ombrellone

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L’ombrellone

Qual è l’ombra migliore? Potremo rispondere con certezza quella di una bella pianta, ma non sempre la pianta è a disposizione, ed ecco che allora entra in scena un vecchio mito.Tutti abbiamo visto almeno una volta magari nei film la classica famiglia che la domenica va a fare la gita al mare, caricando ogni cosa sull’auto compreso “lui” il mitico ombrellone da spiaggia. Andiamo a vedere da vicino questo utilissimo prodotto.

Gli ombrelloni da spiaggia

Gli ombrelloni da spiaggia sono composti dall’assemblamento di più parti, alcune fisse altre mobili.Hanno gli stessi principi del classico ombrello che normalmente tutti hanno almeno una volta utilizzato, ma con dimensioni ingigantite.Partiamo dalla base dell’ombrellone. Si tratta quasi sempre della parte più pesante del prodotto che deve essere tale proprio perchè deve sostenere il peso e l’equilibrio di tutta la struttura. Su di essa viene inserito il telaio composto da un corpo centrale cilindrico sul quale scorre un anello (per semplicità chiamiamolo così) da cui partono i raggi o stecche.All’estremità di questo corpo centrale, è fissata la parte in tessuto che può essere sagomata in base a diverse forme geometriche (quadrati, rettangoli, poligoni vari) e ad ogni angolo viene agganciato un raggio.Se dalla metà del corpo centrale, si porta l’anello verso l’alto, vedremo i raggi allargarsi tra loro sollevando il tessuto ad essi agganciato fino a portarlo a raggiungere la massima tensione. Un fermo meccanico poi manterrà la posizione dell’anello, determinando l’apertura fissa dell’ombrellone.L’apertura dell’ombrellone può essere di diverso tipo, manuale per i più piccoli e semplici, a manovella per quelli un po’ più evoluti e pneumatica per quelli di lusso e più pesanti.Sopra, infine, troviamo il puntale, che normalmente è in plastica e che ha una mera funzione estetica e di finitura.

Quella appena descritta è la struttura base di un ombrellone standard comodo da trasportare in auto quando si vuol andare in spiaggia, ma con il passare del tempo, come tutte le cose, anche questo prodotto ha subito gli ammodernamenti dovuti al progresso, sia in termini di materiali sia in termini di meccanismi che di design. Andando ad analizzare questi cambiamenti, vedremo che ci troviamo davanti ad un prodotto che non solo risulta essere impiegato nei luoghi di svago e di ricreazione ma sempre di più nei luoghi “IN” e in occasioni speciali.

Ombrelloni in legno e ombrelloni in alluminio

A seconda delle diverse parti, troviamo impiegati vari materiali che via via sono andati migliorando le caratteristiche e quindi la prestazione del prodotto.Sempre partendo dal basso, possiamo trovare un contenitore ovvero una base per l’ombrellone in robusta plastica colorata all’interno del quale ci si può mettere acqua o sabbia a seconda di quello che si ha a disposizione per creare il peso necessario a mantenere in piedi tutta la struttura. In alternativa oggi si hanno dei telai in ferro o materiale ferroso o acciaio divisi in scomparti (in genere 2 o 4) all’interno dei quali si collocano mattonelle prefabbricate di pavimentazioni per esterni che hanno già da sole un notevole peso e che oltre a fare da zavorra possono formare un gradevole motivo estetico.

Il telaio dell’ombrellone dapprima costruito in legno, è stato via via sostituito da materiale altamente resistente ma estremamente leggero come ad esempio l’alluminio per facilitarne il trasporto manuale e creare perchè no una gamma di colori diversa e innovativa.
Il vecchio legno rimane ancora attuale, anche se necessita ovviamente di più manutenzione.Anche le parti meccaniche hanno subito variazioni ed in commercio oggi possiamo trovare dei veri e propri capolavori di piccola ingegneria che hanno permesso e privilegiato un’apertura automatica anziché manuale.

Uno sguardo notevole va dato al tessuto dell’ombrellone. Il vecchio cotone benché fosse ottimo e resistente ha lasciato il passo (anche se non ancora completamente) a tessuti con caratteristiche tecnologicamente avanzate.Un ombrellone principalmente deve proteggere dai raggi UV sulla spiaggia, ma possibilmente deve essere resistente anche alle intemperie (pioggia, vento), deve comunque mantenere un’ottima flessibilità e nello stesso tempo non cedere agli strappi.Ottimi sono gli ombrelloni in tessuto 100% acrilico, in PVC, e in Teflon. Questi materiali trattati con particolari accorgimenti, garantiscono quelle qualità che rendono il prodotto estremamente idoneo al suo impiego.

Ombrelloni da spaggia, da giardino e altri impieghi

Sono svariati gli utilizzi che si possono fare di questo prodotto, in quanto è versatile e si adatta notevolmente a vari luoghi. E’ estremamente importante per tutte quelle situazioni in cui si rende necessaria una protezione dai raggi UV senza per questo dover rinunciare di stare all’aria aperta.Lo possiamo trovare sul terrazzo di casa, nel giardino, al mare, in spiaggia, in montagna, in barca, ai bordi di una piscina o molto più in voga negli ultimi tempi nella preparazione di banchetti e ricevimenti all’aperto e al mercato.
E’ diventato un vero pezzo di arredamento, per questo motivo sempre più raffinato e ricercato sia nelle forme che nei colori.

Troviamo infatti diversi tipi di ombrellone proprio a seconda della loro collocazione.

Ombrellone da giardino: solitamente tondo, multicolore, classico nella forma come nella meccanica, con o senza basamento a seconda se deve stare separato o meno dal tavolo da giardino che solitamente ha un foro centrale per il suo sostegno;

Ombrellone da spiaggia: uguale nella forma e simile nella fantasia del tessuto a quello da giardino; l’unica variante può essere costituita da quelli mini, che sono di dimensioni ridotte, hanno quindi un telaio più piccolo, sono più leggeri e sono privi di basamento in quanto vengono letteralmente “piantati” nella sabbia;

Ombrellone da bar/ristorante: ha normalmente una dimensione notevole rispetto agli altri perchè deve coprire un’area più vasta e il telaio non è più centrale rispetto alla copertura ma laterale, per permettere il posizionamento di tavoli senza avere l’ingombro nel mezzo. Questo ombrellone ha quasi sempre anche uno snodo laterale che gli permette di girare a 180° seguendo così le varie inclinazioni del sole e una doppia copertura centrale che permette il passaggio dell’aria. In questo modo viene evitato l’effetto vela.I più tecnologici hanno anche una luce al centro della raggera che ne permette l’utilizzo anche in ambiente poco illuminati.

Ombrellone da mercato: ha le stesse caratteristiche dell’ombrellone da bar/ristorante, con la variante che i raggi sono forati, in modo tale da poter appendere quanti più ganci possibili e appendini vari con i prodotti in esposizione.

Come scegliere il colore dell’ombrellone da spiaggia

Proprio per la sua funzione di protezione dal sole quando siamo in spiaggia, nell’acquisto dell’ombrellone non si deve lasciare al caso la scelta del suo colore. Questo particolare oltre a fare la differenza a livello di prestazione, è diventato una questione di “buon gusto”, un elemento di moda, un parametro di design che unito alla forma e alla finitura dell’ombrellone stesso crea quell’ articolo che può fare la differenza.Inoltre, tinte unite, sfondi bianchi o colorati con motivi floreali o geometrici, greche e linee che si intrecciano su tessuti raffinati o tecnici danno vita a elementi decorativi di grande effetto.

E’ noto che le tinte scure tendono ad attirare i raggi UV e ne consegue che avremo si una protezione, determinata dalla consistenza e dallo spessore del tessuto, ma in contemporanea avremo anche un accumulo di calore che seppur a lento rilascio andrà diffondendosi nella parte sottostante.Quindi tonalità sul marrone, prugna, blu o verde scuro formeranno una specie di effetto serra rispetto ad altri colori chiari, i quali per contro risulteranno più sporchevoli.Questo non vuol dire che sono banditi dalla scelta dell’acquisto, ma semplicemente che hanno un differente comportamento rispetto ad altri colori.

Per la funzionalità dell’ombrellone, il consiglio è quello di prediligere tonalità sul giallo, arancio, verde acqua, azzurro chiaro, bianco o la classica e intramontabile tinta ecrù.Altro vantaggio di questi tessuti chiari è che non sono soggetti allo scolorimento dovuto proprio all’esposizione solare che ne determina inevitabilmente un decadimento estetico precoce. La finitura dell’ombrellone caratterizza anche quel tocco di raffinatezza che viene apprezzato dal cliente perché assieme al colore cattura lo sguardo della persona che lo utilizza. Ed ecco che allora troviamo finiture a frangia, mantovane regolari, mantovane sagomate, mantovane personalizzate con il nome del locale o proprietario o slogan pubblicitario.Sono tutti elementi di grande effetto, che possono rendere questo prodotto uno qualunque o il “proprio ombrellone”.

Come pulire l’ombrellone: consigli per la manutenzione

Ad ogni fine stagione l’ombrellone viene riposto e ripreso l’anno seguente. Ma come fare per conservarlo al meglio?Alcuni piccoli accorgimenti sono da adottare anche durante il periodo di utilizzo.Un’eccessiva esposizione al sole ma anche alle intemperie, determina una vita più breve del nostro ombrellone. Quindi se ci è possibile, non lasciare l’ombrellone aperto per parecchie ore senza che nessuno effettivamente ne faccia uso; durante la stagione poi è praticamente immancabile il classico temporale estivo, con scrosci di pioggia anche violenti. Cerchiamo, per quanto ci è possibile, di ritirare l’ombrellone evitando così che si bagni, ma se per un qualsiasi motivo non ci riusciamo o non possiamo, ricordiamoci di non ritirarlo mai bagnato. E’ meglio lasciarlo aperto e aspettare che la tela si asciughi perfettamente prima di riporlo.

Quando viene “invernato”, possiamo all’occorrenza lavare l’ombrellone utilizzando un detersivo neutro e una spazzola, e per le macchie particolarmente difficili usare un po’ di trielina, ma senza strofinare troppo, poiché rischieremmo di andare a danneggiare il velo protettivo idrorepellente con cui può essere stato trattato il tessuto stesso. Particolarmente interessanti e adatti alla pulitura di questi tessuti trattati, sono i detergenti ecologici che sono composti da sostanze biodegradabili, a bassissimo impatto ambientale, in perfetta assenza di tossicità e molto delicati ma con un alto potere lavante.

Una volta asciutto, cerchiamo di piegare accuratamente i vari teli tra i raggi, in questo modo non risulterà un fagotto arrotolato ma riprenderà le dimensioni giuste per essere rimessato nell’apposita fodera che lo proteggeva quando l’abbiamo acquistato.Ricordiamoci se è possibile di evitare l’uso di detergenti chimici, potrebbero creare conflitto con i trattamenti effettuati sui tessuti ed annullarne gli effetti per i quali sono stati eseguiti.Per rimuovere invece soltanto la polvere, è sufficiente passare su tutta la superficie un panno appena umido, avendo sempre cura di lasciar asciugare bene il telo nel caso si bagnasse un po’.

Un parente prossimo dell’ombrellone

Sulla base dello stesso principio dell’ombrellone, è nato successivamente il Gazebo che oggi lo troviamo con un ampio impiego, con le forme più diversificate e con le strutture più modulari, infatti, se al nostro ombrellone aggiungiamo su ogni lato una parete, fissata con cerniere o moschettoni o velcro, ecco fatto un vero e proprio gazebo.Copre grandi spazi, ideale per fiere, coperture estensibili, aree parking, proseguimento di verande esterne ecc.A differenza dell’ombrellone il gazebo può diventare una struttura fissa quindi il materiale impiegato per questo tipo di copertura può essere leggermente differente da quello degli ombrelloni.

Il telaio del gazebo potrà essere in ferro, legno o in alluminio, mentre il manto di copertura normalmente più utilizzato è quello in PVC poiché risulta il più adatto e resistente alle intemperie. Si trovano in commercio anche gazebo con la copertura in poliestere che solitamente sono abbinati a quei telai pieghevoli mobili o con l’applicazione di rotelle, facili quindi da chiudere e riporre ma per questo anche di dimensioni molto contenute.

Essendo il gazebo una struttura che come ho detto prima può diventare fissa, è soggetto alla richiesta di permessi e autorizzazioni per il collocamento, rilasciate da parte della autorità comunali competenti.Un occhio ai costi di questi prodotti: sono variabili a seconda delle dimensioni e dei materiali utilizzati, delle personalizzazioni e delle quantità. La cosa migliore quando si deve acquistare un quantitativo notevole è richiedere un preventivo personalizzato in base alle proprie esigenze, in questo modo si và sicuramente ad ottenere il prezzo migliore.Per acquisti generici invece si possono trovare in commercio prezzi che spaziano tra i €10 per gli ombrelloni classici e semplici, via via crescendo fino ad una cifra che si aggira ai € 1800 per quella clientela che esige oltre a un prodotto di ottima qualità uno standard all’avanguardia ed elegante nel design.

Publicato: 2010-04-03Da: Redazione

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