo in questo periodo, ed una elevata percentuale di embrioni subisce questo destino ancor prima che la loro presenza possa essere rivelata da un esame clinico.
Nella maggior parte dei casi, l’aborto spontaneo che si verifica nel corso del primo trimestre di gravidanza è causato dalla presenza di anomalie genetiche dell’embrione o del feto. Dalle analisi del DNA effettuate su embrioni e feti espulsi, sembra che almeno nella metà dei casi di aborto spontaneo le cause siano da attribuire ad alterazioni cromosomiche. In questo caso la natura segue il suo corso, impedendo che possa venire alla luce un individuo affetto da gravissime patologie, deformazioni ed aberrazioni genetiche tali da renderne praticamente impossibile la sopravvivenza.
Le cause dell’aborto spontaneo
Le principali cause di aborto spontaneo sono da ricercarsi nell’età della madre e nella sua precedente storia clinica. È stato dimostrato che le probabilità di aborto spontaneo aumentano con l’età: il rischio è minimo per le donne di età compresa fra 20 e 30 anni, mentre si registrano incidenze piuttosto elevate dai 35 anni in su. Oltre i 40 anni, la percentuale di gravidanze che si conclude con un aborto spontaneo si attesta intorno al 40%. Anche la storia clinica è un fattore non da poco: quanto più una donna già in passato è andata incontro ad aborti spontanei, tanto maggiore è la probabilità che il fenomeno si manifesti anche in futuro. Nel caso di aborto ripetuto (due eventi) oppure ricorrente (più aborti) è indispensabile indagare le cause cliniche per evitare che il fenomeno possa ripetersi.
L’aborto spontaneo può anche essere imputabile a problemi di salute della madre, come ad esempio la presenza di infezioni attive in corso. Particolarmente pericolose sono le malattie a trasmissione sessuale (clamidia, herpes genitale e blenorragia), ma anche la listeria e la toxoplasmosi.
Altri importanti fattori di rischio sono rappresentati da diabete, problemi di natura ormonale, malattie renali croniche, patologie autoimmunitarie o malattie vascolari come ad esempio l’ipertensione arteriosa e il lupus. Da non trascurare sono anche problemi a livello dell’utero come ad esempio anormalità morfologiche (es. utero setto) e fibromi uterini.
L’aborto può anche manifestarsi in seguito a traumi di varia natura, sia di natura psicologica che fisica. Gravi situazioni di stress emotivo, incidenti automobilistici, morte di persone care, traumi sportivi e casalinghi o altri eventi “forti” sono associati con elevate percentuali di aborto spontaneo.
Pur non essendo ancora stata dimostrata la loro responsabilità nel causare aborti spontanei, altri fattori di rischio sono rappresentati dall’abuso di sostanze stupefacenti e di alcol, ma anche di tabacco e caffeina.
Le diverse tipologie di aborto spontaneo
L’ aborto spontaneo incompleto è un evento piuttosto frequente, dal momento che coinvolge la maggior parte dei casi di aborto. A causa di diversi fattori il feto muore, e la gravidanza si interrompe; avviene perciò l’espulsione del materiale abortivo del quale tuttavia una parte rimane all’interno dell’utero. Con un’ecografia si riesce ad evidenziare la presenza di questi residui, che si associano a sanguinamenti e spesso a contrazioni dolorose causate dai tentativi da parte dell’utero di espellere i tessuti abortivi. In questo caso è richiesto un intervento chirurgico come il raschiamento per rimuovere quanto rimasto all’interno dell’utero e far cessare sia il sanguinamento che i dolori.
L’ aborto spontaneo completo consiste nella totale espulsione dal corpo materno della placenta e dell’embrione. Questo fenomeno si manifesta frequentemente durante le fasi precoci della gravidanza, ed in particolare entro la quinta – settima settimana. Il manifestarsi di questo tipo di aborto può essere preceduto da sintomi come dolori addominali ed emorragie più o meno abbondanti; nel caso la gravidanza non fosse stata precedentemente diagnosticata, è facile che questi eventi vengano confusi con un ritardo nelle mestruazioni associato ad un flusso leggermente diverso rispetto alla norma per entità e caratteristiche. Se invece la gravidanza era stata accertata da un esame, in seguito alla regressione dell’emorragia e delle manifestazioni dolorose l’aborto spontaneo completo rivela ad un controllo ecografico la totale assenza dell’embrione e dei residui abortivi.
Un’altra tipologia di aborto spontaneo è detta aborto ritenuto. In questo caso l’embrione o il feto, per diverse cause, muoiono, ma non avviene l’espulsione dei residui abortivi. Si tratta dunque di un evento asintomatico che, nelle prime fasi, non comporta né emorragie né dolori al ventre; tipicamente questi iniziano solo dopo qualche giorno o anche qualche settimana. A rivelare questo aborto interno sono gli esami ecografici, dai quali non emergono i segni di vita tipici come il battito cardiaco ed i movimenti fetali, ma anche l’improvvisa cessazione dei classici sintomi associati alla gravidanza come ad esempio la nausea.
Gli aspetti psicologici dell’aborto spontaneo
Oltre a rappresentare un evento fisico di natura traumatica, non da meno è l’impatto che un aborto spontaneo ha nei confronti della donna. Nel caso di una gravidanza confermata dagli esami clinici, nella coppia di genitori e soprattutto nella futura mamma si forma sin dall’inizio un forte attaccamento con il figlio che verrà. Questo legame, fatto di aspettative, proiezioni, desideri può essere improvvisamente e violentemente spezzato dal manifestarsi di un aborto spontaneo.
Si tratta di un momento molto delicato, poiché coinvolge la donna nel suo intimo più profondo; senza contare, inoltre, le conseguenze a livello della coppia e della famiglia intera. La situazione è difficile da affrontare, dal momento che la morte di un bambino non ancora nato causa sentimenti e stati d’animo come smarrimento, tristezza, angoscia, sensi di colpa, impotenza, rabbia, che possono sfociare in sensazioni di dolore anche a livello fisico. Spesso a tutto ciò si alternano apatia, svogliatezza e vuoto interiore, ma anche fenomeni di iperattività ed agitazione che rappresentano una reazione molto comune: tenersi costantemente occupate per evitare che la mente ritorni sull’accaduto. Altri sintomi frequenti sono rappresentati dall’alterazione dei normali ritmi fisiologici che riguardano i cicli di sonno/veglia e lo stimolo dell’appetito.
È indispensabile che la famiglia si stringa intorno alla coppia che ha subito la perdita, e soprattutto alla donna che è l’elemento più vulnerabile. Questo aiuto si deve manifestare cercando di non lasciare mai da sola una persona, ma piuttosto stimolando il dialogo e lo sfogo delle proprie negatività grazie alla propria presenza.
Per aiutare a superare questo difficile momento è possibile rivolgersi a uno psicologo, oppure farsi aiutare da persone che hanno precedentemente vissuto la dolorosa esperienza di un aborto spontaneo. La terapia di gruppo è molto utile poiché, oltre a permettere di sfogarsi, il dialogo empatico fra persone con lo stesso vissuto in comune è in grado di instillare fiducia e speranza per il futuro.
Come reagire ad un aborto spontaneo
Superare lo shock emotivo dovuto ad un aborto spontaneo può essere un percorso non semplice, né di breve durata. Alcune persone sono infatti più sensibili di altre, soprattutto se la loro situazione familiare o socioeconomica non è particolarmente rosea. È importante però che il processo di guarigione – sia fisico che psicologico – non si concluda con una minimizzazione del problema. Questa “inevitabilità” dell’aborto è un concetto piuttosto discutibile, dal momento che la medicina moderna possiede i mezzi per investigare sul problema, scoprirne le cause e possibilmente evitare che in futuro il tragico evento si manifesti di nuovo. Non è detto che queste cause possano essere individuate con certezza, ma è quantomeno doveroso fare tutto il possibile per indagarle. Da evitare è quindi il comportamento piuttosto comune di attendere qualche mese prima di tentare una nuova gravidanza, semplicemente contando su una miglior “fortuna” in futuro.
È importante quindi che si eseguano esami ed analisi sullo stato di salute della donna e, se possibile, accertamenti istologici sul feto abortito.
Ad esempio, se la causa dell’aborto è da attribuirsi un’infezione, prima di una nuova gravidanza bisogna curarla. Si calcola che una percentuale di aborti spontanei non trascurabile sia dovuta proprio ad infezioni pelviche, talvolta nemmeno diagnosticate. Analogamente è bene accertarsi che l’utero della donna non presenti malformazioni congenite oppure acquisite: in quest’ultimo caso si tratta di problemi come ad esempio polipi, miomi intracavitari oppure aderenze. Fra le malformazioni congenite in grado di procurare aborti spontanei troviamo l’utero setto e l’utero bicorne, difficili da diagnosticare ma trattabili chirurgicamente.
Anche eventuali disfunzioni ormonali, come alterazioni a livello della tiroide, insufficienza luteinica, sindrome dell’ovaio policistico o iperprolattinemia, possono essere diagnosticate mediante analisi mirate e curate di conseguenza.
Prima di tentare una nuova gravidanza, è bene che la donna interrompa tutti i comportamenti a rischio legati a fumo, alcol, droghe, e che sospenda l’eventuale assunzione di medicinali in grado di causare aborti come anticoagulanti (warfarina e derivati), antagonisti dell’acido folico (methotrexate), farmaci per la cura dell’acne (isotretinoina) e farmaci antineo-plastici (doxorubicina, fluorouracile e ciclofosfamide).
Siti internet e letture di riferimento
Chi desiderasse informarsi sulla delicata tematica dell’interruzione involontaria di gravidanza dovrebbe prima di tutto rivolgersi al proprio medico curante o, meglio ancora, al proprio ginecologo. È anche possibile consultare diversi siti internet che contengono informazioni, suggerimenti e consigli riguardo a come prevenire, affrontare e superare un aborto spontaneo. Di seguito ne riportiamo alcuni fra i più completi ed affidabili:
- Centro di Medicina Fetale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi
http://www.medicinafetale-aouc.it/aborto.htm
Presso questo sito internet è possibile consultare informazioni riguardo all’aborto spontaneo, redatte da professionisti che da anni lavorano nel campo della diagnosi prenatale e dei difetti congeniti. Il sito ha un carattere divulgativo e si rivolge a tutte le donne in gravidanza (o che ne intendono pianificare una) che necessitano di informarsi riguardo alle condizioni patologiche fetali. - Gyneconline.net
http://www.gyneconline.net/page28/page37/abortospontaneo.html
Gyneconline.net è un sito divulgativo di Ginecologia e Ostetricia che contiene guide, approfondimenti ed informazioni sul mondo della medicina femminile. Visitando il sito è possibile consultare anche un glossario utile per comprendere i termini medici più frequentemente utilizzati in questo settore, nonché un elenco di link selezionati. - Aggiornamenti Web in Ostetricia e Ginecologia (AWOG)
http://www.awog.it/
Presso il sito AWOG è possibile consultare schede informative legate al mondo dell’Ostetricia e della Ginecologia, consultare domande e risposte online e partecipare a forum di discussione. È in costante aggiornamento la pagina dedicata alle news, mentre nella sezione “Medical Link” è possibile trovare gli indirizzi internet di moltissimi siti medici (sia italiani che stranieri) dove reperire informazioni utili.
Molto toccante, infine, è il libro uscito nel 2004 dal titolo “I diari degli angeli. Storie di aborti spontanei raccolte nei forum di Mammeonline” scritto da Simona Soragni e Simona Torlai. Questo libro raccoglie le dolorose storie di 31 donne che hanno dovuto affrontare un aborto spontaneo, raccontate con delicatezza ed empatia. Il libro è edito dalla Casa Editrice Mammeonline (158 pagine).
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