Camicia uomo

Camicia uomo
Categoria: Abbigliamento Archivio
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Stile ed eleganza, ma anche comfort e praticità: ad una camicia da uomo, oggi, si chiede questo e molto di più. Capo principe dell’abbigliamento maschile, è possibile acquistarla in diverse fogge e tessuti: vediamo i più comuni e leggiamo qualche buon suggerimento per un acquisto di qualità.

Storia

Tra i più antichi capi d’abbigliamento indossati dagli uomini si può annoverare senza alcun dubbio la camicia, la cui nascita risalirebbe addirittura all’impero romano e la cui diffusione sarebbe continuata nei tempi a seguire, tanto che verso la fine dell’VIII secolo, si incontra già il termine “camisas” per la prima volta. Naturalmente, occorre fare delle precisazioni.

In origine, la camicia era una sorta di indumento intimo, che veniva indossato al di sotto della tunica o della veste. Era, quindi, molto lunga e poteva essere mostrata esclusivamente attraverso i tagli delle maniche.

Gli scopi di questo indumento erano vari: principalmente, serviva ad evitare il contatto tra la pelle e la ruvidezza dei tessuti, oltre che costituire un elemento per una migliore igiene personale. Nel medioevo diventa un pegno d’amore, e nel 1600 inizia a essere ornata di pizzi e ricami, definendo a colpo d’occhio la classe sociale del possessore.

La camicia poteva anche essere un indumento da notte, ma in tal senso non sempre veniva indossata. Rispetto all’uso che ne facciamo oggi, è al 1600 che bisogna guardare. Infatti, durante il tardo barocco, per l’invenzione di un ornamento fino ad allora sconosciuto, la cravatta, la camicia acquista importanza, pur essendo staccata da colli e polsini, all’epoca riccamente decorati.

Nel 1800, grazie allo stile di Lord Brummell, la camicia diventa l’abbigliamento più in voga e dandy, con il suo colletto bianco e inamidato e la cravatta perfettamente annodata. Ai polsini, i bottoni erano frequentemente sostituiti dai gemelli.

Dobbiamo però aspettare la metà del XIX secolo per veder comparire sulla scena le prime camicie colorate, ammesse solo di giorno e mai con abiti eleganti da sera.

Il Novecento, e la diffusione di nuovi stili di vita, vede l’introduzione di numerose novità: le camicie vengono realizzate anche in tessuti diversi dal cotone o dal lino, possono essere portate senza giacca e cravatta, addirittura non presentano più polsini e colli inamidati.

Un’ultima, piccola nota di colore: la camicia abbottonata sul davanti, così come la conosciamo oggi, è un’invenzione del XIX secolo, ad opera della Brown Davis & Co. Originaria di Aldermanbury.

Modelli

Di camicie, oggi, ne esistono davvero molti modelli, ciascuno più adatto ad un contesto o ad un tipo di abbigliamento. Fermo restando che, in alcuni casi, le tipologie di camicie sono addirittura passate alla storia, per i significati politici e culturali ad esse collegate, oggi esiste comunque una maggiore libertà nella scelta del capo da indossare.

Se volessimo restare nel solco della tradizione, potremmo certamente pensare alle camicie rosse garibaldine, alle camicie nere fasciste, o anche ai colletti bianchi, il classico modo con cui ci si riferisce a impiegati di alto profilo.

Naturalmente, nessuno ci vieterà di indossare un determinato colore o modello, senza per questo doversi sentire legati ai vecchi cliché, ma è utile ricordare che alcune tipologie di camicie possono essere poco adatte, in termini di stile, in specifiche circostanze.

Ad esempio, in un ufficio è bene non eccedere con fantasie e colori sgargianti, privilegiando dei classici che vadano bene con tutto, mentre sotto un abito scuro o, comunque, con un abbigliamento più formale, la camicia bianca è ancora considerata un must.

Con le giacche a fantasia, ad esempio i gessati, dovrebbero essere indossate solo camicie tinta unita; inoltre, non va dimenticato che è alla camicia che va abbinata la cravatta, pur in un’ottica di generale armonia.

Tra i modelli più informali vi sono le camicie in flanella e quelle hawaiane, senza dimenticare le camicie realizzate in tela jeans. Spesso, queste ultime, non hanno i classici bottoni con asola ma sono realizzate con quelli a clip, ad evidenziare la natura informale di tale capo.

La camicia di flanella è da preferire in contesti informali o di lavoro manuale, mentre quella hawaiana, sebbene colorata e simpatica, risulta adatta se si è in vacanza, specie nei villaggi turistici.

Tra i più particolari modelli di camicia, ricordiamo infine la guayabera, tipica dell’America Latina e indossata sempre durante le cerimonie nuziali in Messico.

Tipi di tessuto

I tessuti maggiormente usati per realizzare una camicia sono due, il cotone e il lino. Interessante, però, è anche prendere in considerazione le diverse lavorazioni che possono caratterizzare una camicia, al fine di scegliere la più adatta al nostro stile di abbigliamento.

Ricordiamo anche che le fibre di lino, spesso, vengono mescolate con lana, seta, poliestere o viscosa, in modo da ottenere delle particolari caratteristiche per ciò che riguarda peso, freschezza del filato o lucentezza.

Sebbene il lino sia più morbido e traspirante del cotone, quest’ultimo l’ha quasi esclusivamente soppiantato nella produzione, dato che il costo della sua lavorazione è molto più contenuto.

Volendo elencare poi le principali tipologie di stoffa usate per la realizzazione delle camicie, dobbiamo ricordare:

  • il popeline, un tessuto che si ottiene intrecciando fili di ordito più sottili dei fili di trama;
  • l’Oxford, meno elegante del batista o del popeline, è però un tessuto estremamente resistente e morbido;
  • il Royal Oxford, o anche Oxford rasato, è una versione più elegante dell’Oxford tradizionale;
  • il Sea Island, tessuto di ottima qualità, superiore al popeline, è particolarmente usato per disegni o fantasie vivaci;
  • il Twill ritorto, un tessuto dai riflessi opalescenti, particolarmente indicato per le camicie tinta unita;
  • il Pinpoint, un misto composto da popeline e Oxford;
  • il Twill a spina di pesce, in cui i fili sono intrecciati diagonalmente creando un effetto a zig-zag;
  • il voile, o anche velo, è usato prettamente per le camicie più estive, essendo caratterizzato da filati molto sottili, che conferiscono una specifica freschezza e trasparenza al tessuto;
  • lo Zephir, anch’esso adatto ai capi estivi, è leggermente meno compatto del popeline, e si rivela una scelta intermedia per qualità e pregio.

Una menzione particolare, infine, la merita la seta che, tra le fibre naturali, è senza dubbio la più pregiata e costosa, oltre che di difficile lavorazione. Fresca, leggera ma termicamente interessante, la seta rimane un tessuto di rara eleganza per le camicie sia da uomo sia da donna.

Caratteristiche

Una buona camicia è fatta di tanti piccoli particolari che, messi insieme, danno il senso della qualità del prodotto. Sono, quindi, numerose le caratteristiche alle quali badare per verificare che si tratti di un prodotto ben realizzato e, in genere, sono molti i dettagli da conoscere per poter davvero dire di saper riconoscere una buona camicia.

La prima caratteristica a cui prestare attenzione sono senza dubbio il colletto e le bacchette. Il collo classico è privo di bottoni e ha, pertanto, la necessità di essere rinforzato, per evitare che annodando la cravatta, le punte si pieghino.

Le bacchette inserite nel collo sono realizzate in plastica ma alcuni sarti piuttosto prestigiosi le usano addirittura in ottone. In alcuni casi, le bacchette sono fissate all’interno del collo e non sono estraibili: in realtà si tratta di una scelta interessante, visto che così non si corre il rischio di perderle, magari durante un lavaggio.

La parte della camicia compresa tra il collo e la base delle spalle di chiama, invece, carré. È importante verificare che questa zona sia cucita separatamente dal resto del capo, perché questo piccolo dettaglio è indice di buona qualità.

Si tratta, in effetti, di un particolare accorgimento studiato dai sarti che, così facendo, erano in grado di meglio regolare la vestibilità della camicia in base ad altezza del cliente e larghezza delle spalle. Se una camicia è così cucita, vuol dire che è un capo particolarmente prestigioso e anche costoso, dunque di buona fattura.

Passiamo poi alle giunture: ognuno dei punti di unione tra parti diverse deve combaciare perfettamente per ciò che riguarda la coincidenza della trama o della fantasia.

I polsini, nell’attaccatura alla manica, devono presentare un gran numero di pieghe e un bottone all’altezza dell’avambraccio, inserito appositamente per agevolare il rimboccarsi le maniche, se necessario. Tutte le asole dovrebbero essere cucite a mano.

Come scegliere

Scegliere una camicia non è impresa facile, come abbiamo avuto modo di capire vedendo le tante caratteristiche che fanno parte di questo capo. Certo, chi ama i prodotti sartoriali avrà senza dubbio una camiciaia di fiducia a cui rivolgersi per la realizzazione di prodotti importanti, ma non è da disdegnare l’acquisto presso un negozio ben fornito, soprattutto per l’abbigliamento giornaliero.

Tuttavia, avere l’occhio allenato a riconoscere una camicia di buona qualità è importante, in modo da non pagare inutilmente per prodotti di scarso valore o, viceversa, riuscire a fare un buon affare, anche acquistando una marca magari sconosciuta.

Sicuramente, il prezzo ha una sua importanza, ma questo è soprattutto vero quando si desidera un prodotto comune: una camicia di buona o di ottima qualità può costare anche parecchio, ma avrà sicuramente caratteristiche come eccellente vestibilità e durevolezza nel tempo.

Spesso, non è possibile provare la camicia prima dell’acquisto per motivi igienici, quindi è ancora più importante valutare la qualità globale del capo, prima di procedere con l’acquisto. La vestibilità, con un pizzico di esperienza, può essere presa in esame anche senza indossare la camicia: vediamo, quindi, su cosa focalizzare la nostra attenzione.

Il cotone, com’è normale che sia, tenderà a restringersi per quattro o cinque lavaggi, per un totale di circa 1 cm: meglio, quindi, se il collo è leggermente largo e il polsino un po’ lungo, anche perché il polsino non dovrebbe mai “sparire” sotto la manica della giacca, ma sporgere da quest’ultima per circa un centimetro.

Le punte del colletto non devono mai alzarsi, neppure quando si gira la testa e neanche se si indossano cravatte troppo pesanti o con nodi particolarmente larghi. È bene che l’altezza del collo non sia superiore a quella della giacca, perché è un segno di eleganza mantenerlo coperto. Raramente ciò è possibile con un colletto a punte strette, mentre è la prassi scegliendo un collo alla francese.

Il colletto

E veniamo, infine, ad uno di quei particolari che, davvero, “fanno” la camicia: il collo. Il colletto è la parte più importante di questo particolare capo di abbigliamento e per riuscire a imparare a riconoscere tutte le tipologie è necessario un buon allenamento e una buona guida.

Proviamo a spiegare, allora, quali sono i colli più diffusi e come fare a trovare quello più adeguato al proprio fisico, al tipo di vestito che si sceglie di indossare, alle cravatte e al modo di annodarle.

Il Turndown Collar è un collo ampio, a punte dritte, formale ma senza essere particolarmente vistoso. La distanza delle punte varia a seconda del tipo di cravatta scelta, così come l’altezza, che deve essere ben proporzionata al proprio fisico: il colletto alto è indicato per chi ha un collo lungo, viceversa uno collo corto sarà meglio vestito con un colletto basso.

Il Cutaway Collar, o anche detto Spread Collar, Windsor o Collo alla Francese è il colletto da sempre più usato e alla moda. Perfetto con o senza cravatta, l’unica accortezza che si dovrebbe avere nell’acquistarlo è quella di prediligere cravatte ampie e nodi larghi, in modo da occupare la larghezza per intero.

Il Pin Collar assomiglia al collo alla francese, ma ha punte più corte che sono tenute ferme da spille. Normalmente, piace solo agli americani, non avendo mai conquistato il cuore degli europei.

L’Attachable Collar è quello passato alla storia come colletto staccabile. In voga durante gli anni Venti, è ormai fuori moda, anzi viene considerato un segno di poca disponibilità economica o di avarizia.

Il Soft Roll Collar, noto in Italia come Button Down, è esclusivo della Brooks Brothers. Perfettamente armonioso è un pezzo inimitabile.

Il Tab Collar, o colletto a linguetta, è fatto per tenere sollevato il nodo della cravatta, senza la quale non può essere indossato. Si tratta di un colletto estremamente raffinato ed elegante, molto usato per abiti importanti, non di uso comune.

Publicato: 2010-04-03Da: Redazione

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