A cosa servono
L’assorbente interno deve essere usato con attenzione anche se, molto spesso, una volta che ci si sarà abituate al suo inserimento, sarà quasi certo preferirlo ad uno di tipo tradizionale.
Se inseriti correttamente e non usati per più di quattro o al massimo sei ore di seguito, avendo cura di badare ad un’igiene e ad un cambio regolari e costanti, gli assorbenti interni si dimostrano più confortevoli di quelli esterni e molto più comodi per chi pratica, ad esempio, sport acquatici.
Gli assorbenti interni possono essere usati in qualunque fase della vita, anche se possono essere più semplici da applicare in presenza di flussi abbondanti e in donne che abbiano piena consapevolezza del proprio corpo e che conoscono com’è fatto il proprio apparato genitale. È per questo motivo che, spesso, le più giovani non sembrano essere a proprio agio con l’idea di usare assorbenti interni, anche se non esiste nessun tipo di controindicazione medica del caso.
Un assorbente interno deve essere scelto in base alla tipologia di flusso e al giorno del ciclo. La stessa denominazione usata per gli assorbenti interni ne chiarirà il corretto utilizzo. In genere, infatti, quelli “mini” sono di piccole dimensioni e sono perfetti per i flussi leggeri o per i primi giorni del ciclo, mentre quelli regolari sono indicati per flussi medi e per i giorni centrali del ciclo, a differenza degli ultra che sono perfetti per chi presenta davvero un flusso estremamente abbondante.
Tra le raccomandazioni utili, comunque, anche quella di usare il tampone inferiore alla quantità di flusso, senza eccedere in potere assorbente e in dimensioni, non essendo necessario per una protezione confortevole. Tra l’altro, questa piccola accortezza viene suggerita anche per evitare spasmi e crampi mestruali che potrebbero essere favoriti da un tampone troppo grande e non adeguato alle proprie esigenze.
Come si mette
Soprattutto se è la prima volta che si prova ad inserire un assorbente interno, sarà bene trovarsi in un posto nel quale ci si sente a proprio agio. Essere tranquille e rilassate è senz’altro necessario per sciogliere le tensioni ed affrontare con serenità l’operazione di inserimento che, le prime volte, può impiegare un po’ di tempo. Ad ogni modo, nessuna paura: con un minimo di pratica si inserirà l’assorbente interno in modo naturale, senza particolari difficoltà. Non lasciarsi scoraggiare neanche se i primi tentativi dovessero andare a vuoto, che portano ad abbandonare l’idea di usare gli assorbenti interni.
In tutte le confezioni si troverà sempre un foglietto illustrativo nel quale sarà spiegato nel dettaglio il modo in cui infilare l’assorbente interno, completo di figure che mostreranno le posizioni più comode per eseguire l’operazione ma è bene che ogni donna provi e trovi la propria: ciò che conta è sentirsi a rilassate e a proprio agio.
È del tutto normale che all’inizio non si eseguano bene i movimenti descritti e che il tampone possa non essere inserito bene all’interno, avvertendo nel contempo un certo fastidio ma in poche applicazioni si sarà certamente in grado di applicare l’assorbente interni senza far più caso alla sua presenza una volta inserito.
Se l’assorbente è stato posizionato in modo corretto, l’unica parte che sporgerà dall’esterno della vagina sarà la cordicella tirando la quale si provvederà poi alla rimozione.
La posizione migliore dovrebbe essere quella da sedute sul wc o in piedi con le gambe leggermente divaricate. Il tampone va tenuto tra il pollice e l’indice, mentre con il medio ci si può aiutare ad aprire le piccole e grandi labbra, così da trovare facilmente l’ingresso della vagina. A questo punto, posizionando l’assorbente interno verso la parte bassa della vagina, spingere dentro il tampone delicatamente, lasciando penzolare solo la cordicella all’esterno.
Per inserire correttamente un assorbente interno si dovrà essere delicate ma decise, spingendo in un colpo solo il tampone dall’applicatore all’interno della vagina, avendo cura di spostare leggermente la direzione dell’applicazione se la stessa dovesse risultare fastidiosa. Prima e dopo l’inserimento occorre sempre lavare con cura le mani, per evitare di veicolare germi in un posto del corpo così delicato.
Se la rimozione dell’assorbente dovesse essere difficile potrebbe darsi che lo stesso non sia ancora completamente imbevuto, pertanto meglio aspettare un altro po’ prima di procedere. Se la cordicella dovesse rompersi (eventualità decisamente rara) o dovesse finire anch’essa all’interno della vagina, basterà stimolare i muscoli come se si volesse andare di corpo e inserire due dita proprio all’ingresso della vagina: il tampone dovrebbe essere facile da afferrare e da tirare fuori. Comunque sia, vale la pena ripeterlo, si tratta pur sempre di situazioni che si verificano davvero molto raramente.
Se il flusso fosse talmente abbondante che un tampone ultra non dovesse essere sufficiente, si suggerisce di indossare anche un salvaslip, così da aumentare il comfort percepito.
Durante la notte, non si dovrebbero indossare assorbenti interni, perché si contravverrebbe alla regola di cambiare il tampone massimo ogni sei ore: questa disattenzione potrebbe provocare infezioni e infiammazioni, oltre che la rarissima ma potenzialmente fatale sindrome da TSS.
Cos’è la TSS? La TSS, o sindrome da shock tossico è causata da alcune tossine provenienti dal batterio Staphylococcus aureus presente normalmente nella vagina e nel naso. La sindrome può colpire uomini, bambini e donne, ma esiste una maggiore incidenza nelle donne in età fertile e che usano tamponi al posto di assorbenti esterni. I sintomi sono diarrea, febbre improvvisa ed alta, vomito, dolori e svenimenti. È importante recarsi immediatamente da un dottore per l’esatta diagnosi visto che solo un intervento tempestivo è in grado di salvarci la vita.
Problemi riscontrabili
A volte usare un assorbente interno può essere difficile, soprattutto se si soffre di vaginismo. Gli assorbenti interni non sono per tutte e non c’è niente di male ad usarli così come a preferire altri tipi di prodotti, magari più adatti alle proprie esigenze.
Tra le ragioni per cui un assorbente interno potrebbe non essere adatto al proprio fisico vi è quella di avere un flusso molto leggero. Infatti, se si ha un flusso poco abbondante il tampone, una volta inserito, assorbirà tutte le secrezioni rendendo la vagina eccessivamente asciutta e renderà dolorosa la rimozione. In questo caso, se proprio si è obbligate all’uso di un assorbente interno si dovrà avere l’accortezza di usarlo solo durante i giorni in cui il flusso è più corposo, interrompendo subito l’uso non appena ci si accorge della sua diminuzione.
In altri casi, potrebbe darsi che la marca scelta non sia adatta al proprio fisico. Se si è determinate ad usare comunque un assorbente interno si potrà provare a cambiare applicatore, preferendo quelli in plastica e arrotondati a quelli in cartone. Quest’ultimi, infatti, sembrano rovinare molto più facilmente i tessuti vaginali mentre quelli in plastica potranno essere usati anche con un lubrificante, soprattutto le prime volte.
Le donne che non hanno ancora avuto rapporti sessuali potrebbero trovare delle difficoltà di applicazione nel caso in cui il loro imene fosse troppo spesso e poco elastico. In tal caso, ci si può certamente armare di molta pazienza, cercando progressivamente di allargare l’ingresso della vagina, oppure si può decidere di passare ad un assorbente esterno.
Tra le marche di assorbenti interni più apprezzate dalle donne, ricordiamo Ob e Kotex, piuttosto che Tampax, considerati un po’ troppo assorbenti e, di conseguenza, più difficili da essere rimossi.
All’inizio, comunque, è sempre preferibile usare un assorbente di piccole dimensioni, molto più semplice da inserire: per essere certi delle dimensioni non bisogna fermarsi al nome del prodotto ma leggere nel dettaglio riportato sulla confezione.
Alternativa: le coppette mestruali
Oltre agli assorbenti interni e a quelli esterni, esiste un’alternativa ancora più economica: le moon cup o, in italiano, le coppette mestruali.
Le moon cup sono state inventate nel Regno Unito ma presto hanno conquistato il pubblico femminile in diversi Paesi. Le coppette mestruali vogliono essere un’alternativa ecologica ed anche poco dispendiosa agli assorbenti interni o esterni. Le moon cup sono realizzate in silicone e sono disponibili in due diversi formati, uno adatto a chi ha partorito naturalmente o ha più di trenta anni e uno per chi ha meno di trenta anni. Le coppette assomigliano ad una specie di tazzine che vengono inserite piegate in vagina. Una volta aperte, fanno una specie di effetto sigillo, raccogliendo il sangue mestruale senza arrecare nessun disturbo e senza fastidio.
Nonostante sembri molto grande alla vista, l’inserimento è confortevole vista la sua morbidezza e l’estrema maneggevolezza. In più, a differenza dei tamponi, non si è soggette a contrarre la rara ma molto grave Tss, visto che il materiale in cui è realizzata rende difficile il proliferare dei batteri.
Tuttavia, le coppette mestruali potrebbero non essere adatte a donne che non abbiano ancora avuto rapporti sessuali, soprattutto se le stesse presentano un imene piuttosto rigido. È possibile comunque provare ad inserire la coppetta, poiché nella maggior parte dei casi l’imene è sufficientemente elastico da permetterne il passaggio senza alcun dolore.
Il costo è molto basso, ammontando a circa 20 euro a confezione. La moon cup, comunque, è lavabile e riutilizzabile per una decina d’anni, senza che sorgano controindicazioni.
La moon cup non è adatta alle donne che hanno appena partorito, come d’altra parte non sono adatti gli assorbenti interni, e potrebbe essere leggermente fastidiosa qualora si usi la spirale quale metodo contraccettivo, in particolar modo nel caso in cui si soffra di disturbi alle vie urinarie.
E se si soffre di vaginismo
Il vaginismo è una condizione nella quale si possono trovare molte donne e non bisogna vergognarsi nel caso in cui capiti a noi. Il vaginismo altro non è che la contrazione involontaria dell’accesso vaginale per la paura di sentire dolore durante il rapporto sessuale ma anche soltanto durante una visita medica o l’inserimento di un tampone.
In determinati casi, la difficoltà di inserimento di un assorbente interno è il primo sintomo che le ragazze mostrano di avere nel momento in cui provano ad inserire un tampone, pur se di dimensioni mini.
È chiaro che il principale ostacolo, in questi casi, è di natura psicologica e che alcuni esperti consigliano, almeno nei casi meno gravi, di provare a conoscere meglio il proprio corpo proprio grazie alla motivazione data dall’uso degli assorbenti interni. Comunque sia, non si deve mai forzare né arrivare a sentire dolore e, se si pensa di non riuscire da sole, è bene consultare un ginecologo che saprà fornirvi tutte le indicazioni del caso, migliorando sensibilmente il proprio benessere psicofisico.
Se si è decise a provare da sole ma si hanno avuto piccoli problemi di vaginismo in passato, si potrà usare del lubrificante per aiutarsi nell’inserimento del tampone. Con gli assorbenti interni vanno bene tutti i tipi di lubrificante mentre con le moon cup si possono usare solo quelli a base d’acqua, per evitare di rovinare il prodotto.
Una curiosità riguarda poi l’uso dei tamponi interni se si soffre di candida. Esistono in commercio dei tamponi speciali probiotici, dal costo di circa 15 euro per una confezione composta da 14 assorbenti, che sono molto utili nel caso in cui si soffra di candida recidivante. In pratica, sono realizzati in puro cotone e presentano l’aggiunta di probiotici che mantengono la flora vaginale in buona salute, aiutando anche nel processo di guarigione se si soffre di questa infezione.
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